"Ma strategia governo è di mettere le mani sulla Rai"
A fronte di un amministratore delegato che ha appena approvato il bilancio della Rai, che viene messo in discussione da mesi dalla maggioranza di governo e che oggi dichiara che non ci sono più le condizioni per andare avanti per i continui attacchi politici, il ministro Lollobrigida non può fischiettare e far finta di niente. Il suo goffo quanto vano tentativo di cancellare le impronte non riesce a nascondere la strategia del governo Meloni che è chiara fin dall'inizio: mettere le mani sulla Rai.
Così il deputato del PD Vinicio Peluffo, della commissione di Vigilanza Rai.
Dichiarazione di Andrea Rossi, Virginio Merola, Andrea De Maria, Ouidad Bakkali, Ilenia Malavasi, Stefano Vaccari, Paola De Micheli e Andrea Gnassi deputati Pd
Troviamo davvero speciosa la polemica sollevata degli esponenti emiliano romagnoli di Fratelli D'Italia Lisei e Barcaiuolo a seguito di una eccezionale e imprevista alluvione che ha colpito le comunità emiliano romagnole e verso le quali tutti dovrebbero portare rispetto. Si è trattato di un evento straordinario, una caduta di acqua in 48 ore senza precedenti, riconosciuto anche dal governo che ha stanziato immediatamente 10 milioni di euro. La notizia secondo la quale la Regione non avrebbe utilizzato fondi del ministero delle Infrastrutture per la messa in sicurezza dei corsi d’acqua è palesemente falsa e questo non fa certo onore a rappresentanti delle istituzioni, visto che i 55 milioni sono collegati all'idrovia ferrarese e nulla hanno a che fare con la sicurezza idraulica e a interventi per la prevenzione del dissesto idrogeologico. Sarebbe invece opportuno che i colleghi, davanti a eventi simili, si togliessero la maglietta di partito e indossassero quella dell'Emilia Romagna, per lavorare tutti insieme affinché sia riconosciuto dal governo nazionale e in tempi brevi, un adeguato ristoro alle famiglie e alle imprese colpite da questa alluvione, fornendo la necessaria copertura alla norma sui ristori per eventi alluvionali presente dal 2016 e già usata per situazioni simili. Viceversa, usare argomentazioni manifestamente false per colpire la segretaria del Pd Elly Schlein e il presidente della Regione ER Stefano Bonaccini la dice lunga sulla pochezza e strumentalità adoperati dal partito che esprime il presidente del Consiglio.
"Domani ci sarà una nuova udienza per Patrick Zaki. Oggi interverrò in Aula alla Camera. Per chiedere ancora una volta che sia finalmente liberato. Per ribadire che tutte le nostre istituzioni sono chiamate al massimo impegno per chiedere alle autorità egiziane che finalmente finisca il suo calvario giudiziario. Si tratta di una battaglia di grande valore, per affermare il principio universale del rispetto dei diritti umani e della libertà di espressione".
Così Andrea De Maria, deputato PD
Strumento utile per le donne più fragili
“Quelle che hanno fatto più ricorso ad Opzione donna sono le donne più fragili, quelle che faticano a maturare settimane di lavoro necessarie a conquistarsi una pensione, le lavoratrici autonome con difficoltà economiche. Opzione donna non era un regalo, chi vi accedeva sopportava un taglio fino al 30% della propria pensione, eppure, come ci dicono i dati Inps, rappresentava appunto una opzione per le donne in difficoltà per motivi economici e per motivi familiari. Il governo l’ha di fatto cancellata, condizionandola a requisiti eccessivamente stringenti, oltre che discutibili. Noi del Partito democratico, con la mozione a prima firma Orlando, ne chiediamo il ripristino immediato. Lo ha dichiarato nel suo intervento in Aula la deputata del gruppo Pd-Idp, Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro della segreteria dem.
Presentata interrogazione al governo
"Il progetto della chimica verde, previsto dal protocollo d'intesa sulle iniziative di risanamento e riconversione dell’area industriale di Porto Torres nel 2011 è caduto, irresponsabilmente, nel dimenticatoio.
Regione Sardegna e Governo infatti ad un anno da una previsione normativa contenuta nel decreto energia, nella passata legislatura, con un emendamento del Pd a firma Gavino Manca, non hanno ancora attivato la procedura di concertazione per la convocazione del tavolo istituzionale tra Governo Italiano, Regione Sardegna, ENI spa, Novamont, rappresentanti degli enti locali e delle forze sindacali per la chimica verde a Porto Torres.
Si sta accumulando dunque un enorme ritardo che rallenta quello che era un ambizioso progetto per fare di Porto Torres una qualificata sede dell’economia green e circolare che al tempo stesso doveva garantire sviluppo e salvaguardia dei livelli occupazionali. Un progetto non superato dal tempo, al contrario attualissimo, dato che trova riscontro negli obiettivi nazionali del Pnrr. E in più così si rischiano di perdere ulteriori risorse per la Sardegna.
L’intervento del governo su Opzione donna mostra un vero e proprio accanimento. Ed esiste un accanimento contro tutti i pensionati a quali era stato promesso in campagna elettorale di tutto, dalle pensioni minime a 1000 euro all’aumento delle possibilità di pensionamento anticipato. L’unica cosa che hanno ottenuto, invece, è stato il taglio delle pensioni. Pensavamo che il governo avrebbe convocato il tavolo con le opposizioni su questioni come il salario minimo o la situazione della sanità pubblica o della scuola o della natalità oppure delle infrastrutture e invece il solo tavolo di confronto con le opposizioni è quello sulle riforme. Sia chiaro, le riforme costituzionali sono straordinariamente importanti, ma ci domandiamo se il tavolo non venga fatto per nascondere le priorità più importanti e urgenti che riguardano la vita concreta delle persone e su cui il governo è assente. Noi oggi interveniamo su Opzione donna e non ci stancheremo di tornare su questa questione fino a quando non vedremo ristabiliti i diritti di chi ha lavorato per una vita intera.
Così Debora Serracchiani, deputata, responsabile Giustizia del Pd intervenendo alla Camera.
“La mozione PD a prima firma Andrea Orlando che ho sottoscritto, chiede che venga ripristinata “opzione donna”cancellata dal governo Meloni. È proprio la prima donna premier in Italia ad eliminare l’unico strumento di flessibilità per la pensione delle donne! In cambio di cosa? Nulla! Anzi questi tagli alla spesa non sono stati reinvestiti in strumenti di sostegno pubblico al lavoro di cura che grava soprattutto sulle donne.
La chiamano ancora così ma non è più un’opzione, bensì una possibilità per pochissime di fare assistenza privata a familiari certificati, in supplenza del welfare pubblico e rinunciando al 30% dell’assegno. Non solo, ma assistiamo anche alla discriminazione dell’anticipo in base a quanti figli la lavoratrice ha avuto.
Un intervento contro le donne che noi chiediamo con forza di correggere, ripristinando l’istituto pensionistico come era prima del bilancio 2023 della destra, che ha perso l’occasione con il “decreto precarietà” del 1 maggio di rimediare al danno fatto alle lavoratrici italiane”. Lo ha detto in Aula la deputata del Pd, Sara Ferrari.
"A Dongo al presidio antifascista, luogo simbolo della Resistenza e della sconfitta del fascismo. Insieme all’Anpi, alle tante associazioni e alle altre forze democratiche. Contro ogni provocazione e tentativo di riscrivere la storia".
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Se abbiamo una priorità in questa precisa fase storica e politica è ritrovare la coesione che ha fatto grande la famiglia del Partito Democratico. Quelle di Rinaldo, sindaco di Taranto, sono parole forti e dettate da un legame profondo con la sua Città, perché chi lo conosce e conosce la realtà di Taranto sa bene che traducono la lunga sofferenza di una comunità che ha estremo bisogno di risposte dallo Stato. Ciò che però non possiamo consentirci è creare i presupposti per nuove divisioni al nostro interno, soprattutto dopo il duro lavoro che proprio in questi anni il PD ha fatto per la decarbonizzazione dell’ex Ilva. Un lavoro di cui tutti insieme, oggi, vogliamo vedere i frutti. La linea di Elly Schlein ha semmai rafforzato la linea sulla prospettiva della transizione ecologica e dello spegnimento delle fonti inquinanti dell’acciaieria. È in questo senso fondamentale che chi vive e amministra i nostri territori deve mettersi al fianco della nuova segreteria per far comprendere la realtà e le esigenze di Taranto, trovando insieme le modalità per far sì che la transizione avvenga il prima possibile senza lasciare strascichi dietro di sé. E dobbiamo soprattutto non cadere nell’errore di far pagare ai lavoratori il prezzo di questo cambiamento radicale mettendoli dinanzi al ricatto occupazionale”.
Così Ubaldo Pagano, deputato pugliese del Partito Democratico.
“Se l’obiettivo - aggiunge - è dare seguito a quanto abbiamo costruito finora, bisogna tutti quanti insistere nel svegliare il Governo dal torpore in cui versa, chiedendo che lo Stato si impegni quanto prima a rilevare la maggioranza del capitale sociale dell’azienda, a mettere i soldi per accelerare il processo dì decarbonizzazione ed a prendere in carico le esigenze dei lavoratori. Al contrario, rifarsi a formule generiche e astratte come i cosiddetti sindaci moderati e pragmatici riportando le lancette indietro a una stagione, come quella renziana, che per fortuna il PD ha archiviato da tempo, è un esercizio inutile e contraddittorio, soprattutto considerata la posizione che lo stesso Renzi ha sempre tenuto su Taranto. Sono convinto - conclude - che solo con il contributo e la collaborazione di tutti noi questo processo potrà avere l’esito sperato. Insomma, bisogna rimboccarsi le maniche e remare tutti nella stessa direzione, lasciando le incomprensioni da parte e lavorando ancora una volta per l’obiettivo che ci sta più a cuore, il riscatto di Taranto e della comunità tarantina”.
Oggi a Bologna davvero in tanti hanno risposto all' appello di Cgil, Cisl e Uil. Lavoro, contrasto al precariato, diritti sociali e sviluppo ambientalmente e socialmente equilibrato, sono le sfide che il Paese deve saper vincere. La manifestazione unitaria dei sindacati di oggi è un segnale molto importante al governo e alle istituzioni. Era giusto esserci. Era giusto ci fosse una presenza così forte e visibile del Partito Democratico".
Così Andrea De Maria, deputato del Partito Democratico.
Come ogni anno, domenica 7 maggio militanti di estrema destra si raduneranno in camicia nera sulle rive del lago di Como, a Dongo e a Giulino di Mezzegra, luoghi simbolo della caduta del fascismo, per inneggiare e commemorare, con tanto di chiamata del ‘Presente’ e saluto romano, le gesta di Mussolini, della Petacci, dei gerarchi fascisti uccisi. Una manifestazione apologetica del regime e dell’ideologia fascista che continua a non fare i conti con il passato e la storia. Quella stessa storia che 78 anni fa ha inappellabilmente sconfitto e vinto il fascismo con la guerra di Liberazione e la Resistenza. Un’esibizione ideologica praticata da nostalgici, neofascisti ed estremisti di destra che faticano a riconoscersi nei valori dell’antifascismo, cardini sui quali è fondata la Costituzione e la nostra democrazia. Per questo, domani domenica 7 maggio dalle 8, sarò a Dongo, in Piazza Paracchini, al presidio di protesta organizzato dal Coordinamento antifascista comasco e dall’Anpi”.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
"Da Bologna arriva un segnale forte e importante. Decine di migliaia di lavoratrici e lavoratori hanno riempito la piazza per rivendicare diritto al lavoro, giusto, sicuro e ben pagato. Il Pd sostiene questa sacrosanta battaglia ed è per questo che ha trovato naturale esserci insieme alla segretaria Elly Schlein e con tanti sindaci, amministratori, parlamentari, consiglieri regionali, cittadini e militanti. Il governo ha scelto una strada irresponsabile e non da risposte né ai lavoratori e né alle imprese. Compito del PD è quello di unire il mondo del lavoro e delle imprese per contrastare le politiche in atto che aumentano la precarietà e tolgono il futuro a tutte e tutti. Noi dobbiamo essere partecipi, con le nostre idee, a questi momenti di mobilitazione per costruire l'alternativa alle destre nel Paese".
Lo scrive sui social il deputato del PD, Stefano Vaccari, che ha partecipato alla manifestazione sindacale di Bologna.
“A Roma, in VI Municipio i capigruppo dei partiti della destra hanno depositato una mozione lesiva dei diritti conquistati dalle donne. Ovviamente a sottoscriverla sono tutti uomini. Una vera vergogna. Mi aspetto che i rispettivi partiti intervengano”.
Lo scrive su Twitter la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase, postando il testo della mozione che mette sotto attacco la Legge 194 e l’utilizzo della pillola RU486”.
“La mia solidarietà a Giuseppe Conte, aggredito oggi a Massa da un contestatore. Il dissenso, che è il sale della democrazia, non può manifestarsi con la violenza. È inaccettabile!”. Lo scrive su twitter Stefano Graziano, deputato Pd.
Solidarietà a Giuseppe Conte anche a nome dei Deputati del Pd. Un gesto vigliacco e inaccettabile. Le ragioni dei violenti non troveranno mai ascolto.
Lo ha scritto su Twitter Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.