n. 76 - 28 giugno 2024

 

LA DESTRA GETTA LA MASCHERA SULLA SANITÀ PUBBLICA

Solo tagli e nessuna volontà di migliorarla

La maggioranza di centrodestra ha respinto, approvando un emendamento interamente soppressivo dell'articolo 1, la proposta di legge a prima firma Schlein sull'incremento progressivo dei fondi al Servizio Sanitario Nazionale.

E così la destra getta la maschera sulle sue reali intenzioni in materia di sanità pubblica, la stanno smantellando e antepongono questioni tecniche e regolamentari a una richiesta semplice fatta dal Pd: mettere più risorse sulla sanità pubblica.

La nostra proposta poneva al Parlamento questioni molto semplici: siamo d’accordo che superare la crisi sistemica in cui versa il nostro sistema sanitario, uscito provato dalla crisi pandemica, deve essere un obiettivo prioritario per il nostro Paese? Vogliamo dedicare risorse pubbliche in misura crescente a questo obiettivo, in modo da raggiungere gradualmente un finanziamento della sanità pubblica che ci metta in linea con gli altri paesi europei? Siamo convinti che queste risorse debbano essere utilizzate in primo luogo per superare le difficoltà di arruolamento del personale sanitario, eliminando gli ostacoli regolamentari ed economici, e impedirne l’emorragia verso la sanità privata? Siamo d’accordo che le liste di attesa non si sconfiggono chiedendo ai pochi medici e infermieri di fare straordinari, ulteriori rispetto a quelli che già fanno? A tutte queste domande la maggioranza di destra ha semplicemente risposto No.

 Una brutta pagina per i cittadini e le cittadine italiani che non vedranno versato un euro in più per ridurre le liste d’attesa, per migliorare le strutture sanitarie, per la prevenzione.

Noi andremo avanti con la nostra battaglia, nel nome di tanti uomini e donne che si sono impegnati per la sanità universale.

 

TEMI DELLA SETTIMANA

ASSISTENZA SANITARIA PER I SENZA DIMORA: SÌ DELLA CAMERA ALLA PROPOSTA DEL PD

Costruiamo una sanità più inclusiva

Se un individuo risulta senza iscrizione all'anagrafe comunale perde il diritto fondamentale alla tutela della salute, venendo meno l'assistenza sanitaria.

Stiamo parlando, tra gli altri, di padri di famiglia che si separano e finiscono a dormire in macchina, donne vittime di violenza che scappano di casa e vanno a vivere da amici, persone che perdono il lavoro e finiscono in strada. Persone che perdono la possibilità di avere una dimora propria e che perdono conseguentemente anche la residenza. E questo, a legislazione vigente, comporta il venire meno di un pieno accesso al diritto alle cure perché senza residenza non si può accedere al medico di base (e ai Sert, a un consultorio, a un centro di salute mentale).

Secondo l’Istat sono circa 96mila, dei quali circa 65mila uomini e 31mila donne; il 62 per cento di nazionalità italiana. Si concentrano per il 50 per cento in 6 città: Roma, Milano, Napoli, Torino, Genova, Foggia.

Per rimediare a questa ingiustizia e rendere il nostro sistema sanitario più inclusivo, il Partito democratico ha presentato una proposta di legge per garantire l’assistenza sanitaria anche ai senza dimora. Il 25 giugno 2024 la Camera ha approvato all’unanimità la nostra proposta.

L’accordo che è stato raggiunto prevede di avviare una sperimentazione di due anni 2025 e 2026 per quanto riguarda le 14 città metropolitane (Bari, Bologna, Cagliari, Catania, Firenze, Genova, Messina, Milano, Napoli, Palermo, Reggio Calabria, Roma, Torino e Venezia) con uno stanziamento complessivo di 2 milioni di euro. Con questo compromesso si raggiunge oltre il 60 per cento delle persone senza dimora che attualmente sono prive dell’assistenza sanitaria territoriale.

Crediamo sia una grande conquista di civiltà e l'unanimità raggiunta alla Camera fa ben sperare per un rapido passaggio al Senato, auspicando una veloce approvazione definitiva. Dignità e solidarietà fanno più forte una comunità.

 

VOGLIAMO UN’EUROPA PIÙ SOCIALE E PER IL LAVORO

Meloni faccia gli interessi dell’Italia e non dell’estrema destra

Troviamo positivo che finalmente la Presidente del Consiglio si accodi a chi, come noi, l'Europa vuole cambiarla e non voglia più uscirne. È un primo passo. Ci auguriamo che la Premier Meloni nella discussione europea porti le priorità per il nostro Paese anziché quelle per la sua famiglia politica, perché, purtroppo, queste due cose non solo non coincidono ma sono in aperta contraddizione.

Noi vogliamo l'Europa degli investimenti comuni. Crediamo che il bilancio europeo sia del tutto insufficiente per affrontare le sfide comuni. L'Unione europea ha sbagliato quando ha mancato di stare vicina ai bisogni delle persone, quando ha mancato di solidarietà. Ma in questo anno e mezzo, su questi sbagli, la destra italiana ha messo la sua firma.

Noi vogliamo un'Europa più sociale e del lavoro dignitoso, quella che ha messo in campo 100 miliardi sugli ammortizzatori sociali durante la pandemia, quella che ha approvato una direttiva sul salario minimo, mentre il centrodestra continua a bloccare la nostra proposta su tre milioni e mezzo di lavoratrici e lavoratori poveri anche se lavorano. Noi vogliamo un'Europa della salute, mentre la destra taglia sulla sanità pubblica. Dobbiamo avere l'ambizione di cambiarla per davvero questa Unione, perché diventi l'Europa federale del Manifesto di Ventotene, riformando i trattati e superando l'unanimità.

 

SÌ AL DECRETO SULLE RAPPRESENTANZE SINDACALI MILITARI

Il Pd ha votato a favore

Il decreto-legge 9 maggio 2024, n. 61, che introduce disposizioni urgenti in materia di associazioni professionali a carattere sindacale fra militari (APCSM), interviene al fine di disciplinare alcuni aspetti relativi allo svolgimento dell’attività a carattere sindacale tra militari. Questo decreto parte da lontano, prima da una sentenza del 2018 e poi dalla legge n. 46 dell’aprile 2022, che di fatto istituisce il sindacato militare. Quindi è un processo dei governi della scorsa legislatura, che ha portato alla sindacalizzazione anche dei militari.

Durante il dibattito in Aula, il Partito Democratico ha presentato, tra l’altro, un emendamento, non accolto, per aumentare a 21 milioni il Fondo per il personale civile a supporto delle Forze armate italiane; e ha condiviso un ordine del giorno diretto a consentire l’accesso alle Forze armate ai soggetti affetti da celiachia, anche questo purtroppo respinto.

Abbiamo votato a favore del decreto, perché è stata una nostra battaglia realizzare le forze sindacali all’interno delle Forze armate, ma soprattutto perché possano essere tutelate sempre di più le esigenze del personale delle donne e degli uomini delle Forze armate.

 

SULL’ENERGIA IL GOVERNO VOLTA LE SPALLE AI CONSUMATORI

Nessuna proroga per il mercato tutelato

Abbiamo presentato una mozione che prevedeva la proroga al 31 dicembre la scadenza del mercato tutelato dell’energia elettrica, prevista per il 30 giugno. Ma il governo non ha voluto sentire ragioni.

Dunque nessuna proroga per la facoltà di rientro per i clienti non vulnerabili dal mercato libero a quello tutelato per poter beneficiare del risparmio di circa 130€ su base annua garantito dal risultato delle aste per il sistema a tutele graduali.

Il governo ha preteso la riformulazione delle mozioni delle opposizioni che chiedevano di prorogare al 31 dicembre 2024 la possibilità di rientrare nel mercato tutelato dell’energia elettrica per gli utenti che sono passati al mercato libero dove i costi sono ancora sensibilmente più alti di circa il 20%.

È molto grave, anche perché questa scadenza, che avrebbe potuto comportare importanti risparmi per le famiglie, non è stata adeguatamente comunicata e segnalata dal governo.

Questo uso delle istituzioni per propaganda elettorale è molto grave.

 

GIORNATA NAZIONALE DELLE PERIFERIE URBANE

La Camera approva

Sì della Camera alla proposta di legge che stabilisce che la Repubblica riconosce il giorno 24 giugno di ciascun anno quale Giornata nazionale delle periferie urbane, al fine di conservare e rinnovare l'attenzione sulle condizioni di inclusività, sostenibilità e sicurezza, sullo sviluppo economico, sociale, culturale e sulla qualità della vita delle città e delle loro periferie.

Anche il Pd ha votato a favore.

 
 

 

ACCADE ALLA CAMERA

 
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico

 

QUESTION TIME

LA MORTE DI SATMAN SING NON È UN CASO, IL CAPORALATO È UN PEZZO DEL SISTEMA MALATO DELLA FILIERA AGRICOLA

Neanche tre mesi fa il governo ha bocciato gli emendamenti del Pd al decreto sul Pnrr, che chiedevano l'incremento delle assunzioni di ispettori per la sicurezza sul lavoro. Questo è un dato.

La destra sembra accorgersi del caporalato solo dopo la tragedia della morte di Satnam Singh. Una morte che non può essere derubricata a un fatto di cronaca perché è un pezzo del sistema malato della filiera agricola. Tra l’altro ha colpito tutti negativamente che la Presidente del Consiglio si sia dovuta rivolgere ai suoi Vicepresidenti Tajani e Salvini per dire ‘a regà alzatevi pure voi’ nel corso del lungo applauso che la Camera ha dedicato a Satnam Singh. Ci saremmo aspettati una maggiore sensibilità da parte di chi è al governo del Paese.

La maggioranza di centrodestra non ha voluto introdurre gli indici di congruità nel settore agricolo, così come è stato fatto nell'edilizia. A titolo di esempio in due anni dall'introduzione del durc di congruità sono emersi nell'edilizia 70mila casi di lavoro nero. Occorre fare lo stesso nell'agricoltura e abolire la legge Bossi-Fini, perché così i lavoratori migranti saranno sempre ricattabili e, senza permesso di soggiorno, difficilmente potranno denunciare il caporale che li sfrutta e li manda a morire nei campi. Servono risposte incisive e non promesse a vuoto.

Vai allo speciale
 

IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Politiche di coesione
Da lunedì esame e  votazioni sul ddl recante ulteriori disposizioni in materia di politiche di coesione.

Modifiche al codice penale
Da giovedì, esame e votazioni sul provvedimento riguardante le modifiche al codice penale.

Mozioni
All'esame dell'Aula, da giovedì, anche la mozione sul riconoscimento dello Stato di Palestina.

 

Vai al Calendario