“Con la vittoria di Donald Trump, si pone un problema di rifondazione dell'Internazionale Socialista”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, nel corso di un’intervista a Radio Radicale. “L’Internazionale Socialista o esiste e si raccoglie intorno ad alcune linee fondamentali strategiche, un'analisi del mondo condivisa, un raccordo più ampio, oppure se non esiste è meglio che si sciolga. Sul tavolo c’è un tema di rifondazione del movimento democratico e socialista internazionale. E si deve fare sulle grandi opzioni di giustizia sociale, di transizione ecologica, di rapporto tra le grandi aree del mondo”, aggiunge.
“È un grandissimo tema - conclude - che forse dovrebbe essere al centro anche del nostro dibattito. Vedremo se questo dibattito si allargherà all'Internazionale Socialista oppure se resterà dentro i confini degli Stati, dove mi sembra tutti stiano cercando di affrontare il problema ‘molecolarmente’, ma credo che così sarebbe un disastro. C'è invece la necessità di un grande raccordo di un pensiero condiviso sulle grandi linee. E l'unica sede che vedo è quella dell'Internazionale Socialista, però ha bisogno di una rifondazione, sia strutturale e organizzativa che di pensiero”.
“Il taglio del 20% delle risorse per il completamento della metro C è una grave scelta contro la Capitale, più che contro la sua amministrazione. La Linea C è una spina dorsale della città, la linea metropolitana più lunga d’Europa, con 29 stazioni e 26 km, che collega l’estrema periferia con il centro storico e con la città oltre il Tevere”. Così i deputati del Partito Democratico, Andrea Casu e Roberto Morassut, in una nota.
“Questa opera pubblica - spiegano i parlamentari Pd - è la più importante in fase di realizzazione a Roma, non un’opera ordinaria. In Commissione Trasporti abbiamo chiesto al Governo di assumere un impegno per il reintegro di questi fondi già dal prossimo anno, ma neanche questa mediazione è stata accettata. C’è una scelta contro Roma che arriva da un Governo presieduto da una premier romana solo a parole, ma non nei fatti”.
“Nel corso della mia attività di parlamentare ho a lungo seguito e seguo l’attività della Commissione d’inchiesta sulle perfierie urbane e metropolitane. Prima come relatore e vice presidente e ora come capogruppo del Pd. Ho potuto apprezzare nei vari sopralluoghi svolti a Napoli la grande autorevolezza di Gaetano Manfredi come Sindaco di Napoli, come esponente della classe dirigente e amministrativa del Mezzogiorno e il rispetto di cui gode tra i cittadini napoletani e del Sud e tra ampi strati intellettuali della città, non solo del Pd o del centrosinistra ma ben oltre il nostro perimetro consolidato”. Lo scrive in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Sono certo - continua Morassut - che se egli ricoprisse il ruolo di presidente ANCI trasferirebbe questa autorevolezza nel contesto della rete dei Comuni italiani di tutto il Paese senza distinzioni. Il fatto che non sia iscritto al Pd mi sembra una cosa che rafforza il Partito, capace di avere relazioni con forze più ampie. Dico questo senza avere alcuna diretta influenza sulle vicende interne dell’ANCI e con la piena stima anche di altri possibili candidati”.
“Ma credo - conclude il deputato dem - che sarebbe importante in questo momento, che vede l’unità nazionale messa in discussione da leggi scellerate, avere un punto forte di tenuta e di rilancio che parta dal Sud, l’area più penalizzata dal progetto di autonomia differenziata, ma che sappia avere una dimensione pienamente nazionale”.
“Come tanti tifosi romanisti sono addolorato e preoccupato perché la Roma sembra aver perso la cosa più importante che ha sempre avuto anche nei periodi più bui: l’orgoglio e l’appartenenza. Persino i giocatori simbolo sono staccati dai colori. Perché è accaduto questo? Non è una cosa di ieri. È profonda. La Roma trasformata in un’agenzia non può aver senso. La risorsa della Roma è il cuore e questo è stato messo in un cestino. Questo è uno di quei momenti in cui serve un ‘tumultus’, come si diceva nei tempi antichi. La raccolta di tutte le forze sotto un ‘dictator’, che non era il dittatore moderno ma un capo a tempo autorevole e indiscusso, che metteva tutti sotto la sua autorità. Anche i senatori”. Così in una nota il deputato romano del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Marco Bucci ha vinto le elezioni in Liguria perdendo nella “sua” Genova e recuperando i voti di scarto nel feudo di Scajola, quello che viveva in una casa senza sapere chi gliela aveva regalata”. Lo scrive su X il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Marco Bucci ha vinto le elezioni in Liguria perdendo nella “sua” Genova e recuperando i voti di scarto nel feudo di Scajola, quello che viveva in una casa senza sapere chi gliela aveva regalata”. Lo scrive su X il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Aspettiamo il voto in Umbria e in Emilia Romagna, magari le analisi generali sulla fase politica cambieranno ancora ma intanto forse è utile immaginare un momento comune tra tutte le forze di opposizione, una sorta di Stati Generali del centrosinistra che, da qui a un anno, possa dare quella base comune e riconosciuta da tutti di cui c’è bisogno in questo momento”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“In Italia l’urbanistica è morta. Forse lo è in assoluto. L’urbanistica è organizzazione dello spazio fisico secondo principi che rispondono ad una visione della vita. Persa la visione. Ogni visione, l’urbanistica è morta. Galleggiamo tra relitti di slogan, falsità, illusioni, conformismo verbale. Il piano casa è diventato sinonimo di speculazione edilizia. In venti anni non ha prodotto mezza casa popolare”. Lo ha detto il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, durante il convegno “Progetto di futuro: in quali città e territori vogliamo vivere?”, che si è svolto alla Camera dei Deputati.
“La rigenerazione urbana ha spiegato l’ex sottosegretario all’Ambiente - è un trucchetto per fare edifici più belli nelle zone già pregiate dove il metro quadro ha valori stellari e può reggere i costi più alti delle innovazioni. Le città sono diventate e diventeranno in Italia luoghi infernali con gironi più crudeli laddove la povertà sociale e territoriale appare indomabile”.
“L’unico modo per dare sostanza a tante parole come ‘rigenerazione’, ‘sostenibilità’, ‘accessibilità’, ‘prossimità’, che oggi sono diventate vuote omelie - continua Morassut - è affrontare il nodo della fiscalità urbana. Chi ci mette le risorse per fare città più belle? Come finanzi l’edilizia sociale e dove la fai? Come finanzi il trasporto pubblico? Come mantieni lo spazio pubblico? Parliamo di sussidiarietà. Che non è una poesia. È lotta sociale. Equilibrio sociale. Tra soggetti diversi e classi diverse. Con interessi diversi che lo stato e le leggi devono regolare”.
“Diciamola chiara: il Italia - spiega ancora il deputato dem - gli oneri per le obbligazioni pubbliche delle trasformazioni territoriali arriva a mala pena al 5% del valore. In Europa oscilla tra il 20 e il 50. Qui le opere pubbliche le fa praticamente solo il pubblico. Quando può. In secondo luogo la rigenerazione urbana: in Italia, ha un carattere edilizio, puntuale. Invece deve essere un’azione integrata di comparti e pezzi di città e per farlo ci vogliono efficaci politiche incentivanti. Ma qui si dà il premietto di cubatura sul palazzetto. Come i piani casa che dal 94 si sono spammati in tutto il paese. Facciamo una legge seria, moderna, sul governo del territorio (che è cosa diversa e più ampia della rigenerazione urbana) che tolga di mezzo il vecchiume della 1150 del 42 ma ne conservi la filosofia di visone generale”.
“Purtroppo - conclude Morassut - sono discussioni che il sistema politico italiano e anche l’impresa italiana non sanno fare. Perché sono malati di miopia cronica. Si guarda la normetta, il ‘particulare’. Viva Guicciardini e abbasso Machiavelli, si potrebbe dire. Alla Camera una Pdl del Pd c’è. Se ne discuta. È una legge complessiva. C’è una proposta dell’Inu. Se ne discuta. Non facciamo più opera lirica, per favore”.
“L’istituzione di una commissione di inchiesta sul dissesto idrogeologico è completamente inutile”. Lo ha ribadito, in un’intervista a Radio Radicale, il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, già sottosegretario all’Ambiente. “Per quello che riguarda la valutazione dell’efficienza del sistema - continua Morassut - ci sono già le indagini contabili della procura della Corte dei Conti e delle procure regionali, che sono perfettamente in grado di far emergere limiti e ritardi. Per quello che riguarda, invece, la realizzazione delle opere di prevenzione, bisogna far leva su una maggiore responsabilizzazione delle Regioni e di un raccordo maggiore con le autorità di distretto, fino a ipotizzare un’integrazione tra le due realtà, unificando pianificazione e realizzazione delle opere. Si potrebbe immaginare un’agenzia nazionale per il dissesto idrogeologico su modello dell’Anas e articolata per regioni. Il Parlamento dovrebbe dunque discutere di riforme reali, non utilizzare le commissioni di inchiesta per fare propaganda o per usarle come clava contro gli avversari politici”.
“Il 16 ottobre del 1943 è un monito per cancellare la morte che è in ognuno di noi. Per cancellare l’illusione di vincerla eliminando chi è diverso e ti pone un problema con la sua stessa esistenza. Il crimine nazista di 81 anni fa, come tutti i crimini compiuti dal nazismo, da tutte le ideologie totalitarie e da tutti i regimi che trasformano la fede in ascia di morte, sono il male oscuro che è nella vita che diventa morte. Oggi ricordiamo le vittime di questo demonio che non sparirà mai e che va continuamente cacciato dai nostri cuori e dalle nostre menti. Ricordiamo la santità del popolo ebraico e di tutti i popoli vittime di questo demonio, ieri, oggi, domani”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Oggi, in Commissione Trasporti, ho chiesto all’Amministratore delegato di RFI quali garanzie l’azienda ritiene di avere avuto dal Ministro Salvini e dal Governo riguardo alla copertura finanziaria del Piano industriale 2024-2033 pari a 124 miliardi di euro. Queste garanzie, per una media di circa 15 miliardi annui, attualmente non esistono. Il Piano industriale è infatti “scoperto” e il Governo pensa di ricorrere alla cessione di parte del pacchetto azionario delle Ferrovie o attraverso le emissioni di titoli “infrastrutturali” comunque insufficienti nelle stime per coprire il programma di modernizzazione della rete ormai indispensabile come dimostra il calo di efficienza del servizio. Su questo nessuna risposta è venuta da RFI”. Lo ha detto il deputato del Pd Roberto Morassut, a margine dell’audizione dell’ad di RFI Gianpiero Strisciuglio in commissione Trasporti alla Camera, alla luce dei recenti disservizi e criticità del sistema ferroviario italiano.
“Il Partito Democratico compie 17 anni. Nacque da una grande intuizione di Walter Veltroni e sulla spinta di una società che stava cambiando. Di quei giorni ricordo tante discussioni, interventi, ma soprattutto il bozzetto del nuovo simbolo: era una bandiera appena mossa come quella del Pci, con un tricolore tra le lettere e lo sfondo e una piccola foglia d’ulivo nel basso. Il Partito Democratico nasceva con l’obbiettivo di cambiare la forma dello Stato, le forme della partecipazione popolare, la cultura politica della Sinistra”. Lo ricorda il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, in un post su Facebook.
“Dopo 17 anni - continua Morassut - questi obbiettivi non sono di stati raggiunti nella modalità e nella qualità sperata. Il mondo è andato da un’altra parte e anche la partecipazione e la politica sono state fortemente condizionate da processi sconvolgenti nel campo finanziario e dei social, per essere brevi. Penso da tempo che il grande progetto del Pd debba ripartire da queste grandiose trasformazioni e fare un punto e a capo, rilanciando i valori di quella scelta ma adeguando forme organizzative e proposte politiche. Questo vuol dire fare una Costituente democratica e non una rituale conferenza di organizzazione come facevano i partiti della Prima Repubblica per aggiustare qualcosa. Una costituente democratica che si rivolga all’enorme campo di energie democratiche che condividono i nostri valori ma non sono disposti ancora a essere parte organica della nostra comunità”.
“Chi passa i confini di uno Stato indipendente è sempre un invasore. Netanyahu, che è un leader guerrafondaio e di estrema destra, sta isolando Israele dalla Comunità Internazionale. Bisogna essere molto accorti a non trasformare la condanna a Netanyahu in una spinta antisemtita. Occorre distinguere tra questo governo e lo Stato e il popolo di Israele. Così come tra il popolo palestinese e i terroristi di Hamas”. Così il deputato Roberto Morassut, intervenuto durante la trasmissione ‘Il sabato di RaiNews’ in onda su RaiNews24.
“Una tassa patrimoniale verso i detentori di grandissimi patrimoni è una misura giusta, di stile anglosassone e non ha nulla di depredatorio. Quando vedi che, dopo venti anni di effetti distorti della globalizzazione e della unificazione monetaria, europea c’è un gruppetto di popolazione che ha accumulato enormi ricchezze e una massa di popolazione enorme che si è impoverita, che il ceto medio è stato frantumato e da stabilizzatore sociale è diventato la fonte dell’estremismo e della rabbia, devi intervenire”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Qui non si tratta di tassare genericamente la casa - continua - ma di prelevare oltre certe soglie. Soglie molto alte. Secondo calcoli già ben noti, prodotti da molte organizzazioni internazionali, solo in Italia una patrimoniale di aliquote controllate, applicata ai patrimoni e rendite superiori ai 5 milioni e mezzo, produrrebbe un beneficio per l’erario di 10 miliardi all’anno. Un decimo del monte evasione consolidato, che comunque andrebbe ridotto con misure antievasione che questo governo non fa”.
“Naturalmente - conclude il parlamentare dem - la patrimoniale dovrebbe essere finalizzata esplicitamente ad un programma di misure sociali e ambientali precise: sanità, scuola, casa e transizione ecologica. Anche così, noi riformisti, democratici e socialisti della metà di questo secolo dobbiamo coniugare uguaglianza sociale e transizione ecologica”.
“È gravissimo l’attacco delle forze armate israeliane contro la base italiana e la Missione Unifil in Libano. Netanyahu sta trascinando il popolo di Israele in una guerra contro tutti che va ben oltre la legittima reazione agli atti terroristici di Hamas iniziati il 7 ottobre del 2023”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Va ormai distinta, sempre più, la responsabilità criminale di Netanyahu e del suo governo dal diritto del popolo e dello Stato ebraico alla sicurezza e alla pace - continua Morassut - che vanno garantiti e tutelati come quelli del popolo palestinese. Non c’è altra via che quella dei ‘due popoli e due Stati’ nel quadro di una intesa di grande respiro mondiale”.
“Ma oggi - conclude il deputato dem - il governo Netanyahu è un ostacolo a questo percorso. E ci si deve augurare che presto il popolo di Israele possa trovare la via di un’alternativa politica ad un governo che sta gettando un’ ingiusta e pericolosa ombra negativa su tutto Israele. Una nazione che è stata e che resta simbolo della lotta al razzismo e alla guerra”.