“L’Europa ha il dovere politico di mettere in atto un’azione diplomatica ancora più forte per arrivare ad un cessate il fuoco immediato e ad un negoziato di pace in linea con i princìpi di equilibrio e riconoscimento reciproco che hanno ispirato la Conferenza di Helsinki del 1975”. A dirlo Piero De Luca, vicepresidente Pd alla Camera e capogruppo della Commissione Politiche Ue di Montecitorio, intervenendo stamattina durante la trasmissione Coffee Break di La7 a proposito della guerra in Ucraina. “Dopo le parole di Putin di ieri, che ha tentato nuovamente invano di spiegare con la retorica un’invasione ingiustificata e immotivata che non rende onore agli oltre 20 milioni di russi morti durante la seconda guerra mondiale, l’Unione europea deve farsi carico di una spinta ulteriore sulla strada delle sanzioni, del supporto umanitario e della diplomazia per arrivare prima possibile alla pace. L’Europa ha reagito con compattezza e unità per aiutare un popolo aggredito nel suo diritto all’autonomia e sovranità e l’Italia ha condiviso la strategia europea e atlantista, con il sostegno della quasi totalità delle forze politiche in Parlamento ed in piena linea con la nostra Costituzione. Non potevamo restare indifferenti. Avevamo davanti due strade: voltarci dall’altra parte, e avallare l’arroganza di un’aggressione ingiustificata che sta provocando migliaia di morti, o sostenere la resistenza ucraina. Non c’è nulla di più democratico di questo. Se non avessimo fatto questa scelta al posto di una diplomazia che lavora per arrivare ad un accordo di pace, oggi parleremmo di negoziati per un trattato che ratifica un’annessione”, conclude De Luca.
“Torniamo a chiedere l’attenzione del governo sulla Peste Suina Africana, una malattia virale che sta colpendo i suini domestici e quelli selvatici, causando livelli di mortalità elevatissimi che arrivano a sfiorare il 100 per cento. Un vero e proprio flagello come sanno purtroppo gli allevatori sardi, costretti da anni a fronteggiare questo virus, e con cui purtroppo sono chiamati a combattere un numero crescente di allevatrici ed allevatori anche nel resto del territorio nazionale. Una malattia non pericolosa per gli esseri umani, ma letale per i suini”.
Lo dichiara Andrea Casu, deputato del Partito democratico e segretario Pd Roma, intervenendo in Aula per presentazione della mozione sulla peste suina.
“Già all’inizio dell’anno 2022 con i primi casi verificatisi in Piemonte e Liguria, il Partito Democratico aveva sollecitato misure urgenti, sia di contenimento che di sostegno a questo comparto, il quale per il numero di aziende e allevamenti, più’ di 28 mila di cui l’80 per cento della produzione nazionale aderenti ai circuiti DOP, e per fatturato, 3 miliardi di euro per la fase agricola e 8 miliardi di euro per quella industriale, rappresenta uno dei volani dell’economia nazionale. Un’eventuale espansione dell’epidemia sul territorio nazionale potrebbe avere ripercussioni pesanti sul patrimonio zootecnico suino con danni ingenti anche sulla salute animale. Alcune misure importanti di sostegno sono arrivate, ma dobbiamo fare di più”.
“Con questa mozione – conclude Casu - chiediamo al governo di destinare maggiori risorse a sostegno della filiera suinicola italiana; che l’Unione europea intraprenda azioni per cofinanziare la eradicazione della Peste suina africana; che si rafforzi l’attività negoziale per giungere a regole condivise; e infine che venga attuata una politica più stringente di gestione e controllo della fauna selvatica”.
Nella situazione troppo spesso drammatica delle carceri italiane, la proposta di legge a prima firma Paolo Siani potrà essere un passo avanti importante in termini di civiltà nella difesa dei diritti dei bambini che non devono scontare le colpe dei propri genitori. È un provvedimento che si basa sul principio “mai più bambini in carcere” condiviso dagli organismi nazionali e internazionali che si occupano dei diritti dei minori, dalla stessa Ministra e credo da tutti noi. Non deve restare uno slogan, ma diventare realtà. La relazione tra genitore e figlio deve essere sempre tutelata al massimo delle possibilità esistenti, interpretando e garantendo - con il dovuto e difficile equilibrio - l’interesse prevalente del bambino. La proposta di legge supera la normativa vigente e come alternativa prevede le case famiglia e gli ICAM (istituti a custodia attenuata) in caso di impossibilità - per motivi cautelari - di ospitare la madre in una casa famiglia. Mi auguro che questa proposta di legge possa trovare un iter rapido e il più possibile unitario. In Commissione c'è stato un confronto laborioso per individuare il giusto equilibrio tra la priorità di fare gli interessi dei bambini, con eventuali esigenze di sicurezza, per casi di genitori giudicati ancora portatori di pericolosità sociale.
L'altro giorno, una personalità come Luigi Manconi ha rivolto un appello alla Ministra affinché intervenisse subito su questo problema. Condividiamo l'appello di Manconi. E vogliamo sperare e confidare che la Camera faccia presto la sua parte e che, successivamente, il Senato faccia la propria nel tempo più rapido possibile. Sarebbe un passo di importante valore civile e costituzionale.
Lo ha detto, intervenendo in Aula, il deputato del PD Walter Verini, relatore della proposta di legge e componente della Commissione Giustizia.
“Con questo provvedimento presentato dal Vice presidente della commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza Paolo Siani, affrontiamo un tema cruciale: il rapporto tra detenute madri e figli minori. Tema cruciale perché è nella privazione di diritti fondamentali a bambini e bambine innocenti che cogliamo la misura della presenza e dell’assenza di civiltà in un popolo. E nessun bambino, nessuna bambina, merita di crescere in una cella”.
Lo dichiara Andrea Casu, deputato del Partito democratico e segretario Pd Roma, intervenendo in Aula per la discussione generale.
“La proposta di legge – ha proseguito l’esponente dem - offre uno strumento giuridico per compiere un passo concreto nella direzione indicata anche dalla Ministra della Giustizia Marta Cartabia: mai più bambini in carcere. Questa per noi è un’urgenza non più rinviabile. E lo facciamo rovesciando la prospettiva, ossia mettendo al centro i diritti dei minori”.
“Approvando la legge Siani – conclude Casu – renderemo assoluto il divieto di applicazione di custodia cautelare in carcere per la donna incinta e la madre di prole non superiore ai 6 anni. In questo modo nessun bambino sarà più costretto a vivere e crescere in una cella, ma nel peggiore dei casi almeno in una casa famiglia o in un Istituto a Custodia Attenuata per detenute madri (ICAM). Anche per questa ragione la legge che discutiamo oggi rappresenta un passo avanti importante, necessario, irrinunciabile. E soprattutto non più rinviabile”.
"Onorare il sacrificio di Aldo Moro, assassinato il 9 maggio del 1978 dalle Brigate Rosse, vuol dire anche trarre costante ispirazione dal suo smisurato lascito di pensiero politico fondato sull’amore per la libertà, per la democrazia, per la pace, per il dialogo. Oggi, Giorno della Memoria, ricordiamo tutte le vittime del terrorismo stringendoci ai loro familiari e impegnando noi stessi nella difesa vigile e incessante dei valori che hanno ispirato la loro vita".
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
Intervista a Radio Immagina di Paolo Siani, deputato del Pd e vicepresidente della commissione Infanzia di Montecitorio
“Dobbiamo impedire ai bambini di madri detenute di andare in carcere, perchè un bambino innocente non può trascorrere gli anni più importanti della sua vita dentro un istituto di pena. Anche se, come ora, si tratta di un carcere a custodia attenuata (Ica)”. Così il deputato Dem Paolo Siani, primo firmatario della legge che approda oggi in aula alla Camera dopo il via libera da parte della commissione Giustizia.
“Anche un carcere attenuato – prosegue Siani- incide in maniera drammatica sullo sviluppo del cervello di un bambino. Oggi, la scienza ci dice con certezza che lo sviluppo del suo cervello è uno sviluppo veloce nei primi due anni di vita perchè è molto influenzato dall'ambiente in cui il bambino vive . E sarà influenzato in maniera positiva se l'ambiente è stimolante, mentre se cresce in un carcere il suo cervello avrà solo effetti tossici. La proposta di legge che ho presentato – continua il parlamentare dem- si prefigge di superare la normativa in vigore , quella che una decina di anni fa istituiva gli Ica , Istituti di detenzione attenuata, affinchè le mamme che hanno con sé un bambino fino a 6 anni siano messe in case famiglia protette, come quella di Roma, tra l'altro una villa confiscata a un boss mafioso, dove il bambino non ha alcuna percezione di vivere in un carcere, può crescere meglio e avere migliori rapporti con la sua mamma, che è sicuramente più serena e più pronta anche a cambiare e a redimersi. La legge – ha concluso Siani- pone davanti a tutto l'interesse supremo del minore e quindi il giudice deve prevedere lo sviluppo e la crescita sana di un bambino evitando che la sua mamma, a meno che non abbia commesso reati gravi, non vada in un carcere, bensi in una casa famiglia.
Cambiare con coraggio e fiducia ciò che non funziona, ciò che la rende impotente: non è solo una questione di mercati e commerci, è in gioco una scelta politica per difendere pace, democrazia e diritti. Questa è l’Europa.
Lo ha scritto su Twitter Graziano Delrio, deputato Pd, in occasione della Festa dell’Europa.
“Democrazia, diritti, libertà, pace. Sono questi i valori che oggi festeggiamo e che hanno dato pulsione all’Europa per 70 anni”, lo afferma Piero De Luca, vicepresidente del Pd alla Camera. “La pandemia e la guerra hanno dimostrato l'importanza della capacità dell’Europa di ‘camminare’ insieme, riaffermando così i princìpi di coesione, collaborazione e unità che l’hanno contraddistinta fino a oggi. Valori che vanno rafforzati per affrontare le sfide che il mondo ci mette davanti”, aggiunge. “È stata fatta tanta strada fino a qui, ma adesso tocca fare uno sforzo ulteriore senza abbandonare il cammino già percorso. Anzi traendone forza. Penso ad un’Europa che abbia una politica di difesa, economica ed energetica comune, oltre che politiche sociali e sanitarie davvero unitarie. È solo l’unità europea che può garantire un futuro migliore nella tutela dei diritti e delle libertà fondamentali, nonchè uno sviluppo sostenibile per tutti. È tempo di costruire oggi gli Stati Uniti d’Europa per assicurare ai nostri cittadini pace, sicurezza economica, politica e sociale”.
"Oggi abbiamo ricordato alla Camera con Aldo Moro tutte le vittime del terrorismo. E proprio in questi giorni abbiamo assistito ad una esaltazione delle Brigate Rosse da parte della Band P 38, che si è ripetuta in diverse città italiane. Non possiamo e non dobbiamo sottovalutare. Non si tratta di un caso isolato. C' è nel Paese una tendenza ad essere ambigui su quello che ha rappresentato il terrorismo e verso chi si è reso colpevole di delitti terribili e di un'azione eversiva, del terrorismo rosso come di quello nero, volta al sovvertimento delle istituzioni democratiche e degli assetti costituzionali. Fino alla vera e propria esaltazione del terrorismo.
Bisogna dire parole chiare. Sempre dalla parte delle vittime del terrorismo. È anche il modo di difendere oggi le nostre libertà democratiche. Come rappresenta una grande priorità per le nostre istituzioni democratiche non rinunciare a fare piena luce sulla stagione della strategia della tensione e delle stragi, sui mandanti e sulle tante connivenze e depistaggi che hanno coinvolto gli apparati dello Stato. Lo dobbiamo alle vittime ed ai loro familiari. Lo dobbiamo alla nostra democrazia. Per questo sono davvero molto importanti i nuovi esiti processuali relativi alla strage fascista del 2 agosto alla Stazione di Bologna, che stanno aprendo squarci di verità.
Questa giornata di omaggio e di ricordo ha senso se si traduce in un'iniziativa forte e unitaria delle istituzioni e delle forze politiche e sociali dalla parte delle vittime del terrorismo".
Così Andrea De Maria, deputato PD e Segretario di Presidenza della Camera.
Dichiarazione di Chiara Gribaudo,
Deputata Pd intervistata da Radio Capital
“Le affermazioni dell’imprenditrice Elisabetta Franchi sono state imbarazzanti ma non sono un caso isolato. Migliaia di donne subiscono ancora oggi domande sulle loro intenzioni di avere figli. Grazie alla legge 162/2021 sono state modificate le norme del Codice per le Pari Opportunità che non funzionavano e i primi risultati si vedono: qualche giorno fa è stato multato un negozio che esponeva un cartello per la ricerca di “18enni libere da impegni familiari”. Quanto pronunciato da Franchi non è solo riprovevole ma anche illegale”.
“Soprattutto quando ci sono i figli le discriminazioni delle lavoratrici aumentano. Serve cambiare alla radice il nostro sistema e le proposte di legge non mancano. Per esempio: congedi paritari retribuiti e soluzioni come il part time di coppia agevolato già utilizzato in Germania. Occorre rovesciare anche la narrazione sul lavoro di cura di casa e bambini, non è possibile che ogni volta che un padre fa il padre diventi il “mammo”. E ancora aiuti alle imprese, la creazione di welfare aziendali. Di questo – conclude Gribaudo – mi sarebbe piaciuto sentire parlare da una donna al vertice di un’azienda al posto delle parole che tutti abbiamo sentito”.
Il continente della pace e dei diritti è oggi alla prova più dura. Dobbiamo crederci, investire e delegare. È la sola strada per superare egoismi e nazionalismi di chi la vorrebbe ferma e impotente.
Lo ha scritto su Twitter Debora Serracchiani, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati, in occasione della Festa dell’Europa, oggi 9 maggio.
"Non c'è stato alcun silenzio da parte del Partito Democratico sulla Band P38 che inneggia alle Brigate Rosse.
Basta leggere le dichiarazioni di tanti esponenti delle istituzioni del Pd. Peraltro il Pd è erede di storie politiche, come quelle del cattolicesimo democratico e del Partito Comunista Italiano, che hanno combattuto con grande determinazione il terrorismo, rosso e nero. Lo stesso rapimento e omicidio di Moro ha rappresentato, come è noto, un’azione eversiva volta a bloccare il processo in atto del "Compromesso Storico" e della "Solidarietà Nazionale". Quella di Giorgia Meloni è davvero una polemica infondata e sbagliata, forse volta a nascondere le proprie ambiguità. Servirebbe invece l'unità di tutte le forze politiche per respingere ogni forma di legittimazione e a maggior ragione di esaltazione della violenza terroristica".
Così Andrea De Maria, deputato Pd e Segretario di Presidenza della Camera.
“La Presidente della Comunità Ebraica di Roma oggi, ha usato parole senza se e senza ma, sull’episodio di ieri del Sindaco di Rieti che per incitare i candidati alla campagna elettorale, ha usato uno slogan in voga nel neofascismo degli anni ’70. Lo usò il deputato dell’MSI Ciccio Franco, per 5 legislature senatore della Repubblica nella cosiddetta battaglia di Reggio Calabria del 1970. Ma la sua storia viene da più lontano, pare che nasca da Roberto Mieville, poi deputato dell’MSI, scritto in una lettera alla madre, da militare, durante la ritirata dal deserto libico l'11 aprile 1943, ma poi ripreso dalle forze armate della Repubblica Sociale Italiana, in particolare dal XXIV battaglione della Guardia Nazionale Repubblicana, che lo adottò come motto nel 1943. Peraltro notizia questa desunta da uno scritto di Giorgio Pisanò, celeberrimo esponente dell’MSI”. Lo dichiara il deputato dem Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Questo breve compendio – conclude Fiano - giusto per rispondere a quel Sindaco che oggi da destra, vorrebbe farci credere, che quello si uno slogan neutro, come ‘Viva la Mamma’ oppure ‘Avanti Miei prodi’. Se siete ancora orgogliosamente legati a certe vostre radici, di segno opposto a quelle democratiche che hanno costruito la nostra Repubblica è un problema vostro; se non avete neanche il coraggio di ammetterlo è sempre un problema vostro; se pensate di prenderci per i fondelli o pensate che siamo gente che non studia o che non legge, avete sbagliato indirizzo. Il nostro indirizzo è: Repubblica Italiana, antifascista”.
“Non è possibile svolgere altre riunioni per l’autorizzazione del metanodotto Sulmona-Foligno prima di aver acquisito il fondamentale studio dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) sulla sismicità del tracciato. Siamo in zona ad altissimo rischio sismico, interessata da due gravi terremoti in questi 13 anni, bisogna affrontare questo tema. La necessità di acquisire lo studio sismico dell’INGV è stata ufficialmente comunicata nell’aula del Senato dall’allora ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli il 3 luglio 2020, in risposta ad un’interrogazione della senatrice Gabriella Di Girolamo. Non mi sembra siano cambiate le necessità. Ringrazio il sindaco di Sulmona, Gianfranco Di Piero, per aver informato la Presidenza del Consiglio dei Ministri che non è possibile svolgere altre riunioni per l’autorizzazione del metanodotto Sulmona-Foligno prima di aver acquisto lo studio da parte dell’INGV sulla sismicità del tracciato proposto. Inoltre, visto il fabbisogno attuale di energia, andrebbe capita la prospettiva entro la quale si colloca questo intervento. Invito fortemente il sindaco dell’Aquila a seguire l’iniziativa del Sindaco di Sulmona a tutela dei nostri territori". Lo dichiara la deputata dem Stefania Pezzopane, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera e candidata a Sindaco dell’Aquila alle prossime elezione amministrative del 12 giugno.
"La nostra solidarieta' alla redazione del Tg2 e al direttore Sangiuliano per le minacce ricevute. La liberta' di informazione e' un cardine della democrazia e noi combatteremo sempre chi intende condizionarla o limitarla". Cosi' Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera.