n. 135 - 7 novembre 2025

 

L’ECONOMIA ITALIANA È FERMA, QUESTA LEGGE DI BILANCIO MANCA DI SPESSORE

Ignorata la crisi della sanità pubblica e dei salari

Il Pil italiano è fermo da tre trimestri consecutivi e la produzione industriale ristagna da oltre due anni. In questo contesto, il governo Meloni approva una legge di bilancio che, secondo gli stessi documenti del Mef, non avrà alcun impatto positivo sulla crescita. È scritto nero su bianco: la manovra non farà aumentare i consumi interni e avrà effetti negativi sugli investimenti.

La premier Meloni racconta un’Italia che non esiste, promettendo un rilancio che non arriverà. Se oggi non fossimo sostenuti dai fondi del Pnrr, il Paese sarebbe già in recessione. Il problema non è solo economico ma politico: manca una strategia industriale capace di orientare la crescita e affrontare le sfide globali.

Una legge di bilancio che ignora la crisi della sanità pubblica e scarica i costi sui cittadini. Non ci sono le risorse necessarie per garantire il diritto alla salute ai 5,8 milioni di persone che oggi rinunciano a curarsi, né per sostenere le famiglie che nel 2024 hanno speso 41 miliardi di euro di tasca propria per accedere ai servizi sanitari. È una scelta miope, che ancora una volta colpisce i cittadini. Il Partito Democratico, propone un piano straordinario di investimenti e assunzioni nel personale medico e sanitario. Servono nuove risorse, salari più equi rispetto alla media europea e condizioni di lavoro sostenibili, per contrastare la fuga dal pubblico e ridare dignità alla professione sanitaria.

TEMI DELLA SETTIMANA

INTERVENIRE CONTRO IL CARO ENERGIA A TUTELA DI FAMIGLIE E IMPRESE

Rafforzare autorevolezza di Arera

Il Pd si batte da anni contro il caro energia, la tutela delle famiglie e delle imprese, per questo non si è opposto alla conversione in legge del decreto sull'Autorità di regolazione per energia, reti e ambiente (Arera) perché evita un'interruzione dannosa delle funzioni regolatorie.

Tuttavia abbiamo ribadito che serve: l'immediata apertura del cantiere delle nomine sulla base del merito, la piena trasparenza sugli atti assunti in proroga e la rigorosa delimitazione dell'ordinaria amministrazione. È così che si tutelano i consumatori, si dà certezza agli operatori e si rafforza l'autorevolezza di Arera come autorità indipendente al servizio dell'interesse generale.

 

IL TESTO SUGLI INTERPORTI È LACUNOSO E SENZA VISIONE

Il PD ha votato NO

Le modifiche apportate dal Senato non cambiano il nostro giudizio sulla legge quadro in materia di interporti: un testo lacunoso, che viola le direttive comunitarie sulla concorrenza.

Non vengono individuate le priorità nell'impiego delle pochissime risorse disponibili e non vengono previste per legge le verifiche della normativa antimafia ai gestori degli interporti. Purtroppo non viene affrontato il tema della messe in rete delle grandi infrastrutture nel Paese: porti, interporti, aeroporti, linee ferroviarie e autostradali.

Gli interporti rappresentano un patrimonio pubblico da custodire e valorizzare: tutto l’opposto di quello che prevede questa norma che agevola le privatizzazioni e predilige i piccoli interessi del privato, a discapito di un’azione di grande respiro che rilanci la politica economica e infrastrutturale del nostro Paese.

 

LA MAPPA DELLA MEMORIA HA UN GRANDE VALORE

Approvata la legge proposta dal PD

La Camera ha approvato in via definitiva la legge che istituisce la Mappa della memoria dei campi di prigionia, internamento e concentramento fascisti fra il 1922 ed il 1945.

Un provvedimento di grande valore, primo firmatario il Senatore del PD Francesco Verducci.

Un'iniziativa di memoria molto importante, che vede il sostegno di tutti i gruppi parlamentari. Importante perché la memoria di quello che è stato il fascismo e della lotta antifascista rappresenta il fondamento della nostra Repubblica e della nostra Costituzione. Quando le forze politiche si uniscono sui valori dell'antifascismo scrivono una bella pagina per il Paese.

 

RIFORMA STATUTO FRIULI VENEZIA GIULIA NON CONVINCE

Manca chiarezza su ruoli e funzioni intermedie

Quello che non convince della riforma dello Statuto del Friuli-Venezia Giulia è il fatto che se esistono già degli enti intermedi, in questo progetto di legge non viene detto cosa si vuole fare con quegli enti intermedi.

Non vengono indicati né i nomi, né le funzioni. Sono otto anni che il centrodestra ha lasciato nel guado gli enti intermedi che sono sì, oggi, in Friuli-Venezia Giulia, delle scatole vuote. E chi darà i soldi alle province o a questi enti di area vasta, come sono stati chiamati, per esercitare funzioni che oggi ancora non hanno?

La regione Friuli-Venezia Giulia è una regione che ha una storia importante, coraggiosa. Nel 2002 fu la regione che fece un referendum popolare per poter decidere se c'era l'elezione diretta, oppure no, del presidente della regione. E allora perché la destra non dice che qui, con un emendamento fatto in Commissione affari costituzionali la maggioranza ha ridotto la possibilità di ricorrere al referendum popolare per confermare, oppure no, una legge elettorale?

 

NO ALLA RATIFICA DEL TRATTATO CON LA LIBIA

Non può essere considerata un Paese sicuro

La ratifica del Trattato sul trasferimento dei detenuti con la Libia firmato a Palermo il 29 settembre 2023 non è un adempimento tecnico, ma una scelta che tocca la coscienza giuridica dello Stato.

Il PD ha votato contro questa ratifica.

La Libia non può essere considerata sicura: detenzioni arbitrarie, torture e collusioni tra apparati e milizie lo dimostrano. La recente giurisprudenza ha ribadito che la Libia non è porto sicuro e che il principio di non respingimento è inderogabile.

 

SU RC AUTO I DEPUTATI MERIDIONALI DI DESTRA VOTANO CONTRO IL SUD

Bocciata la mozione del PD

Sarebbe molto interessante sapere cosa ne pensano i parlamentari della destra eletti al Sud della discriminazione che esiste sulla polizza RC Auto su base territoriale. Votando contro la mozione PD votano contro loro stessi e contro i territori che li hanno eletti.

Dopo aver votato per il taglio di decontribuzione sud per il taglio del fondo perequativo infrastrutturale, per l'autonomia differenziata, i deputati del Sud votano contro i campani e tutti i meridionali, contro l'uguaglianza tra i cittadini per bene. I parlamentari della maggioranza tacciono su questa vergogna e su questa umiliazione. E tacciono perché fanno parte della destra più antimeridionalista della storia repubblicana e noi glielo ricorderemo ogni giorno.

 

MELONI RIFERISCA SUI RAID NEOFASCISTI E SULLA VICENDA ALMASRI

Il Pd ha chiesto che la Presidente del Consiglio venga in Aula

Abbiamo rinnovato la richiesta di informativa del governo in Aula sui fatti accaduti al liceo Da Vinci a Genova dove alcuni neo-fascisti, squadristi violenti, armati di spranghe hanno distrutto aule e arredi e lasciato svastiche sui muri della scuola. La stessa cosa sta accadendo al Liceo Righi a Roma dove siamo giunti al terzo giorno di raid al grido di 'duce, duce' e 'boia chi molla'. Tutto questo è gravissimo e non può essere minimizzato. Abbiamo presentato interrogazioni alle Camere per chiedere cosa il governo stia facendo per tutelare gli studenti e bloccare questa onda neo-fascista, un'onda nera che sta crescendo ogni giorno. La Presidente Meloni ha il dovere di venire in Aula e chiarire.

Abbiamo chiesto, inoltre, un’informativa urgente della Presidente del Consiglio sulla vicenda Almasri. Quello che è accaduto è di una gravità inaudita. La decisione della Procura generale libica di disporre la custodia cautelare del generale Almasri per omicidio e violazioni dei diritti umani rappresenta una pietra tombale su un caso che ha mostrato una gestione torbida e inqualificabile da parte del Governo. A questo punto non ci sono più alibi: chi ha coperto e giustificato deve fermarsi. Dopo aver votato alla Camera nel 2010 per dire che Ruby era la nipote di Mubarak, oggi la Meloni vuole farci credere che Almasri è stato arrestato perché l’Italia lo ha liberato. Siamo davvero al ridicolo.

 

 

ACCADE ALLA CAMERA

 
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico

 

QUESTION TIME

CROLLA L’EXPORT MENTRE IL GOVERNO TACE SUI DAZI USA

Il quadro delineato dai dati ISTAT è allarmante: l’export italiano registra un calo generalizzato verso i principali partner extra UE, con una flessione particolarmente marcata nei confronti degli Stati Uniti, conseguenza diretta dei nuovi dazi imposti dall’amministrazione Trump.

Sei mesi fa la presidente Meloni aveva annunciato in Parlamento un piano di sostegno da 25 miliardi di euro per le imprese penalizzate dalle tariffe americane. Oggi, però, di quel piano non c’è alcuna traccia. Anche il piano “Coltivitalia”, più volte citato dal Ministro Lollobrigida, non contiene misure concrete a favore delle aziende che stanno subendo gli effetti delle nuove restrizioni.

Chiediamo misure concrete per sostenere l’export, facilitare l’accesso al credito, rafforzare i consorzi, semplificare gli adempimenti amministrativi, tutelare reddito e competitività delle imprese agricole.

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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Consenso informato
Da lunedì inizio dell’esame del decreto legge sulle disposizioni in materia di consenso informato in ambito scolastico.

Assistenza sanitaria cittadini AIRE
Da lunedì esame e votazioni sul disegno di legge in materia di assistenza sanitaria in favore dei cittadini iscritti nell'Anagrafe degli italiani residenti all'estero, residenti in Paesi che non appartengono all'Unione europea e non aderiscono all'Associazione europea di libero scambio.

Mercato e concorrenza 
Martedì inizio dell’esame del disegno di legge riguardante la legge annuale per il mercato e la concorrenza per il 2025.

Bracconaggio ittico
Da martedì esame della proposta di legge in merito alle modifiche all’articolo 40 della legge 28 luglio 2016, n. 154, in materia di contrasto del bracconaggio ittico nelle acque interne.

Ricordo di Gianluigi Ceruti
Mercoledì alle ore 16.15 avrà luogo la commemorazione di Gianluigi Ceruti.

Mozione
All’esame dell’Aula anche la mozione concernente iniziative volte alla tutela dei giornalisti e della libertà di stampa.

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