Pd presenta interrogazione a prima firma Ilenia Malavasi
“In Italia sono oltre 2,8 milioni i caregiver, che per ragioni affettive, per scelta, ma spesso anche per necessità, si prendono cura dei propri cari non autosufficienti ma che io governo colpevolmente non considera”. Così Ilenia Malavasi, deputata Pd che ha presentato una interrogazione urgente. “A fine ottobre, prosegue Malavasi, il Ministro per le Disabilità e il Ministro del Lavoro e delle Politiche sociali dichiaravano che era stato firmato il decreto per l’istituzione del “Tavolo tecnico per l’analisi e la definizione di elementi utili per una legge statale sui caregiver familiari”. A più di un mese non è chiaro se il tavolo tecnico si sia già costituito e riunito e quali siano le associazioni che ne facciano parte. Con un’interrogazione abbiamo chiesto se non si ritenga doveroso fare maggiore chiarezza sul tavolo tecnico e indicare non solo quali siano le associazioni che ne fanno parte, ma anche quale sia lo stato attuale dei lavori. Oggi abbiamo ricevuto un risposta che è assolutamente vaga e generica. Ci è stato detto che il decreto è in fase di pubblicazione e il tavolo in fase di costituzione. Lo riteniamo un fatto grave e una mancanza di rispetto per milioni di famiglie che aspettano una legge nazionale sulla figura e sui diritti del caregiver attesa ormai da troppo tempo.” “Con il tavolo (che non c'è) -incalza Malavasi- il governo ha soltanto preso tempo, buttando la palla in tribuna. Si tratta dell'ennesimo annuncio a cui dopo 1 mese non corrispondono i fatti”. Per l’esponente del Pd “si deve partire dalle proposte di legge in Parlamento per dare finalmente pieno riconoscimento e sostegno alle oltre 2,8 milioni di persone del nostro Paese che già oggi si prendono cura dei propri familiari non autosufficienti, svolgendo un compito prezioso per la tenuta del nostro welfare, senza alcun riconoscimento.”
“Il governo accelererà la procedura di rimborsabilità del farmaco chemioterapico di ultima generazione Enhertu anche per la cura della patologia HER2Low per donne con tumore metastatico del seno. Si tratta di un prodotto la cui efficacia è stata riscontrata ma che ad oggi è totalmente a carico delle pazienti. Questa patologia riguarda in Italia trentamila persone ed è necessario garantirne la gratuità per assicurare il diritto alla salute e dare speranza a migliaia di famiglie. L’approvazione dell’ordine del giorno all’unanimità su questo tema è un passo avanti significativo che necessita di una rapida attuazione e su cui vigileremo con attenzione”: è quanto dichiarano Simona Bonafè e Ilenia Malavasi, deputate Pd sull’atto accolto oggi dall’Aula di Montecitorio sul Decreto Proroghe.
“Ci sono 3 milioni di persone in Italia che soffrono di patologie alimentari come bulimia e anoressia; disturbi che generano spesso situazioni dolorose e complesse anche all'interno dei nuclei familiari e che richiedono una presa in carico precoce e un approccio multidisciplinare. Negli ultimi decenni stiamo inoltre assistendo a un progressivo abbassamento dell'età dell'insorgenza delle patologie. Abbiamo avuto un aumento molto significativo: siamo passati dai 680.000 casi circa del 2019 a 1.450.000 casi nel 2022, una "epidemia" nascosta, che si deve fronteggiare con una rete di cura del Servizio sanitario nazionale, che in realtà sta retrocedendo, a fronte di un aumento importante dei casi”. Lo ha detto Ilenia Malavasi, deputata Pd della commissione Affari sociali, nella dichiarazione di voto sulle mozioni sui disturbi alimentari.
“Purtroppo -ha aggiunto Malavasi- oggi ci sono poche strutture, con un numero insufficiente di posti letto e una distribuzione non omogenea: circa 63 centri al Nord e solamente 40 tra Isole e Sud. È nostro compito affrontare la scarsa presenza dei centri specializzati, la loro non omogenea collocazione sul territorio, il numero insufficiente dei posti letto, che non permette una reale, adeguata, e tempestiva presa in carico dei giovani e delle loro famiglie”.
“Oggi il Movimento Lilla torna in piazza e noi siamo al loro fianco, chiedendo impegni precisi al governo. Si attui finalmente il codice Lilla nei pronto soccorso; venga data piena e completa attuazione a quanto previsto dalla legge di bilancio 2022, creando un'unica area specifica ed autonoma dalla salute mentale, mettendo risorse adeguate; vengano riconosciuti questi disturbi nei LEA”.
“Chiediamo alla ministra Locatelli di ripristinare immediatamente, fin dalla legge di bilancio per il 2024, le risorse previste dalla legge delega sulla disabilità e, qualora in tempi brevi non fossero adottati i decreti attuativi, di destinare i 350 milioni di euro già previsti per il 2023 ad interventi straordinari a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie”. Così Ilenia Malavasi, deputata Pd componente della commissione Affari sociali della Camera, nel corso del Question time, illustrando l’interrogazione del PD alla ministra per le disabilità.
Nella replica Marco Furfaro, capogruppo in commissione Affari sociali alla Camera, rivolgendosi alla ministra ha parlato di “un’altra promessa non mantenuta, sulla pelle delle persone che hanno bisogno. Non era il tempo per dare soldi alle persone con disabilità, ma in questi mesi il tempo per premiare gli evasori fiscali, di fare sanatorie e condoni per oltre un milione di euro lo avete trovato. Avete trovato il tempo per i rave, la farina di insetti, la carne coltivata. Dio, Patria e Famiglia. Quanto abuso di parole così nobili e sacre. Ma se tagliate 350 milioni di euro per la disabilità e altrettanti all’assegno unico, significa che le uniche famiglie che vi interessa difendere sono le vostre. Vi riempite la bocca della parola Patria ma poi la tradite tutti i giorni. Quella Patria fatta anche da tutte quelle persone che aspettavano un supporto da voi negato. Ma la vostra vera Patria è quella degli interessi di parte. Questo è il punto, perché la disabilità è una responsabilità collettiva che non esiste di per sé: è la società che la crea nel momento in cui non garantisce i giusti strumenti per poter permettere a una persona disabilitata, e non disabile, di potersi autodeterminare. Ecco perché togliere altri fondi che già sono insufficienti per una piena autonomia significa essere responsabili di ulteriori disabilità. E la responsabilità di questa deriva è tutta vostra”.
11 novembre andremo in piazza per ascoltare 5 milioni di persone che non sono riuscite a curarsi
"Il Servizio sanitario nazionale è arrivato al capolinea. Attualmente il rapporto spesa sanitaria/PIL è in rapida decrescita, passando dal 6,7% del 2022 al 6,4% del 2025: una percentuale decisamente al di sotto della media europea. Basta bugie, dunque, basta dire che questo governo ha fatto il più grande investimento in sanità pubblica, perché non è vero: il dato numerico assoluto, pari a 136 miliardi, non ha infatti nessun senso se avulso dal contesto, dall'aumento dei prezzi e della inflazione. In questo quadro, ci verrebbero in aiuto le risorse importanti stanziate dal PNRR: peccato che anche nella bozza del Piano di revisione del Governo abbiamo visto sono tagli. La verità è che siamo al collasso anche sul fronte del personale, dove mancano 15.000 medici e va ancora peggio con gli infermieri, ma la parola “assunzione” non c'è nella NADEF, non c'è nella legge di bilancio e non c'è nemmeno l'impegno ad eliminare il tetto di spesa sul personale, così anacronistico da essere ancorato alla spesa del 2004. Investire sul personale con nuove assunzioni è l'unico modo per affrontare il problema delle liste di attesa, ma per questo stesso problema si promuove invece la sanità privata: per abbattere le liste di attesa, infatti, il governo Meloni ha trovato 600 milioni in più, facendo diventare lo Stato il principale cliente del sistema privato, sdoganando in modo surrettizio la privatizzazione del sistema sanitario nazionale, sul modello di alcune Regioni governate dal centrodestra. Per tutti questi motivi l'11 novembre andremo in piazza per ascoltare - cosa che non fa questo Governo - la voce e la preoccupazione dei cittadini italiani, di 5 milioni di persone che quest'anno non sono riusciti a curarsi". Lo dichiara Ilenia Malavasi, deputata Pd componente della commissione Affari sociali della Camera.
“L’esame della Nadef conferma quanto il governo ha continuato a negare: nel 2023 l’economia italiana si è fermata e le prospettive per il 2024 sono peggiori rispetto alle previsioni di sei mesi fa. In questo quadro difficile il documento si pone purtroppo in continuità con una politica economica debole e del tutto inadeguata. L’incertezza generata da fattori internazionali (inflazione, rialzo dei tassi, tensioni geopolitiche), aggravata dall’improvvisazione e dalle scelte fallimentari del primo anno di governo (ritardi del Pnrr, nessuna strategia contro il carovita, quattordici condoni fiscali), stanno minando la credibilità del Paese come è evidente dall'andamento dello spread”.
Così la deputata dem, Ilenia Malavasi, illustrando in commissione Affari sociali il parere contrario del Pd alla Nadef.
“Preoccupano fortemente - ha aggiunto - i tagli alle amministrazioni centrali e, soprattutto, alla spesa sanitaria che è prevista scendere dal 6,6% del Pil del 2023, al 6,1 nel 2026, senza stanziamenti nel triennio 2024-2026 per il personale del Ssn o l’abolizione del tetto di spesa per le assunzioni, che è una priorità assoluta. Oggi è un imperativo salvare il Ssn, quale strumento di giustizia e di coesione sociale, secondo quei principi di universalità e eguaglianza, mentre vediamo aumentare spesa privata, liste di attesa e numero delle persone che non possono più permettersi le cure. La Nadef manca di visione e prospettive anche per le politiche di welfare, di sostegno alle famiglie, a partire da quelle a basso reddito; anzi, di politiche sociali, nonostante l'aumento delle fragilità e della povertà, non si parla. Insomma - ha concluso - una Nadef inadeguata a dare risposte concrete e vere al Paese”.
“I dati della Nadef messa a punto dal governo Meloni non lasciano spazio a dubbi. La sanità pubblica viene strangolata da questa maggioranza di destra che anno dopo anno riduce le risorse destinate al Sistema sanitario nazionale. Dal 6,6% del rapporto spesa/Pil del 2023 passiamo via via al 6,1 del 2026. L’esatto opposto di quanto si dovrebbe fare per affrontare le tante emergenze della nostra sanità. Erano pronti, dicevano, ma al di là della propaganda il governo non è in grado di dare le risposte che i cittadini si attendono”.
Lo dichiara la deputata del Pd in commissione Affari sociali, Ilenia Malavasi.
A giugno maggioranza ha votato contro nostri emendamenti
“Guardare il telefono per sette secondi viaggiando in auto a 50 km/h equivale a guidare al buio per cento metri senza vedere nulla di ciò che accade davanti a noi. Ecco perché è sempre più necessaria una forte presa di coscienza sul rischio che si corre per se stessi e gli altri a causa dell’uso scriteriato del telefonino durante la guida a velocità sempre più elevate. Quanto avvenuto domenica ad Alatri, nel Frusinate, è solo l’ultimo esempio di una condotta gravissima, che deve essere contrastata con interventi normativi adeguati ai tempi che stiamo vivendo. Per questa ragione in commissione giustizia avevamo già chiesto da tempo, attraverso una serie di emendamenti, di considerare la guida mentre si utilizza uno smartphone per girare un video o mandare un messaggio alla stregua della guida in stato di ebbrezza o sotto uso di sostanze stupefacenti già previste dall’ordinamento per l’omicidio stradale. Un segnale chiaro e netto che alla luce dei sempre più frequenti tragici eventi doveva essere dato immediatamente ma che inspiegabilmente il Governo ritarda, nonostante i continui proclami. Infatti i nostri emendamenti in tal senso sono stati già bocciati dalla maggioranza nella seduta della commissione Giustizia dello scorso 28 giugno. Per questa ragione oggi presentiamo nuovamente il testo anche come Proposta di legge per chiedere a tutte le Istituzioni di aprire finalmente gli occhi sulla gravità di un fenomeno che non può continuare a essere sottovalutato o ignorato”.
Lo dichiarano in una nota Andrea Casu, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, e Federico Gianassi, capogruppo Pd in commissione Giustizia, primi firmatari della proposta sottoscritta anche da Anna Ascani, Piero De Luca, Michela Di Biase, Valentina Ghio, Gianni Girelli, Marco Lacarra, Ilenia Malavasi, Maria Stefania Marino, Virginio Merola, Andrea Orlando, Rachele Scarpa, Debora Serracchiani, Marco Simiani e Alessandro Zan.
“Il ministero della Salute costretto a rinviare il concorso per i medici specializzandi dopo una gestione che ha rivelato incapacità e inadeguatezza nella gestione della sanità pubblica. Avevamo denunciato con una interrogazione del nostro Gruppo alla Camera come il Ministero non riuscisse a garantire il giusto tempismo nell’organizzazione degli esami di specializzazione, chiedendo, appunto, una deroga. Oggi vediamo che il governo corre ai ripari spostando le prove.
Non possiamo che essere soddisfatti perché grazie alla nostra iniziativa si è evitato un grosso pasticcio, ma non possiamo non denunciare ancora una volta l’impreparazione del governo in un settore delicato come quello della sanità pubblica”.
Lo dichiarano le deputate dem Ilenia Malavasi e Valentina Ghio
"Quello che è successo allo scalo di Francoforte ad un giovane tredicenne disabile italiano a cui è stato impedito di salire insieme alla famiglia su un volo Lufthansa regolarmente prenotato è gravissimo e ha anche privato il ragazzo dei farmaci salvavita che erano già stati imbarcati con il bagaglio. Il governo ed in particolare il ministro dei trasporti Salvini oltre a difendere l’indifendibile, come il generale Vannacci, si occupi anche dei nostri connazionali umiliati e privati dei diritti essenziali all'estero": è quanto dichiarano i deputati Marco Simiani, Andrea Casu e Ilenia Malavasi annunciando sulla vicenda una interrogazione parlamentare.
"Un comportamento arrogante, inqualificabile ed in palese violazione degli accordi europei sulle garanzie di assistenza ai disabili di cui devono essere accertate al più presto tutte le responsabilità. Ci attendiamo dal governo una presa di posizione rapida e ferma che favorisca al più presto scuse ufficiali e risarcimenti adeguati alla famiglia coinvolta da parte di tutti i responsabili. Episodi di questo genere non devono più verificarsi": concludono.
Ci preoccupa molto la sua risposa ministro, perché pensiamo che vi sia in atto il tentativo da parte del governo di posticipare o di affossare con tempi biblici e tavoli infiniti la decisione di portata storica sulla gratuità della contraccezione ormonale in Italia. Sia l’Aifa che il Cts hanno già svolto un'analisi approfondita esaminando tutte le evidenze scientifiche, mentre ci sono le raccomandazioni di organismi internazionali come l'OMS che individuano nella pillola gratuita uno strumento efficace per la salute delle donne.
Il governo prova ad accampare il pretesto delle risorse, che secondo una stima si attesterebbero a 140 milioni di euro all’anno. Sappiamo bene come sulla spesa farmaceutica convenzionata nel 2022 ci siano stati dei fondi non spesi pari a 727 milioni, un dato importante che può garantire una copertura a invarianza di previsioni di spesa. Quindi riteniamo che il tema non sia finanziario, perché le risorse ci sono. Evidentemente, il problema è un altro.
Non vorremmo che tutti questi rinvii, anche al tavolo delle Regioni, nascondessero la volontà del governo di ostacolare la scelta di garantire la gratuità dei contraccettivi orali, una decisione importante su cui l’Aifa ha fatto un ottimo lavoro. Crediamo che ne vada del diritto alla salute delle donne e della loro qualità della vita.
Così la deputata del Pd Ilenia Malavasi, componente della commissione Affari Sociali, replicando al ministro della Salute Schillaci durante il Question Time.
“La vicenda di Elena Improta, la donna con un figlio nato con un grave disabilità in conseguenza del parto e che dopo 27 anni di causa civile con una clinica è oggi costretta a pagare 300 mila euro di spese legali, interroga le istituzioni e la politica sulla necessità di individuare soluzioni che possano coniugare sentenze della Magistratura con i diritti delle famiglie. Lo Stato deve farsi carico di questo tipo di situazioni, dimostrando solidarietà concreta alle famiglie e prevedendo un patrocinio gratuito. Il diritto di rivendicare la verità e chiedere giustizia non può infatti dipendere dalle condizioni economiche delle famiglie che rischiano di vedersi eroso tutto il patrimonio, garanzia di una vita dignitosa Lavoreremo in Parlamento per elaborare e presentare una norma di legge per sanare queste palesi ingiustizie”: è quanto dichiarano i deputati Pd Marco Simiani ed Ilenia Malavasi.
“Rendere più accessibili per i pazienti le cure attraverso la cannabis terapeutica, superando ostacoli burocratici, peculiarità regionali e difficoltà di approvvigionamento, e mettendo nel contempo l’Italia in grado di sopperire al fabbisogno reale di medicinali a base di cannabis grazie a un attento monitoraggio, accompagnato da studi scientifici, informazione e formazione per i medici.
Sono questi gli obiettivi della proposta di legge di cui è prima firmataria la deputata del Partito Democratico Antonella Forattini, presentata alla Camera dei Deputati, nel corso della conferenza stampa a cui hanno partecipato, oltre a Forattini, la deputata Pd Ilenia Malavasi, co-firmataria della proposta, il medico anestesista Gisella Lonati e la farmacista Elena Guidotti, che hanno collaborato ai contenuti del testo.
“Sull’utilizzo della cannabis terapeutica per il trattamento del dolore (ma anche per tante altre patologie) l’Italia è rimasta ferma per troppo tempo dal punto di vista normativo. Oggi ci ritroviamo con una produzione insufficiente a coprire il fabbisogno e, soprattutto, nell’impossibilità di fatto per migliaia di pazienti di accedere alle cure, pur avendone diritto. Colpa anche di lungaggini burocratiche e delle tante differenze tra i sistemi sanitari regionali. L’obiettivo della legge di cui sono proponente – e che spero trovi la più ampia condivisione – è uniformare la materia su tutto il territorio nazionale e semplificare le procedure, sia per l’approvvigionamento che per la messa a disposizione dei pazienti”, spiega Antonella Forattini.
Tra i punti più significativi del testo c’è, infatti, quello relativo alla programmazione del fabbisogno nazionale sulla base dei dati che dovranno fornire le Regioni in maniera puntuale. Si prevede, inoltre, che la produzione attualmente in carico unicamente allo stabilimento chimico-farmaceutico militare di Firenze possa essere affiancata da enti e aziende autorizzate, da individuare con Decreto del Ministero della Salute, e che possano essere importati ulteriori chemiotipi di cannabis.
“Nella relazione inviata al Parlamento dal ministro Fitto sullo stato di attuazione del PNRR, per il ministero della Salute emergono elementi di criticità per quanto riguarda le aree 'Case di comunità (Cdc) e presa in carico della persona'; il 'Rafforzamento dell'assistenza sanitaria intermedia e delle sue strutture (ospedali di comunità)' e 'Verso un ospedale sicuro e sostenibile'. Si tratta di interventi importanti che valgono 4,6 miliardi del PNRR. Vorremmo finalmente una parola di chiarezza da parte del governo: sono in grado di realizzare tutte le case di comunità e gli ospedali di comunità? Ma, soprattutto, sono intenzionati a farli oppure non credono più nel progetto? Nella relazione non c'è una riga sulle 1350 case di comunità da realizzare. Ma se non si fanno Osco, Case di comunità e Cot come pensano di poter realizzare la riorganizzazione della medicina del territorio, che uno degli obiettivi strategici del PNRR e che si fonda sul principio della prossimità?” Così in una nota la deputata dem Ilenia Malavasi, componente della commissione Affari Sociali.
“Siamo di fronte - conclude Malavasi - a gravi criticità che rischiano di compromettere una delle missioni più importanti previste dal piano e che mira a promuovere un miglioramento del SSN, una più rapida presa in carico della persona, garantendo equità di accesso alle cure, rafforzamento della prevenzione e dei servizi sul territorio. Nelle settimane scorse, il ministero, rispondendo a una nostra interrogazione, aveva assicurato come non vi fossero elementi ostativi al raggiungimento degli obiettivi. Tuttavia, dalla relazione del governo emergono con chiarezza criticità, omissioni e debolezze che non consentono di realizzare gli obiettivi nei tempi previsti. Ho depositato, con i colleghi Furfaro e Girelli, l’ennesima interrogazione per sapere quali eventuali interventi normativi correttivi si vogliano attuare per recuperare i ritardi accumulati. Vogliamo conoscere in modo dettagliato quali sono le progettazioni che rischiano di saltare e su quali territori ricadranno. Riteniamo gravissimo che le risorse per migliorare il sistema sanitario siano sprecate in questo modo. Il governo non può continuare con le ambiguità, deve delle risposte al Paese”.
“Con comunicato pubblicato sul sito del ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica è stata data notizia dell’avvio dell’iter con l’Unione Europea sulla proposta di decreto che incentiva la diffusione di forme di autoconsumo di energia da fonti rinnovabili. La proposta di decreto dovrà ora attendere il via libera della Commissione Ue. Un provvedimento molto atteso, che giunge con forte ritardo rispetto ai tempi previsti, e che dovrebbe avere l'obiettivo di garantire una capillare diffusione sul territorio nazionale delle comunità energetiche, anche grazie alla cumulabilità della tariffa incentivante con il contributo a fondo perduto del 40 per cento dell'investimento nei comuni al di sotto dei 5.000 abitanti.
Risulta, tuttavia, che stia circolando una nuova proposta di decreto che differisce da quella inviata alla Ue e che prevede che possano accedere all’incentivo gli impianti a fonti rinnovabili, inclusi i potenziamenti, inseriti all’interno delle configurazioni di cui al comma 1 e che rispettano, tra gli altri, il requisito dell’avvio dei lavori per la realizzazione degli impianti successivo alla data di entrata in vigore del decreto. Si tratta di una notizia che sta destando molta preoccupazione tra gli operatori e i cittadini che stanno investendo e che rischiano di essere tagliati fuori dagli incentivi”. Lo dichiarano i deputati democratici Ilenia Malavasi e Marco Simiani.
“Chiediamo di sapere - aggiungono gli esponenti dem -se sia in fase di definizione una nuova proposta di decreto, diversa da quella inviata alla Commissione, che rischierebbe di compromettere inspiegabilmente gli investimenti già avviati. Bisogna fare chiarezza. Basta improvvisazione. Parliamo di investimenti importanti. Il governo chiarisca e dica inoltre se la trasmissione della proposta di decreto alla Commissione sia stata fatta solo in sede di prenotifica o notifica formale e quale testo sia stato effettivamente trasmesso alla commissione”.