“Mentre il ministro Urso ancora una volta si avventura in intemerate contro ‘paraocchi e ideologia’ dell’opposizione, come ha fatto oggi al forum Automotive, sotto i suoi occhi Giorgetti azzera di fatto il fondo automotive previsto dal governo Draghi ed ereditato da Urso” Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo, che sottolinea come con la legge di bilancio il fondo automotive passi da uno stanziamento iniziale di 5,8 miliardi di euro, tra il 2025 e il 2030, a 1,2 miliardi di euro complessivi: “un taglio dell’80% che colpisce duramente il settore, che per affrontare le sfide estremamente impegnative della transizione ecologica e digitale e della crescente competizione globale ha invece bisogno di rilevanti politiche di sostegno”. “L’unico ad avere i paraocchi – attacca Peluffo - è il ministro Urso che neanche si è accorto di essere stato commissariato nei fatti da Giorgetti. Urso dimostra ancora una volta di non essere all'altezza: non ha più agibilità politica e dovrebbe dimettersi”.
“Presi con le mani nella marmellata. È bastato rendere pubblico l’emendamento predisposto da Fratelli d’Italia al Ddl Concorrenza per creare grande imbarazzo nel partito della presidente Meloni che si è affrettato a inviare una nota stampa che cerca di smentire, senza chiarire (accolto da chi?), cos'è accaduto sulla norma che puntava a reintrodurre l’odiosa tassa sulle ricariche dei telefonini. Continueremo a vigilare perché i costi delle difficoltà delle Tlc non portino a nuove tasse per i cittadini”. Così i deputati democratici, Andrea Casu, Vinicio Peluffo e Silvia Roggiani che sottolineano: “il passo indietro è una vittoria dei consumatori”.
"Bloccare il telemarketing selvaggio con la tecnologia. Il registro delle opposizioni, anche con le modifiche introdotte recentemente, continua ad essere aggirabile e per questo motivo abbiamo presentato due emendamenti al Disegno di Legge sulla Concorrenza per tutelare concretamente i consumatori". è quanto dichiarano i capogruppo Pd in Commissione Ambiente e Attività Produttive Marco Simiani e Vinicio Peluffo sul provvedimento in discussione a Montecitorio.
"Le due proposte sono complementari ma sono efficaci anche singolarmente. La prima costringe gli operatori e le imprese ad evidenziare nel display del telefono che l'utente sta per ricevere una chiamata di natura commerciale mentre il secondo emendamento specifica che tutte le tipologie di telemarketing debbano essere associate ad un prefisso unico immediatamente riconoscibile. Si tratta di strumenti innovativi, oggi facilmente applicabili, che metterebbero finalmente ordine nella giungla di chiamate fastidiose, spesso aggressive e non trasparenti, che colpiscono ogni giorno milioni di cittadini", concludono Marco Simiani e Vinicio Peluffo.
Subito passo indietro, crisi Tlc non ricada su consumatori
“Fdi ritiri subito l’emendamento che reintroduce l’odiosa tassa di due euro sulle ricariche dei telefonini. Una scelta incomprensibile: la crisi delle Tlc deve essere affrontata guardando al futuro e non certo al passato. E i costi non possono ricadere sui consumatori”. Così i deputati democratici, Andrea Casu, Vinicio Peluffo e Silvia Roggiani commentano l’emendamento presentato da Fdi al ddl concorrenza.
"Non si può più restare fermi dopo l'audizione di Tavares. Il governo deve agire subito: stiamo parlando di un settore strategico per l'economia nazionale. L'automotive sta attraversando un momento di grande difficoltà, con un preoccupante calo delle vendite e delle immatricolazioni. La produzione si è ormai spostata in Cina, penalizzando in particolare il nostro Paese, che soffre a causa delle decisioni di Stellantis di ridurre ulteriormente la produzione nei suoi stabilimenti italiani. La crisi del settore non è nuova: negli ultimi 17 anni, la produzione di auto è crollata del 70%, e Stellantis non sta fornendo risposte adeguate, sottovalutando le pesanti conseguenze per l'Italia. È paradossale che, in questa situazione, Stellantis continui a richiedere incentivi pubblici, finanziati dai cittadini stessi, che vedono chiaramente il disimpegno dell'azienda e il progressivo svuotamento degli stabilimenti, con drammatiche ripercussioni occupazionali. Il vero problema di Stellantis è la competitività. L'azienda dovrebbe prestare ascolto ai sindacati che scenderanno in piazza con una piattaforma di richieste che condividiamo pienamente", conclude il capogruppo democratico nella commissione Attività produttive della Camera che è intervenuto in aula alla Camera nel corso della discussione delle mozioni sull’automotive.
“I dati offerti oggi da Tavares in audizione erano noti da tempo. Quello che invece ci aspettavamo erano proposte concrete di un nuovo piano industriale di Stellantis, garanzie sul futuro dei lavoratori e investimenti su ricerca, sviluppo e produzione in Italia. Non possiamo quindi essere soddisfatti dalle parole di Tavares che ci preoccupano perché inducono a pensare ad un disimpegno e disinvestimento dell'automotive in Italia”. Così il deputato dem Vinicio Peluffo, dopo l'audizione dell'ad di Stellantis, Carlos Tavares.
“A fronte del crollo della produzione – continua il Capogruppo Pd in Commissione Attività produttive - l'impennata della cassa integrazione, gli incentivi all'esodo, la riduzione dei centro di ricerca e progettazione e il blocco dello sviluppo della Gigafactory di Termoli è necessario che Stellantis si assuma responsabilità e dia risposte concrete”. “Tavares non si presenti al Parlamento italiano solo per richiedere aiuti senza presentare alcun piano industriale”, conclude Peluffo.
Dov’è finita la Meloni che prometteva nel suo programma in campagna elettorale di abbassare le accise? Appena arrivata a palazzo Chigi ha tolto il taglio che aveva introdotto il governo Draghi e adesso addirittura le aumenta. Quanto è distante la propaganda dei sovranisti dall’azione di governo. A pagarne le spese sono però le famiglie italiane.
Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione Attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo.
Su politiche industriali nessuna idea né iniziativa”
L’audizione del ministro Urso è l’ennesima occasione mancata. Chissà se il suo nuovo annuncio sulla riforma dell’amministrazione straordinaria farà la stessa fine del riordino del settore della distribuzione dei carburanti, annunciato in pompa magna da mesi e non ancora deliberato dal cdm. Sui costi dell’energia, che è il problema qui ed ora delle industrie italiane, si rimanda ad un programma nucleare ancora tutto da inventare, come a dire ne riparliamo tra dieci anni e nel frattempo il governo rende impossibile la vita a chi vuole installare impianti da fonti rinnovabili. Il decreto transizione 5.0 è un percorso ad ostacoli che rende difficile l’accesso a fondi derivanti dal Pnrr e quindi a scadenza breve. Ma è soprattutto sulle politiche industriali che non ci siamo, nessuna idea e nessuna iniziativa, a partire dal livello europeo, dove è fondamentale mettere a disposizione risorse e strumenti per accompagnare la doppia transizione ecologica e digitale. Ne va della capacità competitiva dell’Italia e dell’Europa e su questo deve sentirsi forte e chiara la voce del governo, che anche oggi non si è sentita.
Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione Attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo
Peluffo, momento delicato, fondamentale dare voce ai lavoratori
"L'11 ottobre Stellantis sarà in audizione presso la Commissione attività produttive, della Camera, con l'Amministratore Delegato Carlos Tavares, per discutere il futuro del Gruppo. Si tratta di un appuntamento cruciale per comprendere gli scenari futuri del settore automotive, che richiede un'analisi approfondita dei piani strategici dell'azienda. Tuttavia, come Partito Democratico, riteniamo fondamentale che a questo confronto si affianchi un'analoga audizione dei sindacati metalmeccanici, in particolare alla luce dello sciopero annunciato per il 18 ottobre. Solo ascoltando tutte le parti coinvolte potremo avere un quadro completo delle esigenze e delle preoccupazioni dei lavoratori, e dare risposte concrete a una crisi che riguarda l’intero settore automotive che non sta trovando attenzione da parte del governo. Per questo motivo, abbiamo richiesto in Commissione l’audizione dei sindacati, affinché anche le loro istanze siano adeguatamente rappresentate in Parlamento. Il dialogo con i sindacati è essenziale per affrontare le sfide future e garantire un confronto costruttivo tra le parti sociali. Non possiamo permetterci di ignorare le richieste dei lavoratori in un momento così delicato." Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione Attività produttive della Camera, Vinicio Peluffo.
“La mancata risposta da parte del governo alla nostra interrogazione in favore di un rapido riordino della disciplina e della razionalizzazione dei settori della distribuzione del gas rischia di creare il caos nel settore e, soprattutto, di mettere a rischio la concorrenza a scapito dei cittadini. Il settore della distribuzione del gas naturale contemplava la costituzione di 172 Atem. Ad oggi soltanto nove gare sono state assegnate, e una ventina avviate ma non ancora concluse. Ma con la domanda di gas in calo, tale approccio è ormai obsoleto: le gare dovrebbero valorizzare le offerte in grado di garantire un miglioramento qualitativo delle reti, l'efficienza energetica, la performance ambientale e la digitalizzazione. La proposta di drastica riduzione del numero degli ambiti territoriali oggetto di gara a solo 7 presenta non poche criticità, anche alla luce della annunciata acquisizione, da parte di Italgas, del secondo operatore nazionale della distribuzione gas, 2i Rete Gas. Il rapido riordino della disciplina e la razionalizzazione dei settori della distribuzione del gas e dell’energia elettrica sono certamente urgenti e necessarie, ma occorre perseguire l’obiettivo di un’opportuna relazione funzionale tra ricerca di una dimensione minima efficiente a livello industriale e garanzia di un adeguato livello di partecipazione degli operatori alle gare. E’ essenziale evitare gli errori ai danni dei consumatori già avvenuti nella gestione della fine della maggior tutela”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Attività produttive alla Camera, Vinicio Peluffo.
Lo stop ai fondi del Pnrr previsti per la gigafactory di Termoli, annunciato oggi dal ministro Urso, è una pessima notizia, che è il risultato dell’incertezza del governo sulle politiche industriali legate all’automotive. È necessario invece procedere senza esitazione alla realizzazione della gigafactory, per questo chiediamo a Stellantis di rafforzare l’attuale produzione di motori e al governo di mantenere a disposizione di Termoli i fondi indispensabili al rilancio di un nuovo progetto industriale per rilanciare lo stabilimento e salvaguardare l'occupazione.
Così Vinicio Peluffo, capogruppo Pd in Commissione Attività produttive di Montecitorio.
“WACC (Weighted Average Cost of Capital) è il Costo Medio Ponderato del Capitale e rappresenta il costo medio che un'azienda deve sostenere per finanziare le proprie attività. Livelli inadeguati del tasso di remunerazione pregiudicano infatti la possibilità di finanziare i nuovi investimenti, mentre livelli troppo elevati possono favorire fenomeni di sovra-investimento, a discapito dell’economicità del servizio. Il WACC è un importante strumento per l'Autorità di regolazione per energia reti e ambiente (ARERA) nella messa a punto delle tariffe energetiche e nella valutazione degli investimenti nel settore”. Questo è il testo dell'interrogazione presentata da deputati Pd Vinicio Peluffo e Marco Simiani, Capigruppo in Commissione Attività produttive e Ambiente, con cui chiedono al governo di riferire quali siano i livelli di WACC italiano 2020-2024 a confronto con Germania, Francia, Spagna, Austria e area Scandinava e quanto impattino sulla composizione delle tariffe e sulla Base Asset Regolata (RAB) presa a riferimento anno per anno.
“Il Governo Meloni vuole riaprire le centrali nucleari ma non riesce nemmeno a gestire in maniera seria ed efficace la messa insicurezza dei rifiuti radioattivi presenti attualmente nel nostro paese. Il caos Sogin, il cui amministratore delegato è stato nominato nonostante indagini e a suo carico, è la cartina tornasole di una destra che nomina solo gli amici, annuncia progetti futuristici ma è totalmente incapace di garantire la sicurezza dell’esistente”: è quanto dichiara una nota congiunta di Marco Simiani e Vinicio Peluffo, rispettivamente capogruppo Pd in Commissione Ambiente ed Attività Produttive di Montecitorio sull’attività della società controllata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze.
“Sulle politiche energetiche in generale e sul nucleare in particolare l’approccio del Ministro Urso è sconcertante. Non c’è nessuna programmazione seria mentre viene boicottato il rilancio delle rinnovabili; i risultati sono evidenti: costi in aumento e insostenibili per famiglie ed imprese ed extraprofitti solo per i grandi colossi del settore”: conclude la nota.
“Oggi i lavoratori di Aast, - Arvedi Acciai Speciali Terni - apprendono che la risposta al problema del costo dell'energia arriverà forse tra vent'anni. Ma il problema è oggi e quello che succede nel sito umbro è il simbolo di cosa provoca l'inadeguatezza e l'inadempienza di questo governo. A pagarne le conseguenze sono i lavoratori in cassa integrazione e l'impresa”. Lo dichiara Anna Ascani, vicepresidente della Camera, intervenendo in replica al Question Time al ministro Urso sul fermo per una settimana di uno dei due forni elettrici di Aast con la messa in cassa integrazione ordinaria per circa 200 persone.
“La vicenda di Aast – continua Ascani - non è locale o solo umbra ma nazionale ed europea. Parliamo di energia, una funzione strategica che determina il futuro del nostro Paese e la sola risposta del ministro è un'ipotesi sul nucleare che si potrà attuare tra 20 anni per mettere una toppa? Senza una soluzione immediata si creerà disoccupazione, desertificazione del territorio e un danno enorme allo sviluppo dell'Italia”. “Vi definite patrioti, ma quando c'è da difendere un sito come quello di Terni bisogna dimostrare di esserlo. Ora siete semplicemente assenti” ha concluso Ascani.
Nel presentare l'interrogazione a Urso, il Capogruppo PD in Commissione Attività produttive, Vinicio Peluffo ha fatto notare come “nonostante l'Italia abbia uno tra i costi maggiori in Europa per l'energia elettrica - 97€ per MWh – il governo ha brillato per la sua inerzia e l'incapacità a definire serie politiche industriali e siderurgiche e, nel caso di Terni, a non dare prospettive future concrete”.
“Il governo Meloni in due anni non ha fatto nulla per modificare il costo dell’energia elettrica e siamo estremamente preoccupati per la mancanza di visione industriale e per la totale assenza di iniziative di rilancio della produzione siderurgica nazionale. Per questo chiediamo al ministro Urso quali iniziative il governo intenda attuare nel quadro di politiche di rilancio della produzione siderurgica nazionale, e se intenda dare impulso e prospettiva al sito di Aast, Arvedi Acciai Speciali Terni Terni, al piano industriale e all'accordo di programma”.
Questo il question time del Pd firmato dai deputati Ascani, Peluffo, De Micheli, Di Sanzo, Gnassi, Orlando, Ghio, Ferrari, Casu, Fornaro, che verrà discusso domani nell’Aula della Camera.