"I nuovi dazi annunciati da Donald Trump rischiano di avere effetti devastanti su un settore già in ginocchio come quello della moda italiana. Il made in Italy, già sotto pressione per le difficoltà economiche globali e l'aumento dei costi di produzione, in particolare dell’energia, si troverebbe a subire un ulteriore colpo che potrebbe mettere in seria difficoltà aziende, artigiani e lavoratori. L'Europa è in allarme, ma il governo italiano cosa intende fare per difendere il nostro comparto produttivo? Meloni non può restare a guardare sperando in trattamenti di favore, serve un’azione corale dell’Europa. L’Italia non può restare a guardare mentre un settore strategico per la nostra economia viene messo in ginocchio da decisioni unilaterali. Servono risposte immediate per proteggere le imprese italiane e garantire che il valore del made in Italy non venga compromesso". Così una nota della vicepresidente del gruppo del partito democratico alla Camera, Simona Bonafè.
“Misura sia applicata in tempo per il semestre scolastico”
Abbiamo chiesto al ministro dell’Interno di adottare misure urgenti per evitare che il prelievo dei dati biometrici sia previsto anche per i visti da rilasciare agli studenti stranieri che vogliono venire a studiare in Italia. Il nostro Paese rappresenta una delle mete preferite per gli studenti stranieri ed in particolare per gli studenti americani che desiderano studiare all'estero. Per l'anno accademico 2023/2024, si stima che circa 40.000 studenti provenienti dagli Stati Uniti abbiano scelto soprattutto il Lazio e la Toscana per i loro studi, un fatto da incoraggiare che genera un significativo indotto occupazionale di circa 10 mila posti di lavoro. Inoltre, comporterebbe un cumulo di lavoro non sostenibile per i consolati che già oggi sono in difficoltà ad espletare le normali pratiche di visto a causa di mancanza di adeguate risorse di personale.
Il ministero dell’Interno ha risposto alla nostra interrogazione assicurandoci che il governo sta predisponendo interventi migliorativi per introdurre eccezioni all’obbligo della raccolta delle impronte digitali. Nel Milleproroghe, grazie alla nostra sollecitazione, sono state infatti introdotte misure per escludere soprattutto gli studenti stranieri dalla raccolta dei dati biometrici. Chiediamo l’applicazione di tali misure in modo rapido in tempo per il semestre scolastico.
Così Simona Bonafé, capogruppo Pd in commissione Affari costituzionali della Camera e il deputato dem Christian Di Sanzo, eletto in Nord e Centro America.
“La Cassa integrazione straordinaria per la moda va ampliata per tutto il 2025, allargata alle imprese anche oltre i 15 dipendenti e resa attivabile soprattutto dalle Pmi in difficoltà economica. Le imprese che per mancanza di liquidità non possono anticipare la Cig, in attesa dei rimborsi dell’Inps, vanno quindi supportate attraverso modalità alternative di erogazione degli ammortizzatori sociali come già accaduto durante il Covid": è quanto dichiara la vicepresidente dei Deputati Pd Simona Bonafè nel corso della discussione della sua interrogazione sulle difficoltà del comparto, svolta oggi a Montecitorio.
“Abbiamo chiesto al sottosegretario Durigon, che ha confermato l'attenzione del Ministero del Lavoro sulla crisi del settore, norme e risorse rapide ed efficaci”: conclude Simona Bonafè.
“Con questo decreto Milleproroghe, ancora una volta, si è consumata la farsa di una commissione Affari costituzionali, ma potrei dire più in generale, di una Camera dei deputati, ridotta a ruolo di notaio. Un provvedimento con norme che non sono solo sbagliate, ma pericolose perché danno un messaggio culturale al Paese che riassumo cosi: se sei un furbetto, non paghi le tasse o non ti vaccini, allora il governo ti premia con condoni e rottamazioni. La scelta politica di abrogare le sanzioni ai No Vax, in particolare, rappresenta uno schiaffo ai milioni di italiani che si sono vaccinati per il bene di tutti, anche di quelli che non lo hanno fatto. Questa maggioranza sceglie di premiare proprio coloro che si sono sottratti, non vaccinandosi e nei mesi più bui della pandemia, quando il bollettino dei ricoveri e delle persone decedute riportava cifre da guerra militare, al dovere di solidarietà nei confronti della comunità, beneficiando indirettamente della vaccinazione di tutti gli altri milioni di italiani. Siamo contrari all’idea di società di questa maggioranza e cioè all’idea di una società ingiusta, senza solidarietà, dove vincono i più furbi e dove il principio di legalità vale solo per i deboli”.
Così la vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Simona Bonafé, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario al Dl Milleproroghe.
Spieghi perché ha liberato torturatore Almasri
“Con che faccia oggi la presidente del consiglio Meloni ha dichiarato davanti ai prefetti d’Italia e ai capi delle forze dell’ordine che il governo ha tra le sue priorità la lotta senza quartiere ai trafficanti di esseri umani?” Lo chiede Simona Bonafè, capogruppo democratica in Commissione Affari Costituzionali della Camera.
“Siamo ancora nel mezzo di una delle pagine più oscure della nostra Repubblica. Meloni continua con gli annunci, ma nei fatti il suo governo ha lasciato fuggire un torturatore e trafficante di esseri umani che era stato arresto proprio dalle forze di polizia italiane. Lo abbiamo già detto più volte: è inutile che la Presidente del Consiglio tenti di distogliere l’attenzione con nuove dichiarazioni. Meloni deve venire in Parlamento a spiegare perché il suo governo ha violato le leggi e i trattati internazionali, e perché non ha dato seguito al mandato di arresto della Corte Penale Internazionale nei confronti di Almasri” conclude Bonafè.
"E' necessario istituire un fondo statale, finalizzato al completamento di edifici pubblici previsti dal Pnrr ed in particolare le scuole, le cui risorse siano destinate agli enti locali che hanno registrato ritardi e conseguentemente perso la possibilità di utilizzare i finanziamenti europei, a seguito di comprovate cause non imputabili alla stazione appaltante". Lo chiede la vicepresidente dei Deputati PD Simona Bonafè.
"I problemi del governo sull'attuazione del Pnrr sono evidenti e certificati dalla Corte dei Conti. Se a questo aggiungiamo i fallimenti delle imprese, che costringono a indire nuove gare, emerge come i comuni, soprattutto di piccole e medie dimensioni, potrebbero essere costretti a ripagare tutte le tranche dei finanziamenti concessi per l’opera qualora non venisse rispettata la tempistica fissata in sede comunitaria. Nel corso del dibattito del Decreto Emergenze ho depositato un emendamento in questa direzione, purtroppo respinto. Faccio un appello a tutte le forse politiche affinché si giunga, su questo tema, ad una soluzione condivisa: per evitare quindi gravissimi dissesti economici ai comuni interessati e disagi per le comunità territoriali coinvolte", conclude Bonafè.
Nuovo intervento legislativo sarebbe inutile accanimento
"La notizia dei licenziamenti di massa operati dalla cooperativa incaricata della gestione dei centri di Shengjin e Gjader conferma la debolezza e l'inadeguatezza di un progetto che fin dall'inizio ha mostrato evidenti criticità". Così la capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Affari Costituzionali della Camera, Simona Bonafè, commenta la decisione della cooperativa Medihospes di interrompere i contratti della maggior parte dei dipendenti assunti per la gestione delle strutture in Albania.
"Il cosiddetto 'Progetto Albania', voluto dalla premier Giorgia Meloni per la gestione dei migranti, si sta rivelando un'iniziativa fallimentare e dannosa per le casse dello Stato. Si tratta di uno spreco di denaro pubblico che supera il miliardo di euro, risorse che potevano essere investite in servizi essenziali per i cittadini italiani, come sanità, istruzione e welfare".
“Il governo prenda atto del fallimento del progetto e non insista con ulteriori strappi istituzionali e interventi legislativi che rappresenterebbero solo un accanimento nel tentativo di mantenere in vita un'iniziativa ormai compromessa”
“Le dichiarazioni di Foti su un nuovo intervento del governo per i centri in Albania sono molto preoccupanti: perseverare è diabolico, il governo fermi questa follia istituzionale che sta creando uno scontro tra poteri senza precedenti e uno spreco di risorse”.
Lo dichiara in una nota la capogruppo del Pd in commissione Affari Costituzionali alla Camera, Simona Bonafè.
“Il governo - aggiunge - insiste nel tentativo inaccettabile di scegliersi i magistrati e riscrivere le regole in corsa. I centri in Albania, oltre ai dubbi di legittimità, sono già un enorme spreco di risorse pubbliche: oltre un miliardo di euro per strutture ancora inutilizzate. Il governo si fermi invece di proseguire su questa strada fallimentare”.
“Le poche settimane di cassa integrazione straordinaria che scadono oggi rappresentano perfettamente quello che ha fatto questo governo in un anno per contrastare la gravissima crisi del settore moda: poco o niente. L’unica norma varata nel 2024 (peraltro insufficiente) non è stata inoltre utilizzata dalle Pmi perché le imprese, in evidente crisi di liquidità, non erano in grado di anticipare i versamenti ai lavoratori. Il risultato è incredibile: meno di 3 milioni di euro utilizzati su 110 ed il Ministero che scarica la colpa sulle aziende definendo la Cig uno ‘strumento non utile’ proprio perché non attivato. Su questa vicenda ho depositato nei giorni scorsi una interrogazione parlamentare: se da un lato è necessario e urgente garantire gli ammortizzatori anche per tutto il 2025, bisogna poi che le imprese possano effettivamente utilizzare le risorse. Nel frattempo il governo deve mettere in campo una politica industriale in grado di rilanciare un comparto strategico per il Made in Italy”. Lo dichiara la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè.
“Un pacchetto di emendamenti al Decreto Emergenze a sostegno del settore della Moda: una serie di norme per dare respiro ad imprese lavoratori di uno dei comparti principali del Made in Italy colpito da un crisi che rischia di divenire irreversibile”: questi in sintesi gli obiettivi delle proposte emendative, depositate dalla vicepresidente dei Deputati Pd Simona Bonafè, al provvedimento attualmente in discussione a Montecitorio.
“I contenuti degli emendamenti concretizzano le richieste che l’intera filiera avanza da mesi. Si tratta di interventi urgenti che non sono stati però ad oggi realizzati da un governo irresponsabile, che continua a temporeggiare nonostante gli impegni presi. In primo luogo occorre prorogare la cassa integrazione in deroga per i lavoratori coinvolti, che scade a fine mese, almeno fino a giugno. E’ poi necessaria una moratoria per i pagamenti fiscali delle imprese per il tutto il 2025 e l’attivazione di risorse specifiche per promuovere le aggregazioni delle Pmi del settore moda, al fine di renderle maggiormente competitive, e per ristorare le aziende che hanno avuto cali di fatturato insostenibili. Mi auguro che la destra, dopo le promesse, passi finalmente ai fatti e sostenga queste proposte”: conclude Simona Bonafè.
“L’approvazione del decreto flussi ha prodotto effetti sui visti degli studenti non europei di cui neanche il governo si è reso davvero conto al momento dell’approvazione”. Lo dichiarano Christian Di Sanzo, deputato del Partito Democratico eletto in Nord e Centro America e Simona Bonafè, capogruppo PD in Commissione Affari Costituzionali. “Il decreto impone la rilevazione dei dati biometrici per tutti i visti nazionali inclusi gli studenti extra-europei che passeranno alcuni mesi in Italia. Questo significa che adesso, a differenza del passato, gli studenti dovranno presentarsi in persona al Consolato Italiano di riferimento, mentre prima il visto era ottenibile senza appuntamento in persona; purtroppo però i nostri consolati non hanno personale a disposizione per la quantità di appuntamenti richiesti e giá i tempi di elaborazione dei visti non sono compatibili con le esigenze dell’anno scolastico. Abbiamo presentato una interrogazione ai Ministri Piantedosi e Tajani per chiedere chiarezza e una esclusione degli studenti da questa norma che metterebbe in seria difficoltà la rete consolare e porterebbe tanti studenti a rinunciare a un percorso di studi nel nostro paese”, spiegano i due parlamentari dem.
“Basti pensare al solo flusso degli studenti americani circa 40.000 l’anno diretti verso le scuole, le università e i campus delle università americane in Italia - studenti che sono una ricchezza per il nostro paese e per le nostre realtà locali, soprattutto in Toscana e Lazio dove vi sono la grande maggioranza dei campus americani. Si tratta di una nuova difficoltà creata senza alcun motivo necessario e per la quale chiediamo un intervento rapido del governo per una soluzione che salvaguardi gli studenti interessati a studiare in Italia e scoprire il nostro paese - una ricchezza importante per l’Italia che la rende nota a livello internazionale e genera un indotto consistente per le regioni interessate”, concludono i deputati democratici.
"Evidentemente per Fratelli d'Italia anche per le offese ci sono sue pesi e due misure, soltanto ieri chiedevano ed ottenevano giustamente solidarietà ad una loro deputata vergognosamente insultata sui social mentre oggi, dopo poche ore, veicolano odio e commenti volgari su Maria Elena Boschi solo perché, su un ordine del giorno per riconoscere la parità di genere nella nuova composizione del Csm, si è chiesta come possa la maggioranza di una presidente del consiglio donna non sentire il dovere di sostenere una battaglia di civiltà per tutte le donne. All'esponente di Italia Viva va tutta la mia solidarietà e il mio sostegno". Così la vicepresidente vicaria dei deputati Pd Simona Bonafè.
"Il criterio del sorteggio per la selezione dei componenti del Csm non garantisce né il merito né la competenza. È incomprensibile come un governo che si dichiara attento al merito faccia un passo indietro di questa portata, affidando alla fortuna e al caso un ruolo così cruciale", ha dichiarato la capogruppo democratica in Commissione Affari Costituzionali della Camera, Simona Bonafè, durante il suo intervento in Aula.
Bonafè ha ribadito l’opposizione del Partito Democratico a questa modalità di selezione, sottolineandone la “contrarietà al principio di rappresentanza, elemento fondante di tutti gli organismi collegiali previsti dalla Costituzione. La stessa Corte Costituzionale aveva già espresso perplessità su questo metodo, evidenziandone le criticità", ha ricordato Bonafè.
"La selezione tramite sorteggio non solo annulla ogni possibilità di garantire rappresentanza e pari opportunità, ma ignora anche l'importanza dei curricula e delle competenze dei candidati", ha aggiunto. "Con il nostro emendamento, chiediamo l’abolizione di questo criterio, riaffermando la centralità del merito e il rispetto per i principi costituzionali".
“Anche Forza Italia – aggiunge la democratica - aveva inizialmente avanzato un emendamento per modificare e ridimensionare il criterio del sorteggio, salvo poi ritirarlo. Non neghiamo che ci possano essere degenerazioni correntizie ma è stato lo stesso ministro Nordio, prima di blindare il provvedimento, a sottolineare i limiti di questo strumento e a dichiararsi disponibile a ripensarlo”, ha concluso.
Anche oggi, tutto “bene” sulla linea ferroviaria: il treno su cui viaggiavo stamani è arrivato a destinazione con SOLO 60 minuti di ritardo! E poteva andare peggio, visto il tabellone. Una vergogna che si ripete ormai con troppa frequenza.
Così sui social la vicepresidente del gruppo del Pd alla Camera, Simona Bonafè.
“La riforma costituzionale sulla separazione delle carriere del governo, riduce l'autonomia e l'indipendenza della magistratura, spingendo il pubblico ministero al controllo dell'esecutivo”. Così la capogruppo democratica nella commissione affari costituzionali della camera, Simona Bonafè che sottolinea come con la riforma “non vengono toccate le vere emergenze e priorità del sistema giudiziario italiano a partire dalla velocizzazione dei processi, ma si creano le condizioni per mettere la giustizia al servizio della politica cancellando anni di cultura giuridica italiana e facendo carta straccia del principio della separazione dei poteri alla base delle costituzioni liberali. Noi siamo disponibili a lavorare insieme per riforme che assicurino davvero funzionalità e garanzie nel processo ma siamo di fronte ad un approccio ideologico che nulla a che fare con la garanzia di un giustizia giusta per cittadini e imprese”.