"Il ddl sicurezza è un viaggio nella galleria degli orrori. Un vero provvedimento monster. Dopo aver vietato a lavoratrici e lavoratori di protestare perché se fanno un blocco stradale vanno in galera da sei mesi a due anni, oggi tocca ad una norma da brividi, che mette in carcere le donne incinte o con figli neonati. E lo ritengono giusto perché fatto contro le donne Rom. Lo dicono chiaramente esponenti di spicco della Lega a cominciare dal leader del partito: una norma che discrimina su base etnica. Una barbarie degna di una democratura, non certo accettabile per una democrazia liberale in cui non sono pensabili leggi che puniscono specifici gruppi sociali, men che meno in un paese che ha subito la vergogna delle leggi razziali. Vogliono trasformare l'Italia in una democratura sul modello Orbàn o su quello Putin, dove è normale discriminare su base etnica.
Una scelta che spinge l'Italia all'angolo e la colloca tra le democrazie illiberali: altro che patrioti!
Una deriva contro cui continueremo ad opporci". Lo ha dichiarato, intervenendo nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Votando contro l'emendamento che prevedeva di mantenere la sospensione della pena per le donne incinta e le detenute madri Forza Italia ha barattato l'interesse superiore dei minori, previsto dal diritto internazionale, con la tenuta del governo". Lo ha detto la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase intervenendo stamattina durante l'esame degli emendamenti al ddl Sicurezza.
"In tre anni - ha aggiunto rivolta ai deputati di Forza Italia - siete passati dal votare a favore alla legge Siani, che prevedeva di sospendere la pena alle donne incinta e alle madri di bambini fino a tre anni, fino al voto di oggi. Cosa è cambiato? Temiamo che siano intervenuti i ricatti dei vostri alleati di Governo, ed è preoccupante per il futuro" ha evidenziato la deputata Pd."L'emendamento del relatore che proponete è irrilevante semplicemente perché esiste già una legge, approvata dal Partito Democratico, per il monitoraggio delle misure detentive" ha sottolineato la deputata Di Biase.
"Rendetevi conto, avete fatto peggio del ventennio fascista, anche il codice Rocco prevedeva la sospensione della pena per le donne incinta e per le madri di bambini al di sotto dei sei mesi di età" ha concluso Di Biase.
"Il ritiro dell'emendamento di Forza Italia, successivo alla presentazione di un emendamento ridicolo dei relatori, conferma il cedimento del partito guidato da Tajani, che, dopo una serie di dichiarazioni pompose durante l'estate, ha sacrificato i propri valori sull'altare della tenuta della maggioranza". È quanto afferma Federico Gianassi, capogruppo democratico nella commissione giustizia della Camera, criticando duramente la linea assunta da Forza Italia sulla norma sulle detenute madri contenute nel ddl sicurezza.
"Siamo davanti a un evidente passo indietro di Forza Italia – prosegue Gianassi – attendiamo adesso di vedere come si comporteranno nel voto di domani. Quella sarà l’occasione per capire chi si oppone realmente a una norma crudele che condanna bambine e bambini al carcere e chi, al contrario, sta sfruttando questo delicato argomento per portare avanti speculazioni politiche".
C’è una svolta a destra nel paese e passa per il decreto sicurezza. Si vuole reprimere ogni espressione di dissenso e si aggravano le pene per tutte le manifestazioni di critica. Norme gravissime che colpiscono i valori sostenuti e tutelati dalla Costituzione. Forza Italia, che aveva espresso un minimo disaccordo liberale, si è rimessa in riga e lascia bambini di meno di un anno in carcere con le madri. È in gioco la libertà delle persone, una deriva pericolosa e inaccettabile.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Una norma crudele che ribalta i principi del nostro ordinamento giudiziario. Governo e maggioranza criminalizzano l’infanzia” così la Responsabile giustizia del Pd, la deputata Debora Serracchiani interviene sull’articolo del ddl sicurezza sulle detenute madri dopo la presentazione di un nuovo emendamento da parte dei relatori. “Con queste norme - aggiunge - viene criminalizzata l’infanzia e le bambine e i bambini dovranno espirare le pene delle loro madri. Per tutta l’estate, Tajani ha detto che, per rispondere allo spirito del fondatore di Forza Italia, il partito si sarebbe impegnato per norme di civiltà come lo ius scholae e l’abolizione del carcere per i bambini. Parole vuote: per Forza Italia la civiltà finisce sulla porta di Palazzo Chigi”.
“L’emendamento presentato dai relatori al ddl sicurezza sulle detenute madri è pura fuffa che può servire, forse, a cercare di lavarsi la coscienza ma non elimina lo scandalo di una norma crudele che mette in discussioni le basi del nostro diritto e mina un principio sacrosanto per cui le bambine e i bambini non devono stare nelle carceri”. Così la capogruppo democratica nella commissione affari costituzionali della camera, Simona Bonafè commenta la presentazione di un nuovo emendamento dei relatori che ha sostituito quello di Forza Italia e che prevede che il governo ogni anno dovrà relazionare al parlamento sullo stato di attuazione delle nuove norme contenute nel ddl sicurezza. “Tajani e molti esponenti di Forza Italia hanno dichiarato a più riprese per tutta l’estate la contrarietà alle norme sulle detenute madri. Prendiamo atto che erano solo parole vuote. È da ieri che il parlamento è bloccato su questo tema, ma dopo ore di riunione la montagna ha partorito il topolino”.
"Questo governo vuole tappare la bocca a chi protesta in modo pacifico, come fa Putin a Mosca. Alle lavoratrici e ai lavoratori che scendono in piazza per difendere il loro lavoro, agli attivisti che protestano per la crisi climatica e non sono ascoltati voi rispondete mandandoli in carcere. Il disegno di legge sicurezza, tra le altre misure repressive, introduce il carcere per chi fa un blocco stradale usando solo il proprio corpo. Una pena che, paradossalmente, non viene applicata se il blocco si fa con un cassonetto, con un'auto, con un trattore. Quello che stiamo discutendo alla Camera è un testo liberticida e antidemocratico che punisce chi manifesta per difendere pacificamente i propri diritti e lo fa cercando di attirare l'attenzione mediatica, dell’opinione pubblica e di un governo che, invece, li ignora e, anzi, li incarcera. Questo governo di ultra destra intollerante verso il dissenso avrebbe mandato in galera Ghandi, ma anche Danilo Dolci e Aldo Capitini, i padri del pensiero non violento italiano". Lo ha dichiarato, intervenendo nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Operai Whirpool sarebbero finiti in galera per due anni
“Con l’approvazione dell’articolo 14 del Dl Sicurezza si introduce una norma liberticida. Gli operai della Whirlpool di Napoli che per tre anni hanno tenuta viva una vertenza difficilissima per salvare trecento posti di lavoro hanno fatto ben dieci blocchi stradali a cui hanno partecipato centinaia di persone. Hanno bloccato porto, aeroporto, strade e ferrovie. Con questa norma sarebbero finiti in galera per due anni. E’ una follia trasformare il dissenso in un illecito penale. Soprattutto perché in questi mesi ministri, deputati ed esponenti politici di tutti gli schieramenti sono stati in fabbrica per dare solidarietà ai lavoratori. Votando questa norma sarebbero dovuti andare a trovarli in galera. C’è da preoccuparsi davanti a un autunno molto difficile dove crolla la produzione industriale ed esplode la Cassa integrazione. Pensano di risolvere i conflitti con il carcere?”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il vicepremier Matteo Salvini, quando commenta fatti di cronaca, esprime una doppia morale che è letteralmente aberrante. Quando a commettere un crimine è il figlio di due immigrati, come nel caso di Moussa Sangare, si evocano carcere a vita e pene esemplari. Atteggiamento diametralmente opposto quando invece a commettere un omicidio è un’italiana, come nel caso di Cinzia Dal Pino, che a Viareggio ha ucciso un rapinatore investendolo quattro volte con il suo Suv. In quel caso la frase del leader della Lega è ‘Se non fosse stato un delinquente non sarebbe finita così’. Parole che quasi giustificano la reazione da legge del taglione, col rischio di istigare altre persone a compiere gesti folli di questo tipo. Un rappresentante delle istituzioni non dovrebbe esprimersi in questo modo, col rischio di creare problemi di pubblica sicurezza. A valutare le pene e le attenuanti deve essere la giustizia, non un politico che gioca a fare l’influencer sui social network”. Così, in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut
Maserati scontate per dipendenti in Cig è provocazione
“Il governo riferisca in parlamento su Stellantis e sulla politica industriale dell’automotive” lo ha chiesto la vicepresidente del Pd, Chiara Gribaudo nel suo intervento in aula alla Camera in cui ha stigmatizzato la lettera inviata dal management di Stellantis ai dipendenti in Cig per comunicare la possibilità di acquistare una nuova Maserati a prezzi scontati. “Mandare una lettera di questo tipo ai lavoratori di Mirafiori impegnati sulla linea Maserati - che sono stati in cassa integrazione nel primo trimestre dell’anno e poi in contratto di solidarietà con riduzione dell’orario dell’80% fino al termine del 2024 - è una provocazione: un insulto che deve essere condannato con nettezza, anche dal governo perchè che dimostra l’atteggiamento di chiusura del management a ogni forma di dialogo con le parti sociali. Il governo – ha aggiunto Gribaudo – riferisca in parlamento su Stellantis, e più in generale sulla strategia di politica industriale dell’automotive”.
“Ci troviamo in una situazione di assenza di espressione dei pareri del governo sugli emendamenti. Come si intende andare avanti con i lavori? Eravamo stati facili profeti già ieri e purtroppo non stiamo rispettando il principio del buon andamento dell’Aula. La situazione si sta tramutando in un teatrino, francamente anche un po’ umiliante. Auspichiamo, signor presidente, di non ascoltare di nuovo il silenzio del governo. Ma chiediamo di sapere come il governo, la maggioranza, i relatori, e i due presidenti di commissione intendano proseguire”.
Così Federico Fornaro, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula sull’ordine dei lavori durante la discussione sul Decreto Sicurezza.
“La destra fa un altro passo verso l’allargamento del lavoro precario. Dopo la liberalizzazione dei contratti a termine, i subappalti a cascata, l’allargamento dell’uso dei voucher adesso arriva un’altra scelta che trasforma il mercato del lavoro in un supermarket di precarietà. L’eliminazione del tetto sul lavoro in somministrazione per le aziende nel collegato sul lavoro - ad oggi in discussione nella XI commissione - rende benissimo l’idea di quale sia l’impianto del Governo sui diritti dei lavoratori. Con questa legge una azienda potrà avere il 100 per cento dei propri dipendenti in somministrazione. Siamo davanti a un colpo di spugna che pericolosamente rischia di condannare una intera generazione a un destino di basse tutele, salari da fame e condizioni di lavoro intermittenti. Proveremo a cambiare questa gravissima misura in aula”. Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo pd in commissione lavoro di Montecitorio.
“Oggi i lavoratori di Aast, - Arvedi Acciai Speciali Terni - apprendono che la risposta al problema del costo dell'energia arriverà forse tra vent'anni. Ma il problema è oggi e quello che succede nel sito umbro è il simbolo di cosa provoca l'inadeguatezza e l'inadempienza di questo governo. A pagarne le conseguenze sono i lavoratori in cassa integrazione e l'impresa”. Lo dichiara Anna Ascani, vicepresidente della Camera, intervenendo in replica al Question Time al ministro Urso sul fermo per una settimana di uno dei due forni elettrici di Aast con la messa in cassa integrazione ordinaria per circa 200 persone.
“La vicenda di Aast – continua Ascani - non è locale o solo umbra ma nazionale ed europea. Parliamo di energia, una funzione strategica che determina il futuro del nostro Paese e la sola risposta del ministro è un'ipotesi sul nucleare che si potrà attuare tra 20 anni per mettere una toppa? Senza una soluzione immediata si creerà disoccupazione, desertificazione del territorio e un danno enorme allo sviluppo dell'Italia”. “Vi definite patrioti, ma quando c'è da difendere un sito come quello di Terni bisogna dimostrare di esserlo. Ora siete semplicemente assenti” ha concluso Ascani.
Nel presentare l'interrogazione a Urso, il Capogruppo PD in Commissione Attività produttive, Vinicio Peluffo ha fatto notare come “nonostante l'Italia abbia uno tra i costi maggiori in Europa per l'energia elettrica - 97€ per MWh – il governo ha brillato per la sua inerzia e l'incapacità a definire serie politiche industriali e siderurgiche e, nel caso di Terni, a non dare prospettive future concrete”.
"Oggi durante il question time, in commissione affari sociali, abbiamo nuovamente posto al governo la domanda sul futuro dei lavoratori e delle lavoratrici precarie di AIFA. Nonostante le aperture del sottosegretario Gemmato registriamo ancora una volta incertezza sulla tempistica sia sulla stabilizzazione sia sul rinnovo complessivo dell'agenzia. I contratti sono scaduti ormai da 9 mesi e l’allungarsi dei tempi potrebbe aggravare l’incertezza e le difficoltà economiche delle persone. Lavoratrici e lavoratori, formati e specializzati nella complessa filiera dell’autorizzazione dei medicinali, che potrebbero non attendere più la risoluzione e trovare nuove opportunità lavorative. Una beffa per lo Stato che dovrebbe fare i conti con la perdita dell’investimento fatto per la formazione. Per questi motivi, visti gli impegni presi nuovamente dal governo auspichiamo che si possa scindere in due parti distinte la norma riguardante l’AIFA, inserendo in un prossimo decreto attuativo il rinnovo dei contratti, al fine di restituire dignità, prospettive e sostentamento economico ai 30 lavoratori coinvolti". Così in una nota Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali e componente della segreteria nazionale del Partito.
“Alla nostra interrogazione sul caso delle sanzioni ai lavoratori di Firenze di Just eat le risposte del Governo sono state quanto meno evasive. Parliamo di 20 lavoratori sanzionati il 24 agosto scorso perché non avevano portato le pizze con un’andatura di 26,3 km orari per percorrere 6,4 km in pieno centro cittadino come indicato dall’algoritmo. Come se fossero ciclisti del Tour de France. Il Governo dice di non aver avuto nessuna segnalazione in merito, nonostante le proteste del sindacato e del Comune di Firenze. Chiediamo che si convochi un tavolo sul lavoro delle piattaforme, sulle condizioni dei lavoratori e sui criteri di trasparenza del governo dell’algoritmo che la destra ha eliminato con il cosiddetto decreto 1 maggio del 2023”. Lo dichiarano in una nota congiunta Arturo Scotto ed Emiliano Fossi, rispettivamente capogruppo e membro PD della commissione lavoro di Montecitorio.