01/06/2025 - 15:12

"La ministra Calderone, ‘laureata' in precarizzazione del mondo del lavoro, oggi da Genova spiega che il giorno dopo il referendum continuerà a lavorare sulla sicurezza del lavoro. La domanda è: perché non lo ha fatto prima? Visto che la sua patente a crediti si è rivelata nient’altro che una gigantesca autcertificazione che ha riguardato solo la metà delle imprese edili a cui sono stati fatti meno del 2 per cento dei controlli e appena 20 sospensioni di patente. Sono dati dell’Inail rispondendo a una interrogazione del Pd, non della Cgil. Fanno solo chiacchiere”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.

"Dopo tanti decreti inutili - conclude Scotto - dove la parola sicurezza è stata usata e abusata solo per reprimere chi dissente e chi protesta, una sola misura doveva fare il governo per decreto: introdurre il principio della responsabilità delle imprese committenti lungo la catena degli appalti. Per la destra però il dramma di 3 morti sul lavoro al giorno non è un urgenza. Perché non vogliono toccare interessi consolidati e continuare a garantire l’impunità dei colletti bianchi. Il referendum dell’8 e 9 giugno è una risposta all’azione dannosa e inefficace del governo e della ministra Calderone. Bisogna andare a votare".

 

01/06/2025 - 11:27

"C’è una generazione di donne e uomini che hanno conosciuto solo la precarietà e il part-time involontario. Sono milioni in questo Paese. Il governo Meloni ha aggravato questa situazione allargando a dismisura i voucher, il lavoro interinale ed eliminando le causali sui contratti a termine. Il referendum dell’8 e 9 giugno significa invertire una tendenza, dare più potere a un pezzo di società condannata a bassi salari e tutele inesistenti. La destra ha paura della loro voce e invita al l’astensionismo. Ci sarà una sorpresa perché l’Italia vuole cambiare”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, durante un’iniziativa a Benevento.

31/05/2025 - 16:00

"La ministra Calderone, ‘laureata' in precarizzazione del mondo del lavoro, oggi da Genova spiega che il giorno dopo il referendum continuerà a lavorare sulla sicurezza del lavoro. La domanda è: perché non lo ha fatto prima? Visto che la sua patente a crediti si è rivelata nient’altro che una gigantesca autcertificazione che ha riguardato solo la metà delle imprese edili a cui sono stati fatti meno del 2 per cento dei controlli e appena 20 sospensioni di patente. Sono dati dell’Inail rispondendo a una interrogazione del Pd, non della Cgil. Fanno solo chiacchiere”. Così il deputato Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.

"Dopo tanti decreti inutili - conclude Scotto - dove la parola sicurezza è stata usata e abusata solo per reprimere chi dissente e chi protesta, una sola misura doveva fare il governo per decreto: introdurre il principio della responsabilità delle imprese committenti lungo la catena degli appalti. Per la destra però il dramma di 3 morti sul lavoro al giorno non è un urgenza. Perché non vogliono toccare interessi consolidati e continuare a garantire l’impunità dei colletti bianchi. Il referendum dell’8 e 9 giugno è una risposta all’azione dannosa e inefficace del governo e della ministra Calderone. Bisogna andare a votare".

 

31/05/2025 - 14:56

“Antonio Tajani parla di riconoscere la cittadinanza a chi studia in Italia, ma poi tace sul referendum che propone proprio questo. L’Italia ha una delle normative più restrittive d’Europa. Tajani faccia un atto di coerenza e coraggio. Oggi ci vogliono almeno 14 anni per ottenere la cittadinanza, contando il tempo della burocrazia e con il referendum si arriverebbe a 9. Un tempo eccessivo, che di fatto esclude tantissimi giovani nati e cresciuti nel nostro Paese da opportunità lavorative e formative, costringendoli a una condizione di precarietà e incertezza, con rinnovi continui del permesso di soggiorno. Tajani è surreale: a parole accoglie, nei fatti il suo partito scoraggia la partecipazione e ignora il voto. Se davvero crede che 'chi studia qui è italiano', lo dimostri: sostenga il diritto di votare e si schieri con chiarezza. Basta paura, basta ipocrisie. La cittadinanza non si celebra nei congressi, si costruisce con atti concreti. Cosa vi spaventa?”. Così la deputata democratica Ouidad Bakkali in merito alle affermazioni del ministro Antonio Tajani al congresso di Forza Italia Giovani.

31/05/2025 - 12:35

“Con quale faccia Antonio Tajani, oggi da vicepremier, si presenta ai giovani parlando di impegno e futuro, mentre il suo partito e il governo di cui fa parte scoraggiano apertamente la partecipazione democratica, a partire proprio dal voto? Sul referendum il governo scappa perché ha paura. Meloni, Tajani e Salvini continuano a non dire una parola su un appuntamento che riguarda diritti fondamentali proprio per le nuove generazioni. Vogliono davvero che i cittadini non partecipino, non votino, non si esprimano? È così che intendono il confronto democratico: un fastidio da evitare? E mentre Tajani si presenta ai giovani, la Lega gli impone un delirio antidissenso che mira a zittire ogni voce critica. È un messaggio ipocrita e pericoloso: parlare di valori mentre si manda il messaggio che la democrazia partecipata deve stare a cuccia. Chi governa non può sottrarsi. Deve spiegare da che parte sta. E deve farlo ora”. Così la deputata democratica Rachele Scarpa, responsabile Giovani e Salute del Partito Democratico.

 

31/05/2025 - 12:00

"Il diritto di voto degli italiani all’estero è una conquista democratica che va tutelata, non ostacolata", lo dichiara il deputato Toni Ricciardi, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, che ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro degli Esteri Antonio Tajani per denunciare gravi criticità nella gestione dell’attuale tornata elettorale nella circoscrizione Estero.
"In questi giorni – spiega l’esponente dem – arrivano segnalazioni preoccupanti da numerose comunità italiane nel mondo: ritardi nella consegna dei plichi elettorali, totale assenza di campagne informative sui media italiani all’estero, scarsa trasparenza sull’impiego dei fondi. Tutto questo, in un contesto di possibile riduzione delle risorse, rischia di configurare un vero e proprio boicottaggio tecnico e preventivo del voto per corrispondenza. Secondo la legge 459/2001, le rappresentanze diplomatiche devono garantire una corretta informazione e parità di accesso per tutti i soggetti politici. Tuttavia, non risultano pubblici né l’ammontare dei fondi stanziati, né i criteri con cui sono stati distribuiti tra i consolati, né eventuali direttive interne per le attività di comunicazione".
“Nell’interrogazione - conclude Ricciardi - si chiede al ministro di chiarire l’entità complessiva dei fondi per l’organizzazione del voto all’estero; i criteri di riparto tra le sedi consolari e il confronto con le precedenti tornate elettorali, a fronte dell’aumento degli iscritti all’AIRE.  Se Tajani non è in grado di garantire condizioni eque per il voto degli italiani all’estero, lo dica apertamente. La partecipazione democratica non può essere compromessa da tagli e inerzia istituzionale”.

 

31/05/2025 - 11:20

“Mancano pochi giorni al voto e dal governo continua a regnare il silenzio. Meloni, Tajani e Salvini non hanno ancora speso una parola sul referendum. Vogliono davvero tenere i cittadini lontani dalla partecipazione? Vogliono rimanere chiusi nel palazzo mentre si decide su diritti fondamentali? Chi governa non può scappare, non può ignorare un appuntamento che riguarda la vita e la libertà delle persone”. Così il capogruppo democratico in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto che, nel merito, esorta a “votare ‘5 si’ per le nuove generazioni intrappolate nella precarietà e nei salti bassi”.

 

30/05/2025 - 18:46

“Per Tajani il salario minimo non è la soluzione dell’emergenza del potere d’acquisto di questo paese. Emergenza che Giorgia Meloni nega. Non è chiaro però come voglia risolverlo se non con le solite politiche fiscali che finora si sono rivelate inefficaci. La verità è che dopo un anno e mezzo dalla bocciatura del salario minimo il governo non ha fatto nulla per aumentare le retribuzioni né di chi è sotto il 9 euro e nè di chi è sopra. Lo dimostrano i cinque milioni di lavoratori ancora in attesa di contratto: a loro interessa solo far propaganda”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

30/05/2025 - 18:04

“Accogliamo con attenzione la disponibilità della presidente Meloni a lavorare insieme sul disagio giovanile e sulla prevenzione della violenza, in risposta all’invito lanciato dalla segretaria Elly Schlein. È un tema che il Partito Democratico segue con grande serietà, e che come componenti della Commissione bicamerale per l’infanzia e l’adolescenza riteniamo centrale. Ma ora servono atti concreti: non bastano le parole, è il momento di aprire un confronto parlamentare vero, strutturato e operativo”.
Lo dichiara la capogruppo del Partito Democratico nella Commissione bicamerale per l’Infanzia e l’Adolescenza, Michela Di Biase.
“Già da tempo – prosegue Di Biase – abbiamo depositato proposte per rafforzare l’educazione affettiva nelle scuole, sostenere psicologicamente le ragazze e i ragazzi più fragili, e promuovere una cultura del rispetto. Siamo pronti a fare la nostra parte, ma è necessario che il Governo e la maggioranza abbandonino ogni approccio emergenziale e scelgano finalmente di lavorare in modo condiviso, nelle sedi istituzionali e con il massimo rispetto del ruolo del Parlamento”.
“Il disagio giovanile e la violenza di genere – conclude – sono ferite profonde del nostro tempo. Davvero troppo grandi per essere trattate con superficialità o logiche di parte. Il Parlamento può e deve essere il luogo dove si costruiscono risposte durature. Il Partito Democratico è pronto chiediamo alla presidente della commissione infanzia e adolescenza di aprire subito la discussione in commissione”.

30/05/2025 - 18:03

“Durante l’informativa alla Camera, ancora una volta, il ministro Tajani ha scelto la via dell’inazione, confermando l’inerzia politica e diplomatica del governo Meloni di fronte alla gravissima crisi umanitaria in corso a Gaza”. Così la deputata dem Rachele Scarpa, che accusa l’esecutivo di non aver assunto alcuna posizione concreta a fronte delle continue violazioni del diritto internazionale da parte del governo israeliano.

“Abbiamo ascoltato tante parole – prosegue l’esponente Pd - ma nessuna proposta vera. Tajani non ha nemmeno avuto il coraggio di nominare il primo ministro israeliano Netanyahu, nonostante le gravissime responsabilità nel blocco degli aiuti umanitari e nella gestione disumana della distribuzione. Si è limitato a citare l'iniziativa ‘Food for Gaza’, con cui l’Italia ha fatto entrare appena 110 tonnellate di cibo, mentre Israele ha bloccato per 80 giorni 116.000 tonnellate di aiuti. Una cifra che dà la misura della sproporzione e dell’inadeguatezza dell’azione italiana.”

“Inoltre – conclude Scarpa - gli aiuti entrati sono stati gestiti da contractor militari israeliani, causando il caos nella distribuzione e portando a episodi di violenza contro la popolazione palestinese. Uomini e donne ammassati in recinti metallici, trattati come bestiame, e addirittura bersaglio di spari. È una vergogna che contraddice ogni principio umanitario. Alla vigilia della manifestazione del 7 giugno, chiediamo che l’Italia si schieri apertamente con i partner europei che invocano quantomeno una revisione dell'accordo di associazione tra Unione Europea e Israele.
Non possiamo restare inerti: serve un’azione diplomatica decisa, all’altezza della tradizione umanitaria e democratica del nostro Paese”.

 

30/05/2025 - 17:53

“La reazione scomposta del sottosegretario Molteni alla legittima reazione sui social degli idonei traditi dal Governo Meloni che hanno visto bocciare gli ordini del giorno che avevamo presentato per chiedere finalmente un impegno concreto per lo scorrimento delle graduatorie dei concorsi per vice ispettori e le altre necessarie a colmare le attuali carenze nella dotazione organica  della Polizia di Stato tradisce una visione sbagliata e pericolosa” così il deputato, Andrea Casu, che ha presentato insieme alla vice presidente del Partito Democratico Chiara Gribaudo due ordini del giorno sul tema in parlamento nel corso della discussione del decreto sicurezza. “Le forze dell’ordine - aggiunge Casu - meritano rispetto sempre e le scelte che riguardano il loro potenziamento devono essere prese in modo trasparente come abbiamo chiesto di fare in Parlamento con l’intervento della Segretaria Schlein che ha ricordato alla Presidente Meloni le stesse identiche parole usate in passato quando era all’opposizione e che oggi evidentemente ha dimenticato.
Cosa intende il sottosegretario Molteni - aggiunge Casu - quando si rivolge personalmente a singoli utenti delusi che hanno commentato le sue pagine social scrivendo “allora aspetterai il Pd al Governo per lo scorrimento” o “sapranno i suoi colleghi sicuramente a chi rivolgere la richiesta di scorrimento” o ancora peggio “auguri e in bocca al lupo”. Chiederemo con un’interrogazione conto alla Presidente Meloni e al ministro Piantedosi per queste parole, non permetteremo che chi ha ruoli di Governo utilizzi la propria posizione di potere per intimidire la legittima reazione delle persone stupite per l’incoerenza del Governo Meloni o peggio subordini le proprie scelte politiche e assunzionali al consenso social che viene espresso nei propri confronti” conclude Casu.

30/05/2025 - 17:48

“Ogni giorno che passa i fatti dimostrano sempre di più l’assurdità dei centri in Albania voluti dalla Meloni. La Destra ha provato a forzare le regole per un progetto che era sbagliato fin dall’inizio. Una propaganda fatta sulla pelle dei più fragili e mettendo le mani nelle tasche degli italiani che stanno già pagando un miliardo di l euro per la propaganda della Meloni”. Così il responsabile nazionale sicurezza del Pd, il deputato democratico Matteo Mauri che aggiunge: “Le motivazioni alla base del rinvio parlano chiaro: esistono dubbi fondati sulla compatibilità del cosiddetto “Piano Albania” con il diritto europeo. È un giudizio che pesa come un macigno su un’operazione propagandistica e pasticciata, costruita sulla pelle delle persone e ai margini della legalità.
“trasferire migranti in Albania non è solo un modo per aggirare la giurisdizione italiana, è un atto politicamente sbagliato, giuridicamente fragile e moralmente discutibile”.

30/05/2025 - 17:11

“La sicurezza sul lavoro continua ad essere un tema sistematicamente enunciato, ma dimenticato dal governo Meloni quando si tratta di soluzioni concrete ed efficaci. Così la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico, interviene sul drammatico tema degli incidenti sul lavoro e ne collega l’urgenza al referendum abrogativo previsto per l’8 e 9 giugno.

«La cosiddetta patente a crediti – prosegue l’esponente dem - è stata costruita male: inefficace, senza reali controlli e priva di sanzioni. Un meccanismo che, così com'è, non tutela i lavoratori e non garantisce la sicurezza nei luoghi di lavoro. È proprio nella catena degli appalti che si verificano i più gravi infortuni: si cercano contratti al ribasso, dove al contenimento dei costi corrisponde una compressione delle tutele, dei salari e delle condizioni di sicurezza.

“Il referendum – conclude Guerra - rappresenta un’occasione per rimettere al centro la responsabilità delle imprese committenti. Chiediamo che chi appalta un lavoro sia obbligato a valutare attentamente l’affidabilità e la qualità dell’impresa a cui affida l’opera. In caso di incidente, se l’impresa appaltatrice non è in grado di garantire il risarcimento dovuto al lavoratore infortunato, deve risponderne il committente. Questa non è solo una mancanza d’interesse del governo Meloni per la sicurezza, ma è un rifiuto radicato in una precisa visione politica”.

 

30/05/2025 - 16:42

“Dal tribunale di Parma prima risposta al furore ideologico del Governo che con il decreto Sicurezza ha vietato la produzione, la commercializzazione e l'utilizzo della canapa. La cannabis light non è droga. Per questo dopo tre anni di inchiesta e tre anni di processo, con conseguente disastro economico per la sua azienda, è stato assolto con formula piena Luca Marola, pioniere della cannabis light e patron di EasyJont. Per il codice penale le infiorescenze della canapa non sono assimilabili alla droga. È questo un precedente che porterà in tribunale molti casi simili dopo l'antiscientifica e propagandistica scelta del governo che con l’art. 18 del decreto Repressione ha voluto chiudere una intera filiera produttiva che coinvolge 3mila imprese dirette da giovani e 23mila lavoratori e lavoratrici, con un miliardo di fatturato. Noi glielo avevamo detto più volte: fermatevi che andate a sbattere. Dopo questa ennesima conferma riproporremo in Parlamento l'abrogazione di quella assurda norma e continueremo la battaglia per ottenere ammortizzatori sociali e sostegni per la transizione delle 3mila imprese”.

Così il capogruppo Pd in Commissione parlamentare d’inchiesta sugli Ecoreati e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.

 

30/05/2025 - 15:34

A rischio migliaia di posti di lavoro.

“L’articolo 18 del decreto Sicurezza varato dal governo Meloni rischia di infliggere un colpo mortale all’intera filiera della canapa industriale, vietando importazione, lavorazione e vendita delle infiorescenze. Una norma ideologica, priva di fondamento scientifico, che mette a rischio un settore in crescita e con un forte potenziale occupazionale, in particolare tra i giovani.” Lo dichiara la deputata Antonella Forattini, capogruppo Pd in commissione Agricoltura.

“Si parla di circa 23.000 lavoratori coinvolti e di un fatturato – prosegue l’esponente dem - che si aggira intorno al miliardo di euro. Si tratta di giovani imprenditori che hanno creduto in questo settore, investendo risorse e sviluppando un’industria in grado di produrre ed esportare non solo infiorescenze, ma una vasta gamma di prodotti derivati. Ora, dall’oggi al domani, questa categoria rischia di essere criminalizzata, senza alcun ammortizzatore sociale o forma di compensazione”.

“Nonostante gli appelli del settore e delle associazioni di categoria – conclude Forattini - l’esecutivo ha tirato dritto per pura ideologia, ignorando le evidenze economiche, occupazionali e scientifiche. Ma il Partito Democratico non resterà a guardare. Continueremo questa battaglia in Parlamento e fuori, a fianco delle imprese e dei lavoratori. Inoltre, rilanciamo la nostra proposta di legge sulla cannabis terapeutica, su cui il governo continua a non dare risposte, ma il tempo del silenzio è scaduto”.

 

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