Dichiarazione di Stefano Graziano, capogruppo Pd in commissione Difesa
“Un gesto fortemente simbolico la demolizione del bunker del boss Michele Zagaria, covo emblematico del potere camorrista e immagine fortemente negativa”. Così il deputato del Pd Stefano Graziano, capogruppo in commissione Difesa della Camera commenta la demolizione della casa in provincia di Caserta dove fu trovato il 7 dicembre 2011 il boss Michele Zagaria. “In quel covo fu catturato il capoclan dei casalesi – ricorda Graziano- e sapere che tra qualche settimana in quell’area sorgerà un parco pubblico è per tutti noi un fatto positivo, che ci dice che la camorra, come le altre mafie, può essere sconfitta”.
“Le prime scelte del governo in materia di istruzione sono gravi e prefigurano un vero e proprio attacco alla scuola pubblica. In particolare, la norma sul dimensionamento scolastico determinerà, di fatto, la riduzione, non solo delle sedi, che verranno inevitabilmente accorpate, ma anche del contingente dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi, che saranno quasi dimezzati rispetto ad oggi.
Una norma ingiusta e discriminatoria che andrà ad impattare negativamente sui territori già in difficoltà come le aree interne ed il Mezzogiorno. Questo è un governo che taglia sull'istruzione e con la scelta scellerata di andare avanti con il progetto Spacca Italia, non farà che favorire le disuguaglianze e le disparità territoriali.
Va aperto un dibattito tra esecutivo e regioni per evitare che l'istruzione venga ulteriormente depotenziata. Per noi è urgente reperire risorse adeguate per assicurare a tutti il diritto all'istruzione, su tutto il territorio nazionale. La misura sul dimensionamento va corretta e va stabilito definitivamente che le risorse liberate dalla riduzione della spesa per istruzione conseguente al calo demografico siano reinvestite nel medesimo settore a beneficio dei giovani e delle future generazioni”.
Lo dichiarano la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani e la capogruppo in commissione Cultura Irene Manzi.
Il candidato alla segreteria del Pd toscano ha viaggiato da Borgo San Lorenzo a Santa Maria Novella: “Pochi convogli e sempre pieni. Ferrovie deve darsi una mossa, noi come partito dobbiamo farci sentire”
“Ritardi costanti, treni sovraffollati. Così non va. I pendolari del Mugello che ho incontrato stamani mi hanno detto che ogni giorno è una roulette: sia all’andata che al ritorno non sanno quando il treno arriverà. E purtroppo non succede solo in Mugello, ma anche in altre aree interne della Toscana”.
Stamani alle 7 Emiliano Fossi, candidato alla segreteria del Pd toscano, ha preso il treno a Borgo San Lorenzo insieme a tanti pendolari diretti a Firenze.
“Il treno che ho preso - racconta Fossi - è uno dei treni 'forti' per studenti e lavoratori. Qui, come in altre aree interne della Toscana, i treni sono troppo pochi. Ferrovie si deve dare una mossa e dalla Toscana deve arrivare una richiesta forte in questo senso. Bene parlare di Tav, ma le pressioni per fare l’opera non possono essere dissociate dall’obbiettivo di potenziare il trasporto in superficie”.
“I toscani che si muovono in treno - dice Fossi - non possono essere cittadini di serie B. Anzi dovrebbe essere il contrario: bisogna aiutare chi usa mezzi alternativi all’auto. Non possiamo lasciare soli pendolari e istituzioni in questa battaglia. Il Pd della Toscana deve essere dalla loro parte, perché una mobilità efficiente tiene insieme il diritto a muoversi e una forte scelta ecologica”.
“Quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis; quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa”.
Queste le richieste contenute nella seguente interpellanza rivolta dal Gruppo Pd della Camera al ministro Nordio in merito agli ascolti delle conversazioni fra Cospito e altri detenuti al 41 bis nel carcere di Sassari e alle scelte rispetto all’assegnazione del gruppo di socialità del detenuto Cospito. L’atto parlamentare è firmato dalla capogruppo Debora Serracchiani, dall’ex ministro della Giustizia Andrea Orlando, dal vice segretario e vicecapogruppo alla Camera Peppe Provenzano, dal del deputato Silvio Lai e dal capogruppo in commissione Giustizia Federico Gianassi. Analoga interrogazione la presentiamo al Senato, a firma della capogruppo Simona Malpezzi, dei membri della commissione Giustizia Walter Verini, Alfredo Bazoli, Franco Mirabelli e dalla vice presidente del Senato Anna Rossomando.
INTERPELLANZA
I sottoscritti chiedono di interrogare il Ministro della Giustizia; per sapere; premesso che:
i cosiddetti circuiti penitenziari dovrebbero avere la finalità di preservare l’ordine e il funzionamento degli istituti penitenziari, e sono prevalentemente regolati in via amministrativa da una serie di circolari del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria (DAP), che disciplinano l’esercizio del potere discrezionale inerente alla gestione dei detenuti e degli internati, secondo i criteri individuati dagli artt. 13 e 14 della legge n. 345 del 1975 che, nel tendere all’individualizzazione del trattamento, prevedono che la popolazione carceraria sia raggruppata per categorie omogenee, ciò sia perché le possibilità di successo di un programma risocializzante sono collegate all’omogeneità e all’affinità del gruppo di trattamento, sia perché, sempre nella medesima prospettiva, occorre evitare “influenze nocive reciproche”;
la circolare del DAP n. 3359/5808 del 21 aprile 1993 originariamente ne prevedeva tre, alta sicurezza, media sicurezza e custodia attenuata, ma la circolare del DAP n. 3619/6069 del 21 aprile 2009 ha ulteriormente suddiviso la cosiddetta “alta sicurezza” in tre circuiti: Alta Sicurezza 1 (A.S. 1) in cui sono collocati i “detenuti ed internati appartenenti alla criminalità organizzata di tipo mafioso”, Alta Sicurezza 2 (A.S. 2) , per “soggetti imputati o condannati per delitti commessi con finalità di terrorismo, anche internazionale, o di eversione dell’ordine democratico mediante il compimento di atti di violenza”, e Alta Sicurezza 3 (A.S.3), in cui si trovano i detenuti che hanno rivestito un ruolo di vertice nelle organizzazioni criminali;
la creazione di appositi circuiti penitenziari è prevista anche dall’art. 32 d.P.R. n. 230 del 20009, e nasce, soprattutto, in seguito ai gravissimi delitti compiuti dalla criminalità organizzata nei primi anni novanta, anche in risposta alle osservazioni critiche che avevano riguardato il regime di detenzione indifferenziata, nonché dall’esigenza di evitare le influenze negative tra i detenuti, per prevenire il pericolo che gli appartenenti al crimine organizzato potessero svolgere attività di proselitismo nei confronti dei delinquenti comuni, oppure si potessero avvalere dello stato di soggezione di questi ultimi nei loro confronti, e per evitare, dunque, la commistione tra soggetti appartenenti a diverse consorterie organizzate di tipo mafioso o terroristico;
il detenuto Alfredo Cospito, detenuto nel carcere di massima sicurezza “Giovanni Bacchiddu” di Sassari, a Bancali, il 4 maggio 2022 è stato trasferito in regime di cui all’art. 41- bis, prima di allora era detenuto in regime di alta sicurezza A.S. 2;
dalle risposte di diniego alle istanze di accesso agli atti inoltrate alla Sua amministrazione dai deputati Lai, Bonelli e Grimaldi, si apprende che il detenuto Cospito, in sciopero della fame dal 20 ottobre 2022, il giorno 24 dicembre 2022, in costanza di applicazione del regime di 41 – bis, viene inserito in “un nuovo gruppo di socialità e passeggi composto da: Rampulla Pietro, Di Maio Francesco, Cammarata Pietro”, pericolosi boss della mafia, ‘ndrangheta e camorra;
emerge, sempre dalle citate risposte del Suo ministero, che non risultano attività di ascolto di interlocuzioni, definite come frutto di “mera attività di vigilanza amministrativa”, tra Cospito altri detenuti fino al 23 dicembre 2022, data a cui risale la trascrizione del primo colloquio, poi ripetutasi il’11 gennaio 2023;
nel corso di una conferenza stampa tenutasi alla Camera il 10 febbraio, l’ex senatore Luigi Manconi, dichiarava che “fino al 23 dicembre 2022 il gruppo di socialità di Cospito al 41-bis era composto da detenuti ritenuti inoffensivi. Con il gennaio del 2023 il gruppo di socialità cambia e in luogo di quei detenuti arrivano tre boss di mafia, camorra e 'ndrangheta. Sono quelli di cui vengono registrate le conversazioni con Alfredo Cospito" "Su quei brandelli di conversazione nasce e cresce la narrazione sul rapporto di Cospito e degli anarchici con la criminalità organizzata. Improvvisamente si registrano le conversazioni”.
Se non ritenga urgente adottare misure che rientrino nelle sue proprie prerogative al fine di fare luce sulle suddette dichiarazioni; quando effettivamente siano cominciati gli ascolti dei detenuti ristretti al 41-bis di cui in premessa, nonché quali siano state le motivazioni che hanno indotto l’amministrazione penitenziaria a cambiare la socialità del detenuto, da chi fosse formato il gruppo di socialità precedente e, eventualmente, sulla base di quali criteri sia stata compiuta la scelta dei componenti del nuovo gruppo; quali siano state, inoltre, le ragioni che abbiano spinto la Sua amministrazione a creare le condizioni per una disomogeneità tra categorie di detenuti, anche incorrendo nel rischio che la comune permanenza possa condurre a commistioni tra associazioni criminali di natura diversa.
SERRACCHIANI, ORLANDO, LAI, PROVENZANO, GIANASSI
“Il ritiro della candidatura di Paolo Giordano alla direzione del Salone del Libro rivela scenari inquietanti. La destra di Meloni vuole riscrivere la storia d’Italia (riabilitando l’Msi) e le scalette di Sanremo. Dal Governo vuole occupare la Rai e ora anche il Salone di Torino?”.
Così il vicesegretario del Pd e vicepresidente dei deputati dem, Peppe Provenzano, su Twitter.
“Il discorso della presidente degli studenti dell’Università di Padova, Emma Ruzzon all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Università di Padova sta smuovendo qualcosa: la consapevolezza, troppo spesso sopita, che è urgente occuparsi di salute mentale e che bisogna farlo a partire dai luoghi di istruzione, con particolare attenzione ai tanti ostacoli materiali al benessere psicologico di chi intraprende un percorso di studi e alla narrazione spesso tossica ben presente negli ambienti universitari e nelle scuole”. Lo dichiara la deputata dem Rachele Scarpa.
“Il benessere psicologico – conclude Scarpa - così come la possibilità di completare un percorso di studi non possono e non devono essere un lusso. Le scuole e le università non devono essere le prime fonti di disagio, ma devono essere i luoghi sicuri dove trovare supporto. Da mesi stiamo raccogliendo idee, spunti, testimonianze. All’intergruppo parlamentare che ho lanciato sulla tutela della salute mentale hanno aderito più di 40 parlamentari da tutte le forze politiche, ed è già stato convocato per i primi di marzo: spero che possa essere una prima occasione per mettere a sistema tutte le proposte e affrontare con urgenza e con un approccio trasversale tra partiti diversi questa emergenza nazionale”.
“Meloni brava, capace? Ma che dibattito è? Ma per carità… Non siamo mica alla scuola media. La classe politica, gli uomini o le donne al Governo, i dirigenti politici, si valutano dai fatti. E per me questo Governo non sta facendo bene. E non mi basta che abbia preso una posizione nettamente distinta da Berlusconi sull’Ucraina. La prova di Governo in corso è scadente e dannosa per il Paese. E presto ce ne accorgeremo. Poi che cosa diremo? Ci siamo sbagliati? A chi tra noi le fa i complimenti chiedo se tra la legge di bilancio, la giustizia, le scelte sul federalismo, l’ambiente riesce a dare un voto di sufficienza a Meloni e al Governo. Io no. C’è solo una cosa su cui vale la pena confrontarsi e capire se c’è serietà: la riforma elettorale per collegi a doppio turno e l’elezione diretta del premier o del Presidente della Repubblica sul modello francese. Perché l’esigenza di una democrazia più decidente e di un parlamento meno bolso come quello attuale c’è. Ed è un tema che non possiamo lasciare alla destra che lo distorce e lo svilisce nel peronismo”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
"'M’illumino di Meno' è la Giornata Nazionale del Risparmio Energetico e degli Stili di Vita Sostenibili che Rai Radio2, con il programma Caterpillar, organizza annualmente dal 2005. Una giornata che il nostro Paese riconosce con una apposita legge e che mi vide tra i promotori al Senato nella XVII legislatura. La norma fu approvata successivamente con il ddl Braga. Una scelta simbolica per riaffermare l'esigenza che la sostenibilità ambientale e il risparmio delle risorse debbono guidare i comportamenti individuali ma soprattutto le scelte della politica e delle istituzioni. Tante cose sono state fatte nella giusta direzione anche a fronte della grave crisi climatica, tuttavia, serve mettere il piede sull'acceleratore per affermare un nuovo modello di sviluppo il cui baricentro non può che essere la transizione ecologica, l'uscita definitiva dall'era dei combustibili fossili, efficienza e risparmio energetico puntando sulle rinnovabili, qualità e giustizia sociale". Lo dichiara in una nota il deputato dem Stefano Vaccari.
Ottantuno parlamentari italiani, di diversi partiti, coordinati dall’On. Lia Quartapelle, presentano in conferenza stampa alla Camera dei Deputati, oggi 16 febbraio alle ore 12.00, l’iniziativa di patrocinio politico dei condannati a morte in Iran, insieme a due membri del parlamento tedesco, Hakan Demir e Ye One Rhie, che portano avanti la stessa iniziativa in Germania.
All’iniziativa hanno aderito anche le associazioni Auser, Anci, Ande (Associazione Nazionale Donne Elettrici) e Arci, che parteciperanno con Fabrizio Dacrema, socio di Auser; Maria Terranova, vice presidente di Anci; Marisa Fagà, presidente nazionale di Ande e Gianluca Mengozzi, responsabile nazionale reti internazionali di Arci.
L’iniziativa di patrocinio politico dei condannati a morte iraniani da parte dei parlamentari italiani è stata lanciata nel dicembre 2022, nelle ultime settimane hanno aderito anche parti della società civile, il coordinamento a livello europeo si è intensificato e l’ambasciatore iraniano in Italia, dopo essere stato incontrato dai parlamentari italiani il 25 gennaio 2023, ha seguito a dare aggiornamenti su quanto sta accadendo in Iran. In conferenza stampa verranno presentati tutti gli sviluppi e i prossimi passi per dare seguito all’impegno preso con le attiviste iraniane “Donna, vita, libertà” durante la conferenza stampa di novembre scorso.
"Il governo Meloni in pieno delirio di onnipotenza ha appena approvato un decreto per far fallire migliaia di imprese". Così Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio, sul provvedimento appena licenziato dal Consiglio dei Ministri che blocca l'acquisto dei crediti edilizi da parte degli enti locali.
"Quello che è sconvolgente è che fino ad oggi esponenti della maggioranza, governatori e consiglieri delle Regioni guidate dalla destra, avevano promesso acquisti da parte degli enti locali. Per mesi Fratelli d'Italia è sceso in piazza cavalcando le richieste delle imprese del settore. Adesso tutto tace: la premier decide di affossare aziende e lavoratori di un settore fondamentale per il Pil del paese mentre Salvini e Berlusconi si accodano".
“La liquidazione di Qf sarebbe una sconfitta per tutti: brucerebbe sia il lavoro degli operai e del collettivo di fabbrica che quello di scouting messo in campo dalla regione. Il punto irrinunciabile per me è non scaricare tutto sui lavoratori e le loro famiglie”.
Così Emiliano Fossi, deputato Pd e membro della commissione Lavoro della Camera, sull’ipotesi liquidazione di Qf-ex Gkn.
Dichiarazione di Anthony Barbagallo, capogruppo Pd Commissione Trasporti Camera
“Sono troppe le criticità al nuovo codice degli appalti in discussione oggi in commissione trasporti: dal mancato inserimento del principio della parità di genere, il cosiddetto ‘bollino rosa’ per le aziende, alla modifica della soglia per l’affidamento diretto con l’innalzamento da 150 a 500 mila euro, alle infrazioni contributive e retributive che non prevedono più l’esclusione automatica dalla procedura d’appalto e che invece bisogna reintrodurre. Inoltre, da chiarire il sistema dei subappalti a cascata per cui occorre invece una soluzione che prevenga i rischi senza violare la normative Ue e l’assenza nel testo dei criteri minimi ambientali”. Lo dichiara il capogruppo del PD in commissione Trasporti alla Camera, Anthony Barbagallo, a proposito del parere negativo dei Dem oggi in commissione allo schema di decreto del nuovo codice degli appalti in Commissione. “Ma i punti critici sono troppi e riteniamo che – conclude Barbagallo– sia più ragionevole proseguire il confronto sul nuovo codice e, al tal fine, che si possa posticipare l’efficacia delle disposizioni a partire dal primo gennaio 2024, confermando una norma transitoria del codice vigente riguardante i progetti sulle infrastrutture strategiche."
Dichiarazione di Marco Simiani, capogruppo Pd Commissione Ambiente della Camera
“Anche sulle concessioni balneari Giorgia Meloni decide di non decidere. Governare significa prendersi delle responsabilità e non procedere a tentoni con continui spot elettorali. Rimandare ancora penalizza soprattutto le imprese serie del settore che hanno bisogno di certezze per programmare attività ed investimenti”. E' quanto dichiara Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente di Montecitorio.
“Il riordino delle concessioni era già stato messo in agenda dal governo Draghi ed un ulteriore rinvio metterebbe a rischio i fondi del Pnrr legati all’attuazione di riforme strutturali come quella sulle concessioni demaniali. Il Partito Democratico si è subito messo a disposizione per individuare una norma condivisa ma l’arroganza e la superficialità di questo esecutivo impedisce ogni confronto”, conclude Marco Simiani.
Dichiarazione di Silvio Lai, deputato Pd
Ormai è chiaro, la destra ha sacrificato il ministro Nordio sull'altare della propaganda più becera. È chiaro l'impaccio con il quale riferisce in Parlamento sul caso Donzelli parlando di Cospito nel mentre la giustizia ordinaria sceglie altre strade confermando la cautela e l’equilibrio che il caso avrebbe richiesto. Fratelli d'Italia, di contro, con il consenso della presidente Meloni, ha ritenuto di sacrificare il ministro costringendolo a incredibili arzigogoli. A loro non serve un ministro garantista per il Paese ma un ministro assecondante alla stregua dell'atteggiamento tenuto dal sottosegretario Delmastro per salvare se stesso e il collega di partito Donzelli.
“Il ministro Nordio per compiacere la premier Meloni si assume la responsabilità politica del pericoloso, gravissimo comportamento di Delmastro e Donzelli. Smentisce il suo Ministero, la ratio stessa del 41bis, persino sé stesso. Un fine giurista non fa così: così fanno i Tartufi”.
Così il vicesegretario del Pd e vicepresidente del Gruppo dem alla Camera, Peppe Provenzano, su Twitter.