"Alla vigilia del 25 novembre, il ministro Nordio pensa bene di spiegarci che la violenza degli uomini sulle donne è una questione iscritta nel DNA maschile. Chissà come l'hanno presa tutti quelli che all'indomani di un femminicidio si premurano di specificare che "non tutti gli uomini" sono violenti.
Un'affermazione non solo grave, quella del ministro, ma anche falsa. Buona solo a ignorare la complessità del fenomeno che, come dimostrano decine di studi, ha radici culturali profonde, non biologiche.
Poi Nordio si contraddice sostenendo che per combattere la violenza degli uomini sulle donne serve la prevenzione sul piano culturale. E su questo siamo d'accordo. Ma allora deve spiegarlo al suo collega Valditara e alla sua collega Roccella che invece continuano a non volere vedere il nesso tra educazione al rispetto e violenza degli uomini contro le donne. E per questo non vogliono introdurre l'educazione all’affettività e alla sessualità fin dai primi anni di scuola. La violenza si combatte con misure di prevenzione, con l’educazione, la formazione e investendo le risorse necessarie a dare una risposta adeguata a questa piaga sociale. Tutto quello che non abbiamo ancora visto da questo governo". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Chiederemo conto nelle sedi opportune dell’utilizzo degli uffici ministeriali per finalità politiche da parte del ministro Giuli. I comunicati diffusi oggi dall’Ufficio stampa del Ministero della Cultura, che invitano espressamente al voto per il candidato Cirielli, sono un fatto gravissimo, che non può passare inosservato.
Il ministro Giuli dovrà rendere conto di quanto accaduto. È inaccettabile che uffici pubblici, finanziati dai cittadini per svolgere funzioni istituzionali, vengano piegati a fini di propaganda politica. Un episodio che solleva interrogativi profondi sul rispetto delle regole e sull’autonomia della macchina pubblica” così una nota del deputato e segretario del Pd Campano, Piero De Luca.
"L’inchiesta di Fanpage sull’Istituto Romano San Michele mette in luce un sistema corrotto di spartizione di potere nel mondo della sanità laziale: incarichi, consulenze e appalti pilotati dove vengono coinvolti esponenti di Fratelli d'Italia. Nessun interesse pubblico ma solo per i fedelissimi e i loro amici che si aggiudicano e si spartiscono tutte le commissioni. La più grande azienda pubblica sanitaria del Lazio in mano a poche persone e gestita a fini personali. È necessaria la massima chiarezza su quanto accade e per questo presenteremo un’interrogazione urgente al governo. Giorgia Meloni non può voltarsi dall’altra parte, deve rispondere in Parlamento”. Così in una nota i deputati del gruppo PD - Italia Democratica e Progressista eletti a Roma e nel Lazio Casu, Ciani, Di Biase, Madia, Mancini, Morassut, Orfini e Prestipino.
«Oggi l’ufficio stampa del Ministero della Cultura ha diramato tre comunicati a sostegno della candidatura di Cirielli alla presidenza della Regione Campania, riportando peraltro dati falsi sull’azione del governo nel territorio campano.
Un atto vergognoso, mai verificatosi prima: uno strappo istituzionale gravissimo. Giuli utilizza le istituzioni e gli uffici del ministero per fare campagna elettorale con i soldi dei cittadini. Di questo chiederemo conto e presenteremo interrogazioni parlamentari».
Così in una nota i deputati del PD della Commissione Cultura della Camera dei deputati.
"Con la scomparsa di Alessandro Scapecchi la comunità di Grosseto perde un punto di riferimento per l'intero movimento sportivo. Con lui se ne va un un campione che ha fatto la storia del pugilato, prima con i suoi titoli nazionali (nei pesi leggeri e superleggeri) e poi con il suo impegno da maestro e allenatore per generazioni di giovani pugili. Alla famiglia ed ai suoi amici vanno le mie condoglianze.": è quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani.
La perla quotidiana che ci regala Nordio dice che nel dna degli uomini non c’è la parità dei sessi. Tempo fa invece sosteneva invece che la violenza degli uomini era solo nella genetica di alcune etnie.
Nordio vuole una giustificazione scientifica ai suoi inaccettabili pregiudizi. Eppure è tutto molto chiaro: non c’è nulla di naturale nella sopraffazione di un uomo su una donna e la parità tra i sessi non è un artificio ma una conquista culturale che evidentemente il ministro della Giustizia non ha raggiunto. La dimostrazione di quanto sia necessaria l’educazione sessuale ed affettiva. A scuola e non solo.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
«La decisione del Consiglio dei ministri di impugnare la legge sul fine vita approvata dal Consiglio regionale della Sardegna è un atto grave, che va oltre il conflitto istituzionale. È come se il Governo Meloni pretendesse di decidere come ciascuno di noi debba vivere e morire, negando alle persone il diritto fondamentale all’autodeterminazione e alla dignità negli ultimi momenti della propria vita.
La legge sarda nasce da un percorso serio, condiviso, rispettoso delle sentenze della Corte costituzionale e delle linee già tracciate in diverse regioni. Non si sostituisce allo Stato, non crea nuovi diritti, ma garantisce procedure e tutele per evitare che cittadini e famiglie soffrano nell’abbandono istituzionale.
Il Governo sceglie invece la strada dello scontro ideologico, trasformando una questione di umanità in un terreno di propaganda. È un errore politico e morale.
Come Partito Democratico della Sardegna difenderemo in ogni sede il principio che la vita e la morte non possono essere oggetto di imposizione da parte di un esecutivo che rifiuta di affrontare il tema a livello nazionale. Difenderemo la Sardegna, la sua autonomia legislativa e, soprattutto, la libertà delle persone.
La dignità non si impugna. Si tutela.»
«Le dichiarazioni della Ministra Roccella e del Ministro Nordio sono di una gravità inaudita. Negare l’importanza dell’educazione sessuale nella prevenzione della violenza, o evocare una presunta incapacità “genetica” degli uomini a riconoscere la parità, non è solo sbagliato: è pericoloso. Sono parole che distorcono i fatti, che confondono il dibattito pubblico e che rischiano di trasformare una responsabilità sociale e culturale in un finto destino biologico". Lo dichiarano in una nota le deputate democratiche in Commissione Femminicidio, Valentina Ghio, Sara Ferrari e Antonella Forattini.
"La violenza contro le donne - sottolineano le parlamentari - non nasce nel DNA: nasce in una cultura che alcuni, ancora oggi, sembrano giustificare o quantomeno minimizzare. Attribuire la radice del problema alla natura maschile significa spostare l’attenzione dai veri nodi – educazione, potere, stereotipi – e può diventare, anche involontariamente, un alibi per chi perpetua comportamenti inaccettabili. È scandaloso che due Ministri della Repubblica, alla vigilia della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, consegnino al Paese messaggi così distorti e regressivi. Mentre l’Italia chiede risposte concrete, rispetto, prevenzione e strumenti culturali adeguati, dal Governo arriva invece un segnale di arretramento che offende le donne, gli uomini e le nuove generazioni.
A chi mette in dubbio l’efficacia dell’educazione, andrebbe ricordato che è proprio da lì che passa il cambiamento reale".
"Queste parole sono un danno a chi combatte la violenza e un regalo all’oscurantismo, peraltro a pochi giorni dall’approvazione unanime della legge sul consenso alla Camera. Con questa dichiarazione i due ministri appaiono fuori dalla realtà", concludono le deputate Pd.
“L’emergenza bracconaggio in Lombardia, su cui oggi abbiamo fatto il punto proprio nella sede del consiglio regionale lombardo grazie al WWF, è drammaticamente sottaciuta e trascurata, tanto in Lombardia quanto a Roma da parte del governo Meloni e della sua maggioranza. Ed è un fatto incontrovertibile che le continue modifiche alla legge regionale e nazionale sulla caccia, quelle fatte e quelle in cantiere - modifiche fatte surrettiziamente utilizzando la legge di bilancio, malcostume della destra - abbiano spalancato e spalancheranno ancora di più le porte all’illegalità diffusa. I dati presentati oggi da parte del CRAS Valpredina sulla fauna sequestrata nel corso del 2025 sono infatti allarmanti e registrano forti peggioramenti. Il bracconaggio alimenta un traffico illegale di animali selvatici milionario che oggi viene contrastato con mezzi e risorse drammaticamente insufficienti, che aggrava i numerosi problemi già causati dall’attività venatoria, come la diffusione di zoonosi, l’inquinamento ambientale in particolare da piombo e il rischio anche per la salute pubblica di chi consuma quelle carni contaminate, oltre che, chiaramente, alimentare una sofferenza indicibile per gli animali, che dovrebbero invece essere tutelati come chiede la nostra Costituzione. Oggi insieme al consigliere del PD Simone Negri e alle altre forze di opposizione presenti abbiamo ribadito la nostra fermezza nel contrastare il bracconaggio e qualsiasi forma di deregolamentazione selvaggia della caccia". Lo dichiara la Deputata del PD Eleonora Evi.
“Le affermazioni del ministro Nordio sono aberranti. Parlare di una “resistenza nel codice genetico maschile” non solo è falso, ma rischia di trasformare una responsabilità culturale e individuale in un presunto destino biologico. La violenza non è scritta nel DNA: è il prodotto di educazione, potere e stereotipi. Attribuirla alla genetica significa, anche involontariamente, sfiorare la giustificazione di atti indegni invece di combatterli con chiarezza e responsabilità” così la deputata democratica Michela Di Biase.
“Quelle pronunciate dai ministri Nordio e Roccella sono parole gravissime, ancora più gravi perché pronunciate in quel contesto, una conferenza internazionale sui femminicidi, oltre che false”.
Così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico, sulle parole dei ministri Nordio e Roccella.
“Non c’è nessun “codice genetico che fa resistenza”: è una questione culturale, di valori introiettati, di patriarcato - prosegue la deputata dem - E sì, si combattono anche con l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole, con l’educazione alla parità e al riconoscersi nelle differenze, proprio perché se non si interrompe quel filo della cultura patriarcale non servirà mai a niente inasprire le pene e basta”.
“Queste parole fanno rabbrividire. Ma devono essere un monito per tutte e tutti: la lotta è ancora lunga e sta a noi continuare, nelle sedi istituzionali, nelle piazze e ovunque nella società, a costruire un mondo migliore, quello che Roccella, Nordio e la destra vogliono negare” conclude Gribaudo.
“I nuovi dati sull’andamento dei prezzi mostrano rialzi senza precedenti che rodono sempre di più il potere d’acquisto dei cittadini.
Il costo dei generi alimentari che non smette di salire rappresenta un’emergenza che colpisce in particolare le famiglie più fragili e il ceto medio, che è già schiacciato da anni di stagnazione dei redditi e dall’aumento della pressione fiscale.
Dal governo non arriva nessuna risposta, mentre servirebbero subito interventi reali per contenere l’inflazione: dalla sterilizzazione del fiscal drag, indispensabile per tutelare i redditi da lavoro, all’approvazione della legge sul salario minimo e a politiche sociali forti e strutturali.
La spesa alimentare non è un lusso: è il termometro dello stato reale del Paese. Continuare a ignorare questi segnali significa condannare le famiglie a ulteriori sacrifici e frenare la ripresa dei consumi”.
Così la deputata Silvia Roggiani, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
La notizia dei rincari sulla spesa quotidiana, dal cioccolato al caffè, che schiacciano il potere d'acquisto delle famiglie, conferma l'incapacità del governo di destra di contrastare efficacemente l'emergenza del caro vita. Se è vero che l'inflazione generale sta rallentando, l'aumento persistente sui beni alimentari essenziali rende la vita sempre più difficile per i redditi medio-bassi. I dati evidenziano come la stabilità economica promessa sia solo una chimera, e che l'esecutivo abbia preferito misure generiche e spot, anziché interventi strutturali e mirati sulla filiera e sull'energia per calmierare realmente i prezzi alla fonte.
Il Partito Democratico da mesi chiede risposte concrete per difendere il salario e il carrello della spesa. Il governo non ha fatto nulla per garantire la piena indicizzazione degli stipendi all'inflazione, ha ignorato la nostra proposta sul Salario Minimo che darebbe ossigeno a milioni di lavoratrici e lavoratori, e ha lasciato scadere misure fondamentali come il rifinanziamento del bonus sociale per l'energia. La destra non ha compreso che l'inflazione è diventata un'imposta occulta che colpisce in modo sproporzionato i ceti più deboli. È necessario cambiare rotta e mettere al centro dell'agenda politica la tutela del potere d'acquisto. Non possiamo accettare che le famiglie italiane debbano rinunciare a beni di prima necessità e che il costo della vita continui a strangolare l'economia a causa dell'inerzia politica.
Così la deputata del Pd Debora Serracchiani.
“I dati Istat elaborati dall'Unione Nazionale Consumatori sono inequivocabili: mangiare costa sempre di più e, rispetto ad un anno fa, le famiglie spendono circa 174 euro in più per fare la spesa. I dati sono inequivocabili per tutti tranne che per il governo Meloni che continua con il suo mantra del tutto va bene e dei nuovi record storici. Insomma la realtà fa a pugni con propaganda ideologica di un esecutivo che dopo aver portato l’economia al ristagno, o meglio in recessione se non ci fosse il Pnrr, ora si accanisce sulle persone e non riesce a fermare il morso dell’inflazione”. Così in una nota la deputata Pd, Ilenia Malavasi commenta i dati sul rincaro dei prezzi sulla spesa.
“La risposta più ovvia è pronta da tanti mesi in Parlamento: il salario minimo aiuterebbe chi è più in difficoltà e darebbe un nuovo dinamismo all’economia italiana da troppo tempo ferma”, conclude Malavasi.
“Gli ultimi rilevamenti sull’inflazione mostrano un quadro estremamente allarmante. I prezzi alimentari registrano un aumento del 2,1%, con rincari particolarmente evidenti nel comparto della carne. A questo si somma la crescita continua del costo dei beni essenziali e dei servizi quotidiani. Il risultato è che sempre più cittadini faticano ad arrivare a fine mese e devono rinunciare a prodotti che fino a pochi anni fa erano considerati normali componenti della spesa familiare. Questa situazione non è frutto del caso. Mentre l’inflazione corre, i salari reali rimangono bloccati. Di fatto, milioni di lavoratrici e lavoratori stanno perdendo potere d’acquisto, come se ogni anno venisse sottratta una mensilità intera. È uno scenario insostenibile, che il governo Meloni continua a sottovalutare, limitandosi a misure frammentarie incapaci di rispondere alla crisi del reddito.” Così in una nota Ubaldo Pagano, capogruppo del Partito Democratico in commissione bilancio alla Camera commentando gli ultimi dati sull’inflazione.