La destra continua a mettere in pericolo l'attuazione del Pnrr, un Piano straordinario di investimenti e riforme strategiche per il Paese. Il governo oggi propone, infatti, una norma confusa e pasticciata che affida al servizio centrale per il Pnrr, incardinato presso il ministero dell’Economia, l’attività di supporto all’altro ministero al quale è stata affidata dalla presidente Meloni la gestione del Recovery, cioè il ministero delle Politiche Ue. Tutto senza che vengano specificate funzioni e competenze del servizio stesso. Nè come questo impatterà sull’attuazione efficace e tempestiva del Pnrr. Chiediamo al governo di riferire con urgenza al Parlamento per spiegare al Paese lo stato di attuazione del Pnrr e quale sia la sua posizione rispetto a questo programma di investimenti straordinario, che per noi deve essere attuato quanto più rapidamente possibile e non deve essere in alcun modo frenato o insabbiato. Il Governo ha il dovere di rispondere e di chiarire le sue reali intenzioni. Ribadiamo però che allentare o bloccare il Piano di ripresa e resilienza produce un danno irreparabile al Paese. Noi ci opporremo con forza."
Lo ha detto il vicecapogruppo dei deputati del Pd Piero De Luca, intervenendo in Aula.
“Una manovra profondamente iniqua, nei confronti del Mezzogiorno e della Sicilia in particolare. Quello del governo di destra guidato da Giorgia Meloni è un provvedimento che guarda al Nord, che dimentica il Sud, le imprese e le persone in difficoltà economica e sociale”. Così il segretario regionale del PD Sicilia, Anthony Barbagallo annunciando l’adesione del Partito allo sciopero generale indetto da Cgil e Uil per il prossimo 13 dicembre, con una manifestazione che si terrà a Palermo.
“Votare contro il Ministero per l'innovazione e la transizione digitale significa votare contro l'interesse del Paese. Oggi la maggioranza ha respinto il nostro Ordine del Giorno”. Lo ha scritto su twitter il deputato del Pd, Andrea Casu, intervenuto in Aula sul dl Ministeri.
“Non riusciamo a comprendere la scelta di rinunciare - ha spiegato Casu in Aula - a indicare chiaramente un Ministero per l’innovazione tecnologica e la transizione digitale proprio nel momento in cui il Paese si trova a gestire le risorse del PNRR, tenuto conto che proprio larga parte di tali fondi, (40,29mld di euro ovvero il 21,05 del totale del Piano, fonte Italia Domani) è destinato alla digitalizzazione del Paese”.
“Considerato che l’Italia è il Paese europeo, nel quadro di Next Generation EU, ad aver previsto di investire maggiori risorse per la digitalizzazione, questa decisione appare in totale controtendenza con il quadro dei Paesi europei che hanno destinato più risorse nel settore. Ricordiamo che Spagna, Germania, Grecia e Francia che hanno investito meno risorse dell’Italia hanno tutti un Ministero che fa esplicitamente riferimento al digitale”, ha concluso il deputato dem.
“Questo decreto è il primo atto legislativo del nuovo governo di destra. E’ il biglietto da visita che ci dice quali sono le sue priorità. E’ legittimo cancellare dal ministero delle Infrastrutture e i trasporti, proprio la mobilità sostenibile. Certo sorge il dubbio che della mobilità sostenibile interessi poco. Dubbio fondato visto l’azzeramento delle risorse per il fondo per le piste ciclabili in Legge di bilancio. E’ legittimo cancellare il nome di transizione ecologica dal ministero dell’Ambiente, ma si abbia il coraggio di dire chiaramente che si leva il nome transizione ecologica perché non ci si vuole occupare di transizione ecologica. Quello che ci preoccupa è che possa essere la porta per smontare il Pnrr che prevede il 40% di risorse per progetti sulla rivoluzione verde. Non vi permetteremo di sabotare un piano di investimenti straordinario. Il Pnrr non va rinegoziato, va attuato”.
Così Simona Bonafè, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula per esprimere il voto contrario sul Dl Ministeri.
“Avete voluto chiamare il ministero dello Sviluppo economico - ha aggiunto - ministero delle Imprese e del Made in Italy senza però prevedere in Legge di bilancio il rifinanziamento dei fondi come Industria 4.0 e Sabatini, che potrebbero davvero sostenere la competitività delle nostre imprese all’estero. E potrei continuare con Agricoltura e sovranità. E arriviamo al ministero dell’Istruzione e del merito. Il Pd non è contrario al merito. Parlare del merito nella scuola dell’obbligo non può però essere disgiunto dal riaffermare il tema delle uguaglianze di opportunità. Ma Il merito si calcola dopo che si è adempiuto alla responsabilità repubblicana di rimuovere gli ostacoli, con soldi per le borse di studio, sostegno ai costi universitari per i meritevoli, libri gratuiti, alloggi, compensazione del gap informatico delle famiglie più povere. Quando avrete fatto tutte queste cose potrete premiare e valorizzare il merito. Ma tutto questo nella Legge di bilancio non c’è. Avete vinto le elezioni, avete una maggioranza chiara per governare. Noi voteremo contro - ha concluso - e sappiate che continueremo ad essere vigili perché nessuna maggioranza può far tornare indietro il nostro Paese”.
“Non parli di difesa dei più deboli chi fa regali agli evasori. Il sottosegretario Fazzolari spieghi alle italiane e agli italiani le misure del suo governo e della sua maggioranza di destra sul ridicolo taglio delle tasse in busta paga, sul blocco totale del reddito di cittadinanza, sul duro colpo ad Opzione donna, sui pensionati trattati come bancomat. Nella fondamentale lotta all’evasione stavamo raggiungendo importanti risultati, invece questo nuovo che sa tanto di vecchio e già visto ci sta spingendo ancora una volta indietro, provocando un danno all’economia e alla lotta per la riduzione delle disuguaglianze. Non ci saremmo mai aspettati che il dibattito politico potesse scadere così in basso per mano di un sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Evidentemente Fazzolari è infastidito perché ha scoperto l’esistenza di Autorità indipendenti come Bankitalia, Corte dei Conti e Ufficio Parlamentare di Bilancio, che hanno smascherato la loro operazione di lisciatura del pelo dei furbetti e degli evasori, affiancata da una grande operazione di lotta alla povera gente ‘colpevole’ di non fare abbastanza per tirarsi fuori dalla propria condizione di deprivazione. Accaniti sui deboli, ossequiosi con i potenti e allergici a qualsiasi critica indipendente: questa è la destra al potere”.
Così il capogruppo del Pd in commissione Bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano.
“Resto sorpreso dalle dichiarazioni di Maria Elena Boschi. A luglio del 2021 nel primo decreto semplificazioni per il Pnrr, Italia Viva votò a favore di un emendamento dei relatori che cambiava completamente il modello operativo per la lotta al dissesto idrogeologico, superando l’approccio centralista di Italia Sicura e introducendo misure di potenziamento di responsabilità, poteri e mezzi in capo agli enti locali, unica strada per affrontare le complessità e le diversità di situazioni che si determinano sul territorio in materia di fragilità del suolo e dei bacini. Non servono polemiche retrospettive, non serve restare ancorati a modelli superati e farne una ideologia. Serve venire incontro alle comunità a rischio nelle forme più efficaci e flessibili. Le Regioni e gli enti locali che chiedono autonomia, facciano. In primo luogo quel che spetta loro fare”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Misure su evasione grave danno per economia e società. Governo le ritiri”
“L’arroganza con la quale il sottosegretario Fazzolari vuole mettere a tacere Bankitalia perché ha osato criticare le misure della legge di bilancio che indeboliscono la lotta all’evasione fiscale, anzi che la favoriscono, ha dell’incredibile. A parte l’assurda argomentazione secondo la quale Bankitalia non deve intromettersi in quanto partecipata dalle banche, dimenticando che stiamo parlando di un’istituzione indipendente e di diritto pubblico, sarebbe il caso che Fazzolari e gli altri esponenti Fd’i intervenuti oggi rispondessero nel merito. La lotta all’evasione fiscale stava producendo importanti risultati e indebolirla è un grave danno alla nostra economia e alla nostra società. Riascolti, Fazzolari, tutte le audizioni svolte dalla commissione Bilancio, scoprirà che l’attacco alle misure del governo sui limiti su contante e Pos sono arrivate da molti altri soggetti a cominciare dalla Corte dei Conti. Tutti partecipi di un complotto? La realtà è che quelle misure sono profondamente sbagliate e maggioranza e governo dovrebbero avere solo il coraggio di ritirarle. Ci aspettiamo che la presidente Meloni smentisca rapidamente il suo sottosegretario”.
Lo dichiara la capogruppo del Pd alla Camera Debora Serracchiani.
“L’Europa sta investendo da tempo nella transizione ecologica: l’unico modello di sviluppo capace di coniugare crescita produttiva e benessere sociale, salvaguardia dell’ambiente ed occupazione, tutela delle risorse e produzione energetica rinnovabile. Esponenti dell’attuale governo e della maggioranza hanno già negato in passato l'emergenza climatica e denigrato la green economy, cambiare quindi nome al ministero non è soltanto una pessima scelta dal punto di vista simbolico, ma rischia quindi di essere il primo passo verso politiche ambientali retrograde”: è quanto dichiara Simona Bonafè, vice presidente del deputati Pd, sulla scelta del governo Meloni di cambiare nome, attraverso il Decreto Ministeri, al dicastero della Transizione ecologica.
“Quello che più ci preoccupa, in questa direzione, è infatti che questo possa essere l’espediente per smontare il Piano nazionale di riprese e resilienza, perché sappiamo bene tutti che il 40 per cento delle risorse del Pnrr deve essere obbligatoriamente destinato a progetti e processi di transizione ecologica nelle sue varie declinazioni”: conclude Simona Bonafè.
“ La Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, smentisca il suo sottosegretario alla Presidenza, Fazzolari protagonista di uno sguaiato e indifendibile attacco alla serietà e all’indipendenza di Banca d’Italia, che si sarebbe resa colpevole ai suoi occhi di un giudizio critico sulla manovra di bilancio.
La Banca d’Italia è un istituto di diritto pubblico come è scritto nel suo statuto e le quote in possesso di soggetti privati in alcun modo incide sulla sulla sua autonomia.
L’indipendenza e l’autonomia di Banca d’Italia sono un valore che va difeso e valorizzato se non si vuol far scivolare la nostra democrazia repubblicana verso forme di democrazia illiberali”.
Lo scrive in una nota Federico Fornaro, deputato di Articolo 1 del Gruppo PD Italia Democratica e Progressista
“La Nazione rappresenta da sempre in Toscana un punto di riferimento credibile e autorevole per l’informazione locale: è necessario salvaguardare questo patrimonio di professionalità e competenze”: è quanto dichiara Marco Simiani, deputato Pd, sulla decisione annunciata dall’editore di accorpare e ridurre alcune redazioni territoriali tra cui quelle di Empoli, Pontedera, Pisa, Livorno e Grosseto.
“Ai giornalisti va la mia piena solidarietà e il mio impegno ad approfondire la vicenda, anche con interrogazioni parlamentari, al fine di tutelare la continuità occupazionale delle redazioni e la valorizzazione di un servizio essenziale per l’informazione della regione”: conclude Marco Simiani.
"Sul consumo di suolo dichiarazione solenni e impegni solo nelle giornate dedicate. La destra in Italia ha fermato sempre il varo di una normativa nazionale che consentisse di fermare il consumo e di attivare un piano strategico di manutenzione e di opere finalizzate al contrasto del dissesto idrogeologico e alla rigenerazione di parti urbanizzate in disuso e non più compatibili con le nuove esigenze. L’Ispra nel suo ultimo rapporto ci segnala che il consumo di suolo avanza nel nostro Paese di 2,2 mq al secondo per complessivi 69,1 chilometri annui. Negli ultimi 25 anni c’è stata la scomparsa di un quarto delle terre coltivate con diretta diminuzione delle produzioni di qualità e della sicurezza ambientale ed alimentare.
Che altro si deve aspettare per intervenire? Altri eventi catastrofici? E poi come è consuetudine delle destre intervenire con i condoni edilizi e fiscali. Recuperare il suolo all’attività agricola e alla salvaguardia dell’ambiente è la strada maestra per garantire presidio e buon governo del territorio.
Dichiarazione di Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura della Camera.
Il deputato dei Democratici ha presentato un emendamento alla manovra economica insieme ai colleghi Laus, Sarracino e Scotto: “I lavoratori non sono numeri”
“Bisogna frenare le delocalizzazioni, non si possono lasciare le persone senza lavoro e i territori più poveri”. Lo sostiene il deputato del Pd Emiliano Fossi che insieme ai colleghi Mauro Laus (Pd), Marco Sarracino (Pd) e Arturo Scotto (Articolo 1), ha presentato un emendamento alla manovra economica.
L’emendamento modifica l’articolo 37 del Decreto Legge numero 144 del 2022 relativo a “norme in materia di delocalizzazione o cessione di attività di imprese non vertenti in situazione di crisi”.
“Alle imprese che cessano definitivamente l’attività produttiva o una parte significativa della stessa, anche per effetto di delocalizzazioni, con contestuale riduzione di personale superiore al 40% di quello impiegato mediamente nell’ultimo anno - si legge nell’emendamento - venga preclusa la possibilità di procedere alla rimozione dei macchinari, dei materiali e delle produzioni fino a che non hanno completamente restituito gli incentivi pubblici ricevuti”.
“Ho toccato con mano, nella vertenza della ex Gkn di Campi che ho seguito da sindaco e ora seguo da deputato del territorio, cosa significa chiudere un’azienda da un giorno all’altro - sottolinea Fossi -. Non si possono chiudere e svuotare le fabbriche, i lavoratori non sono numeri. Bisogna ripartire dal valore del lavoro e una vera politica industriale”.
"Una manovra inadeguata, che penalizza i più fragili e favorisce l’evasione. Anche Bankitalia, dopo la Corte dei Conti, boccia una legge di bilancio che tra mancati interventi strutturali sui costi energetici, tetto del contante, limiti al POS, flat tax e reddito di cittadinanza, fa male all’Italia". Lo scrive su Twitter Piero De Luca, vicecapogruppo del PD alla Camera.
“Il partito della presidente del consiglio è sordo alle critiche arrivate in tutte le audizioni in commissione Bilancio alla Camera sul tema della lotta all’evasione, che purtroppo tornerà a crescere se saranno confermate le scelte su contante e limite al all’utilizzo del Pos. Ma oggi, con la dichiarazione del deputato Filini, tocchiamo vette inaspettate. Bankitalia non può parlare di queste misure perché partecipata dalle banche. In pratica, nessuno si permetta di disturbare il manovratore, anche se si tratta di un’autorevole istituzione che offre studi e analisi sulle sciagurate conseguenze provocate dall’allentamento della lotta all’evasione e su quanto sia grave il passo indietro del governo su questo tema che purtroppo nel nostro Paese continua a essere fondamentale”. Lo dichiara il deputato dem della commissione Bilancio Claudio Mancini.
“Dei 7 presenti oggi all’audizione di Bankitalia, 4 (su 5 componenti) erano del Gruppo del Pd. Purtroppo il disinteresse era tutto della maggioranza. D’altra parte basta leggere le dichiarazioni del deputato di Fdi Filini per capire che, secondo lui, Bankitalia non ha neanche diritto di parlare di lotta all’evasione, limiti all’uso del contante e del Pos, perché partecipata dalle banche. Nel merito sono incapaci di difendere queste assurde misure, ma nessuno si deve permettere di criticarle”.
Lo dichiara il capogruppo dem in commissione Bilancio Ubaldo Pagano.