"Esprimo la mia vicinanza alla comunità ebraica per il vile atto alla sinagoga di Roma, dove è stata disegnata una stella di David e accanto il simbolo uguale e una svastica. Un gesto vergognoso che offende la memoria dell'Olocausto e inasprisce un clima di intolleranza". Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
“I tragici fatti di Caivano hanno scosso le coscienze del Paese intero. La violenza perpetrata da un gruppo di ragazzi, la gran parte minori, ai danni di due bambine di 10 e 12 anni ci ha lasciati sgomenti, senza parole. Dobbiamo però constatare, con amarezza, che avete reagito costruendo un decreto sbilanciato, che richiama alla sicurezza, al carcere e alla repressione, omettendo colpevolmente di formulare una proposta in termini di riabilitazione e reinserimento sociale. Soprattutto, lo avete fatto replicando ancora una volta lo schema che già abbiamo visto troppe volte in questo primo anno di legislatura: questo è il 46esimo decreto legge approvato. Soffocate il confronto parlamentare, utilizzate impropriamente lo strumento della decretazione d’urgenza. Avete messo a segno il peggiore record nella storia della nostra Repubblica. L’annullamento del confronto democratico!”.
Lo ha detto la deputata democratica delle commissioni Giustizia e Infanzia e adolescenza, Michela Di Biase, intervenendo in Aula per annunciare il voto contrario del Gruppo al Dl Caivano.
“Questa legge - ha aggiunto - contrariamente a quanto recita nel titolo, si occupa solo della criminalità giovanile, senza tenere in considerazione ciò che serve sul fronte della povertà educativa e sul disagio dei più giovani. Aumentate la possibilità per i minori di custodia cautelare in carcere. Estendete la misura dell’ammonimento anche ai minori di 14 anni. Con i vostri emendamenti avete addirittura peggiorato il testo, riducendo il perimetro di applicazione dello strumento più efficace per recuperare i minori, ossia la messa alla prova. Avete invece colpevolmente bocciato tutti i nostri: risorse per la rigenerazione urbana delle periferie; investimenti sullo sport e sul servizio di assistenza psicologica nelle scuole; per colmare fenomeni di vulnerabilità sociale e ridurre l’abbandono scolastico. Volevamo si cambiasse paradigma, che oltre alla repressione ci si occupasse anche della cura. E’ da un anno - ha concluso - che per inseguire la logica della comunicazione rispondete con provvedimenti spot alle emergenze. Decreto Ong, decreto Rave, Cutro ed oggi Caivano la dicono lunga: in ognuna di queste leggi, per dirla con le parole del costituzionalista Staiano, alcuni capisaldi della civiltà giuridica in campo penale, presenti in Costituzione, sono stati spinti fuori dall’orizzonte”.
"Il VI municipio di Roma, l’unico governato dalla destra, sta usando i canali social istituzionali per incentivare una raccolta di firme antiabortista. Un fatto riprovevole! È inaccettabile usare profili istituzionali per slogan politici che ledono i diritti delle donne". Lo afferma su X la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
“I detenuti hanno diritto a cure mediche adeguate. L’appello lanciato dai detenuti della Casa di reclusione di Rebibbia attraverso la redazione giornalistica della trasmissione 'Non tutti sanno' svela l’inadeguatezza dell’assistenza sanitaria nelle carceri italiane. Ho depositato un’interrogazione ai ministri Nordio e Schillaci per chiedere di intervenire e assicurare un adeguato sistema di prevenzione e cura per la popolazione carceraria perché le condizioni attuali non rispettano il diritto alla salute, un diritto costituzionale”. Lo afferma in una nota la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia, prima firmataria dell’interrogazione sottoscritta anche dai colleghi Gianassi, Serracchiani, Lacarra e Zan.
“L’esperienza della detenzione è già di per sé un rischio per la salute – spiega Di Biase - per le condizioni degradate di strutture, celle e spazi comuni e per il sovraffollamento carcerario. Ma la condizione denunciata in questi giorni a Rebibbia, che si ritrova nei rapporti dell’associazione Antigone e negli studi pubblicati in questi ultimi anni sui penitenziari italiani, deve muovere all’azione il governo".
"Mancano medici per le visite specialistiche per i detenuti, mancano infermieri ed è carente il servizio di assistenza psicologica, particolarmente importante per chi è recluso. Per questo motivo – conclude la deputata Pd – chiediamo ai ministri di intervenire, insieme alle Regioni, per migliorare l’assistenza sanitaria in carcere, raccogliendo l’appello dei detenuti a cui hanno già risposto positivamente gli ordini professionali dei medici”.
“Il reato di tortura va sempre perseguito. È quanto afferma la Corte Costituzionale che definisce come ‘non accettabile la paralisi sine die del processo per i delitti di tortura commessi da agenti pubblici, quale deriverebbe dall’impossibilità di notificare personalmente all’imputato gli atti di avvio del processo a causa della mancata cooperazione dello Stato di appartenenza’. Nella fattispecie del caso Regeni, su cui la Corte si è pronunciata ieri, l’impossibilità della notifica non può creare ‘un’immunità de facto’. Alla luce di questa sentenza sarebbe un’assurdità giuridica se il governo e la maggioranza parlamentare che lo sostiene, proseguissero nei loro intenti di modifica e addirittura di abolizione del reato di tortura, che, come ci ricorda la Corte, lede, tra l’altro, i diritti inviolabili della vittima (articolo 2 della Costituzione) e il principio di ragionevolezza (articolo 3 della Costituzione)”. Lo dichiara in una nota la deputata dem Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
La deputata Dem Michela Di Biase, ha presentato una interrogazione urgente al ministro dell’ Interno e del Lavoro e delle politiche sociali.
“Spin Time è un bene comune da salvare. Oltre 400 persone trovano alloggio nell’immobile dell’Esquilino e con loro un crocevia di associazioni e comitati che formano un’esperienza sociale e culturale unica nel suo genere. Sul rischio che venga sgomberato ho depositato un’interrogazione al Ministro dell’Interno e del Lavoro e delle Politiche Sociali”. Così la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, prima firmataria dell’interrogazione sottoscritta anche da Andrea Casu, Paolo Ciani, Marianna Madia, Claudio Mancini, Roberto Morassut, Matteo Orfini e Nicola Zingaretti.
“Con questo nostro atto parlamentare – prosegue la deputata Pd, capogruppo in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza - chiediamo ai Ministri Piantedosi e Calderone di valutare il rischio che si corre procedendo allo sgombero di oltre 140 nuclei familiari che oggi risultano integrati, aggiungendo il rischio di perdere un valore associativo e comunitario generato dalle molteplici iniziative messe in campo in questi dieci anni da Spin Time Labs, che oggi è un crocevia di progetti culturali, di associazioni, di iniziative nel segno dell'inclusione sociale. Corsi professionali, laboratori, aule studio, una biblioteca, un teatro, uno spazio museale: questo spazio è stato oggetto di una trasformazione dal basso di incredibile valore sociale e culturale che non può essere dispersa”.
“Al contrario – aggiunge Di Biase – va sostenuto con forza il progetto di Roma Capitale che, nel piano di rigenerazione urbana, prevede l’acquisizione a patrimonio pubblico dell’immobile di via Santa Croce in Gerusalemme. Sappiamo che si tratta di una situazione complessa, ma è necessario l’impegno di tutte le Istituzioni per salvare Spin Time. Invitiamo il Governo – conclude la deputata Dem – a mettere in campo tutte le risorse economiche aggiuntive per completare questo processo”.
“La manovra economica del governo Meloni, a leggere le prime bozze del provvedimento, la pagano le donne italiane. Cancellata definitivamente Opzione Donna, aumentata l’iva su assorbenti, tamponi e coppette mestruali dal 5 al 10 per cento. A queste misure si aggiungono nuovi aumenti Iva sui prodotti per l’infanzia, come latte in polvere e alimenti per neonati che andranno a gravare sulle famiglie, oltre ai tagli sulla sanità che ricadranno sui servizi territoriali”. Lo afferma la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase.
"Alcuni di questi tagli, come quello sugli assorbenti, – aggiunge Di Biase - sono misure che hanno un impatto minimo sui conti dello Stato ma che rischiano di pesare sulla spesa mensile delle donne italiane. Avevamo ottenuto la riduzione dell’iva sugli assorbenti dopo una lunga battaglia che aveva messo al centro le politiche per la riduzione delle diseguaglianze di genere. Con il Governo Meloni facciamo un passo indietro politico e culturale”.
Educare tutte le generazioni maschili alla cultura del rispetto delle donne e delle loro scelte
"Il Partito democratico è sempre stato in prima linea per contrastare e cercare di stroncare la violenza sulle donne. E' un dovere che sentiamo sempre presente perché non passa un giorno che non ci sia notizia di femminicidio o di qualche donna molestata, solo per il fatto di essere donna. Il femminicidio non è una emergenza, è qualcosa di peggiore. E' un fenomeno endemico, è la punta dell'iceberg, di un sistema sessista e patriarcale. I numeri dell'Istat parlano chiaramente, il Parlamento deve intervenire con urgenza e norme chiare per contrastare i reati contro le donne.
Qual è ancora oggi il tassello mancante che impedisce che le donne non vengano discriminate: la mancanza della conoscenza del fenomeno da parte degli operatori del settore, la mancanza di risorse economiche e finanziarie per la formazione di questi operatori. E il nostro appoggio non è stato accolto come avremmo voluto dalla maggioranza; molti dei nostri emendamenti sono stati respinti, e avremmo voluto che fosse stato fatto molto di più.
Non dimentichiamo che fondamentale è educare tutte le generazioni di maschi alla cultura del rispetto, alla cultura della differenza, alla relazione di genere, fornendo strumenti e metodologie moderne per superare gli stereotipi a cui la nostra cultura purtroppo è ancora legata. Questa legge non sarà sufficiente fino a che non si metterà in campo un nuovo paradigma culturale che parta dal rispetto delle donne, delle loro scelte e della loro volontà. Si doveva fare di più, avremmo voluto che si fosse fatto di più". Lo ha detto la deputata del Pd, Michela Di Biase, intervenendo in Aula sulla discussione generale del ddl 1249 per il contrasto alla violenza sulle donne.
"C'è una legge della Regione Lazio sulla ricostruzione mammaria nei casi di tumore al seno che ho voluto fortemente nel collegato bilancio regionale 2021 e che scopriamo essere inapplicata". Lo afferma la deputata Pd Michela Di Biase, nel 2021 consigliera regionale del Lazio, con riferimento ad una notizia che arriva dal Policlinico Gemelli sui costi sanitari.
"In quella norma - spiegano Di Biase e la consigliera regionale Pd Emanuela Droghei - si prevedeva che la Regione sostenesse il rimborso economico nei casi in cui fosse possibile intervenire contestualmente con una sola operazione chirurgica per l'intervento di mastectomia demolitiva e per la ricostruzione immediata. Ci chiediamo - sottolineano le due esponenti Pd - cosa stia aspettando il Presidente Rocca ad intervenire per far rispettare una norma regionale, aiutando così le donne costrette dalla malattia al doppio intervento chirurgico".
"Depositerò una interrogazione- conclude la consigliera regionale Droghei - per fare luce sulle ragioni della mancata applicazione della legge regionale".
"È gravissimo che per il secondo anno consecutivo il Governo scelga la scuola come obiettivo per i tagli in manovra fiscale. Sommato ai tagli alla sanità e al trasporto pubblico si rischia di produrre un danno alle famiglie, in modo particolare a quelle più fragili". Lo afferma in una nota la deputata Michela Di Biase, capogruppo Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.
"Il quadro che si delinea da questa legge di bilancio presentata dal Governo - aggiunge Di Biase - è la rinuncia a colmare le diseguaglianze economiche e territoriali. Si fa debito senza un'idea di Paese, per rincorrere gli slogan politici come con il Ponte sullo Stretto. Il risultato - conclude la deputata Pd - è che con questa manovra economica l'Italia rischia di essere più fragile".
Scuola sia per imparare e non gareggiare
“Con questa mozione il gruppo del Pd intende portare alla luce la complessità del fenomeno degli hikikomori e impegnare il governo su una strategia complessiva di riconoscimento del disturbo e di contrasto. Con questa parola giapponese, che letteralmente significa ‘stare in disparte’, indichiamo quel disturbo psicologico per il quale ragazze e ragazzi si ritirano dalla socialità, rifiutando contatti con il mondo esterno per chiudersi in se stessi. Parliamo di una sfida che coinvolge le istituzioni, la scuola, la famiglia. Gli studi ci dicono con chiarezza che i primi sintomi del disturbo emergono in età scolastica, probabilmente connessi alla forte competitività tra i banchi di scuola e da veri e propri fenomeni di bullismo e cyber bullismo. Su questo è bene sottolineare un aspetto che coinvolge direttamente questo governo. Aver voluto descrivere la scuola italiana come ‘scuola del merito’ ha prodotto non a caso le proteste degli studenti. Il loro slogan, con il quale chiedevano di ‘imparare e non gareggiare’ lascia una riflessione forte, profonda, sul modello di scuola che vogliamo costruire. Vogliamo davvero trasmettere ai più giovani l’idea che si è forti, si è vincenti, solo se si è tra i primi? I ragazzi hanno assorbito totalmente questo tipo di cultura, ne hanno interiorizzato i criteri e i valori, e sono molto sensibili a riguardo: gli hikikomori sono coloro che, dopo aver strenuamente combattuto per la loro accettazione, non ce la fanno più a reggere un confronto ai loro occhi sempre perdente, si arrendono e si ritirano. Ecco perché al primo punto degli impegni che chiediamo al governo la promozione nelle scuole di progetti di intervento volti a favorire il benessere sociale, per aiutarli nello sviluppo rendendoli protagonisti delle proprie scelte e della propria crescita, facendo emergere le loro potenzialità e dando spazio alle loro voci. Ma accanto alla questione del benessere c’è il tema del riconoscimento del disturbo. Su questo chiediamo al governo di sostenere l’iter legislativo per la figura dello psicologo delle cure primarie. Oggi l’urgenza è un sostegno psicologico strutturale nella società, capace di lavorare accanto al livello sanitario ed essere così efficace nella presa in carico dei pazienti. Chiediamo che siano avviate campagna informative in tutte le scuole sul fenomeno degli hikikomori per far conoscere il problema ai ragazzi e l’ideazione di giornate dedicate a questa specifica problematica nelle scuole di ogni ordine e grado possa aiutare questo percorso di riconoscimento”.
Così la deputata democratica, Michela Di Biase, intervenendo nell’Aula della Camera per illustrare la mozione del Pd sul fenomeno dei cosiddetti “hikikomori”.
"Serve un passo in avanti nella diffusione delle materie Stem nel Paese. Votiamo a favore perché con questa legge si manda un segnale in questa direzione, ma c'è ancora molto da fare per la diffusione delle materie Stem". Così la deputata del Partito Democratico, Michela Di Biase, durante la dichiarazione di voto sulla legge che istituisce la Settimana nazionale delle discipline scientifiche, tecnologiche,
ingegneristiche e matematiche, in discussione oggi alla Camera.
"Con i nostri emendamenti - sottolinea la deputata Pd - avevamo proposto di investire più risorse sulla promozione delle discipline scientifiche, sulle borse di studio e per l'alfabetizzazione digitale. Il divario sul numero dei laureati tra Italia ed Europa richiede impegno concreto, ma ancor più grave è il gender gap, che vede la metà delle donne laurearsi rispetto ai laureati uomini. Avremmo voluto una legge - aggiunge Di Biase - che incentivasse la riduzione del divario di genere nelle materie Stem, abbattendo pregiudizi e stereotipi che ancora frenano le ragazze a scegliere questi percorsi. La chiusura della maggioranza al confronto ha penalizzato il dibattito parlamentare e prodotto una legge a metà. Porteremo avanti la nostra battaglia - conclude la deputata - per una vera diffusione della cultura scientifica e delle discipline Stem nel Paese, e per un nuovo protagonismo femminile".
"Il premio Nobel all’economista Claudia Golbin è una notizia importante per tutte le donne. Golbin ha studiato la genesi del gender gap, il divario di accesso al mondo del lavoro e la disparità salariale, aprendo la strada al superamento delle differenze tra uomo e donna."
Lo afferma su X la deputata del Pd Michela Di Biase.
“L’incursione No Vax al Bambin Gesù con le scritte sui muri ‘Pediatri boia nazisti’, ‘Complici di vax genocidi’, è grave e non va sottovalutata. Ad essere colpito è uno dei luoghi simbolo dell’azione di contrasto alla diffusione della pandemia da Covid che tanti lutti ha provocato nel nostro Paese. Il fatto che ci sia ancora qualcuno che nega il contributo della scienza e che anzi mette sotto accusa medici e infermieri che hanno dato la vita per salvare tanti nostri concittadini, a cominciare proprio dai bambini, inquieta e rattrista. La comunità del Partito Democratico si stringe intorno al personale del Bambin Gesù e allo stesso tempo chiede che si intervenga per individuare al più presto i responsabili”.
Lo dichiara la deputata della commissione Giustizia della Camera, Michela Di Biase.
"I dati diffusi oggi da Terre des Hommes sull'aumento dei reati contro i minori sono allarmanti e richiamano ad un impegno maggiore sul fronte educativo e dell'inclusione sociale. L'aumento del 27 per cento, in un solo anno, delle violenze sessuali a danno di bambine e ragazze ci dice che serve un investimento educativo sull'affettività". A dirlo, commentando i dati del dossier Indifesa resi noti oggi, è la deputata Michela Di Biase, capogruppo del Pd in commissione bicamerale Infanzia e Adolescenza.
"Servono risorse per l'inclusione e la formazione, perché l'aumento dei reati spesso si verifica nelle aree maggiormente impoverite del Paese. Ma serve anche uno scatto in avanti culturale - sottolinea Di Biase - bisogna portare l'educazione sentimentale e sessuale nelle scuole italiane di ogni ordine e grado".