n. 43 del 27 ottobre 2023

 

EVITARE IN OGNI MODO L’ALLARGAMENTO DEL CONFLITTO IN M.O.

Serve un'Europa unita in grado di agire in politica estera

In vista del Consiglio Europeo, siamo intervenuti in Aula per ribadire che siamo tutti chiamati a dare il nostro contributo perché il mondo non si infiammi senza più rimedio né controllo. Dobbiamo tutti impegnarci affinché prevalga il rispetto della vita, dei diritti umani, contro le stragi terroristiche, affinché prevalgano la libertà e l'autodeterminazione dei popoli contro la violenza e la legge militare del più forte, affinché prevalga il dialogo e non l'odio. Noi tutti dobbiamo impegnarci per la fine di questi conflitti e per la pace.

Bisogna evitare in ogni modo l'escalation e l'allargamento di questo conflitto.

Di nuovo, quindi, abbiamo chiesto, con ogni sforzo, la liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas, senza condizioni. Ci uniamo al cordoglio delle famiglie delle vittime italo-israeliane. Non ci può essere alcuna ambiguità nella condanna ferma e assoluta dell'azione terroristica di Hamas del 7 ottobre e della sua brutale ed efferata violenza, che ha portato a 1.400 vittime tra i civili israeliani. Al contempo, crediamo sia nostro dovere insistere che il diritto di Israele a difendersi dagli attacchi di Hamas rispetti pienamente il diritto internazionale e il diritto internazionale umanitario. Si deve continuare a combattere l'antisemitismo, in ogni sua forma, contrastare chi soffia sulla retorica pericolosa di uno scontro di civiltà, e rifiutare anche l'islamofobia e opporre a tutto ciò la ragionevolezza del dialogo e del reciproco rispetto. Allo stesso tempo, ci si deve battere affinché non passi l'equazione tra Hamas e il popolo palestinese, che sarebbe un errore oltre che un favore ad Hamas che, con i suoi atti, ha dimostrato di essere nemica delle legittime aspirazioni dei palestinesi a vedersi riconoscere uno Stato e a vivere in pace e in sicurezza. Hamas va, invece, isolata nel popolo palestinese e in tutto il mondo arabo, con ogni canale diplomatico.

 

 

TEMI DELLA SETTIMANA

SÌ ALL'UNANIMITÀ ALLE MISURE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Passo avanti ma molto resta da fare

La Camera ha approvato all’unanimità la proposta di legge contenente disposizioni per il contrasto della violenza sulle donne e della violenza domestica.

In Italia viene uccisa una donna ogni tre giorni. Questo è il terribile dato che fotografa in modo drammatico la violenza sulle donne nel nostro Paese. Il Partito democratico si batte da anni in Parlamento, e fuori dal Parlamento, per contrastare questo fenomeno profondamente radicato nella nostra società.

Il provvedimento approvato, migliorato anche grazie alle battaglie delle deputate e dei deputati del Pd, è un passo avanti.  Bene il rafforzamento delle misure di prevenzione, la semplificazione delle procedure di utilizzo del braccialetto elettronico, l'ampliamento della distanza minima, l'estensione della rilevanza penale alla violazione degli ordini di protezione in sede civile, l'arresto in flagranza differita, il potenziamento dell'obbligo di informazione e comunicazione verso la vittima. Ma molto resta da fare. Servono più risorse, serve una maggiore opera di prevenzione, di educazione sentimentale e sessuale, e un maggiore sostegno alle vittime.

 

SERVONO POLITICHE INDUSTRIALI DI MODERNIZZAZIONE

Governo confuso e assente

Sul disegno di legge delega in materia di incentivi alle imprese ci siamo astenuti, perché se da un lato è urgente riorganizzare gli incentivi sulla base di nuovi criteri, non è altrettanto chiaro cosa il governo intenda fare con questi incentivi e quali siano gli obiettivi che si prepone. Serviva garantire chiarezza, trasparenza e semplicità. Qual è il ruolo dello Stato che questo governo ha in mente rispetto alle imprese e quindi rispetto all’utilizzo delle risorse pubbliche? Al momento manca totalmente una strategia industriale.

È in corso uno shopping di medie imprese in Italia da parte gruppi internazionali. Quale reazione si intende mettere in campo? Ci sono alcuni dossier come Tim, Ilva, Ita dove si evince solo una grande confusione da parte del governo, e proprio sugli obiettivi di politica industriale. Servono, invece, obiettivi precisi in materia di transizione ecologica e digitale verso nuovi modelli organizzativi, di produzione e sviluppo.

     
     

    IL DECRETO ARIA NON RISOLVE NULLA

    È solo una piccola proroga, serve piano strategico

    Abbiamo votato contro il cosiddetto decreto Aria. Su materie significative come quelle relative alla qualità dell'aria, all’ambiente, alla tutela della salute e alla mobilità sostenibile ci saremmo aspettati un intervento normativo del governo di ben altre proporzioni e, soprattutto, con un metodo diverso fatto di concertazione, partecipazione e confronto. Serviva alimentare l'iniziativa legislativa condividendola con le parti sociali, le città, le categorie produttive, le associazioni, che su scala diffusa si mobilitano ogni giorno per l'ambiente, per la sostenibilità e, naturalmente, con le regioni.

    Quella in esame non è altro che una "proroghetta", che certamente non risolve il problema, anzi, al contrario, serve soprattutto a sostenere, per ragioni elettorali, alcune Regioni inadempienti a non agire, superando le richieste europee con espedienti burocratici.

    Nel tempo in cui viviamo, in cui i dati sull'inquinamento sono inconfutabili, servirebbero scelte strategiche di politica industriale e risorse strutturali per il trasporto pubblico locale e per la mobilità pubblica. Ma di questo il governo non vuole occuparsi. Serve un disegno, una visione che questo governo non ha.

    QUESTION TIME

    SULLA DISABILITÀ ENNESIMA PROMESSA NON MANTENUTA DEL GOVERNO

    Abbiamo chiesto alla ministra Locatelli di ripristinare immediatamente, fin dalla legge di bilancio per il 2024, le risorse previste dalla legge delega sulla disabilità e, qualora in tempi brevi non fossero adottati i decreti attuativi, di destinare i 350 milioni di euro già previsti per il 2023 ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie.

    Purtroppo quella del governo è un’altra promessa non mantenuta, sulla pelle delle persone che hanno bisogno. La disabilità è una responsabilità collettiva che non esiste di per sé: è la società che la crea nel momento in cui non garantisce i giusti strumenti per poter permettere a una persona disabilitata, e non disabile, di potersi autodeterminare. Ecco perché togliere altri fondi che già sono insufficienti per una piena autonomia significa essere responsabili di ulteriori disabilità.

     

     

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    IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

    Dl Mezzogiono
    Nelle giornate di lunedì e martedì, esame e votazioni sul provvedimento recante disposizioni urgenti in materia di politiche di coesione, per il rilancio dell'economia nelle aree del Mezzogiorno del Paese, nonché in materia di immigrazione.