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MELONI IN DIFFICOLTÀ OLTRAGGIA IL MANIFESTO DI VENTOTENE
In Europa serve cambiare radicalmente il piano Rearm UE
“Si inginocchi la presidente del Consiglio di fronte a questi uomini e queste donne, non insulti la loro memoria", così ha scandito in Aula Federico Fornaro rispondendo all’oltraggio che Giorgia Meloni ha compiuto in Parlamento.
La volgarità della replica della presidente Giorgia Meloni, e le frasi che ha pronunciato sul Manifesto di Ventotene, sono una delle pagine più vergognose della storia repubblicana.
Non è accettabile fare la caricatura degli uomini protagonisti del Manifesto di Ventotene, la presidente Meloni siede in questo Parlamento anche grazie a loro. Il Parlamento è un luogo sacro della democrazia e noi siamo qui grazie a quei visionari di Ventotene che erano confinati politici.
In un momento storico così delicato ci saremmo aspettati un discorso alto e responsabile. La premier, invece, ha fatto un intervento da comizio ad Atreju e ha attaccato in modo sguaiato per camuffare le sue gravi divisioni interne, perché di fatto la presidente del Consiglio non ha un mandato a negoziare la Difesa europea sulla base della risoluzione di maggioranza approvata. E per nascondere la crisi della maggioranza sulla politica estera, come arma di distrazione di massa, attacca il Manifesto di Ventotene. Giorgia Meloni è contraria alla difesa comune ma non ha il coraggio di dirlo.
L'Europa ha bisogno di un Next generation Eu da 800 miliardi all'anno per l'autonomia strategica dell’Unione europea, un progetto che agisca sul piano industriale, energetico, ecologico, sociale, di innovazione. E anche sulla difesa comune europea. Anche, e non solo. Perché rinunciare alle altre priorità sarebbe un errore imperdonabile
Il piano Rearm Eu va nella direzione di favorire soprattutto il riarmo di 27 Stati membri. L'unico contributo al dibattito che ha dato Meloni è stato quello di chiedere che sia cambiato il nome. E invece è quel piano che va cambiato radicalmente perché allontana una vera difesa comune europea. Serve la difesa comune, e non la corsa al riarmo dei singoli Stati, con investimenti comuni e col debito europeo, non col debito nazionale.
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INTERCETTAZIONI: LIMITE DI 45 GIORNI È REGALO AI CRIMINALI
Questa legge peggiora la sicurezza dei cittadini
Il centrodestra ha approva l’ennesimo provvedimento sulla Giustizia, riguardante questa volta la durata delle intercettazioni. Viene, infatti, introdotto il limite massimo di 45 giorni per la durata complessiva delle operazioni di intercettazioni.
Il Pd ha votato contro, denunciando il rischio gravissimo che questa legge diventi un regalo ai criminali, rendendo più difficile perseguire reati gravissimi come l’omicidio, la violenza sessuale, le violenze in famiglia, quelle sui minori, i sequestri di persona, il reato di stalking, soltanto per fare alcuni esempi.
Abbiamo presentato emendamenti che prevedevano delle eccezioni al limite massimo dei 45 giorni almeno per i reati più gravi e che maggiormente preoccupano i cittadini. Ma ancora una volta la destra si è sottratta al dibattito nel merito e ha respinto le proposte delle opposizioni.
In questi due anni e mezzo il governo Meloni è intervenuto sul delicatissimo settore della Giustizia innumerevoli volte, e sempre con provvedimenti disorganici, parziali, insufficienti, ideologici, incoerenti. Questa legge che limita le intercettazioni è l’ennesima bandierina ideologica.
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SU EX ILVA DECRETO INSUFFICIENTE
Dal governo nessuna strategia e mancanza di trasparenza
Approvato in via definitiva il decreto Ilva. Il Pd ha votato contro, poiché la destra crede di gestire un problema di così grande complessità con un decreto parziale e insufficiente, il quale non riesce minimamente ad affrontare la condizione, da tempo drammatica, in cui si trovano Acciaierie d’Italia e in particolare lo stabilimento dell’ex Ilva di Taranto.
La situazione di Taranto, infatti, continua ad essere molto difficile: sul piano della produzione, che è crollata, e dell’indotto messo a dura prova da pagamenti ritardati e fallimenti; sul piano occupazionale, con migliaia di famiglie costrette a guardare al futuro con angoscia; su quello della manutenzione e della sicurezza degli impianti; sul piano ambientale e sanitario, per la salute e la tutela dei lavoratori e dei cittadini. La seconda costante, che ha molto a che fare con la prima, è costituita dall’inadeguatezza e dall'incapacità che il governo ha dimostrato in questi due anni e mezzo, non riuscendo ad andare al di là di decreti miopi, di corto respiro, senza nessuna vera strategia, con ingenti risorse pubbliche sprecate. Accade anche nel caso di questo provvedimento: nessuna chiarezza, nessuna prospettiva strategica e totale mancanza di trasparenza
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CARCERI: SITUAZIONE DRAMMATICA MA IL GOVERNO RESTA INDIFFERENTE
Nordio non ha la volontà politica per migliorare la situazione
Abbiamo chiesto una seduta straordinaria della Camera per affrontare il dramma delle carceri italiane, dove il sovraffollamento porta al collasso, i suicidi raggiungono livelli mai visti e le poche assunzioni di personale non coprono né le necessità né il turnover dei pensionamenti.
Il ministro della Giustizia Nordio avrebbe gli strumenti per intervenire e migliorare la condizione delle carceri italiane ma non ha la volontà politica: tutte le promesse sono andate perse così come la figura del commissario straordinario per l'edilizia e della commissione di affettività.
Non è accettabile restare impassibili di fronte a quello che avviene nelle carceri. La Corte Costituzionale e la Corte europea dei diritti umani lo confermano: non possono esserci trattamenti inumani e degradanti.
L'assenza dall'Aula del ministro Nordio, e di chi ha le deleghe all'amministrazione penitenziaria, è stato solo l’ultimo segnale di un colpevole disintere
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CAMPI FLEGREI: MUSUMECI VADA A POZZUOLI
Il Pd ha avanzato proposte ma governo tentenna
Durante l’informativa del governo, abbiamo chiesto al ministro Musumeci di recarsi subito a Pozzuoli. La città è stremata. Serve più polizia municipale, la proroga del personale a tempo determinato, indennità in favore del personale impegnato in attività legate al bradisismo. E poi c’è l’economia di quel territorio che oggi è in grandissima difficoltà. Con un mercato immobiliare praticamente fermo e le attività commerciali impossibilitate a svolgere una programmazione duratura. I sindaci chiedono la sospensione dei pagamenti delle rate dei mutui dei prestiti per le abitazioni e la sospensione dei contributi previdenziali per le aziende insediate nell’area interessata. Meritano una risposta, che anche oggi manca.
Occorre far sentire la presenza dello Stato, di uno Stato che ha il dovere di essere lì. Con credibilità. Musumeci invece sembra trattare quei territori come fossero di serie B.
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STELLANTIS: ANCORA INCERTEZZE SUL FUTURO IN ITALIA
Critiche alle politiche del governo sui costi energia
L'audizione di John Elkann in Parlamento non ha dissipato le incertezze sulla presenza del gruppo Stellantis in Italia. E il 2025 si preannuncia come un anno molto difficile.
Rispetto al Piano Italia presentato a dicembre non sono arrivate risposte sulla gigafactory, né tantomeno certezze sulla sua effettiva realizzazione. Restano inoltre senza soluzione le gravi difficoltà del marchio Maserati. Gli annunci fatti al tavolo sull’automotive non si sono ancora tradotti in un piano industriale concreto.
Sul fronte dei costi dell’energia Elkann è stato coerente con quanto già espresso da altri autorevoli esponenti del mondo industriale nel criticare con nettezza le politiche del governo, giudicandole inadeguate a fornire risposte efficaci alle imprese. Infine, il rischio di delocalizzazioni produttive dovute ai dazi desta forte preoccupazione per le possibili ricadute negative sull’economia italiana e sull’occupazione.
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DA RAPPORTO DRAGHI RILANCIO DI STRATEGIE COMUNI EUROPEE
Europa a rischio, serve agire come un solo Stato
Il Rapporto Draghi sulla competitività traccia un quadro per rilanciare un'Europa unita e più forte sia sul piano economico e commerciale che sul piano della difesa. La dimensione nazionale dei singoli Stati non basta più, non è sufficiente per contrastare i dazi di Trump né la sovra capacità produttiva cinese. L'ordine mondiale ha subito repentini cambiamenti e noi dobbiamo trovare una strategia europea comune.
Dobbiamo far crescere le nostre aziende facendo crescere contemporaneamente il digitale. Se vogliamo produrre energia, rendendoci indipendenti da Stati terzi, dobbiamo potenziare le fonti rinnovabili e disaccoppiare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas. Abbiamo bisogno di nuovi strumenti per accompagnare gli obiettivi industriali e di decarbonizzazione. Il governo non sta facendo abbastanza e in Europa tentenna.
L'Europa non limita le libertà, l’Europa è presidio di libertà, diritti e democrazia. Oggi però la sua mission è a rischio, minacciata da nuove insidie. Il Piano elaborato dal presidente Draghi traccia un indirizzo a nostro avviso condivisibile per rilanciare l’Europa. Per colmare il divario nei confronti di Stati Uniti e Cina, per difendere il nostro modello di welfare, infatti bisogna rafforzare l’autonomia strategica dell’Europa.
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GIORNATA NAZIONALE VITTIME COVID AIUTI A RIFLETTERE
Serve serietà e non polemiche pretestuose
Il 18 marzo è stata la Giornata nazionale in memoria delle vittime del Covid. Data simbolo legata alle tragiche immagini di Bergamo con quei mezzi militari che trasportavano le bare dei defunti.
È stata l’occasione per ricordare in Aula il dolore di quei momenti, il senso di impotenza, la disperazione di molte persone e famiglie, l’eroico sforzo di sanitari, volontari, forze dell’ordine, nonché vertici istituzionali e amministratori locali chiamati a scelte non facili, ma fondamentali. Così come va ricordato lo sforzo della ricerca e della scienza nell'offrire indicazioni preziose e possibili soluzioni.
Di tutto questo cosa è rimasto? Purtroppo poco. Invece che una attenta analisi di quanto avvenuto, la costruzione di un modello capace di affrontare possibili nuove emergenze, assistiamo al tentativo di speculare sulla tragedia vissuta, dando voce alla non scienza, giudicando ciò che è stato fatto con la superficialità di chi vuole dimostrare la propria tesi invece che approfondire gli argomenti. Il nostro auspicio è che questa giornata porti a riflettere.
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IN RICORDO DI MIMMO LUCÀ
Dalle Acli al Pd sempre contro le disuguaglianze e per la solidarietà
Abbiamo ricordato in Aula Mimmo Lucà, scomparso pochi giorni fa lasciando un grande vuoto, non solo tra i suoi familiari, ma nelle comunità che hanno avuto la fortuna di averlo: la sua Torino, le ACLI, i Cristiano Sociali, i luoghi del suo impegno da volontario che non ha mai abbandonato sino alla fine.
È stato un autorevole componente della Camera dei deputati per 19 anni e ha dato un grande contributo. La sua attività legislativa è stata concentrata sulle politiche sociali e sanitarie, con una rivoluzione, da lui ispirata, del passaggio dall'idea ottocentesca dell'assistenza a quella dei servizi alla persona, con una nuova cultura della disabilità e della non autosufficienza - l'ultima sua grande battaglia -, nel più ampio contrasto alle disuguaglianze, e poi la sua attenzione all'associazione di promozione sociale, quella terza gamba del Terzo settore, quel privato sociale così specifico e caratteristico del nostro Paese, di cui lui era stato un protagonista.
Il suo impegno istituzionale si forma nella militanza nelle ACLI, di cui è stato un protagonista indiscusso come dirigente regionale in Piemonte e nazionale, sino ad essere vice presidente nazionale. E da quell'esperienza nasce la sua storia politica da cristiano a sinistra: nei Cristiano Sociali e, attraverso di essi, nei DS e, poi, nel PD.
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ACCADE ALLA CAMERA
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico
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SUI DAZI GOVERNO AMBIGUO, SERVE STRATEGIA UNITARIA
L’atteggiamento del governo Meloni rispetto alle politiche commerciali aggressive condotte dal presidente Trump è stato finora di estrema ambiguità. Le parole della Presidente Meloni sul tema dei dazi sono state a dir poco contraddittorie. Prima aveva annunciato che non avrebbe fatto appoggiato nessuna rappresaglia nei confronti del suo 'amico' Trump poi, intervenendo alla Camera, ha affermato di non stare né con Trump, né con l'Europa.
Il Pd ribadisce la necessità di adottare una strategia che veda l’Europa come riferimento principale delle nostre politiche. È fondamentale uscire dalla logica della sudditanza nei confronti dell'alleato americano e sviluppare un approccio unitario con gli altri Paesi europei. Questo è il solo modo per affrontare le sfide economiche globali e proteggere i settori più vulnerabili del nostro Paese.
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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA
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Bracconaggio ittico Da lunedì inizio della discussione sulla proposta di legge riguardante le modifiche all’articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne.
Controlli sanitari Giubileo 2025 Da martedì seguito dell’esame del disegno di legge in merito alle misure di semplificazione per il potenziamento dei controlli sanitari in ingresso sul territorio nazionale in occasione del Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025.
Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria Martedì anche la discussione con votazioni della proposta di legge sull'istituzione della Giornata nazionale per la prevenzione veterinaria.
Veicoli fuori uso con fermo amministrativo Martedì esame con votazione del provvedimento riguardante le modifiche al decreto legislativo 24 giugno 2003, n. 209, e altre disposizioni in materia di cancellazione dai pubblici registri dei veicoli fuori uso sottoposti a fermo amministrativo.
Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima Martedì anche l’esame disegno di legge di ratifica riguardante la Convenzione che istituisce l’Organizzazione internazionale per gli ausili alla navigazione marittima, con Allegato, fatta a Parigi il 27 gennaio 2021.
Malattie oncologiche Da martedì esame e votazioni sulle disposizioni concernenti la conservazione del posto di lavoro e i permessi retribuiti per esami e cure mediche in favore dei lavoratori affetti da malattie oncologiche, invalidanti e croniche.
Mozione di sfiducia All'esame dell'Aula la mozione di sfiducia nei confronti del Ministro della giustizia, Carlo Nordio.
Mozioni All'esame dell'Aula anche le mozioni concernenti: European media freedom act; reintroduzione «Bonus Renzi»; sostanze perfluoroalchiliche (Pfas); stato di attuazione del PNRR; promozione maratone e partecipazione di atleti stranieri.
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