“Davvero i colleghi leghisti Molinari e Romeo ritengono utile avventurarsi in accuse infondate e pretestuose verso il Pd in questa fase? A parte la palese contraddizione di essere alleati da sempre con Fratelli d’Italia partito all'opposizione del governo Draghi e di fare la morale a noi, viene da pensare che al di là delle chiacchiere non hanno alcuna intenzione di dare risposte rapide ed efficaci alla grave crisi che investe lavoratori, pensionati, famiglie e imprese, consentendo al governo di proseguire la sua azione, ma solo di accendere incendi e aumentare divisioni e conflitti. Non li seguiremo su questa strada, per noi la responsabilità principale di una forza politica che ha a cuore il destino del Paese è fare di tutto per ricucire, per ridare forza alla maggioranza di unità nazionale e al governo di Draghi, le cui ragioni di formazione non solo non si sono esaurite ma purtroppo estese come guerra, da un lato, e inflazione, dall'altro, testimoniano. Per questo, facciamo un appello forte alla Lega e a tutte le altre forze politiche di maggioranza a usare questi giorni per mettere in sicurezza il Paese. Noi ci siamo. Non è il tempo delle polemiche”.
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera e Simona Malpezzi, capogruppo Pd al Senato.
“L'Italia ha bisogno di stabilità. In un momento in cui la crisi internazionale e quella interna, con l’aumento dell’inflazione che ha messo intere famiglie e imprese all’angolo, si sono fatte particolarmente gravi, la politica deve rispondere con senso di responsabilità. Per questo chiediamo a tutti i partiti di mettere da parte tatticismi di sorta e lavorare per ridare forza e compattezza alla maggioranza che sostiene il governo Draghi. Ce lo chiedono i cittadini, le famiglie, i sindacati, gli imprenditori. Il Partito democratico non ha condiviso la scelta del M5S perchè ha innescato una crisi politica che rischia di gettare il Paese in una pericolosa incertezza. Ora dobbiamo ricucire lo strappo. Non è il momento di bloccare le riforme del Pnrr né le misure di sostegno adottate finora né gli impegni sociali - salario minimo e taglio del cuneo fiscale in primis - che il governo Draghi aveva già messo sul tavolo nell’incontro con i sindacati. Bisogna ripartire da qui, dall’agenda sociale, come più volte chiesto dal Partito democratico, con la credibilità e la serietà che il governo Draghi ha già dimostrato in Italia e all’estero. Oggi chi è contro il governo Draghi è contro il bene del Paese”.
Così Piero De Luca, vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera dei Deputati, intervenuto stamattina su La7 durante il dibattito di Coffee break.
"È inammissibile che dopo il Tribunale anche la sede dell'Agenzia delle Entrate di Casale Monferrato venga trasferita. Ho presentato una interrogazione parlamentare per evitare che un vasto bacino d'utenza venga ulteriormente penalizzato": è quanto dichiara il deputato del Partito Democratico Enrico Borghi facendo riferimento alle notizie di stampa che annunciano un prossimo trasferimento ad Alessandria del presidio locale definito comunemente come la Conservatoria dei registri immobiliari.
"L'ufficio di Casale risale alla seconda metà del 1800, serve un territorio con oltre 60 comuni, e garantisce circa 7mila formalità annue espletate e 20mila ispezioni annue eseguite. Trasferirlo significa privare di servizi essenziali cittadini, professionisti ed imprese. Ogni ipotesi di spostamento va assolutamente evitata": conclude Enrico Borghi.
“Non condividiamo la scelta del M5S che consideriamo un atto politico grave a cui dobbiamo rimediare prima possibile rilanciando con forza il patto di maggioranza a sostegno del governo Draghi. Lasciare adesso il Paese nell’incertezza equivarrebbe a un vero e proprio salto nel buio che penalizzerebbe fortemente i nostri cittadini, soprattutto i più fragili. Siamo in una fase di grande crisi economica, sociale, energetica e ambientale, con il Covid che non arretra e la guerra in Ucraina in corso. Per non parlare del rischio di perdere l’occasione storica dei fondi europei del Pnrr. Il Partito Democratico ha sempre sostenuto con convinzione il governo Draghi e continuerà a lavorare fino all’ultimo istante per tentare di ricucire uno strappo che agli occhi degli italiani e del resto del mondo appare davvero inspiegabile e immotivato. Insisteremo per far prevalere la serietà e responsabilità, riprendendo il filo di un governo che stava lavorando per rafforzare ulteriormente le già importanti misure di contenimento dell'inflazione adottate finora e che aveva appena aperto una pagina importante mettendo al centro della sua azione proprio l’agenda sociale, come chiesto con forza dal Partito Democratico, per intervenire in particolare sui salari minimi e sul taglio delle tasse sul lavoro”.
Così Piero De Luca, vicepresidente del Gruppo del Partito Democratico alla Camera, intervenuto stamattina a “Morning News” su Canale 5.
“La ministra della Giustizia è a conoscenza della notizia di una donna incinta che ha perso il proprio bambino dopo essersi sentita male nel carcere di San Vittore, dove era arrivata in esecuzione di un ordine di arresto? Quali misure intende adottare affinché tali accadimenti non si verifichino più?”.
Sono le domande contenute nell’interrogazione presentata in commissione Affari sociali alla Camera dai deputati dem, Paolo Siani, Paolo Lattanzio, Rosa Maria Di Giorgi e Walter Verini, e rivolta alla ministra della Giustizia, Marta Cartabia.
“Il neonato - si legge nell’interrogazione - è morto nell’ospedale in cui era stata trasportata la madre in seguito al malessere avvenuto all’interno dell’istituto penitenziario. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi dopo che il 30 maggio è entrata in vigore un'ordinanza della Procura di Milano che rende obbligatorio l’ingresso negli istituti di pena delle donne incinte o con bimbi di un anno di età in presenza dell’ordine di esecuzione di un arresto. Una svolta che ha provocato le proteste della Camera Penale, in quanto la Procura ha revocato una precedente circolare del 2016 nella quale si raccomandava al contrario di non eseguire questi ordini di arresto. La detenzione, seppur per poche ore, viola infatti i diritti dell’infanzia”.
Non perdere soldi Pnrr, concretizzare agenda sociale
“Ieri è successo un fatto grave. La politica è fatta di atti, conseguenze, fatti e relative responsabilità. Non possiamo trasformare la politica in spettacolo politicante come in queste ore qualcuno ha fatto. I due effetti significativi delle azioni di ieri sono le dimissioni del presidente del Consiglio, Mario Draghi, che ha dimostrato ancora una volta serietà e responsabilità. Il secondo è stata la scelta del presidente della Repubblica di respingere le dimissioni e di rinviare alle Camere il premier. Ora è chiaro che ogni forza politica è nuda di fronte alle proprie responsabilità e dovrà in Parlamento di fronte agli italiani dire senza infingimenti e tatticismi cosa intende fare per garantire il futuro del nostro Paese. Per noi questa esperienza di governo, con questo premier e questa maggioranza, deve andare avanti fino in fondo per affrontare le gravi questioni sul tavolo, non perdere i soldi del Pnrr e concretizzare l’agenda sociale. Ma su questo ci devono stare tutti, senza infingimenti o tattiche. Mercoledì non saranno i tempi supplementari, saranno i calci di rigore”.
Lo ha dichiarato questa mattina l’on. Enrico Borghi, membro della segreteria nazionale Pd, intervenendo a “Omnibus” su La7.
"Serve un momento di chiarezza e mercoledì, in Parlamento, dinanzi al Paese ogni forza politica dovrà assumersi le sue responsabilità. Ci sono dinanzi a noi sfide e problemi tra i più grandi della nostra storia recente che con il governo guidato da Mario Draghi abbiamo cominciato ad affrontare sostenendo le famiglie e le imprese, aiutando le fasce sociali più esposte ai venti della crisi, portando avanti i progetti del Pnrr. Noi Dem abbiamo creduto e appoggiato senza incertezze il governo Draghi. Un grande lavoro, frutto di impegno comune, è improvvisamente venuto meno. Mercoledì occorrerà parlare chiaro agli italiani e dire cosa si intende fare".
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
“La nuova diga è una infrastruttura fondamentale per garantire lo sviluppo del porto di Genova. È però azzardato non considerare i rilievi fatti sul progetto da autorevoli esperti internazionali e dalle imprese del settore. È evidente che se il progetto rimanesse quello attuale, sia a causa della profondità della struttura mai raggiunta con le attuali tecnologie, sia per la conformazione del fondale marino, la realizzazione dell'opera sarebbe ad alto rischio, con un grave danno economico e di reputazione per la città, la Liguria e l’Italia. Mi appello al buonsenso delle istituzioni competenti affinchè facciano una riflessione prima di procedere”.
È quanto dichiara Davide Gariglio, capogruppo Pd in commissione Trasporti di Montecitorio, riferendosi al Presidente della Liguria Giovanni Toti, al Sindaco di Genova Marco Bucci ed al Presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, Paolo Signorini.
“Mi chiedo come si possa pensare di procedere come se nulla fosse, chiedendo allo Stato 400 milioni in più, pensando di tagliare un pezzo di diga e procedendo a trattativa privata. Senza peraltro minimamente curarsi dei rilievi sollevati sulla tenuta statica dell'opera, sulle difficoltà di esecuzione, sull'incremento dei costi e sulla dilatazione dei tempi. In nessuna realtà privata sarebbe consentito fare questo ad un manager. Peraltro autorevoli esponenti delle istituzioni chiedono maggiori soldi al governo, mentre il presidente Signorini non è ancora comparso davanti alla commissione Trasporti a spiegare le ragioni di questa gestione finora inconcludente. Siamo ancora in tempo - conclude Gariglio - per salvare la Diga e dare a Genova una infrastruttura, moderna, efficace e capace di produrre crescita e sviluppo”.
“È miope e sbagliato mettere in crisi il Governo per calcoli di parte. Gli italiani pagherebbero il prezzo alto della fine anticipata della legislatura in un momento come questo. Ha ragione Letta: la scelta più naturale è che Draghi venga in Parlamento e che ogni forza politica si assuma fino in fondo le sue responsabilità verso il Paese. Come Partito Democratico ancora una volta stiamo dimostrando serietà e rispetto per le istituzioni. Dobbiamo essere comunque pronti al voto se le scelte irresponsabili di altri porteranno alla fine della legislatura. Abbiamo tutte le carte in regola per chiedere la fiducia degli italiani”.
Così Andrea De Maria, deputato PD e Segretario di Presidenza della Camera.
L’ultima cosa che serve al nostro Paese è una fase di instabilità e di rallentamento dell’azione di governo. Al contrario occorre correre, portare avanti soprattutto l’agenda sociale avviata martedì con i sindacati perché la sofferenza sociale sta crescendo per l’aumento impressionante delle bollette, per l’erosione del potere d’acquisto delle famiglie a causa di un’inflazione che ci fa precipitare agli anni ottanta del secolo scorso, per un’occupazione sempre più precaria soprattutto per giovani e donne. Un patto sociale ed un’azione di governo forte possono consentire decisioni immediate e strutturali capaci di proteggere le fasce più esposte con la lotta al precariato, con l’introduzione di un salario giusto, con il taglio del cuneo fiscale e ovviamente con il nuovo decreto di aiuti previsto entro questo mese che dovrebbe prevedere sostegni per altri 10 miliardi. E possono portare su una strada sicura progetti ed investimenti del Piano nazionale di ripresa e resilienza per i quali sono in arrivo dall’Ue, grazie al buon lavoro fatto dal governo in questi primi sei mesi, altri 24 miliardi: c’è molto da fare sul terreno della transizione digitale ed ecologica per dare uno sviluppo sostenibile ed equo al Paese. Sarebbe inaccettabile perdere quest’occasione per una crisi di governo incomprensibile".
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera
“Eugenio Scalfari ci lascia e con lui se ne va un pezzo della nostra storia. Perdiamo un protagonista, un rivoluzionario del giornalismo, un creativo che ha raccontato e trasformato un pezzo del suo e nostro tempo. Editore capace di anticipare i cambiamenti della società, innovatore del giornalismo italiano, personaggio autorevole e carismatico. Ci lascia pagine e pagine di riflessioni, idee e sogni. Mi piace immaginarlo a dialogo con il caro amico Calvino, entrambi alla fine del loro viaggio alla ricerca di “Filippo”, a commentare insieme le umane italiche vicende”. Lo scrive in una nota la deputata del Pd Beatrice Lorenzin, commentando la scomparsa del fondatore di Repubblica, Eugenio Scalfari.
La lucidità, la critica, la passione e il sapere. È stato un maestro e un esempio per generazioni di professionisti. Mancherà al giornalismo e alla politica.
Lo ha scritto su Twitter Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
La deputata abruzzese del Pd ha presentato una interrogazione urgente al ministro Giorgetti.
“I piccoli comuni delle aree interne dell'Abruzzo stanno vivendo un disservizio molto penalizzante: i canali televisivi fruibili sono diventati pochissimi e nonostante ripetute richieste di intervento, ad oggi non risulta più fruibile nemmeno il segnale Mediaset.” La denuncia è della deputata del Pd Stefania Pezzopane che ha presentato una interrogazione urgente al ministro dello Sviluppo economico, sollecitando il governo a intervenire.
Ho chiesto al ministro Giorgetti – ha precisato Pezzopane- di porre in essere tutte le azioni tese al ripristino delle condizioni minime di servizio radiotelevisivo per i piccoli comuni delle aree interne, condizione necessaria per vivere in questi luoghi e per renderli attrattivi dal punto di vista turistico”.
“Per le popolazioni residenti – ha aggiunto la parlamentare abruzzese del Pd- tale situazione è inaccettabile, così come il fatto che sia stata consentita l’attuazione di una politica commerciale così penalizzante per una quota di popolazione che già vive quotidianamente tutti i problemi legati alla carenza di servizi nei comuni di montagna e che resiste a tutela di patrimoni storici e culturali”.
Nell'interrogazione, Pezzopane ha ricordato al ministro Giorgetti che “i sindaci dei comuni di Cocullo e Aversa degli Abruzzi avevano già chiesto l’attenzione delle Istituzioni sul problema dei disservizi sul sistema radiotelevisivo nei piccoli comuni delle aree interne a causa dello spegnimento dei ripetitori Mediaset” e che “risulta inoltre sia già stato precedentemente richiesto l’intervento del MiSE sull’adeguamento dell’infrastruttura tecnologica di diffusione radiotelevisiva, poiché a valle del passaggio al DVB-T2, le condizioni di servizio, già pessime in relazione al numero di canali in diffusione, erano ulteriormente peggiorate portando il numero di canali televisivi fruibili sul territorio a circa dieci, riconducibili pressoché esclusivamente alle sole reti storiche RAI e Mediaset e ai rispettivi canali di approfondimento giornalistico”. Per Pezzopane si tratta di “una condizione inaccettabile, che rende sempre più difficoltoso vivere nelle aree interne” e pertanto “ci si attende che il governo ora agisca con tempestività”.
Abbiamo bisogno di un governo non di una crisi. Sosteniamo il governo di unità nazionale perché l'emergenza sociale ed economica non è finita ma si è moltiplicata con la guerra. E' agli italiani che bisogna guardare. E star loro vicino ancora più di prima.
Lo ha scritto su Twitter Graziano Delrio, deputato del Partito Democratico.
“Bene che il ministro Patuanelli abbia annunciato, dopo la delibera dello stato di emergenze per le prime 5 regioni, cui faranno seguito altre, l’imminente varo di un decreto di urgenza sulla siccità, ma è necessario che si attivi una forte regia tra i ministeri competenti, le regioni e tutte le autorità coinvolte a vario titolo nel governo della risorsa idrica”.
Lo dichiara Susanna Cenni, vice presidente della commissione Agricoltura e responsabile Agricoltura del Pd.
“Il ministro – prosegue l’esponente dem - oggi ha ricordato gli impegni già assunti con PNRR e con le risorse stanziate nella legge di Bilancio per le infrastrutture irrigue. Impegni importanti da rendere esecutivi prima possibile, ma è anche necessario ricordare che non stiamo affrontando una calamità ma le conseguenze della crisi climatica”.
“Per questo sarà fondamentale avere una visione complessiva e molto chiara a breve termine (gestendo in modo chiaro con una cabina di regia le priorità sull’uso dell’acqua per evitare conflitti), per costruire velocemente infrastrutture idriche moderne, efficienti, di piccola e grandi dimensioni, e rendere resiliente il nostro sistema agricolo. Accrescendo il riuso della risorsa – conclude Cenni - incentivando la digitalizzazione dell’irrigazione e accrescendo la ricerca utile a selezionare le varietà più resistenti”.