“PNRR a rischio, lavoratori penalizzati e spazi di bilancio prosciugati. Il quadro tracciato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio demolisce pezzo dopo pezzo la narrazione di un’economia in salute, come cercano di raccontarci da tempo la Presidente del Consiglio e il ministro Giorgetti. La realtà, purtroppo, è molto diversa. Le risorse dell’ultima manovra per abbassare l’IRPEF ai lavoratori dipendenti sono già state neutralizzate dall’inflazione dell’ultimo biennio, le speranze di crescita del Paese sono sempre più aggrappate alla piena attuazione di un PNRR che sembra irrealizzabile ogni giorno di più e per rispettare gli impegni internazionali sulla difesa o le promesse agli italiani sulla sanità, il governo Meloni, che ha già aumentato la pressione fiscale da quando si è insediato, sarà costretto ad aumentare ancora le tasse e a tagliare ulteriormente i servizi pubblici tra cui sanità e trasporti pubblico. È questa l’Italia di Giorgia Meloni, dopo appena due anni e mezzo di governo. Un Paese fragile che usa la carota con i ricchi e il bastone con gli ultimi”.
Così il deputato Ubaldo Pagano, capogruppo Pd in commissione Bilancio, in merito al rapporto dell'Ufficio Parlamentare di Bilancio presentato oggi.
“I dati della produzione industriale di oggi dimostrano come il settore della moda insieme a quello dell’automotive siano ancora oggi in profonda crisi.
Ricordiamo che il settore della moda e di tutta la filiera del tessile riguarda 80 mila realtà, piccole e micro imprese con 600 mila lavoratori.
Servono misure urgenti, non c’è piu tempo di aspettare perché rischiamo di perdere una grandissima eccellenza. Per questo abbiamo deciso come Partito democratico di mettere in campo le nostre proposte per le imprese, per salvare il settore del Made in Italy importantissimo anche per l’export. In questi mesi il Partito Democratico ha già fatto un lungo lavoro per cercare di salvare il comparto industriale tessile e ci saremmo aspettati una maggiore attenzione da parte del Governo.
Oggi noi chiediamo innanzitutto che il governo metta in moto una vera e propria politica industriale per questo settore, seria, rivolta al futuro e che affronti le transizioni ecologica e digitale in maniera adeguata.
Servono politiche per creare le condizioni della crescita anche delle piccole realtà industriali e artigianali. Occorre rivedere anche gli strumenti di incentivazione all’innovazione, una
revisione degli strumenti a sostegno del Made in italy, politiche di contrasto a concorrenza sleale e illegalità e la tracciabilità di questa filiera.
Chiediamo che venga salvaguardata la continuità lavorativa, con la cassa integrazione in deroga per tutto il 2025, riformando lo stesso strumento in modo che possa andare incontro anche alle realtà lavorative più piccole.
Noi non molliamo perché questo settore merita una grande attenzione che il Governo non dà. E con il colpo dei dazi questo settore rischia di chiudere i battenti per sempre”. Lo ha detto Simona Bonafè, vicepresidente vicaria del gruppo pd alla camera, in conferenza stampa di presentazione delle proposte del Partito Democratico per il settore moda, tessile, abbigliamento.
Il ministro Giuli riconosce apertamente le gravi inadempienze e le evidenti criticità nell'organizzazione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura. Tuttavia, cerca di giustificare l'operato di amministratori “amici” con argomentazioni che risultano fuori luogo e decisamente di cattivo gusto.
La Regione Sicilia, da parte sua, sembra non aver compreso fino in fondo la portata di questo anno speciale, che avrebbe potuto rappresentare una svolta storica per la città.
Invece di ergersi a difensore d'ufficio, il ministro si concentri sull’essenziale: faccia lavorare i suoi uffici per verificare che i fondi pubblici destinati a questa importante iniziativa vengano realmente impiegati in modo efficace e trasparente. Perché se così non fosse, ci troveremmo davanti a una responsabilità grave, che ricadrebbe su tutti i livelli istituzionali coinvolti.
Il Partito Democratico aveva già presentato un’interrogazione parlamentare per sollevare le prime criticità legate alla gestione di Agrigento Capitale Italiana della Cultura. Alla luce del persistere delle problematiche e dell’assenza di risposte concrete, verrà ora depositata una nuova interrogazione, con l’obiettivo di fare piena luce sull’intera organizzazione e garantire trasparenza, responsabilità e rispetto nei confronti degli agrigentini e della cultura italiana.
Lo dichiara la deputata dem Giovanna Iacono, componente della commissione Cultura della Camera dei deputati.
"Le notizie che arrivano da Los Angeles sono veramente inquietanti e non concepibili in un paese democratico. Mandare la Guardia nazionale a reprimere le proteste è un metodo che ricorda la Russia di Putin: autoritarismi violenti, non democrazie. Metodi imposti, in netto contrasto con la sindaca di Los Angeles e del governatore della California. Le proteste si stanno allargando ad altre città e Trump minaccia di mandare l'esercito ovunque: una mossa che rischia di spaccare gli Stati Uniti e di militarizzare il Paese. E' così che le democrazie si trasformano in autocrazie: reprimendo il dissenso con la violenza.
Cos'ha da dire Giorgia Meloni sui metodi del suo amico Trump? E' a questo che punta anche lei partendo dal decreto sicurezza?
Apprendiamo, per altro, che Trump ha deciso di deportare 9mila stranieri nella famigerata prigione di Guantanamo. Tra loro ci sarebbero anche centinaia di cittadini europei e alcuni italiani. Abbiamo chiesto al ministro Tajani di venire a riferire in aula su come intenda intervenire anche rispetto ai nostri concittadini che potrebbero essere deportati a Guantanamo.
L'Italia non può restare indifferente, non solo per quello che riguarda gli italiani coinvolti, ma perché ha il dovere di vigilare sul rispetto dei diritti umani e delle regole democratiche anche e soprattutto da parte dei paesi alleati" Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Memoria e futuro. Per costruire un paese migliore e più giusto per tutte e tutti. 41 anni fa ci lasciava Enrico Berlinguer, un leader molto amato che ancora oggi rimane un modello di impegno civile e politico.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Si terrà oggi 11 giugno alle ore 13:00 presso la sala Stampa della Camera dei deputati la conferenza stampa del PD di presentazione della proposta di legge per limitare il consumo degli zuccheri.
Interverranno:
Eleonora Evi, deputata Pd
Marco Furfaro, deputato Pd
Franco Berrino, medico ed epidemiologo
Natalia Gera, health coach Intensive21

Oggi, mercoledì 11 giugno, alle ore 11 il Pd presenta alla stampa le proposte per la filiera della moda, del tessile e degli accessori. Interverranno in conferenza stampa, presso la Sala Berlinguer del gruppo del Partito democratico, la Vicecapogruppo alla Camera del Pd, Simona Bonafe', il capogruppo in commissione attività produttive, Vinicio Peluffo e l'ex ministro del Lavoro e responsabile Politiche industriali Pd, Andrea Orlando.
"Governo e maggioranza continuano a strumentalizzare il recente rapporto della Commissione europea contro il razzismo e l'intolleranza del Consiglio d'Europa, sostenendo che contenga un attacco diretto alla professionalità delle forze dell’ordine italiane. Il documento del Consiglio d’Europa, in realtà, non contiene accuse, ma raccomandazioni e sollecitazioni volte a prevenire ogni forma di discriminazione" — così in una nota il deputato democratico Piero Fassino è intervenuto in Aula alla Camera, sottolineando che, peraltro, saremmo davanti a una polemica tardiva, visto che tutti i rapporti dell’ECRI, e quindi anche questo, vengono inviati preventivamente ai governi per essere esaminati e per consentire eventuali controdeduzioni prima della pubblicazione. "E in questo caso — ha aggiunto — il Governo ha anche risposto pacatamente, un atteggiamento che nulla ha a che vedere con la veemenza con cui oggi la questione viene sollevata. Nel rapporto sull'Italia — ha continuato Fassino — non vi è alcuna accusa di razzismo rivolta alle forze dell’ordine italiane. Si chiede semplicemente al Governo di vigilare affinché non si verifichino episodi riconducibili a pregiudizi razziali. Siamo dunque di fronte a una tempesta in un bicchier d’acqua — ha proseguito — che però desta forte preoccupazione, poiché conferma l’attacco sistematico da parte del Governo italiano alle principali istituzioni internazionali incaricate della tutela dei diritti umani, come l’ECRI, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo (CEDU), la Corte Penale Internazionale e vari organismi dell’Unione Europea. Questo rappresenta un grave rischio per la democrazia del Paese: non si tratta di episodi isolati, ma di una strategia intenzionale volta a delegittimare questi organismi, a ridurre i controlli esterni sui diritti fondamentali e a trattare ogni istituzione che esercita un ruolo sovranazionale come un impaccio o un ostacolo da rimuovere” — conclude Fassino.
“Con orgoglio e soddisfazione colgo l’ottimo risultato che nella battaglia referendaria il SÌ ha ottenuto nel mio collegio elettorale comprendete il VII municipio di Roma, parte dell’VIII ed il Comune di Ciampino. Qui il quorum è stato in molte realtà largamente superato ed il SÌ ha ottenuto risultati oltre la media nazionale. È la prova di un territorio dove il radicamento delle forze democratiche e delle reti civiche è forte e strutturata e di una composizione sociale popolare che non ha ceduto al populismo. Un modello importante anche a livello nazionale”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Il tema delle infrastrutture e centrale per il futuro del nostro Paese. Ecco perché va garantito l’impegno di investire il 40% delle risorse al Sud, territorio sottoposto ad un pericoloso e ormai cronico ritardo. E’ necessario ribadire che non va assolutamente privatizzata Fs, anzi va mantenuta la centralità del controllo pubblico anche sulla gestione dei porti e degli interporti ed è fondamentale monitorare i cantieri del Pnrr ferroviario. Ritardi e negligenze non possono più essere tollerate. Con la nostra mozione chiediamo al governo di porre il trasporto pubblico locale al centro dell’azione di riorganizzazione dell’intero sistema. Ci sono regioni, come la Sicilia ad esempio, dove la causa principale della dispersione scolastica è dovuta ad un servizio che non è in grado neanche di far arrivare a scuola gli studenti. Sul Tpl non si scherza. Il governo deve impegnarsi con un investimento vero, solido, lungimirante, in grado di dare le risposte che i cittadini si attendono. Si tratta di uno snodo cruciale che restituirebbe valore alla nostra stessa democrazia”.
Così il capogruppo Pd in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, intervenendo in Aula nella discussione generale sulla mozione Infrastrutture presentata dal Pd, con primo firmatario Roberto Morassut.
“Oltre il 25 per cento degli adolescenti ha un uso problematico dello smartphone, con effetti negativi su salute, relazioni e sull’apprendimento. L'uso del cellulare è ancora più dannoso durante l'orario scolastico e, nonostante sia vietato da direttive ministeriali, ben il 65% degli studenti è soggetto a grande facilità di distrazione, scarsa concentrazione e, di conseguenza, voti bassi. In entrambi i rami del Parlamento è depositata una proposta di legge bipartisan sulla tutela dei bambini e gli adolescenti nell’utilizzo degli strumenti digitali, dove è anche prevista un’età minima per la fruizione”. Così si legge nell'interrogazione presentata dalle deputate Pd, Marianna Madia, vicepresidente in commissione Politiche Ue, e Irene Manzi, capogruppo in commissione Cultura, al ministro Valditara con cui si sollecita di accelerare sul divieto dell'uso dello smartphone in classe.
“Il ministro Valditara - continuano le deputate - recentemente ha annunciato dall’inizio del prossimo anno scolastico, il divieto, esteso anche alle scuole superiori di secondo grado, degli smartphone in classe ma ancora non chiaro come il governo voglia muoversi per monitorare la situazione e attuare, con celerità, il divieto e l'iter parlamentare”. Un'analoga interrogazione è stata presentata al Senato dalla senatrice Pd, Simona Malpezzi.
“Nel 2026 il Gran Premio di Imola non farà parte del circuito della Formula Uno. Una brutta notizia anche se preannunciata. Hanno prevalso altri interessi che hanno portatogli organizzatori del circuito mondiale a preferire la città di Madrid ed ora la Spagna potrà contare sulla disputa di due gran premi. Bisogna dare atto agli amministratori della città e della Regione, insieme a tanti partner, di aver fatto di tutto per tentare di confermare Imola nel circuito mondiale. Vi erano tutte le caratteristiche: dalla bellezza del circuito alla sua sicurezza, dall’innovazione ai servizi, da una adeguata mobilità per i tifosi al contesto geografico, storico e culturale. Non è bastato. Questo però non significa arrendersi di fronte ad una decisione che non condividiamo. Bene l’impegno degli amministratori comunali e regionali di tornare a riprovarci per gli anni successivi riorganizzando idee, progetti e allargando il sistema delle alleanze. Imola merita il Gran Premio perché lo merita il nostro Paese. Ed allora avanti tutta, la partita è appena cominciata”.
Così il deputato democratico e segretario di Presidenza della Camera, Stefano Vaccari.
Sapevamo che il raggiungimento del quorum era una sfida difficile, perché in Italia c’è un’affluenza al voto che mediamente raggiunge il 50 per cento. L’Italia di oggi non è quella dei decenni passati, quando a votare andava il 90 per cento dei cittadini. E comunque, se guardiamo i numeri, i 14 milioni di cittadini che hanno votato ai referendum sono più dei voti con cui il centrodestra sta governando il Paese”. Così il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, intervenendo a Radio Radicale.
“Penso sia stata una battaglia che aiuterà il consolidamento dell’alleanza di centrosinistra - spiega Morassut - e il superamento delle divisioni. Il problema dell’affluenza al voto è forse un problema epocale di questo momento storico. Faccio notare che il centrosinistra ha vinto a Taranto, come aveva vinto a Genova. Si sta costruendo quindi qualcosa di positivo”.
“Il centrosinistra - spiega ancora il deputato dem - deve costruire una proposta di governo partendo dalla giustizia fiscale, perché in Italia pochi detengono gran parte della ricchezza e poco partecipano alle politiche sociali. Poi c’è un problema di politiche sul lavoro: bisogna governare la flessibilità tutelando le fasce deboli esposte al precariato; poi c’è il problema del governo del territorio, oggi impazzito, perché a pagare sono i deboli col che vedono la casa come un miraggio; e ovviamente il tema della Sanità. Su queste sfide il centrosinistra deve costruire una proposta di governo unitaria".
“Dopo questo referendum - conclude Morassut - si rafforza la speranza che si possa costruire una coalizione che possa vincere le prossime elezioni. Giorgia Meloni fa tante battute, ma non si governa con le battute. Questo referendum ci dice che uniti possiamo raggiungere un consenso molto ampio. E la premier, se continuerà a governare in questo modo, non credo proprio che avrà una prospettiva di dieci anni, ma forse neanche di due”.
"Abbiamo partecipato al tavolo per la Perla convocato presso il Ministero competente, dove si è presentata la nuova proprietà. Si conferma che la lotta delle lavoratrici e dei lavoratori, delle loro Organizzazioni Sindacali, il lavoro comune di tutte le istituzioni, hanno raggiunto un risultato di grandissimo valore. Davvero oggi è una bella giornata per il Paese e per Bologna. Continueremo a seguire i passaggi successivi con il massimo impegno e attenzione come abbiamo fatto fino ad ora. Come verificheremo che il Governo rispetti gli impegni presi relativamente al riconoscimento degli ammortizzatori sociali a quella parte di lavoratrici che ancora non sono coperte".
Così Andrea De Maria e Virginio Merola, deputati PD
“‘Uccidete me, ma l’idea che è in me non la ucciderete mai’. A 101 anni dalla sua morte, Giacomo Matteotti continua a parlare a chi crede nei valori della democrazia, della giustizia e della libertà. La sua voce, nata nel laborioso Polesine - terra spesso dimenticata ma ricca di dignità e impegno - risuona ancora oggi come simbolo di coraggio e integrità. Come parlamentare e donna del Polesine, sento forte la responsabilità di far vivere i suoi valori e di mantenere vivo il suo messaggio di difesa della democrazia e dei diritti di tutti. Matteotti ci ha insegnato che la verità non può essere zittita e che la politica deve essere al servizio delle persone, non del potere. Il modo migliore per onorarlo è impegnarci ogni giorno per questi principi, dentro e fuori le istituzioni”.
Così la deputata democratica, Nadia Romeo.