“Sono in gioco i cardini della nostra collocazione nel mondo”
Giorgia Meloni deve venire in aula, perché siamo alla fine del mondo di ieri. Gli alleati che ci avevano aiutato a liberarci dall’abisso del nazifascismo, oggi spalleggiano gli estremisti di destra, nostalgici del nazismo, in Germania. L’idea di escludere l’Europa dal negoziato per la pace in Ucraina è un attacco diretto al nostro continente. A quel tavolo l’Europa deve starci, perché la pace, una pace giusta e sicura, è il nostro primo interesse.
Il governo nelle scorse settimane, con l’improvvida solitaria presenza della premier alla cerimonia giuramento di Trump, aveva chiarito la sua strategia. Un rapporto privilegiato con la nuova amministrazione americana da far valere nel nostro continente. Ma in pochi giorni si è aperta una voragine nell’Atlantico. Una voragine strategica, politica, economica e persino morale. Bisogna prenderne atto. E reagire. Certo, serve la difesa comune, non liberare le spese nazionali magari per comprare dalle industrie belliche americane. Ma serve anche e soprattutto la politica. Una reale autonomia strategica. La costruzione di un’architettura di sicurezza e di pace. Il rilancio del multilateralismo. Sono in gioco i cardini della nostra collocazione nel mondo. L’Italia deve scegliere da che parte stare. Il Governo deve dirci da che parte vuole stare. Se partecipare al rilancio di un necessario protagonismo dell’Europa o continuare a stare dalla parte di chi vuole picconare la nostra costruzione comune.
Così il deputato Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Partito democratico.
“Putin sostiene che l’Europa “si metterà ai piedi del padrone” e Trump rilancia le sue parole. Ma viene spontaneo chiedersi: cosa ne pensa la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni? Perché, a ben vedere, la prima ad essersi comportata come dice Putin sembra essere proprio lei, che non perde occasione per allinearsi a ogni decisione di Washington, anche a discapito degli interessi italiani ed europei, dai dazi agli attacchi agli organismi internazionali” così il responsabile nazionale esteri del Pd, Peppe Provenzano commenta le dichiarazioni di Putin, contenute in un articolo della Cnbc che è stato rilanciato dal Presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, con un post sul suo profilo su 'Truth'.
https://truthsocial.com/@realDonaldTrump/113975743922491646
“Il Governo ha condotto l’Italia al centro di uno scandalo internazionale, impedendo che il criminale libico venisse assicurato alla giustizia. Nordio e Piantedosi ieri si sono smentiti, Meloni è sparita. Ma non può continuare a scappare. Al di là di ogni aspetto giudiziario, deve risponderne sul piano politico, davanti al Parlamento e al Paese” così il democratico, Peppe Provenzano.
“Il Pd chiederà di convocare in audizione in Commissione nazionale antimafia Salvo Palazzolo, cronista di Repubblica da qualche giorno sotto scorta per le sue inchieste giornalistiche”. Cosi l'ex ministro per il Sud, il deputato democratico Peppe Provenzano componente della commissione bicamerale antimafia che aggiunge: “Abbiamo la responsabilità di fare una battaglia politica affinché sulla lotta ai clan maturi di nuovo una coscienza nazionale. La solidarietà di un giorno serve ma non basta. Le istituzioni hanno il dovere di mandare un messaggio chiaro alle mafie restando al fianco di chi si espone. Sono convinto che la nostra proposta verrà accolta dalla presidente Colosimo perché è fondamentale per la commissione antimafia guardare all’evoluzione attuale della mafia e contribuire al rafforzamento dell’azione di contrasto e al rinnovamento dell’armamentario a disposizione dello Stato”.
"Noi non vogliamo e non possiamo rassegnarci e cedere all'idea dell'inevitabilità della guerra. Lei, signor Ministro, ha attaccato Borrell prima. Io le dico che ci preoccupano molto le dichiarazioni di oggi della nuova alta rappresentante della politica estera e di sicurezza comune, Kallas, che dice che dobbiamo prepararci alla guerra. Noi dobbiamo prepararci alla pace, perché la politica oggi parla di negoziato, ne parlano tutti. Ne parla Zelensky. Un negoziato che non si risolverà in 24 ore, come prometteva Trump prima del suo insediamento”. Così il deputato dem Peppe Provenzano nella dichiarazione di voto di astensione del Pd sulle comunicazioni del ministro della Difesa, Guido Crosetto, per la proroga degli aiuti militari all’Ucraina.
“Sarà un negoziato difficile, durissimo – continua il responsabile Esteri del Pd - per il quale tutti pagheranno, pagheremo, un prezzo. Non c'è nessuna ragione per cui accanto all'impegno nel sostenere militarmente l'Ucraina, l’Europa, che più di tutti subisce i costi umani, economici, sociali e persino politici del protrarsi della guerra, non si impegni in un'iniziativa politica per la pace”. “Al negoziato non era meglio arrivare prima di Trump? Se avessimo avuto un maggiore protagonismo dell'Europa a quel tavolo, le ragioni dell'Ucraina non sarebbero state difese meglio? Lei è preoccupato per il nostro continente. Lo siamo anche noi, Ministro. Ma il suo governo partecipa all'indebolimento della solidarietà europea che invece proprio oggi è ancora più necessaria”, conclude Provenzano.
“Da ieri le sponde dell'Atlantico sono più distanti. Giorgia Meloni ha scelto dove stare, andando con una missione inutile a omaggiare colui che si è presentato come il padrone del mondo. Ma presto dovrà decidere: quando ci sarà da difendere l'interesse dell'Italia di fronte alla minaccia di una guerra commerciale che colpisce gli interessi europei e quindi, anche i nostri, Giorgia Meloni dove sarà? Costruirà l'autonomia strategica dell'Europa o parteciperà al disegno trumpiano di disintegrazione dell'Ue? Lasciamo lei con Elon Musk e i saluti romani, noi stiamo da tutt’altra parte. Siamo dalla parte del diritto internazionale, della democrazia e la pace, dello sviluppo e della coesione dell’Europa. Perché è quello il vero interesse nazionale”. Così il deputato dem Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Partito Democratico, intervistato sui canali social dei deputati Pd.
“Chiedevamo da tempo questa tregua. È un percorso difficilissimo: gli ostacoli saranno presenti a ogni passo e, anche in queste ore, all’interno del governo israeliano c’è chi sta lavorando per far saltare l’accordo raggiunto. Dobbiamo essere tutti uniti affinché la tregua sia preservata e rappresenti una via per la pace. C’è chi vuole affermare l’idea che la pace si affermi con la forza. Per noi la pace ha bisogno invece di politica e di giustizia. Per questo chiediamo al ministro Tajani di venire in Parlamento a riferire". Così in Aula alla Camera il responsabile nazionale Esteri del PD, Peppe Provenzano, che nel corso del suo intervento ha stigmatizzato le dichiarazioni rilasciate ieri dal ministro Tajani, il quale ha assicurato l’immunità a Netanyahu. “A che titolo il ministro Tajani ha fatto quelle dichiarazioni? Sta forse dicendo che l’Italia, davanti a un mandato di cattura internazionale emesso dalla Corte Penale Internazionale, si sottrarrà agli obblighi di legge e al diritto internazionale? Serve un chiarimento immediato”, ha concludo Provenzano.
“Seguiamo con grande apprensione la vicenda di Alberto Trentini, arrestato due mesi fa in Venezuela, in contatto con l’avvocata incaricata dalla famiglia e con la Farnesina. Trentini è un cooperante che stava svolgendo una missione per conto della sua Ong per aiutare la popolazione venezuelana. Da due mesi non si hanno notizie di lui, né delle ragioni del suo arresto, non si sa quali siano le condizioni di detenzione né se stia ricevendo le cure mediche necessarie. Abbiamo depositato alla Camera e al Senato due interrogazioni urgenti. Chiediamo al Governo di attivarsi con la massima determinazione, per garantire il pieno rispetto dei suoi diritti fondamentali e assicurare il suo rientro in Italia.” Così una nota della segretaria del Partito democratico Elly Schlein insieme al responsabile nazionale esteri Pd, Peppe Provenzano.
“È con grande preoccupazione che apprendiamo della messa in vendita dello storico Circolo Unione di Racalmuto, luogo simbolo della cultura siciliana e del legame profondo con l'opera e il pensiero di Leonardo Sciascia. Questo spazio, nato nel 1836 come "Sala di conversazione" e successivamente rinominato "Circolo Unione", rappresenta non solo un punto di riferimento per la comunità locale, ma anche un tassello fondamentale del patrimonio culturale nazionale.
La decisione di UniCredit Re Services di mettere in vendita l'immobile rischia di cancellare un pezzo della nostra storia, trasformando un luogo di cultura e dialogo in una banale proprietà commerciale. Come sottolineato dal direttore della Strada degli Scrittori, Felice Cavallaro, è necessario uno sforzo collettivo per impedire che un bene così prezioso venga svenduto o destinato a usi incompatibili con la sua identità.
Non possiamo inoltre non riconoscere l'impegno di Salvatore Picone, che ha contribuito attivamente alla salvaguardia del Circolo e che da un anno ne è presidente. Grazie al suo impegno e alla collaborazione di tutti i soci, il Circolo ha potuto continuare a essere un punto di riferimento culturale per la comunità.
Il Circolo Unione non è solo un edificio storico: è il "porto dell'amicizia", come lo definiva Sciascia, un luogo di incontro tra generazioni e custode di una biblioteca ricca di volumi preziosi. Le sue sale hanno ospitato discussioni culturali e politiche che hanno segnato la storia della Sicilia e del nostro Paese. Anche grazie al riconoscimento come "Luogo della memoria e dell'identità siciliana", è evidente che il valore di questo circolo supera di gran lunga il suo prezzo di mercato.
Per questo facciamo appello al presidente della Regione Siciliana, al governo regionale e alle istituzioni nazionali affinché si attivino con urgenza. Sosteniamo la proposta di una compravendita a un prezzo simbolico, come richiesto dai soci del Circolo Unione, o, meglio ancora, la possibilità di un intervento pubblico che garantisca la salvaguardia di questo patrimonio.
È fondamentale che la Regione Siciliana e il Ministero della Cultura assumano un ruolo di guida per preservare l'identità culturale della nostra isola. Come accaduto per altre case legate a scrittori siciliani, è indispensabile creare una rete di beni culturali che valorizzi la figura di Sciascia e i luoghi della sua memoria.
Non possiamo permettere che l'anno in cui Agrigento è Capitale italiana della cultura sia ricordato per la perdita di un simbolo così importante. Chiediamo, dunque, alle istituzioni, alle forze politiche, al mondo della cultura e a tutta la comunità di unirsi in un fronte comune per salvare il Circolo Unione di Racalmuto. La cultura non può e non deve essere svenduta” così Giovanna Iacono e Giuseppe Provenzano, deputati del Partito Democratico.
“In questi minuti Cecilia Sala sta tornando a casa e questo è ciò che davvero conta. È un profondo sollievo, una grande soddisfazione e un forte sentimento di gratitudine perché c'è un tempo per la polemica politica e un tempo in cui bisogna unirsi tutti come Paese per essere più forti come è successo questa volta: dietro l'appello del Presidente Mattarella, tutti uniti per riportarla a casa”. Così il deputato dem Peppe Provenzano intervenendo in Aula sulla liberazione della giornalista Cecilia Sala.
“A nome del Pd – continua il responsabile Esteri del Pd - mi unisco ai ringraziamenti al governo, agli uomini e alle donne della diplomazia, dell'intelligence e a tutti coloro che hanno lavorato con determinazione e discrezione per il raggiungimento di questo risultato. Ringrazio anche coloro che sono rimasti in silenzio, le opposizioni, le associazioni femministe, che si sono astenuti solo per senso di responsabilità dal manifestare tutta la rabbia e l’indignazione nei confronti del regime iraniano per i giorni di ingiusta detenzione. Proteggere la libertà di stampa significa proteggere la democrazia. Il giornalismo non è mai un crimine. Chi ha calpestato la dignità di Cecilia Sala calpestava la dignità dell’Italia intera. La sua liberazione restituisce onore a tutto il Paese”, conclude Provenzano.
“Doverosa retromarcia governo su taglio incomprensibile”
Una doverosa retromarcia del governo che ha portato, grazie alla battaglia del Pd in Commissione Bilancio, all’approvazione di un emendamento a mia prima firma che ha ristorato i tagli effettuati dal governo stesso al Fondo per la legalità e per la tutela degli amministratori locali vittime di atti intimidatori, il Fondo “Amministratori sotto tiro”, che la destra aveva praticamente azzerato mentre secondo i dati ufficiali le minacce nel 2024 sono aumentate. La lotta alle mafie non si fa a parole, servono misure di sistema e non tagli che avrebbero messo a rischio sia la possibilità di ristorare i danni subiti da amministratrici e amministratori minacciati e intimiditi sia la possibilità di attuare progetti di formazione per il personale della Pubblica amministrazione e per migliaia di giovani sulla cultura della legalità costituzionale. È con la presenza attiva dello Stato, non solo repressiva, che si sconfiggono le mafie. Mostrando concretamente che liberarsi dal loro giogo non è solo giusto, ma conviene. E nessuno viene lasciato solo. Su questo, non consentiremo passi indietro.
Così il deputato del Pd Peppe Provenzano.
“In Medio Oriente, tra l’orrore che dilaga, a partire da Gaza, si sta ridisegnando la mappa politica del mondo. E noi non ci siamo. Anche l’Italia poteva fare la sua parte. E non l’ha fatta. Penso al Libano, dov’eravamo stati protagonisti nella pace del 2006. Sa chi era capo del Governo, Presidente? Romano Prodi, ne abbia rispetto. Nella tregua, oggi, c’è la Francia, l’America, noi non abbiamo alcun ruolo. Ma lì ci sono i nostri soldati, mille soldati. Dov’è il vostro coraggio? Non lo abbiamo visto, di fronte agli attacchi voluti dal suo amico Netanyahu”. Così il deputato dem Peppe Provenzano, intervenendo in Aula di Montecitorio.
“Meloni parla di protagonismo dell’Italia. Non si confonda, lei non è l’Italia. Qui, di protagonismo, c’è solo la sua smania personale. Come quando vola a Parigi per imbucarsi a una cena riservata ai capi di Stato con Trump e Musk. Ecco, non veniteci più a parlare di interesse nazionale. Non veniteci a parlare di popolo. Lei ormai parla solo con i suoi amici famosi. Oggi sembrava un’altra, ad Atreju insultava rabbiosa oppositori e intellettuali. Dovrebbe essere la Presidente del Consiglio, di tutti, anche di quelli che insulta. Si fa descrivere come statista, oggi cita Aldo Moro, là parlava come Vannacci. Purtroppo, è sempre meno un problema suo. È sempre più problema per l’Italia”. Così il deputato dem Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd, intervenendo in Aula di Montecitorio sulle comunicazioni del governo sul Consiglio europeo.
"Insulti e attacchi all’opposizione e alla sua storia, da Schlein a Prodi: l’effetto Milei. Ma si dice fiera della Gioventù nazionale, dov’erano gli esaltatori del nazismo, veri traditori della Patria. #Atreju è il mondo alla rovescia, Meloni solo una Vannacci che ce l’ha fatta”. Lo scrive sui social il deputato dem Peppe Provenzano, responsabile nazionale Esteri del Partito Democratico.
“La preoccupazione, Ministro, è di tutti gli italiani. Già la scorsa settimana le avevamo chiesto di riferire in Parlamento, alla Camera aspettiamo risposte alle nostra interrogazione sulla Siria. L’Italia non può restare a guardare inerte un Medio Oriente che si avvita nel caos” così sui social il responsabile nazionale Esteri del Pd, Peppe Provenzano, replica al ministro degli Esteri, Tajani.