La Deputata PD commenta le ultime comunicazioni in materia di abbonamento alla TV pubblica
“C'è tempo fino al 16 maggio per chiedere l'esenzione dal canone RAI. Chi non possiede un televisore in Italia, anche se è intestatario di un'utenza elettrica, ha più tempo a disposizione per inviare il modulo apposito all'agenzia delle entrate. Le domande che fossero già state presentate rimangono valide.
Il modulo aggiornato è disponibile al seguente link:
http://www.agenziaentrate.gov.it/wps/content/Nsilib/Nsi/Home/CosaDeviFare/Richiedere/Canone+TV/Casi+particolari+di+esonero+TV/Contribuenti+con+utenza+elettrica+residenziale/, dove si trovano anche le relative informazioni per la spedizione.
Computer, smart phone e tablet NON saranno considerati come se fossero apparecchi televisivi - cosa che invece avviene in diversi Paesi esteri - a meno che non dispongano di un sintonizzatore per il segnale digitale terrestre o satellitare. Ciò vuol dire che chi ha un contratto internet non verrà considerato automaticamente come un utente di programmi RAI e dunque, nel caso non possedesse una TV o un altro dispositivo fornito di sintonizzatore per il digitale terrestre o satellitare, non sarà tenuto a pagare il canone RAI. Per non pagare, però si dovrà comunque fare domanda di esenzione”.
Lo ha detto Laura Garavini, deputata eletta nella Circoscrizione Estero-Europa, commentando le novità diramate dall'Agenzia delle Entrate sulla proroga della domanda di esenzione dal canone RAI.
“La giornata mondiale delle vittime di amianto che si celebra oggi, deve ricordare a tutti noi che non possiamo più fare a meno di uno sviluppo che coniughi ambiente e salute.
La strada delle bonifiche, per quanto lunga e onerosa, deve essere proseguita con coraggio e determinazione, come la migliore e più efficace risposta ad una problematica a lungo sottovalutata.
I costanti richiami ed indirizzi del Parlamento, in particolare in questa Legislatura, e l’impegno del Governo che sul tema delle bonifiche ha dimostrato importanti impegni finanziari, hanno finalmente dato un’adeguata attenzione al tema amianto.
I passi in avanti fatti in questi anni non devono far dimenticare che resta molto da fare, a partire dall’attuazione del Piano Nazionale, perché le problematiche sanitarie, ambientali e previdenziali legate all’amianto siano affrontare in maniera sistemica.” Lo dichiara il Deputato del PD di Casale Monferrato Fabio Lavagno.
Incontro fra deputato dem e la presidente Rosy Bindi
"Ho incontrato nei giorni scorsi Paolo e Tonina, i genitori di Marco Pantani, insieme all’avvocato di famiglia Antonio de Rensis. Insieme abbiamo approfondito i fatti del 5 giugno 1999, quando il Pirata fu sottoposto a controlli a Madonna di Campiglio, e del 14 febbraio 2004, giorno della sua tragica fine. Dall’incontro con l’avvocato de Rensis e dall’esame di ulteriori elementi di indagine ho maturato ancor più il convincimento che si debba andare avanti nella ricerca della verità in una vicenda che ha fatto emergere scenari oscuri e inquietanti intrecci criminali. Per questo, dopo l’incontro con la famiglia Pantani, ieri ho incontrato la presidente della Commissione Antimafia, Rosy Bindi, che mi ha confermato l’intenzione di accogliere le mie richieste e la prossima apertura dell’inchiesta sul caso da parte della Commissione stessa. Come riconosciuto anche pubblicamente dalla presidente Bindi, le mafie hanno sempre avuto grande interesse per il mondo dello sport e la gran mole di denaro che ruota intorno alle scommesse clandestine. Ribadisco ancora una volta che è un atto fondamentale e significativo ristabilire verità e giustizia sulla morte di Marco Pantani e sulle vicende che la precedettero, per ridare alla memoria del campione quell’onore che per me e per tutti i suoi sostenitori non è mai stato messo in discussione e per attribuirgli il titolo del Giro d’Italia del 1999". Lo ha detto Tiziano Arlotti deputato del Pd.
“Grazie all’ottimo lavoro effettuato di concerto col Governo, nei tre anni successivi all’approvazione della riforma sulla partecipazione dell’Italia alla formazione e attuazione della normativa e delle politiche dell’Unione Europea, il Parlamento ha potuto procedere all’approvazione di ben sei leggi ordinarie di attuazione del diritto europeo: c’è stata un’accelerazione evidente nel processo di adeguamento italiano alla normativa europea, con il recepimento di 117 direttive prima della scadenza dei termini stabiliti e il conseguente azzeramento di fatto delle infrazioni per mancato recepimento. Tra i tanti argomenti affrontati dalla legge approvata oggi, riveste particolare rilievo il recepimento della direttiva riguardante lo scambio automatico obbligatorio di informazioni nel settore fiscale, che introduce vincoli di trasparenza e misure rafforzate volte a prevenire l’elusione delle imposte sul reddito delle società e le perdite di gettito fiscale. Da sottolineare anche l’impegno che ha portato a trovare una soluzione adeguata sul fronte del diritto d’autore, attraverso una riforma profonda della Siae, per superarne l’attuale inadeguatezza in direzione di una maggiore trasparenza”.
Così Marina Berlinghieri, Capogruppo Dem in Commissione Politiche dell’Unione europea, commenta l’approvazione della legge di delegazione europea alla Camera.
"Chiudere il Brennero è contro la cultura e i valori europei. È contro l'Europa che vogliamo. L'Austria si chiude l'Europa alla spalle".
Così Matteo Mauri, vice capogruppo vicario del Partito Democratico alla Camera.
"370 metri di rete, 250 agenti e forse anche soldati. Succede al Brennero, versante austriaco. Non è questa l’Europa che ha ispirato i nostri Padri fondatori, per la quale ci siamo battuti e che intendiamo lasciare ai nostri figli. Ci eravamo ripromessi: mai più fili spinati in Europa, mai più l’Italia e la Grecia sole nell’affrontare l’emergenza migratoria. L’Unione europea non può rimettersi alle strategie nazionali di 28 stati membri, ma deve assumere una risposta comune per affrontare tutte le sfide, anche le più difficili, del nostro tempo. E’ in gioco il senso del nostro stare insieme. Per questo, sosteniamo in queste ore le parole che il Ministro Gentiloni ha rivolto all’Austria, auspicando il rispetto delle regole europee. La barriera al Brennero è, per noi, del tutto inaccettabile. E’ ora che l’Europa scenda in campo per salvare Schengen, e così salvare anche se stessa"
Lo scrive su Facebook Ettore Rosato, Presidente dei deputati Pd
“Mentre le opposizioni si sottraggono alle loro responsabilità, Governo e Pd pongono al centro dell’azione la crescita e il lavoro più stabile, insieme al risanamento della finanza pubblica. E per centrare entrambi gli obiettivi occorre più gradualità nella discesa del rapporto deficit/Pil, comunque già in discesa, e il rafforzamento del sostegno a domanda interna, consumi e investimenti, riducendo ulteriormente le tasse e accelerando le riforme. Con qualche successo l’Italia sta rappresentando l’interpretazione più avanzata delle regole europee, in particolare sulla flessibilità, e proseguiremo il lavoro affinché l’Ue le cambi verso una maggiore crescita economica. Per quanto riguarda il piano interno, questo governo ha le carte in regola perché su Pil, occupazione, dati della finanza pubblica, lotta all’evasione, pressione fiscale, Mezzogiorno, sviluppo sostenibile, i numeri e il nostro impegno ci danno ragione. In questo quadro, la riforma costituzionale serve a far funzionare meglio le istituzioni e rafforzare la democrazia. Mentre sulla questione morale, è importante dirlo, è il Pd ad avere le carte in regola. Non ci siamo mai contrapposti alle indagini della magistratura, i nostri esponenti quando indagati per fatti gravi hanno sempre fatto un passo indietro, molti sono poi stati assolti, e le leggi approvate in questa legislatura tendono tutte a far funzionare meglio la giustizia e a combattere criminalità organizzata e corruzione”.
Così il deputato Maino Marchi, Capogruppo Dem in Commissione Bilancio, intervenuto in Aula per esprimere il voto favorevole del Pd al Def.
"La costruzione del 'nuovo Sud' procede a ritmi serrati. Sabato mattina Matteo Renzi sarà a Reggio Calabria per l'inaugurazione del Museo dei Bronzi di Riace. Ma l'occasione è anche e soprattutto quella giusta per firmare il Patto per la Calabria. Oltre ad un Patto per il rilancio di Reggio Calabria. Pomeriggio il premier sarà in Sicilia per riaprire una delle strade a quattro corsie chiuse dopo i crolli degli scorsi mesi. Finalmente può ripartire il Sud e può ripartire la nostra Regione. Nei giorni scorsi è stato firmato il Patto per la Campania con un'importante dotazione finanziaria. Ora è la volta, per come avevamo già anticipato, del Patto per la Calabria con un'altra importante dotazione finanziaria. Un patto di straordinaria importanza che sarà illustrato da Renzi nel dettaglio, con misure finalizzate al rilancio infrastrutturale, alla tutela del territorio, dell'ambiente, delle nostre risorse naturali e paesaggistiche, con particolare attenzione per i giovani e per le imprese produttive. Gli impegni assunti dal governo vengono così rispettate, con l'aggiunta della certezza dei tempi delle opere da realizzare, della trasparenza delle procedure, dei controlli dell'iter amministrativo. Un grande salto di qualità per la Calabria e per tutto il Mezzogiorno".
Lo afferma Stefania Covello, deputata e responsabile Sud e Fondi comunitari della segreteria nazionale Pd.
"La chiusura del confine tra l'Italia e l'Austria al Brennero costituirebbe un danno enorme non solo per il nostro Paese, ma per l'intera Europa: ci auguriamo che il governo austriaco non decida di agire in autonomia, predisponendo controlli e blocchi alle frontiere che sarebbero inaccettabili". Lo dichiara, in una nota, la deputata del Pd e membro della commissione Esteri della Camera, Marietta Tidei.
"I problemi legati all'immigrazione non si risolvono con le barriere: l'Austria non può ignorare questo ragionamento e pensare di fare per conto proprio, tradendo lo spirito europeo e intaccando i valori della solidarietà e della condivisione, che sono l'architrave dell'Unione europea", aggiunge Tidei. "Il governo italiano, e in primo luogo il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro degli Esteri, Paolo Gentiloni, sta agendo in modo deciso per evitare uno scenario catastrofico: sosteniamo questo sforzo e incoraggiamo l'esecutivo a proseguire in questo percorso", prosegue la deputata del Pd. "Chi ha cuore l'idea di Europa non può che vedere la chiusura del Brennero come un oltraggio allo stesso spirito europeo: dove è finita la nostra umanità di fronte al dramma dei migranti? Pensiamo davvero che i controlli ai confini possano risolvere la situazione?", aggiunge. "L'Europa oggi non può e non deve indietreggiare rispetto a un dovere imprescindibile e l'Austria non ha alcuna ragione per mettere i bastoni tra le ruote", conclude Tidei.
"Mi unisco all’accorato appello del presidente del Consiglio Matteo Renzi, del ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e della presidente della Camera Laura Boldrini, di non procedere con la chiusura delle barriere del Brennero per bloccare l’afflusso dei migranti. Questo intervento, infatti, violerebbe le regole europee in materia, risulterebbe un affronto al principio di solidarietà sancito nel Trattato di Lisbona, nonché come ben sottolineato da Laura Boldrini, vorrebbe dire la resa dell’Unione Europea di fronte alla crisi dei profughi. L’Austria ci ripensi: non è con azioni isolate atte a elevare muri che si affrontano le crisi umanitarie, bensì attraverso la stretta collaborazione degli Stati membri e dei Paesi terzi per attivare strategie lungimiranti che rimuovano le cause remote della migrazione e per attivare politiche che, nell’immediato, diano risposte efficaci secondo i valori condivisi di un’Europa accogliente e solidale".
Lo afferma Eleonora Cimbro, deputata del Pd e componente della commissione Esteri della Camera.
"Le decisioni dell'Austria sul ripristino dei controlli al Brennero riportano le lancette dell'Unione Europea indietro di trent'anni, quando i muri ancora laceravano il cuore dell'intera Europa. Se le intenzioni dell'Austria venissero effettivamente attuate rappresenterebbero un duro colpo agli accordi di Schengen e, di conseguenza, alla stessa Unione. L'Austria deve riflettere profondamente se vuole essere responsabile di irreparabili danni politici, sociali ed economici che deriverebbero da una scelta così sbagliata, oltretutto effettuata proprio nel momento in cui più decise dovrebbero essere le decisioni comuni per proseguire nel percorso verso una Unione Europea ancora più inclusiva, democratica e tollerante. Per non citare gli sforzi che gli Stati interessati per primi dai fenomeni migratori, come Italia e Grecia, hanno compiuto negli ultimi mesi per una loro più efficace gestione. Dovremmo tutti insieme guardare a un futuro fatto di libertà e democrazia, libero da muri e frontiere, evitando invece di tornare a un anacronistico passato. Un deciso e fermo intervento delle istituzioni europee sembra sempre più essere necessario e non più rinviabile".
Lo afferma Alessio Tacconi, deputato del Pd e componente della commissione Esteri della Camera.
"Il nuovo piano sul Brennero annunciato da Vienna tradisce una delle conquiste più fondamentali dell’Unione. Il filo spinato lungo il perimetro degli Stati dell’Unione è un’illusione. Non può servire a difendere l’interesse nazionale dell’Austria, mentre viola la libertà di tutti i cittadini europei. Non accettiamo che politiche scellerate e proposte unilaterali mettano in discussione le nostre conquiste collettive. Difendiamo Schengen e contrastiamo un ritorno alle frontiere interne, che può generare danni incalcolabili non solo alla nostra libertà, ma anche alla nostra economia".
Lo afferma Lia Quartapelle, capogruppo Pd della commissione Esteri della Camera.
Giuste e coraggiose le affermazioni del presidente del Consiglio Matteo Renzi che ha definito l’ipotesi di chiudere la frontiera del Brennero una sfacciata violazione delle regole Ue. Siamo con il nostro premier e con il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni e ci auguriamo che l’Austria riprenda quanto prima a collaborare con l’Italia sulla crisi dei profughi.
La gestione di questi flussi di profughi è molto complessa, ma non possiamo tollerare un’Europa che chiude le frontiere e innalza muri di filo spinato, questa è la strada sbagliata perché divide e rappresenta una sconfitta di quei principi di solidarietà sui quali l’Unione Europea stessa è nata. Tra l’altro, come ha ricordato anche il presidente Renzi, da gennaio ad aprile il numero dei migranti giunti in Italia è inferiore a quello del 2014 e pressoché uguale a quello del 2015. La propaganda e la politica della paura non aiuta a risolvere i problemi, serve invece senso pratico e una politica europea condivisa.
Lo afferma Khalid Chaouki, deputato PD e componente della commissione Esteri della Camera.
“La Commissione d’inchiesta sui migranti sta discutendo una relazione sull'attività svolta in cui evidenziamo l'esigenza di ridisegnare l'intero sistema di accoglienza.” E’ quanto dichiarato da Federico Gelli, deputato Pd e presidente della Commissione d’Inchiesta sui Migranti in risposta alle dichiarazioni di Loris De Filippi, responsabile dei progetti di Medici Senza Frontiere Italia, in occasione della presentazione del rapporto ‘Fuori Campo’ dedicato a rifugiati e richiedenti asilo esclusi dal sistema nazionale di accoglienza.
“Il nuovo modello – spiega Gelli - dovrà essere più inclusivo ed aumentare non solo la disponibilità dei posti ma anche la qualità dei servizi, senza ricorrere a strutture straordinarie. E’ notizia di oggi anche la denuncia di MEDU (Medici per i diritti umani) sulla situazione di alcuni centri di accoglienza straordinari a Ragusa e sulle loro criticità. Occorre – continua Gelli - superare l'attuale situazione per cui i CAS, nati per assolvere all'esigenza di coprire i posti mancanti in via residuale e provvisoria, sono divenuti invece il segmento più consistente del sistema di accoglienza - circa l'80% - con decine di migliaia di persone ospitate. E' proprio nei CAS che si riscontrano infatti i maggiori problemi, dalle procedure di affidamento opache a servizi erogati sotto gli standard qualitativi accettabili, e costituiscono “elementi di preoccupazione, difficoltà e qualche volta di abuso”, come dichiarato dallo stesso prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento libertà civili e immigrazione dinanzi alla Commissione di inchiesta. E' pertanto nostra intenzione approfondire questi aspetti e chiederò quindi in sede di Commissione l’audizione di rappresentanti di MSF e di MEDU, per acquisire formalmente i loro rapporti, che comunque sono in linea con gli orientamenti che la Commissione da me presieduta sta ormai maturando con sempre maggiore convinzione."
“Le dimensioni del fenomeno migratorio, le minacce terroristiche e la volatilità dei mercati finanziari superano largamente le capacità di risposta dei singoli Paesi membri e impongono all’Ue di lavorare a una vera Unione politica che comporti una piena corresponsabilità. Al contrario egoismi e resistenze di diversi partner hanno finora rallentato o addirittura impedito l’attuazione di quella svolta rappresentata dall’adozione dell’Agenda per la migrazione in particolare per quanto riguarda i programmi di resettlement e di relocation che stanno procedendo molto lentamente. L’indisponibilità alla collaborazione emerge anche dalla frequenza con la quale si fa ricorso o si minaccia il ripristino dei controlli alle frontiere interne, vanificando Schengen”. Lo ha detto il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo introducendo alla Camera la tre giorni del seminario internazionale 'Migrants and refugees across Europe'.
“E' allora indispensabile che la Commissione Ue eserciti una forte pressione sugli Stati membri più refrattari per indurli a mantenere gli impegni assunti e assicurare la massima collaborazione nei confronti dei partner piu' esposti. Si dovrà, inoltre, realizzare quanto prima il progetto che prevede la creazione di una Guardia di frontiera e costiera e aggiornare il Regolamento di Dublino. Il documento presentato il color:darkblue">16 aprile scorso dal Presidente del Consiglio Renzi, e inviato alle istituzioni europee, va proprio in questa direzione. L’Italia, che per molto tempo si è fatta carico da sola dell’emergenza, ha sempre mantenuto una linea encomiabile nella responsabilità e nella capacità propositiva. Ora serve un salto di qualità dell’Europa intera: il tempo dell’europeismo di bandiera, che si limita a proclamare obiettivi di principio e che viene regolarmente smentito dai comportamenti reali, è finito. I fatti dimostrano che l’inconcludente retorica europeista alimenta soltanto l’euroscetticismo e la demagogia”.