20/11/2025 - 14:40

“L’opposizione unita sul consenso informato sconfigge il governo Meloni, grazie anche all’autosabotaggio della maggioranza”. Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione Cultura, intervistata per i canali social dei deputati dem, apre così la sua analisi dopo la battuta d’arresto dell’esecutivo sul testo che introduce il consenso preventivo delle famiglie per le attività di educazione sessuale nelle scuole. “L’intervento del ministro Valditara, totalmente scomposto e fuori contesto, ha ulteriormente compattato le opposizioni, che già in commissione avevano dato battaglia sugli emendamenti, cercando di cambiare il testo nel merito con proposte serie”, afferma.

“Ci si chiede – aggiunge l’esponente Pd - cosa spaventi il governo Meloni dell’educazione alla sessualità. Forse la conoscenza, che la destra teme in più di un settore, come dimostrano molte scelte in materia di istruzione. Subordinare le attività a una procedura burocratica di consenso rende tutto più complicato e rischia di colpire proprio quei ragazzi e quelle ragazze che hanno più bisogno di informazioni perché non hanno altri strumenti dove recuperarle, anche all’interno delle famiglie. Non sono solo le opinioni delle opposizioni a ribadirlo, ma l’Oms e l’Unesco che richiamano la centralità e la necessità di questi interventi, che riguardano non solo nozioni di anatomia ma la relazione affettiva, l’educazione al rispetto e all’equilibrio nei rapporti tra uomini e donne. Valditara ha della scuola un’idea ottocentesca, fuori tempo e lontana dalla realtà. Le prime esperienze sessuali avvengono spesso in età molto precoce e molte famiglie da sole non riescono a fornire strumenti educativi adeguati".

“Ostacolare l’educazione affettiva e sessuale – conclude Manzi - crea una frattura ancora più profonda tra scuola, famiglie e adolescenti, penalizzando i più fragili. Così si spingono ragazzi e ragazze a cercare risposte su internet, con informazioni spesso precarie o poco qualificate, invece di garantire percorsi seri e necessari dentro le scuole. L’educazione affettiva e sessuale è un diritto, non un tabù e il Paese non può permettersi una scuola che guarda al passato mentre i giovani cercano strumenti per capire se stessi e le proprie relazioni”.

 

20/11/2025 - 14:08

“Il sostegno che noi abbiamo dato in questi anni rischia di essere vanificato se, in momenti come questi in cui manca il sostegno americano, si indietreggia, si tentenna, si aspetta. Tutti gli altri Paesi europei, Francia, Germania, i Paesi nordici, i Paesi del Mar Baltico, stanno trovando strumenti più rapidi e più diretti per restare a fianco di chi è sotto attacco. Manca l’Italia”. Lo dichiara Lia Quartapelle, deputata del Partito Democratico e vicepresidente della commissione Esteri, commentando le posizioni contrastanti nella maggioranza sul rinnovo degli aiuti all’Ucraina.

L’esponente dem sottolinea che il governo Meloni “di facciata è a sostegno dell’Ucraina, ma nei fatti, a parte alcune eccezioni come il ministro Crosetto, è una maggioranza molto divisa, molto litigiosa, molto incerta. Le decisioni sull’Ucraina slittano dopo il voto delle regionali, come se non ci fosse un ordine di priorità chiaro. A questo, si sommano attacchi sempre più scomposti al Quirinale, a Prodi, domani chissà. Questo dovrebbe essere il governo più stabile d’Europa, chiamato a prendere decisioni necessarie come continuare a sostenere l’Ucraina, e invece si perde in attacchi, litigi, incertezze. Forse così stabile non è”.

“Chiediamo – conclude Quartapelle – chiarezza. Chiediamo in particolare che si arrivi a votare al più presto il rinnovo del sostegno. Quando si deve dire di sì o di no, in Aula non ci sono scappatoie che tengano. Il governo abbia il coraggio, la chiarezza e la necessaria trasparenza nei confronti dei cittadini di prendere una decisione. Noi al fianco di chi è sotto attacco ci siamo stati, ci siamo e ci saremo”.

 

20/11/2025 - 13:46

 

“Le parole della sottosegretaria Borgonzoni confermano, ancora una volta, che il Governo continua a generare confusione e incertezza invece di fornire risposte chiare al settore. Dopo tre anni di legislatura, il comparto si trova in una situazione di evidente difficoltà e restano irrisolti i nodi legati ai tagli introdotti in manovra. In questo contesto, l’annuncio di una riscrittura totale della legge Cinema appare come l’apertura di un nuovo fronte, che rischia di aggiungere ulteriore instabilità a un sistema già duramente messo alla prova. Il Governo chiarisca quali siano obiettivi, contenuti e tempistiche dell’intervento annunciato, e lo faccia in modo trasparente in Parlamento. Se l’intenzione è procedere realmente a una riforma strutturale, esiste già una proposta alternativa — la proposta presentata dal Pd che riforma la governance del settore con l’istituzione di una Agenzia autonoma per il Cinema e— che potrebbe essere discussa e valutata rapidamente. Chiediamo quindi che il ministro Giuli riferisca quanto prima alle Camere e che il Presidente Mollicone convochi un approfondimento in Commissione Cultura. Servono chiarezza, confronto e un percorso definito: misure improvvisate, unite ai tagli previsti in manovra, rischiano solo di aumentare l’incertezza in un settore strategico per il sistema culturale e industriale del Paese”, dichiara Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico e componente della Commissione Cultura della Camera.

 

 

20/11/2025 - 13:45

"Oggi, mentre il governo Meloni continua a fare marcia indietro su se stesso, si fa sempre più evidente la crisi di leadership e di coesione all'interno della sua stessa maggioranza. Le turbolenze politiche sono ormai all'ordine del giorno, con vertici che si susseguono a ritmo frenetico, accordi che sembrano sfuggire di mano, e un numero esorbitante di proposte emendative depositate dalla stessa maggioranza che rendono la legge di bilancio più simile a un cantiere in perenne costruzione che a una manovra economica strutturata". Lo dichiara Piero De Luca, deputato e capogruppo PD commissione politiche UE.

"Eppure, nonostante il caos che regna a Palazzo Chigi, prosegue il dem, c'è una costante: sulle tasse così come su sanatorie e condoni, semmai lanciati per pura propaganda elettorale, la destra è perfettamente allineata. Ad oggi tra emendamenti di maggioranza e pezzi ancora in piedi, restano solo queste coordinate certe.

Il dato di fatto è che il governo non riesce a dare risposte ai problemi delle famiglie e il nostro Paese non cresce. Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), fortemente osteggiato dalla destra, oggi è l'unica risorsa che ci ha impedito di sprofondare e andare in recessione. Eppure i ritardi nella spesa stanno producendo modesti tassi di crescita, che ci collocano agli ultimi posti in Europa.La verità è che il governo non ha nessuna visione per il Paese, se non quella di un equilibrio instabile che, giorno dopo giorno, mostra tutta la sua fragilità".

 

 

20/11/2025 - 13:23

“Questo governo parla, parla, ma poi non agisce concretamente”. Lo dichiara il deputato Matteo Mauri, responsabile nazionale Sicurezza del Partito Democratico, commentando sui canali social dei deputati Pd quella che definisce “un’occasione persa” sul decreto flussi approvato alla Camera martedì scorso. “La presidente Meloni ha detto più volte che il decreto flussi crea illegalità, che servono controlli più rigorosi, che bisogna cambiare il modello. Ma quando hanno l’occasione per cambiare davvero il modello, non lo fanno”.

“La ragione – spiega l’esponente dem - è chiara: per cambiare il decreto flussi bisogna cambiare la legge. La legge si chiama Bossi-Fini. Una normativa sbagliata, ormai vecchissima, che era sbagliata anche allora, ma oggi è sicuramente superata dall’evoluzione dei tempi e da come si è trasformata l’immigrazione e il fenomeno migratorio”. E’ assolutamente necessario cambiarla, ma non per il Pd, per nell'interesse dell’Italia, perché tenere una legge così rigida impedisce un arrivo coordinato e ordinato dei lavoratori stranieri”.

“Abbiamo una legge sull’immigrazione – conclude Mauri - che spinge verso l’irregolarità. Crea un fenomeno che provoca problemi sia alle persone che vivono quella condizione, sia alle comunità ospitanti. Al contrario, tutti hanno da guadagnare aumentando il livello di regolarità, facendo pagare le tasse a chi lavora. Questa destra specula sull’immigrazione e in realtà fa leggi che producono irregolarità. Con i decreti voluti da Salvini hanno abolito prima la protezione umanitaria e poi quella speciale e hanno buttato nell’irregolarità decine e decine di migliaia di persone. Non è nell’interesse di nessuno, ma nonostante questo lo fanno. O forse lo fanno esattamente per questo”.

 

20/11/2025 - 12:52

“La procura di Milano sta indagando su tre amministratori del gruppo marchigiano della Tod’s per sfruttamento con ‘dolo’ della manodopera. Parliamo di salari da fame, norme igieniche non rispettate, orari di lavoro disumani. Questo ci racconta di quanto sia profondo il problema del lavoro povero nel nostro Paese. In un’azienda di grandissima proiezione internazionale i subfornitori pagavano salari anche a meno di tre euro l’ora per gli operai. Un fatto gravissimo. Se guardiamo lo scudo penale introdotto nel Ddl sulle piccole e medie imprese, che ‘assolve’ i committenti da qualsiasi responsabilità rispetto a quello che accade nella filiera produttiva delle aziende della moda, capiamo quanto la destra voglia far fare un passo indietro alla civiltà del lavoro. Chiediamo che nella discussione alla Camera si elimini quella norma che è un vero e proprio colpo di spugna. Lo sfruttamento non può e non deve essere legalizzato, a maggior ragione in un settore di alta qualità come la moda”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

 

20/11/2025 - 12:30

"In Commissione esteri la maggioranza ha bocciato la risoluzione a mia prima firma che impegnava il governo ad adottare misure concrete in direzione del disarmo nucleare rafforzando il Trattato di non proliferazione e attuando le indicazioni contenute nel Trattato sulla proibizione delle armi nucleari a proposito delle vittime e del risanamento ambientale. Inoltre, chiedevamo l'adozione di politiche di "non primo uso". In sostanza, che l'Italia chiedesse agli altri paesi l'impegno a non usare per primi l'arma nucleare. L'unica vera deterrenza possibile: se nessuno usa per primo le armi nucleari, nessuno le userà mai. Solo così si salva l'umanità da una totale catastrofe". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Ma il governo ha presentato riformulazioni che sminuivano la portata della risoluzione in merito al sostegno alle vittime delle esercitazioni e sul risanamento ambientale - sottolinea Boldrini -. E si è espresso in senso contrario rispetto al "non primo uso". Di fatto, un passo indietro rispetto ad un'altra risoluzione, sullo stesso tema, che, invece, era stata approvata all'unanimità nel 2023, col parere favorevole dello stesso governo di adesso".
"Non potevamo accogliere le proposte della maggioranza che contraddice se stessa solo perché, adesso, a parlare di test nucleari e a ventilare l'uso dell'arma sono i loro più grandi alleati: Trump e Netanyahu - aggiunge -. In più occasioni il presidente Sergio Mattarella è stato perentorio nell’affermare che è inaccettabile anche solo fare allusioni all'impiego di armi nucleari. E se lo ha fatto è perché oggi questa minaccia è reale, arriva da capi di Stato e di Governo. Va ricordato anche che in Italia ci sono decine di testate nucleari statunitensi, in particolare nelle basi di Ghedi e Aviano, cosa che espone il nostro Paese ad altissimi rischi".
"Anche per questo le riformulazioni proposte erano irricevibili. La nostra risoluzione, quindi, è stata bocciata. La maggioranza e il governo si assumono la responsabilità di non prendere alcuna iniziativa per contrastare il rischio di una guerra nucleare che comporterebbe la distruzione dell'umanità e del pianeta" conclude Boldrini.

20/11/2025 - 12:26

E quattro. È il numero dei condoni edilizi che la maggioranza propone di inserire nella legge di bilancio. Si fa cassa sugli abusi, le superfetazioni e le costruzioni non sicure che affliggono costruzioni di mezza Italia. Si va indietro nel tempo e si arriva a recuperare illeciti realizzati nel 1983: per dire, la Meloni aveva 5 anni.

Una maxi sanatoria per qualche voto in più prima delle regionali, per qualche soldo in più in manovra ma sbagliata, ingiusta e pericolosa, che premia chi ha violato le regole e penalizza chi le ha sempre rispettate.

In un Paese fragile dal punto di vista idrogeologico, con territori che ogni anno pagano un prezzo altissimo in termini di sicurezza e vite umane, condonare significa legittimare l’abusivismo e indebolire ulteriormente gli strumenti di tutela del territorio. Serve esattamente l’opposto: investimenti, controlli efficaci e rigore nelle norme urbanistiche.

Questo Governo continua a usare il condono come strumento elettorale, ignorando i bisogni reali delle comunità e scaricando sulle amministrazioni locali costi e responsabilità. La sicurezza delle persone e la qualità delle nostre città vengano prima di qualsiasi calcolo politico.

Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

 

20/11/2025 - 12:23

“Quella sulla modifica dell’articolo 609 bis del Codice Penale è davvero una svolta: non solo una riforma del codice, ma una svolta culturale”. Lo afferma sui canali social dei deputati Pd, Michela Di Biase deputata del Partito Democratico e relatrice di minoranza alla proposta di legge dei dem, a prima firma Laura Boldrini, commentando il via libera della Camera al provvedimento che introduce nel reato di violenza sessuale il principio del consenso libero e attuale, ora atteso al Senato. “Auspichiamo un rapidissimo voto anche a Palazzo Madama. Oggi le donne sono meno sole nelle aule dei tribunali, meno sole rispetto a quelle sentenze ingiuste che spesso le hanno vittimizzate una seconda volta”.

Richiamando l’intervento in dichiarazione di voto di Laura Boldrini, l’esponente dem parla di “una vittoria del lavoro di squadra tra donne”, ricordando “il dialogo tra la presidente del Consiglio e la segretaria Schlein e il lavoro parlamentare che ha portato all’emendamento delle relatrici: ”Quando le donne si mettono insieme – aggiunge – l’obiettivo lo portano a termine”.

Di Biase ha richiamato anche l’emergenza dei femminicidi. “Ogni tre giorni una donna muore per mano di un uomo: moltissimo resta da fare su educazione e formazione”. E conclude: “Non risolveremo un problema strutturale con una sola norma, ma riconoscere oggi il consenso nel nostro Codice Penale è un passo avanti fondamentale, un avanzamento di civiltà e cultura giuridica”.

 

20/11/2025 - 11:21

“Non siamo di fronte ad un testo di semplificazione. Un testo di legge da 75 pagine, un dossier di 320 pagine non è semplificazione.
Il provvedimento nasceva con 33 articoli. Oggi arriva in Aula un altro provvedimento più che raddoppiato, 74 articoli di cui almeno la metà non sono stati adeguatamente discussi né al Senato né alla Camera, nelle commissioni competenti. Siamo di fronte a un testo sconfinato che viene presentato blindato, mortificando l’attività legislativa e il ruolo di tutto Parlamento.

Quanto nel merito, e mi riferisco all’articolo 11, la ministra Santanchè ha sbagliato ancora una volta a cercare di travestire in semplificazione una norma che serve solo a scippare i Comuni di scelte fondamentali per la mobilità. Il Pd vuole rispondere positivamente alle legittime esigenze delle strutture alberghiere senza però dare un calcio nel sedere ai sindaci e alle autonomie dei territori.

Non possiamo togliere qualsiasi prerogativa e autonomia ai sindaci e alle amministrazioni locali per condizionare le loro scelte solo in virtù delle norme nazionali. Vale per il carico scarico così come per i dehors: questo governo non può continuare a privatizzare porzioni di suolo pubblico a colpi di false semplificazioni!

Le norme non possono essere scritte contro chi poi le deve far applicare. Se l’Anci ci chiede di modificare delle norme, andiamo in quella direzione, cerchiamo insieme una modifica.

In questo modo il Governo getta la maschera. Non è per l’autonomia differenziata, ma solo per la differenziazione. E per avere i pieni poteri per decidere a livello nazionale come e chi differenziare. Il Governo Meloni dimostra che il suo unico obiettivo è poter decidere direttamente, al posto delle autonomie locali e comunali. E questo non va bene”. Lo ha detto in Aula Andrea Casu, deputato della presidenza del gruppo Pd alla Camera e vicepresidente della commissione Trasporti della Camera, intervenendo sul ddl semplificazione.

 

20/11/2025 - 10:23

Lunedì 24 novembre conferenza stampa alla Camera

"Sulla Strage di Ustica vi è una verità incontrovertibile. Il Dc9 Itavia venne abbattuto in uno scenario di guerra da un aereo di un paese alleato. La mancata collaborazione dei Paesi alleati ha impedito negli anni di raggiungere piena verità e giustizia. Il prossimo 26 novembre ci sarà la decisione del GIP sulla richiesta di archiviazione dell' Inchiesta penale. Noi chiediamo che non si rinunci alla ricerca della verità e della giustizia, lo  si deve alle vittime, ai loro familiari ed alla dignità del nostro Paese. Fondamentale è l'azione che deve assumere il nostro Governo verso paesi amici dell' Italia. Noi pensiamo si debba andare avanti nel chiedere ai Paesi Nato, a partite dalla Francia e dagli Stati Uniti, di fornire tutte le informazioni in loro possesso sulla strage di Ustica. Non è il tempo di archiviare questo impegno. E l'attuale Governo, il Parlamento, debbono fare fino in fondo la propria parte.
Dell'intera questione, con ulteriori elementi di novità processuali, si parlerà in una conferenza stampa alla Camera dei Deputati alle ore 13 di lunedì 24 novembre, con Daria Bonfietti, presidente Associazione Parenti Vittime della Strage di Ustica . Al nostro appello hanno subito aderito parlamentari di diversi gruppo parlamentari, che interverranno alla Conferenza Stampa: Marco Pellegrini del M5S, Marco Lombardo di Azione, Ivan Scalfarotto di Italia Viva e Ilaria  Cucchi di AVS.
Parteciperanno inoltre alla Conferenza Stampa Giuseppe Giulietti di Articolo 21, Vittorio Di Trapani presidente della Federazione Nazionale della Stampa e Carlo Bartoli, presidente dell'Ordine dei Giornalisti.

Così, in una dichiarazione congiunta, i parlamentari PD Walter Verini e Andrea De Maria.

 

19/11/2025 - 18:20

Risponde su media a interrogazioni rivolte a Lollobrigida

“Per la destra il Parlamento non solo è considerato un intralcio all'esercizio del potere da parte del governo ma ora addirittura, dopo l'abuso della decretazione d'urgenza e il ricorso sistematico alla fiducia, si affidano in subappalto le risposte alle interrogazioni. E chi meglio di Fabio Vitale, direttore di Agea, fedele scudiero del ministro Lollobrigida, poteva assolvere ad un così rilevante compito. Si è permesso il plenipotenziario dirigente di rispondere con una lettera aperta, pubblicato su un organo di informazione, ad una interrogazione al ministro dell'Agricoltura al quale si era rivolta la collega Maria Chiara Gadda prima ancora che se ne discutesse in Commissione. Un abuso bello e buono che va oltre il ruolo pro tempore del direttore dell'Agea che addirittura ha espresso valutazioni inopportune sui giudizi e le richieste legittime di una parlamentare bollandole come disinformazione perché fondate su interpretazioni errate. Alla collega Gadda va la mia solidarietà e il pieno sostegno dopo questo attacco sguaiato”.Così il segretario di Presidenza della Camera e deputato dem della commissione Agricoltura, Stefano Vaccari.

“Un comportamento - aggiunge - quello del direttore di Agea, che mal si concilia con il suo ruolo e che dovrebbe essere stigmatizzato prontamente dallo stesso ministro Lollobrigida che da quanto ci risulta non crediamo abbia dato alcuna delega al direttore Vitale per fare svolgere l'attività ispettiva in outsourcing ai giornali. A Fabio Vitale chiediamo di non intralciare l'attività istituzionale e di svolgere le sue funzioni in maniera imparziale nell'interesse del Paese. Fino ad ora invece - conclude - abbiamo riscontrato altro”.

 

19/11/2025 - 18:15

«Siamo di fronte a un attacco al Quirinale senza precedenti da parte di Fdi. La situazione è politicamente gravissima. Colpisce la totale opacità delle ricostruzioni pubblicate da La Verità: fonti non chiare, materiali anonimi, comunicazioni di provenienza incerta. C’è da preoccuparsi altro che richieste di scuse. Ma il punto politico, forse, è un altro: questa operazione sembra servire soltanto a coprire i grandi fallimenti della politica economica del governo Meloni. Le preoccupazioni espresse dall’Unione Europea, da Bankitalia, da Confindustria e dal mondo del lavoro e produttivo parlano chiaro. L’esecutivo non sta proteggendo le nostre imprese, nemmeno sul fronte internazionale, come dimostra l’incapacità di affrontare il tema dei dazi imposti da Trump. In questo quadro, stupisce che Meloni continui a sostenere che il suo governo garantirebbe “stabilità” al Paese. Che tipo di stabilità sarebbe mai quella in cui assistiamo a conflitti istituzionali senza precedenti? Nel mirino, negli ultimi mesi, sono finiti il Quirinale, la Corte dei conti, la Ragioneria dello Stato, la magistratura, la stampa, il servizio pubblico radiotelevisivo: tutti presìdi democratici che devono poter agire con piena autonomia.
Stiamo attraversando una fase in cui il governo sembra considerare ogni controllo, ogni istituzione indipendente, come un ostacolo da attaccare. È una deriva pericolosa, che mina la credibilità dell’Italia e la qualità della nostra democrazia.» Così Stefano Graziano, capogruppo del partito Democratico in commissione difesa alla Camera.

19/11/2025 - 17:05

“I 7 milioni di caregiver che tengono in piedi il welfare del nostro Paese, spesso sostituendosi allo Stato, non risolleveranno la loro condizione con le 'belle' parole della ministra Locatelli. Loro non vivono di slogan come questo governo ma di notti in bianco, di lavoro perso e di una saluta mentale che si sgretola. Loro non hanno bisogno di una riforma che è l'ennesimo annuncio”. Lo dichiara il deputato Pd e capogruppo in Commissione Affari sociali, Marco Furfaro in replica alla ministra Alessandra Locatelli durante il Question Time alla Camera.
“A differenza di quanto afferma la ministra – continua l'esponente dem - il piano sui caregiver dell'esecutivo non è condiviso con le associazioni che vengono ulteriormente umiliate. Ci vorranno 91 ore di cura a settimana, 400 ore al mese per avere un contributo su base Isee limitatissima. È una riforma che non dà nessun servizio di sollievo, nessuna domiciliarità o prossimità, nessuna visione di assistenza a lungo termine. Solo un contributo economico per pochi ma solo se conviventi e sotto i 15mila euro di Isee”. “In altre parole un pannicello caldo per pochi sfortunati. Se dei 7 milioni di caregiver, anche solo un milione accedesse al contributo, riceverebbe circa 207 euro l'anno, circa 4 centesimi l'ora. I caregiver anche se riconosciuti a parole saranno abbandonati nei fatti. Un mantra per questo governo come già fatto per i non auto-sufficienti”, conclude Furfaro.

19/11/2025 - 17:00

“Dopo due anni di annunci e un percorso poco trasparente, la 'montagna', il governo, ha partorito un topolino. La ministra Locatelli si appresta a discutere in Consiglio dei ministri un provvedimento che riteniamo 'parziale, insufficiente, culturalmente sbagliato', con tutele economiche solo per i conviventi tenuti a svolgere assistenza 12 ore al giorno e solo se in possesso di un Isee inferiore ai 15 mila euro. Riceveranno circa 400 euro al mese, meno di un euro l'ora. Una vera e propria mortificazione per le donne”. Lo dichiara la deputata Pd, Ilenia Malavasi durante il Question Time alla Camera con la ministra Locatelli.
“I caregiver non chiedono una misura economica per pochi, ma servizi e sollievo – aggiunge la parlamentare dem -, non chiedono le briciole, ma dignità. È necessaria una legge che possa costruire uguaglianza e parità di opportunità. Il governo Meloni invece presenta una legge che rischia di dividere e discriminare, senza quelle tutele lavorative e previdenziali che possono dare dignità ai caregiver, garantendo libertà di scelta. Chiediamo una legge equa ed universale e non l'ennesimo annuncio propagandistico”, conclude Malavasi.

Pagine