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APPROVATO IL DECRETO ELEZIONI
Svolgere le consultazioni elettorali in totale sicurezza
Il decreto elezioni, approvato questa settimana dal Parlamento, ha la finalità di assicurare lo svolgimento delle consultazioni elettorali previste per l’anno 2020, derogando ai termini ordinari indicati dalla legislazione vigente. Questo provvedimento, infatti, posticipa in via eccezionale i termini ordinari per evitare, nell’attuale situazione emergenziale, l’occasione di assembramenti di persone, in contrasto con le misure precauzionali adottate contro il covid-19, e consentire lo svolgimento di tutte le operazioni in condizioni di sicurezza per i cittadini. Le consultazioni rinviate dal provvedimento sono: le elezioni suppletive per la Camera e il Senato; le elezioni dei Consigli comunali e circoscrizionali; le elezioni dei Consigli provinciali e dei Presidenti delle Province; le elezioni per il rinnovo dei Consigli regionali e per l'elezione del Presidente nelle Regioni a statuto ordinario. Il decreto inoltre prevede l'applicazione del principio dell’election day anche ai fini dello svolgimento del referendum ex art. 138 Cost. sul testo di legge costituzionale che dispone la riduzione del numero dei parlamentari. Con il consenso anche di una parte delle opposizioni, molto probabilmente il 20 e 21 settembre si voterà per il primo turno delle comunali e per le regionali, due settimane dopo per i ballottaggi. Nessuna scelta era ed è priva di controindicazioni, ma per noi era decisivo che su un tema del genere ci fosse il consenso della maggioranza di governo e almeno di una parte dell’opposizione. Anche per questo la scelta è caduta sul 20 e 21 settembre, a metà tra la richiesta dei Presidenti delle Regioni (13 settembre) e quella delle opposizioni (27 settembre).
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SERVE STRATEGIA EUROPEA AMBIZIOSA, NO A RIDIMENSIONAMENTI
Informativa del Presidente Conte in vista del Consiglio Europeo del 19 giugno
Le risposte nazionali contro il covid-19 sono necessarie e stiamo facendo uno sforzo straordinario per non deludere le aspettative dei cittadini. Tuttavia, le risposte nazionali da sole non bastano. Serve una strategia europea ambiziosa, all'altezza della crisi che abbiamo davanti. Al di là delle caricature che alcuni si divertono a fare, in questi mesi l'Unione europea ha fatto cose che non aveva mai fatto. In due mesi l'Unione Europea ha messo sul tavolo più di 2.000 miliardi di euro per affrontare i problemi del post COVID. E’ stato congelato il Patto di stabilità, altrimenti noi non potremmo sforare il livello di indebitamento, come abbiamo fatto, per stanziare i fondi che abbiamo messo a disposizione del Paese; sono stati liberalizzati gli aiuti di Stato; la BCE, attraverso i vari provvedimenti, ha superato i 1.000 miliardi di risorse per l'acquisto di titoli, un quarto dei quali per acquisto di titoli italiani; la Banca Europea degli Investimenti ha messo in campo garanzie per oltre 200 miliardi; si è istituito Sure che con 100 miliardi interviene a sostegno dei provvedimenti per le casse integrazioni e per i lavoratori precari e, con il piano che ha presentato la Presidente Ursula von der Leyen, si è messa in campo una strategia di lungo periodo che tende ad aprire una fase nuova nella vita dell'Europa sia sul piano economico sia sul piano sociale. E il Recovery Fund è il pilastro centrale di questa strategia: 750 miliardi per sostenere investimenti, dei quali 500 miliardi a sussidi, cioè due terzi, e 250 miliardi a prestito, una proposta che va sostenuta con determinazione contro ogni forma di ripiegamento e di ridimensionamento. Siamo consapevoli che bisogna mettere in campo tutto ciò che è necessario per fare le riforme, per ridurre il nostro debito e per spendere bene i soldi che saranno messi a nostra disposizione. In secondo luogo dobbiamo uscire dalla gabbia degli equilibri di bilancio. Gli equilibri di bilancio sono importanti ma non sono tutto e, soprattutto in condizioni di emergenza, vanno subordinati a una politica di rilancio degli investimenti, di creazione di lavoro, di espansione e di crescita come il Recovery Fund si propone. Infine abbiamo chiesto al Presidente Conte di mettere in campo tutte le iniziative possibili e necessarie per produrre significativi passi in avanti nell'accertamento della verità sull'uccisione di Giulio Regeni.
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COLMARE I RITARDI NEL DIGITALE E INVESTIRE IN COMPETENZE
Il covid ci obbliga a fare i conti con lo stato dell'innovazione tecnologica nel nostro Paese. A causa di questa pandemia, il digitale è entrato in maniera prepotente anche in vite che non erano digitalizzate, in alcuni casi contribuendo a renderle più semplici. Cittadini, studenti, lavoratori hanno risposto molto bene, dimostrando capacità che sono andate al di là di quello che ci dicevano gli indicatori. Ma sono emersi anche tutti i limiti della digitalizzazione in Italia, dalle aree che non sono connesse, al tema della banda larga, al digital divide, alla didattica a distanza che in alcuni casi ha aumentato le disuguaglianze, alle amministrazioni che non sono in grado di interagire con altre amministrazioni provocando il ritardo nell'erogazione dei servizi. Purtroppo siamo al 28° posto in Europa per competenze digitali, e solo l’1% dei nostri laureati è in possesso di una laurea nelle discipline delle Information and Communications Technologies. Per questi motivi abbiamo chiesto alla ministra per l’Innovazione di puntare con convinzione sul digitale, aumentando le risorse a disposizione, perché rappresenta un investimento sul presente e sul futuro del nostro Paese.
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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA
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Ddl intertecettazioni Da martedì 23 ore 10.00 esame del decreto contenente misure urgenti per la funzionalità dei sistemi di intercettazione di comunicazioni e in materia di ordinamento penitenziario.
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