"Roma bloccata. Ore terrificanti per i cittadini in auto e per i lavoratori del trasporto pubblico. È ora che Matteo Salvini si dimetta. Ha ampiamente dimostrato di non essere in grado di svolgere il suo ruolo”. Lo scrive su X il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“I lavori della Commissione proseguiranno per tutto il tempo consentito dalla legislatura in corso. Alle attività di audizione e di raccolta documenti che sono in corso seguirà un lavoro di stesura di una o più relazioni conclusive. È del tutto evidente che siamo di fronte ad una mole di lavoro notevole che richiede tempo. Tutti gli elementi più significativi vengono e verranno trasmessi alla Magistratura che sta svolgendo il proprio lavoro di ripresa delle indagini”. Lo ha detto il deputato del Partito Democratico e vicepresidente della Commissione Bicamerale d'inchiesta sui casi Orlandi e Gregori, Roberto Morassut, in un’intervista a FanPage.
“Noi non stiamo risolvendo un giallo - ha spiegato Morassut - questo sia chiaro. La ricostruzione di una architettura criminale, perché di questo comunque parliamo, che ha portato alla scomparsa di Emanuela Orlandi e forse anche di Mirella Gregori, magari non sotto la stessa mano o regia è fondamentale per capire meglio anche i fatti specifici. È la lettura di un pezzo di storia italiana e forse del ‘potere’ stratificato, articolato che ha sempre in Roma un suo centro nevralgico. E che da sempre si nutre di danaro e anche di sesso. Questa architettura è fatta di adescatori professionali, che agivano e forse ancora agiscono con metodo, di ‘distributori’ e di utilizzatori finali. Questa architettura, secondo me, può spiegare molte cose”.
“Il M5S ha chiuso un ciclo. Il suo ruolo è quello di una forza civica progressista che può incontrare il Pd per un grande partito movimento unitario”. Lo scrive il parlamentare del Partito Democratico, Roberto Morassut, in un articolo sul Riformista.“È evidente - spiega Morassut - che il profilo di un Movimento indipendente dalla destra e dalla sinistra è davvero finito. L’avvento al governo, per la prima volta, di forze di destra estrema impone una scelta di campo e il congresso l’ha in qualche modo compiuta. È finito il tempo delle ‘scatole di tonno’ e gli attacchi di Grillo non saranno contenuti ondeggiando tra passato e presente”.
“Serve una svolta vera e sincera nella prospettiva del Movimento e io credo che, invece, è il carattere civico e di sinistra che può essere prezioso non perdere e può implementare il profilo di un Pd aperto ma pur sempre forgiato dalla forma partito classica”, continua Morassut che poi aggiunge: “Credo che nei tempi più ravvicinati per passare dai ‘no’ alla costruzione più chiara di una proposta per l’alternativa si debba iniziare a costruire, più che un ‘fronte popolare’, un ‘patto di unità d’azione’ tra le opposizioni che punti a un grande appuntamento, agli Stati Generali del campo delle opposizioni che metta in gioco un ‘programma fondamentale’ per l’Italia, faccia emergere i valori comuni che ci uniscono, esalti i si oltre ai no”.
“La precettazione dei lavoratori del trasporto pubblico, annunciata dal ministro Salvini, sarebbe la beffa dopo il danno e un enorme atto di arroganza. Salvini e li governo non hanno tutelato il trasporto pubblico locale trascurando investimenti essenziali e negandoli ancora in Legge di bilancio. Sono scelte che colpiscono lavoratori e viaggiatori. Servono due miliardi, c’è poco da precettare. Bisogna investire. Bisogna tutelare la sicurezza del personale che è a rischio e garantire il servizio per i cittadini e per i turisti”. Lo ha detto il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, durante il convegno “Il sistema dei trasporti alla vigilia del Giubileo” organizzato da Uiltrasporti.
“Il caso di sospetta contaminazione al plutonio alla Casaccia conferma l’urgenza di una soluzione per l’individuazione di un deposito unico dei rifiuti nucleari. La procedura da me avviata nel 2020 come viceministro all’Ambiente è stata poi rallentata, per paura di decidere. Con le solite barocche lungaggini da ‘tavoli di consultazioni’ che in politica sono tanto gratificanti per chi le promuove quanto inconcludenti e in questo caso dannose”. Lo scrive in una nota il deputato del Partito Democratico e già viceministro all’Ambiente, Roberto Morassut.
“Sono trent’anni - continua - che si aspetta l’individuazione di un sito per i rifiuti a bassa e molto bassa attività e di uno per quelli ad alta attività. Due scelte urgenti che comportano procedure complesse che non avrebbero dovuto essere impastoiate una volta avviate. Ma intanto l’Italia paga multe, infrazioni e corre rischi. Adesso basta, si decida. E ci si assuma le responsabilità che comporta governare”.
“Matteo Salvini difende e giustifica Netanyahu, un criminale di guerra che sta infangando la tradizione democratica di Israele. Tra un po’, magari, indosserà una maglietta con il suo viso come fece con Putin. Salvini sta sempre dalla parte sbagliata. Va sempre fuori binario”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Con la vittoria di Donald Trump, si pone un problema di rifondazione dell'Internazionale Socialista”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, nel corso di un’intervista a Radio Radicale. “L’Internazionale Socialista o esiste e si raccoglie intorno ad alcune linee fondamentali strategiche, un'analisi del mondo condivisa, un raccordo più ampio, oppure se non esiste è meglio che si sciolga. Sul tavolo c’è un tema di rifondazione del movimento democratico e socialista internazionale. E si deve fare sulle grandi opzioni di giustizia sociale, di transizione ecologica, di rapporto tra le grandi aree del mondo”, aggiunge.
“È un grandissimo tema - conclude - che forse dovrebbe essere al centro anche del nostro dibattito. Vedremo se questo dibattito si allargherà all'Internazionale Socialista oppure se resterà dentro i confini degli Stati, dove mi sembra tutti stiano cercando di affrontare il problema ‘molecolarmente’, ma credo che così sarebbe un disastro. C'è invece la necessità di un grande raccordo di un pensiero condiviso sulle grandi linee. E l'unica sede che vedo è quella dell'Internazionale Socialista, però ha bisogno di una rifondazione, sia strutturale e organizzativa che di pensiero”.
“Il taglio del 20% delle risorse per il completamento della metro C è una grave scelta contro la Capitale, più che contro la sua amministrazione. La Linea C è una spina dorsale della città, la linea metropolitana più lunga d’Europa, con 29 stazioni e 26 km, che collega l’estrema periferia con il centro storico e con la città oltre il Tevere”. Così i deputati del Partito Democratico, Andrea Casu e Roberto Morassut, in una nota.
“Questa opera pubblica - spiegano i parlamentari Pd - è la più importante in fase di realizzazione a Roma, non un’opera ordinaria. In Commissione Trasporti abbiamo chiesto al Governo di assumere un impegno per il reintegro di questi fondi già dal prossimo anno, ma neanche questa mediazione è stata accettata. C’è una scelta contro Roma che arriva da un Governo presieduto da una premier romana solo a parole, ma non nei fatti”.
“Nel corso della mia attività di parlamentare ho a lungo seguito e seguo l’attività della Commissione d’inchiesta sulle perfierie urbane e metropolitane. Prima come relatore e vice presidente e ora come capogruppo del Pd. Ho potuto apprezzare nei vari sopralluoghi svolti a Napoli la grande autorevolezza di Gaetano Manfredi come Sindaco di Napoli, come esponente della classe dirigente e amministrativa del Mezzogiorno e il rispetto di cui gode tra i cittadini napoletani e del Sud e tra ampi strati intellettuali della città, non solo del Pd o del centrosinistra ma ben oltre il nostro perimetro consolidato”. Lo scrive in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Sono certo - continua Morassut - che se egli ricoprisse il ruolo di presidente ANCI trasferirebbe questa autorevolezza nel contesto della rete dei Comuni italiani di tutto il Paese senza distinzioni. Il fatto che non sia iscritto al Pd mi sembra una cosa che rafforza il Partito, capace di avere relazioni con forze più ampie. Dico questo senza avere alcuna diretta influenza sulle vicende interne dell’ANCI e con la piena stima anche di altri possibili candidati”.
“Ma credo - conclude il deputato dem - che sarebbe importante in questo momento, che vede l’unità nazionale messa in discussione da leggi scellerate, avere un punto forte di tenuta e di rilancio che parta dal Sud, l’area più penalizzata dal progetto di autonomia differenziata, ma che sappia avere una dimensione pienamente nazionale”.
“Come tanti tifosi romanisti sono addolorato e preoccupato perché la Roma sembra aver perso la cosa più importante che ha sempre avuto anche nei periodi più bui: l’orgoglio e l’appartenenza. Persino i giocatori simbolo sono staccati dai colori. Perché è accaduto questo? Non è una cosa di ieri. È profonda. La Roma trasformata in un’agenzia non può aver senso. La risorsa della Roma è il cuore e questo è stato messo in un cestino. Questo è uno di quei momenti in cui serve un ‘tumultus’, come si diceva nei tempi antichi. La raccolta di tutte le forze sotto un ‘dictator’, che non era il dittatore moderno ma un capo a tempo autorevole e indiscusso, che metteva tutti sotto la sua autorità. Anche i senatori”. Così in una nota il deputato romano del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Marco Bucci ha vinto le elezioni in Liguria perdendo nella “sua” Genova e recuperando i voti di scarto nel feudo di Scajola, quello che viveva in una casa senza sapere chi gliela aveva regalata”. Lo scrive su X il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Marco Bucci ha vinto le elezioni in Liguria perdendo nella “sua” Genova e recuperando i voti di scarto nel feudo di Scajola, quello che viveva in una casa senza sapere chi gliela aveva regalata”. Lo scrive su X il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Aspettiamo il voto in Umbria e in Emilia Romagna, magari le analisi generali sulla fase politica cambieranno ancora ma intanto forse è utile immaginare un momento comune tra tutte le forze di opposizione, una sorta di Stati Generali del centrosinistra che, da qui a un anno, possa dare quella base comune e riconosciuta da tutti di cui c’è bisogno in questo momento”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“In Italia l’urbanistica è morta. Forse lo è in assoluto. L’urbanistica è organizzazione dello spazio fisico secondo principi che rispondono ad una visione della vita. Persa la visione. Ogni visione, l’urbanistica è morta. Galleggiamo tra relitti di slogan, falsità, illusioni, conformismo verbale. Il piano casa è diventato sinonimo di speculazione edilizia. In venti anni non ha prodotto mezza casa popolare”. Lo ha detto il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, durante il convegno “Progetto di futuro: in quali città e territori vogliamo vivere?”, che si è svolto alla Camera dei Deputati.
“La rigenerazione urbana ha spiegato l’ex sottosegretario all’Ambiente - è un trucchetto per fare edifici più belli nelle zone già pregiate dove il metro quadro ha valori stellari e può reggere i costi più alti delle innovazioni. Le città sono diventate e diventeranno in Italia luoghi infernali con gironi più crudeli laddove la povertà sociale e territoriale appare indomabile”.
“L’unico modo per dare sostanza a tante parole come ‘rigenerazione’, ‘sostenibilità’, ‘accessibilità’, ‘prossimità’, che oggi sono diventate vuote omelie - continua Morassut - è affrontare il nodo della fiscalità urbana. Chi ci mette le risorse per fare città più belle? Come finanzi l’edilizia sociale e dove la fai? Come finanzi il trasporto pubblico? Come mantieni lo spazio pubblico? Parliamo di sussidiarietà. Che non è una poesia. È lotta sociale. Equilibrio sociale. Tra soggetti diversi e classi diverse. Con interessi diversi che lo stato e le leggi devono regolare”.
“Diciamola chiara: il Italia - spiega ancora il deputato dem - gli oneri per le obbligazioni pubbliche delle trasformazioni territoriali arriva a mala pena al 5% del valore. In Europa oscilla tra il 20 e il 50. Qui le opere pubbliche le fa praticamente solo il pubblico. Quando può. In secondo luogo la rigenerazione urbana: in Italia, ha un carattere edilizio, puntuale. Invece deve essere un’azione integrata di comparti e pezzi di città e per farlo ci vogliono efficaci politiche incentivanti. Ma qui si dà il premietto di cubatura sul palazzetto. Come i piani casa che dal 94 si sono spammati in tutto il paese. Facciamo una legge seria, moderna, sul governo del territorio (che è cosa diversa e più ampia della rigenerazione urbana) che tolga di mezzo il vecchiume della 1150 del 42 ma ne conservi la filosofia di visone generale”.
“Purtroppo - conclude Morassut - sono discussioni che il sistema politico italiano e anche l’impresa italiana non sanno fare. Perché sono malati di miopia cronica. Si guarda la normetta, il ‘particulare’. Viva Guicciardini e abbasso Machiavelli, si potrebbe dire. Alla Camera una Pdl del Pd c’è. Se ne discuta. È una legge complessiva. C’è una proposta dell’Inu. Se ne discuta. Non facciamo più opera lirica, per favore”.
“L’istituzione di una commissione di inchiesta sul dissesto idrogeologico è completamente inutile”. Lo ha ribadito, in un’intervista a Radio Radicale, il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, già sottosegretario all’Ambiente. “Per quello che riguarda la valutazione dell’efficienza del sistema - continua Morassut - ci sono già le indagini contabili della procura della Corte dei Conti e delle procure regionali, che sono perfettamente in grado di far emergere limiti e ritardi. Per quello che riguarda, invece, la realizzazione delle opere di prevenzione, bisogna far leva su una maggiore responsabilizzazione delle Regioni e di un raccordo maggiore con le autorità di distretto, fino a ipotizzare un’integrazione tra le due realtà, unificando pianificazione e realizzazione delle opere. Si potrebbe immaginare un’agenzia nazionale per il dissesto idrogeologico su modello dell’Anas e articolata per regioni. Il Parlamento dovrebbe dunque discutere di riforme reali, non utilizzare le commissioni di inchiesta per fare propaganda o per usarle come clava contro gli avversari politici”.