"Ennesima figuraccia di questo governo di incompetenti. Oggi il Tar del Lazio ha emanato un atto di sospensione per il decreto sul Cbd e la cannabis light accogliendo un’istanza cautelare presentata contro il Ministero della Salute che proprio nel decreto del 27 giugno scorso inseriva le composizioni orali contenenti Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti. Un atto importante che non solo smaschera il ministro, ma rimette in discussione tutto l’impianto securitario e antiscientifico di questo governo. Perché la cannabis light non è una droga, tanto è vero che è commercializzata in tutta Europa. L’obiettivo vergognoso era distruggere un settore che va dall'abbigliamento all'edilizia. Un settore in crescita formato da migliaia di realtà imprenditoriali e che impiega migliaia di persone. Ora la battaglia si sposterà di nuovo in parlamento dove torneremo a difendere le imprese e i lavoratori e tutto un comparto che negli anni ha saputo crescere e diventarte strategico per l’economia del nostro Paese". Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e responsabile iniziative politiche nella segreteria del Partito Democratico.
Le regole europee del nuovo Patto di Stabilità hanno previsto che ogni Stato membro presenti alla Commissione il prossimo 20 settembre il proprio piano strutturale di bilancio di medio termine.
Si tratta di un documento strategico, in quanto definisce non solo il percorso di bilancio, ma anche le riforme strutturali e gli investimenti pubblici prioritari per i prossimi anni.
Il piano dovrebbe inoltre includere riforme e investimenti di più ampia portata, relativi alle priorità comuni dell’Unione: la transizione verde e digitale; la resilienza sociale ed economica e l’attuazione del pilastro sociale; la sicurezza energetica; e, se del caso, lo sviluppo di capacità di difesa.
Come Partito Democratico chiediamo, in linea con l'indirizzo della normativa europea, che il Governo coinvolga pienamente il Parlamento nell'elaborazione del Piano, assicurando i tempi necessari per un confronto vero sul suo contenuto e proceda altresì ad un'adeguata consultazione delle parti sociali, degli enti locali, delle organizzazioni della società civile interessate. È in gioco il futuro del Paese.
Così in una nota il capogruppo democratico nella commissione affari europei della camera, Piero De Luca.
“Oggi a Montecitorio abbiamo assistito ad un atto impietoso: la bocciatura dell’emendamento sullo ius scholae al Decreto Sicurezza. La destra compatta ha deciso di negare il diritto alla cittadinanza a centinaia di migliaia di bambini e bambine che sono nati in Italia e che qua hanno compiuto uno o più cicli scolastici. E’ stato svelato il bluff di Forza Italia che alla prova dei fatti si è allineata ai diktat di Giorgia Meloni”, ha commentato Emiliano Fossi, deputato Pd e segretario del PD Toscana.
"Mentre a Firenze la Sindaca Sara Funaro ha deciso di riconoscere la cittadinanza onoraria a questi bambini, mentre il PD in Consiglio regionale deposita una mozione chiedendo al Parlamento di accelerare i tempi per una nuova legge sulla cittadinanza, a livello nazionale la destra vota compatta contro. La Toscana, ancora una volta, si dimostra terra di diritti, ma non basta più: serve una legge nazionale subito", ha concluso.
“Un'immagine conta più di mille parole e l'immagine della prima vittoria della nostra nazionale di pallavolo femminile alle Olimpiadi, accompagnata a tanti altri podi e gare olimpiche e paraolimpiche è la rappresentazione di un'Italia migliore, aperta dove non ci sono differenze. Questa Italia è anche in ogni settore giovanile sportivo e nelle scuole dove ragazzi e ragazze hanno colore della pelle, religione, provenienza geografica differenti. Perché questi ragazzi che vivono e studiano in Italia non sono italiani?”. Lo dichiara il deputato dem Mauro Berruto intervenendo in Aula di Montecitorio sul ddl Sicurezza
“Il Pd – continua Berruto - propone un emendamento al ddl Sicurezza proprio sullo ius scholae: il completamento di un ciclo scolastico di 5 anni per poter richiedere la cittadinanza italiana. Lo ius scholae è una promessa di speranza, una risposta ai ragazzi al loro desiderio di appartenere, la possibilità di essere riconosciuti per quello che i realtà già sono: italiani nella mente, nel cuore e nella cultura”. “La maggioranza voti questo emendamento pensando di spiegare questo voto ai propri figli e nipoti con coerenza”, conclude Berruto.
“L'emergenza lingua blu si sta diffondendo negli allevamenti italiani. Quasi mille i focolai italiani e migliaia le pecore abbattute. Sardegna, Piemonte e Calabria le regioni più colpite. Ancora una emergenza che si somma a quelle in corso sulla pesta suina e sul granchio blu e che segue quella sulla siccità e sulla scarsità della risorsa idrica che ha segnato l'intera estate sulla quale ci si è limitati a fronteggiare con qualche iniziativa di scarso significato a cominciare dalle colonne delle autobotti anziché procedere con interventi di tipo strutturale. Nonostante le piogge di questi ultimi giorni continua a peggiorare lo stato di severità critica in molte regioni, come Sicilia, Sardegna, Calabria, Basilicata, Abruzzo, dove si è arrivati a dichiarare lo stato di emergenza o dove, Lazio e Marche, si è arrivati a ricorrere ai ragionamenti. Per la peste suina si continuano a cambiare i commissari ma ancora non si conoscono i dati sul piano dei contenimento dei cinghiali anche per sapere se l'esercito, tanto invocato in sede governativa, ha effettuato gli abbattimenti richiesti. Sul granchio blu prime uscite del commissario ma nessuna risposta su indennizzi e contributi. Quelli necessari e non le mancette propagandistiche.
Ora è pure il tempo della lingua blu. Ci sarà meno latte e meno movimentazione delle greggi e delle mandrie. Non si conoscono però gli interventi che intende fare il governo in chiave di prevenzione e per mettere al sicuro gli allevamenti non colpiti oltre a prevedere i risarcimenti necessari. Per questo insieme a molti colleghi del gruppo PD abbiamo presentato due interrogazioni al ministro Lollobrigida per conoscere, ove mai sia stato previsto, un piano di intervento su questa nuova criticità epidemiologica e per sapere quali infrastrutture sono state finanziate per favorire l'ammodernamento e l'efficientamento del servizio di irrigazione collettiva e delle reti e dei relativi sistemi di gestione e monitoraggio dell'acqua. Il gruppo PD comunque incontrerà prossima settimana le organizzazioni agricole e tutte le associazioni del comparto zootecnico ed agroindustriale per ascoltare le proposte del settore e convenire una linea comune di azione per sostenerle in sede parlamentare”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo PD in Commissione Agricoltura e Segretario di Presidenza della Camera.
“È fondamentale conoscere se e quando il governo fornirà i pareri di sua competenza sul ddl Sicurezza. Se passa l'idea che l'Aula lavora come le Commissioni parlamentari, con un iter spesso caotico, si corrono molti rischi di scrivere incongruenze e senza senso nella stesura delle leggi. Come volete proseguire i lavori? É necessario avere almeno una vostra risposta prima di continuare l'iter legislativo. Non c'è nulla di strumentale o ostruzionistico ma è una ragione di buon senso”. Lo dichiara il deputato dem Federico Fornaro, delegato d'Aula del Pd, in apertura dei lavori di Montecitorio sul ddl Sicurezza.
Addio a Clio Napolitano, donna intelligente, rigorosa e vivace. Compagna di una vita di un grande Presidente. Siamo vicini a Giulio, a Giovanni e ai loro cari.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
"Susanna Cenni ha le capacità, l'esperienza e le professionalità per guidare al meglio Anci Toscana dopo l'ottimo lavoro svolto dal suo predecessore Matteo Biffoni. I comuni hanno un ruolo fondamentale per continuare a garantire servizi e diritti ai cittadini soprattutto con questo governo di destra che taglia risorse e dimentica i più deboli. A Susanna Cenni vanno le mie congratulazioni e gli auguri per il nuovo prestigioso incarico": è quanto dichiara una nota del deputato Pd Marco Simiani.
Da governo norme liberticide che violentano codice penale
“Il governo non è in grado di dare pareri agli emendamenti perché non ha ancora sciolto i tanti nodi politici che riguardano numerose norme contenute nel ddl sicurezza. Su molti temi la maggioranza è profondamente spaccata, a partire dalle norme sulle detenute madri” così in aula alla camera la capogruppo democratica, Chiara Braga ha stigmatizzato l’assenza dei pareri della commissioni bilancio su numerosi aspetti del ddl che la capogruppo dem definisce “pessimo, perché introduce norme liberticide che colpiscono le libertà individuali e collettive e attaccano il dissenso violentando il codice penale”.
Governo violenta codice penale per coprire propri fallimenti
“Il ddl sicurezza colpisce le libertà individuali e collettive, attacca il dissenso ed è finalizzato ad ottenere una pubblica opinione e una cittadinanza addomesticata. È, per questo, un provvedimento che costruisce e delinea una deriva assolutamente pericolosa e inaccettabile. Anche perchè non garantisce affatto un accrescimento in materia di sicurezza pubblica nelle nostre città. Con numerosi interventi sul codice penale, si introducono nuovi reati, si prevedono nuove aggravanti e si innalzano le pene, ma non è una strada nuova: è quella che questo Governo ha imboccato già dal momento del proprio insediamento”. Così il capogruppo democratico nella commissione Giustizia della Camera, Federico Gianassi, ha illustrato in aula la questione pregiudiziale di costituzionalità al ddl sicurezza presentata dal gruppo democratico.
“A due anni di distanza dall'insediamento del Governo Meloni, la verità sotto gli occhi di tutti: la maggioranza cerca di coprire i propri fallimenti violentando e stravolgendo il codice penale, introducendo norme contraddittorie, demagogiche, talvolta inutili e, in altri casi, dannose. Nessun investimento aggiuntivo per aumentare la pianta organica delle Forze dell'ordine, nessun investimento per i comuni italiani, che sono il primo presidio per la diffusione della legalità e del decoro nelle nostre città, nessun investimento in azioni di rigenerazione urbana, nella cultura e nell'educazione”
“In Commissione Trasporti alla Camera il Governo non smentisce possibilità di privatizzazione dei porti e non chiarisce metodo e strategia. E sull’autonomia non affronta le ricadute sul sistema portuale”
“Dal Governo nessuna smentita né su possibile ingresso dei privati nelle autorità di sistema portuale, né sull’impatto dell’autonomia differenziata in un settore che invece chiede una maggiore organicità del sistema”, così la deputata e componente Commissione trasporti alla Camera Valentina Ghio dopo la risposta alla sua interrogazione su privatizzazione porti e le ricadute dell’autonomia differenzia sul sistema portuale.
“Oltre a spezzettare e spacchettare procedure e competenze in materia portuale attraverso l’applicazione dell’Autonomia differenziata, il governo conferma un ennesimo possibile avvio della tanto annunciata riforma dei porti senza escludere l’apertura ai privati e parlando esplicitamente di revisione della governance delle Autorità di sistema verso un nuovo modello idoneo ad attrarre privati e valorizzare il patrimonio pubblico di rilievo strategico. Due impostazioni pericolose che rischiano di indebolire un settore centrale per l’economia del Paese, con ricadute su aspetti fondamentali come la pianificazione, la competitività e le tutele del lavoro. Uno scenario che il governo, rispondendo con il sottosegretario al MIT Ferrante, alla mia interrogazione non ha smentito, anzi con parole generiche e non precise ha confermato. Nessun cenno è poi stato fatto all’impatto dell’Autonomia differenziata sul sistema portuale eludendo ancora una volta la domanda e lasciando cadere nel vuoto le richieste che in questi mesi il cluster portuale ha fatto in Commissione, di semplificazione e maggiore organicità nella pianificazione. Senza chiarezza il rischio è che a pagarne le conseguenze sia un intero settore, a partire dai suoi lavoratori, se le tutele e i contratti venissero diversificati da Regione a Regione. Uno scenario assolutamente da scongiurare ed evitare, come chiedono soggetti economici, associativi, rappresentanze dei lavoratori più volte auditi”, conclude Ghio.
Manzi: organizzazione fallimentare, delegazioni ancora non conoscono programma
“A pochi giorni dall’inizio del G7 cultura, le delegazioni internazionali e le diverse istituzioni coinvolte non sono ancora nella disponibilità del programma definitivo. Il ministro Giuli batta un colpo, il primo colpo del suo mandato, e cerchi di dare una risposta a una domanda molto semplice che sta mettendo in imbarazzo la credibilità del nostro paese e della nostra diplomazia: qual è il programma del G7?” così in una nota la capogruppo democratica nella commissione cultura della camera, Irene Manzi. “Il ministro Sangiuliano – aggiunge Manzi - è uscito di scena lasciando molti interrogativi sulle modalità con cui il gabinetto ha gestito diversi dossier, tra questi sicuramente l’organizzazione del G7 cultura su cui chiederemo di fare luce su tutti gli appalti, le consulenze e i dispositivi di sicurezza”.
Chiediamo al ministro dell'Ambiente di procedere subito con la nomina degli organi di governance dei parchi nazionali e dei parchi minerari per non lasciare enti così importanti senza rappresentante legale e senza un assetto stabile che impedisce di fatto le fondamentali attività di programmazione.
Avevamo già denunciato la situazione di grave ritardo riguardante le mancate nomine dei vertici dei parchi nazionali italiani, chiedendo conto dei motivi che impediscono di effettuarle in tempi ragionevoli e con le procedure ordinarie. Ad oggi risulta che, su 24 parchi nazionali, 6 sono commissariati, 3 con il Presidente in carica, ma senza il consiglio direttivo, 1 con il consiglio direttivo in carica, ma senza Presidente. Inoltre, tra qualche settimana scadranno diversi Presidenti ed è fondamentale garantire la continuità di governo degli enti. Gli stessi ritardi si registrano nelle nomine degli organi di governance dei parchi minerari, fondamentali per pianificare e programmare le azioni e gli interventi di recupero e manutenzione dei siti.
Così Marco Simiani, capogruppo Pd in commissione Ambiente della Camera.
Mancato recepimento Media freedom act ci porterebbe in infrazione
“Le opposizioni sono indisponibili a rinnovare il Cda Rai in assenza della riforma della governance”. È quanto emerge al termine dell’incontro di tutti i capigruppo di opposizione in commissione di vigilanza Rai.
“Come abbiamo già dichiarato il 6 agosto - sottolineano Stefano Graziano (Pd), Dario Carotenuto (M5s), Maria Elena Boschi (Iv), Angelo Bonelli (Avs), Giuseppe De Cristofaro (Avs), Maria Stella Gelmini (Azione) - invitiamo la maggioranza a lavorare subito alla riforma della governance Rai recependo le nuove disposizioni europee per la libertà dei media.
Il recepimento del media Freedom act nel nostro Paese è fondamentale proprio in relazione al futuro della Rai considerato che, quand’anche la maggioranza nominasse i nuovi vertici con gli attuali criteri, entro agosto 2025, comunque bisognerebbe procedere ad una revisione della normativa per evitare di andare in infrazione: altro che riduzione del canone il mancato intervento avrebbe effetti diretti sull’aumento delle tasse”.
“Per queste ragioni -
proseguono i capogruppo delle opposizioni che si sono incontrati oggi alla
camera - rivolgiamo un invito a tutte le forze politiche a procedere ad un confronto in commissione per una riforma organica della governance della Rai nella direzione del Media freedom act prima di procedere alla nomina dei nuovi vertici. Si tratta di una sfida dalla quale nessuno può sottrarsi”.
“Quello sulla sicurezza è un ddl tutto incentrato sull'ideologia securitaria e repressiva. Il pacchetto di norme rischia di smantellare la funzione rieducativa e di mettere in crisi alcuni baluardi della civiltà giuridica e del diritto internazionale. Siete garantisti con i più forti e repressivi con i più fragili. Dispensate paura e costringete il Parlamento ad una campagna elettorale perenne senza risolvere i problemi”. Lo dichiara la deputata dem Michela Di Biase intervenendo a Montecitorio sul ddl sicurezza in discussione generale.
“Con la norma sulle detenute madri - continua Di Biase - arrivate a superare la stato di diritto liberale: l'abolizione della sospensione della pena per le donne con figli minori di un anno è inaccettabile perché viola l'interesse superiore del bambino così come riconosciuto dalla Convenzione Onu”. “È una norma che nasce per punire un'etnia. Non è il carcere il luogo dove far nascere e crescere un bambino. I minori non hanno colpe e non possono rispondere delle colpe delle loro madri” conclude Di Biase.