“Avremmo potuto scegliere parole diverse per questo nostro dialogo sulle parole della giustizia, avremmo potuto individuare altre parole per parlare di giustizia riparativa: dialogo, confronto, ascolto, mediazione, riparazione. Abbiamo scelto perdono, che è forse la parola più potente, quella che in questo nostro tempo si presta a maggiori strumentalizzazioni, quella più complessa da comprendere”. Così la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase introducendo i lavori del convegno “Parole della giustizia” che si è tenuto presso la sala Matteotti della Camera dei Deputati. Un incontro che ha visto il saluto iniziale del Presidente della Camera Lorenzo Fontana ed un dialogo tra Anna Finocchiaro e Padre Francesco Occhetta sui temi della giustizia riparativa, moderato dal giornalista Stefano Folli.
“L’istituto della mediazione - ha aggiunto Michela Di Biase - consente di giungere alla riparazione. Questa non sostituisce il processo ma lo completa, introducendo elementi estranei al dibattimento come collera e risentimento, dolore e smarrimento. C'è molta strada da fare per la giustizia riparativa in Italia, ma il cammino è iniziato" ha concluso la deputata del Partito Democratico.
"Quando si parla di giustizia riparativa un uso corretto del linguaggio è fondamentale: ci si muove sul terreno fatto di prassi, metodi vari e diversi principi, valori, garanzie. Il primo appuntamento del ciclo di incontri che abbiamo promosso insieme all'associazione F.a.r.e. avvierà dalla parola 'perdono' per mettere al centro della riflessione il percorso di inserimento della giustizia riparativa all'interno del nostro ordinamento". Così la deputata Pd Michela Di Biase presentando i lavori del convegno "Parole della Giustizia" che si terrà lunedì 25 marzo, ore 15, presso la sala Matteotti di Palazzo Theodoli-Bianchelli (Piazza del Parlamento, 19). Un appuntamento promosso dall'associazione F.A.R.E. (Femminista, Ambientalista, Radicale ed Europeista).
L'iniziativa vedrà la partecipazione di Padre Francesco Occhetta - segretario generale della Fondazione Fratelli Tutti e coordinatore della Comunità di Connessioni – e di Anna Finocchiaro – già deputata, senatrice e Ministro della Repubblica.
Saluti iniziali del Presidente della Camera, Lorenzo Fontana.
Per partecipare è necessario accreditarsi inviando una mail a pd.ufficiostampa@camera.it (nome, cognome e data di nascita) entro le ore 11 di lunedì 25 marzo.
Per gli uomini è d’obbligo la giacca
“Prima le hanno rubato l’intimità e poi il lavoro. Se confermata, la vicenda del licenziamento di una dipendente della As Roma dopo che un suo video privato era stato diffuso tra calciatori e staff sarebbe gravissima. E’ inaccettabile che a fronte di un episodio di violenza come questo la società possa reagire licenziando la vittima. Chiediamo che venga fatta piena luce e siano rispettati i diritti della lavoratrice. E’ necessario un intervento immediato del ministro dello Sport, questi fatti non possono essere sottovalutati”. Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
“Celebrando la Giornata internazionale delle donne è importante ricordare quello che è stato il loro impegno, a livello legislativo, nella storia repubblicana. Senza l'impegno delle madri costituenti, delle deputate e senatrici della nostra Repubblica, il nostro Paese sarebbe stato un Paese più iniquo. E’ grazie alle donne che noi abbiamo avuto alcune delle norme più importanti, come l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, una norma voluta dalle donne, ma a beneficio di tutta la popolazione italiana. In tempi più recenti, la legge del 1996 contro la violenza sulle donne ha finalmente sancito che il reato non era più contro la morale ma contro la persona”. Così la deputata dem Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione Infanzia e Adolescenza, intervistata sul sito web dei deputati Pd.
“Sono state tantissime – ha concluso Di Biase - le azioni legislative che hanno reso migliore il nostro Paese, grazie al dialogo, continuo e costante, di queste donne non soltanto tra di loro, ma anche con la società civile, con la grande capacità di fare rete, di parlare con quei movimenti che si sono caratterizzati per battaglie importantissime, dal divorzio, all'interruzione volontaria di gravidanza, la legge 194, che siamo riusciti a portare a casa proprio per un impegno straordinario delle deputate e dei movimenti che hanno fatto grande questo Paese”.
“Il pacchetto Sicurezza del Governo Meloni è un attacco alle norme sui diritti dei minori, prevedendo di eliminare l'obbligatorietà del rinvio dell'esecuzione della pena per le donne incinte o con figli fino ad un anno di età. Questa destra mostra ancora una volta il proprio volto peggiore, portando avanti un’ossessione securitaria che non si ferma neanche davanti alle madri con minori di un anno, costringendole alla reclusione”. Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, dove è stata incardinata la proposta di legge governativa in materia di sicurezza.
“Assistiamo ad un altro colpo inferto ai diritti dei minori dopo l'irrigidimento delle pene previsto dal decreto Caivano, secondo un disegno che pare ormai evidente di voler riscrivere il codice penale sostituendo i principi di garanzia e rieducazione con una logica repressiva – sottolinea Di Biase, che è anche capogruppo in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza -. Contrasteremo queste nuove norme con ogni forza – conclude la deputata Pd – perché con queste misure verranno meno gli interessi superiori dei bambini ed i principi costituzionali sulla maternità”.
“I suicidi in carcere in Italia non sono più un’emergenza, sono diventati la norma. E’ una situazione drammatica ma sembra di urlare contro un muro di gomma. Oggi un’altra tragedia nel carcere di Prato, dove un detenuto si è impiccato in cella. E’ il secondo caso in un mese in quel penitenziario, 21 suicidi da inizio anno. Praticamente uno ogni due giorni. E’ incredibile che davanti a una situazione del genere, in cui i suicidi, come denunciato da Antigone, sono diventati un ‘fatto strutturale’, dal governo non si senta l’esigenza di intervenire. Sono morti, vite spezzate dietro le sbarre a causa delle condizioni di detenzione che si registrano nelle carceri italiane, non ci si può girare dall’altra parte”. Lo afferma la deputata dem Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
"Grazie al Presidente Mattarella per le parole di giustizia ed equilibrio dopo i tragici atti violenti di ieri nei cortei di Pisa e Firenze. Le immagini parlano chiaro, la reazione delle forze di polizia è stata sproporzionata. Come ha detto il Presidente della Repubblica 'l'autorevolezza non si misura con i manganelli', le forze dell'ordine devono 'assicurare sicurezza tutelando, al contempo, la libertà di manifestare pubblicamente opinioni'
Un corteo pacifico è stato trasformato in un teatro di violenza, alcuni minori sono ricoverati in ospedale. Fatti inaccettabili per il nostro Paese e per la nostra democrazia."
Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase, capogruppo in commissione Infanzia e Adolescenza.
“A Pisa e a Firenze i cortei pacifici delle associazioni studentesche si sono trasformati in un teatro di violenza. Si tratta dell'ennesimo episodio di carica dei poliziotti contro gli studenti, in questo caso gran parte minorenni. Il Ministro Piantedosi risponda sulla gravità di questi fatti. Sono episodi inaccettabili, il diritto a manifestare il proprio pensiero è sancito dalla Costituzione. Gravissime le dichiarazioni di esponenti della maggioranza che ringraziano i poliziotti che hanno manganellato gli studenti, bloccandoli a terra come fossero delinquenti".
Lo afferma in una nota la deputata Pd Michela Di Biase, capogruppo in commissione Infanzia e Adolescenza.
“Due detenuti morti nel giro di poche ore a Roma, ormai siamo oltre l’emergenza. E’ una situazione insostenibile sulla quale il Governo continua ad essere assente. Sto depositando un’interrogazione urgente al Ministro Nordio per andare a fondo sulle ragioni di questi ultimi due decessi”. LO afferma in una nota la deputata Pd Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
“I casi avvenuti a Roma a distanza di poche ore richiedono approfondimenti – spiega Di Biase -. Dalle prime notizie emerse sembra che si tratti di due detenuti di Rebibbia, anziani e malati. Il primo, deceduto nella notte tra il 19 e il 20, aveva 66 anni ed era diabetico e si trovava in cella a Rebibbia. Il secondo, morto ieri mattina, aveva 77 anni ed era affetto da polmonite, oltre ad avere un'insufficienza renale e sarebbe morto in ospedale. Condivido l’allarme del Garante dei detenuti del Lazio Anastasia – ha aggiunto la deputata Pd -, che ha denunciato l'incompatibilità della detenzione con le malattie gravi, che non possono essere adeguatamente curate in carcere. Chiediamo chiarezza sui fatti al Ministro” ha concluso Di Biase.
"I dati del rapporto Antigone sulla giustizia minorile confermano le preoccupazioni sull'aumento degli ingressi dei minori in carcere. All’inizio del 2024 sono circa 500 i detenuti nelle carceri minorili italiane. Sono oltre dieci anni che non si raggiungeva una simile cifra. Anche gli accessi negli Ipm sono passati da 835 nel 2021 a 1143 nel 2023. Siamo davanti al rischio sovraffollamento anche per gli istituti minorili, occorre riflettere subito sulle iniziative per invertire la rotta". Lo ha detto la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, intervento stamattina alla presentazione del settimo rapporto dell'associazione Antigone sulla giustizia minorile e gli istituti penali per minorenni.
"È evidente - ha concluso Di Biase - l'impatto del decreto Caivano e di un approccio repressivo che si è esteso anche ai più giovani. Abbiamo bisogno di altri strumenti per fronteggiare il problema del disagio giovanile, è sbagliato pensare che per educare si debba punire. Deve essere ribaltato il paradigma e passare ad un approccio rieducativo e insieme garantire investimenti sulle comunità educanti per prevenire il disagio. Deve essere chiaro che quando un minore entra in carcere siamo davanti ad un fallimento per lo Stato".
“L’aumento dei minori detenuti è preoccupante. Ne scrive oggi Il Foglio rivelando che i ragazzi detenuti sono arrivati ad essere 516 a fine gennaio, 131 in più rispetto allo scorso anno. Fino al 2022 si era registrato un costante calo degli ingressi dei minori in carcere, questa inversione di tendenza rappresenta un pericolo per i rischi connessi al sovraffollamento e alle condizioni di detenzione". Lo affermano in una nota le deputate Pd della commissione Giustizia Michela Di Biase e Debora Serracchiani. "C’è un nesso evidente - spiegano le deputate - tra l’aumento dei giovani che entrano in carcere ed il populismo penale di questo Governo, che ha aumentato il numero di reati che riguarda i minori. Il più evidente è legato all'espansione dell'azione punitiva proposta nel decreto Caivano a scapito dell'approccio educativo verso i giovani. Un duro colpo al modello penale minorile che in Italia ha sempre privilegiato misure alternative alla detenzione”. “Chiederemo l'audizione del direttore dell'esecuzione esterna della pena - aggiungono Di Biase e Serracchiani - e un’indagine conoscitiva in commissione Giustizia per conoscere le ragioni degli aumenti degli ingressi nelle carceri minorili, i reati commessi e le pene comminate. Serve rimettere al centro il paradigma educativo - concludono - contro l’ossessione repressiva che rischia di compromettere il reinserimento dei minori che commettono reati”.
Botta e risposta sui social tra ministro e deputata dem
“Anziché il ministro dell’istruzione abbiamo un questore mancato. E’ una vergogna sostituire la regola generale del nostro ordinamento (e di tutti i Paesi democratici) per cui si risponde dei danni solo per colpa o dolo con un regime di colpa presunta che è previsto solo in casi eccezionali, del tutto diversi da questo e che finisce per punire uno studente anche dei danni che non ha commesso” così la deputata democratica Michela Di Biase replica al ministro dell’istruzione che l’ha chiamata in causa sui social per una sua dichiarazione contraria all’introduzione “dell’onere della prova agli studenti che occupano”. “La scuola è il luogo dell’inclusione, del dialogo. Il primo compito del sistema di istruzione è la formazione degli studenti come cittadini responsabili. Ecco perché non si può rimanere in silenzio davanti alle parole del Ministro Valditara, che ogni giorno inventa un nuovo reato o una nuova punizione per gli studenti. L’idea del Ministro è trasformare le nostre scuole in luoghi di pena, aumentando ansie e disagi degli studenti”
È retromarcia Schillaci che aveva avallato azzeramento risorse
“Bene l’approvazione dell’emendamento che ripristina i 10 milioni di euro scippati dal governo al Fondo per la lotta ai disturbi alimentari. Una clamorosa retromarcia del ministro Schillaci che aveva avallato l’azzeramento del fondo in legge di bilancio” così la deputata democratica, Michela Di Biase.
"Questo governo vuole trasformare le scuole italiane in luoghi di ansia e di pena. Esistono già le leggi che consentono di perseguire chiunque si renda responsabile di atti vandalici o di danneggiamenti nelle scuole. Il delirio panpenalista del ministro Valditara però non sembra accontentarsi, arrivando a dire che chi occupa una scuola dovrebbe essere bocciato. Non soddisfatto, il ministro ha anche annunciato una proposta di legge che ribalta il diritto penale, trasformando la presunzione di innocenza in presunzione di colpevolezza nei casi di occupazione".
Così la capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, Michela Di Biase, in una intervista su il quotidiano Il Dubbio.
"Parole che ribaltano i valori su cui si fonda la scuola italiana, mettendo in primo piano la punizione a discapito dell’educazione. Una direzione repressiva - ha proseguito la deputata Pd sul quotidiano - che è emersa anche con la proposta di riforma del sistema di valutazione, che prevede inasprimenti delle sanzioni e uno sbilanciamento verso la condotta. La vera emergenza – ha aggiunto Di Biase - è il disagio neuropsichiatrico dei giovani. E’ questo il tema che ci aspettiamo sia messo al centro dell’agenda del ministro dell’Istruzione".
"É necessario investire su programmi di educazione all' affettività e alla sessualità nelle scuole italiane di ogni ordine e grado. Lo sosteniamo da tempo guardando ai disagi che emergono dal mondo giovanile e ai numeri della violenza contro le donne. I dati del sondaggio di Save the Children pubblicati oggi confermano questa urgenza, portando alla luce un quadro drammatico". Lo afferma la capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza, Michela Di Biase, commentando i dati della ricerca "Le ragazze stanno bene?" di Save the Children in collaborazione con Ipsos.
"Il 52% delle adolescenti in coppia dichiara di aver subìto, almeno una volta, comportamenti violenti come ricevere telefonate insistenti, essere vittima di linguaggio violento, richieste insistenti di foto intime. Accanto a questo - sottolinea la deputata del Partito Democratico- c'è il dato del 43 per cento dei ragazzi che ritiene che una ragazza possa sottrarsi ad una violenza sessuale se davvero lo vuole. Uno su tre, addirittura, crede che le responsabilità, in caso di violenza, siano da attribuire alla donna. Sono risposte - conclude Di Biase - che restituiscono uno spaccato critico su cui è evidente che sia necessario intervenire con programmi di educazione e formazione per i più giovani".