23/07/2018 - 20:08

“L’ammissibilità degli emendamenti dipende dalle regole parlamentari ma una grande discrezionalità è affidata ai Presidenti di Commissione. Il Presidente della Commissione Lavoro, Andrea Giaccone (Lega), e la Presidente della Commissione Finanze, Carla Ruocco (M5S) hanno deciso che l’emendamento del PD sul salario minimo è inammissibile. Naturalmente è ammissibile il loro sui voucher, anche se nel decreto non ci sono. E Di Maio si lamenta del’ostruzionismo?” Lo scrive su Facebook Chiara Gribaudo, della segreteria nazionale PD, che prosegue “La maggioranza rifiuta il confronto sui temi di merito che potrebbero davvero dare dignità al loro decreto disoccupazione. Imbarazzante da parte di chi voleva rendere centrale il Parlamento. Se non discuteranno seriamente i nostri incentivi al lavoro stabile, si aspettino l’opposizione più dura in Commissione e in Aula nei prossimi giorni.” Conclude la deputata dem.

23/07/2018 - 18:15

“In Commissione per il Decreto Di Maio la maggioranza 5 Stelle taglia i tempi discussione, contingenta emendamenti, riduce gli spazi di riflessione. Imbarazzante indifferenza e insofferenza per le ragioni dell’opposizione. Così cambia il governo del cambiamento”. Lo scrive su Twitter Antonio Viscomi, componente Pd in Commissione Lavoro alla Camera, a proposito dei 180 emendamenti al Dl Dignità che non hanno superato l’esame di ammissibilità delle Commissioni Lavoro e Finanze della Camera.

23/07/2018 - 18:13

“La campagna elettorale tutta giocata su promesse di risarcimenti e giustizia per i risparmiatori è ormai lontana. Ora il governo non solo non se ne occupa più, ma sceglie di penalizzarli bloccando il fondo di ristoro previsto nella scorsa legge di Bilancio. Cosa intendono fare il premier e il ministro dell’Economia per dare respiro a tutti i risparmiatori ancora in attesa?”

Lo chiede Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico, in una interrogazione al presidente Conte e al ministro Tria –

“Per il Fondo di ristoro finanziario è già pronto il decreto attuativo, messo a punto dall’ex sottosegretario all’Economia Baretta, ma – sottolinea la deputata Dem - del varo ancora non c’è traccia. Nella foga di “trovare la soluzione migliore” i soldi restano bloccati e i risparmiatori truffati a bocca asciutta”.

“Sono trascorsi poco più di sei mesi da quando Di Maio chiedeva di “risarcite i risparmiatori tagliandovi lo stipendio parlamentare”, e da quando Salvini voleva mandare “in galera tutti i complici di queste truffe, da Banca Etruria a Monte Paschi. E pagheranno, a testa alta”. Ora, terminata la campagna elettorale,  i vicepremier hanno smesso di occuparsene. Spieghino in Parlamento e agli italiani – conclude Rotta - che fine hanno fatto i soldi stanziati per il fondo e se sono stati distratti su altri provvedimenti del loro contratto”.

23/07/2018 - 17:42

“I paladini della lotta alle lobby hanno provato a far approvare un condono che avrebbe rappresentato un notevole regalo alle lobby che producono sigarette elettroniche”. Lo dichiarano Silvia Fregolent e Claudio Mancini, rispettivamente capogruppo Pd e segretario della Commissione Finanze della Camera, a proposito dell’emendamento Lega-M5S al Decreto Dignità, poi dichiarato inammissibile, con cui si prevedeva una riduzione degli importi dovuti per effetto dell’imposta sulle e-cigarettes in misura non inferiore al 95-98%.

“Se il tentativo di Lega e 5 Stelle – spiegano – fosse andato a buon fine, invece di dover pagare per il mancato pagamento delle imposte, la lobby dei produttori di sigarette elettroniche se la sarebbe cavata con un importo compreso tra il 2 e 5% del totale. In altre parole, da un lato di Maio si scaglia contro i poteri forti, dall’altro i suoi, in Commissione, lavora per far risparmiare a una lobby tra il 95 e il 98% delle imposte. Con buona pace dello Stato, che avrebbe dovuto rinunciare alle entrate previste e anche della salute dei fumatori, dal momento che la tassa ha l’obiettivo di disincentivarli”.

“Dobbiamo dunque dedurre che per Lega e M5S non tutte le lobby siano uguali. Quella dei produttori di sigarette elettroniche, insieme a quella delle armi, è sicuramente nel cuore della maggioranza. Gli stessi partiti, specie i 5 Stelle, che in passato si sono sgolati per denunciare fantomatici condoni altrui, oggi cercano di farli approvare in Parlamento. E’ forse questo il cambiamento di cui parlano?”, concludono.

23/07/2018 - 17:41

A rischio oltre 100 miliardi di investimenti già programmati per i prossimi dieci anni

"I ministri Salvini e Di Maio sono contro la fusione tra Fs e Anas per una mera questione di poltrone. Per spartirsi qualche presidenza in più vogliono fermare la nascita di un grande polo delle infrastrutture e dell'intermodalità ferro/gomma. Un progetto industriale con un fatturato di 11 miliardi di euro e più di 100 miliardi di investimenti già programmati per i prossimi dieci anni.  Un grande piano per l'Italia, in particolare per il mezzogiorno, che Salvini e Di Maio intendono affossare per i propri interessi di partito”.

Così il capogruppo del Pd alla Camera dei Deputati, Graziano Delrio.

23/07/2018 - 17:19

“Invece di tifare Croazia e diffamare l’impegno umanitario e di contrasto al traffico di esseri umani delle missioni navali in essere, cosa aspetta il governo a mettere in campo un’iniziativa seria per la stabilizzazione in Libia e la difesa del nostro interesse nazionale? Oggi il ministro degli Esteri francese è atterrato a Tripoli e ha nuovamente ribadito che in Libia si terranno le elezioni entro dicembre. I processi di ricostruzione dell’unità nazionale dei paesi sconquassati dalle guerre civili, dall’Iraq alla Somalia, ci hanno insegnato quanto sia pericoloso pensare di rimarginare lacerazioni profonde solo attraverso i processi elettorali. Per non scivolare verso elezioni affrettate e rischiose, bisogna rilanciare un’iniziativa italiana a sostegno del dialogo nazionale libico e dell’iniziativa dell’inviato speciale Onu per la riconciliazione nazionale. Il governo si deve dare da fare, coinvolgendo la Francia, l’Ue, gli Stati Uniti e tutti gli attori regionali e internazionali. Non basta la convocazione di una fantomatica conferenza nella Libia ad ottobre. Serve un impegno diretto del presidente del Consiglio Conte e del ministro degli Esteri Moavero, perché lo spazio lasciato fin qua a Salvini è servito soltanto ad aumentare la conflittualità e a discreditare il processo di pace”.

Lo afferma Lia Quartapelle, capogruppo Pd in commissione Esteri della Camera.

23/07/2018 - 16:55

Tweet di Debora Serracchiani, capogruppo Pd in commissione Lavoro

“Sull’indennità di licenziamento il Partito democratico fa emendamenti che tutelano da subito i lavoratori, aumentando l’indennità in sede  conciliativa. L’aumento a 36 mensilità proposto dal M5S sarà effettivo solo dal 2033. #lochiamavanodignità.” Così in un twett la capogruppo del Pd in commissione lavoro, Debora Serracchiani.

23/07/2018 - 16:24

“Non posso che essere felice, da veronese e da cittadina italiana, che si riportino gli spazi  di Castelvecchio alla città e alla fruizione pubblica”.

Lo dichiara la deputata Veronese Alessia Rotta, vicepresidente vicaria del gruppo parlamentare del Partito Democratico.

“Durante la scorsa legislatura mi sono impegnata affinché lo spazio occupato dal circolo ufficiali, naturalmente e architettonicamente contiguo a Castelvecchio, fosse riannesso al museo e, dunque, riconsegnato alla città. Purtroppo non siamo riusciti a ottenere i risultati aspettati nei tempi previsti. Non verrà meno, anche questa volta, il mio impegno nel chiedere alla ministra della Difesa di trovare altre soluzioni adeguate per la sede del circolo ufficiali. In una città come Verona  - spiega la deputata Dem - dove la presenza militare è forte e storicamente importante, sia in termini di contingenti sia di struttura, di certo non mancheranno luoghi conformi ad ospitare il prestigioso circolo.  Chi si dichiara contrario non tiene in giusta considerazione l’importanza che l’edificio scaligero avrebbe in termini di afflusso turistico e di uso culturale per le cittadine e i cittadini veronesi”.

“Dunque nessun intento volto a penalizzare i militari, ma – conclude Rotta - solo la consapevolezza che quello che è uno dei simboli di Verona, per storia e valore artistico,  debba essere sfruttato in tutte le sue potenzialità e messo a disposizione dei turisti e dei residenti”

23/07/2018 - 13:47

“Oggi Davide Casaleggio in un’intervista dichiara che in futuro il Parlamento non sarà più necessario. Del resto, nella pratica, il suo movimento non lo ha mai usato come un luogo dove occuparsi del Paese, ma solo dove costruire consenso. Un’affermazione coerente con la teoria di chi considera la democrazia rappresentativa come un problema da superare, di chi guarda alla Russia di Putin o al Venezuela di Chavez come modelli, di chi pensa che le decisioni sui destini delle società di Stato le possa prendere il Lanzalone di turno, su incarico di una Srl milanese. Ma sì, può darsi che nel breve periodo ci sia chi vi creda alle promesse che ogni giorno aumentano: meno tasse per tutti, sussidi a chi sta a casa sul divano mentre il vicino lavora, abolizione della Fornero, delle accise sulla benzina, e poi fidanzate e fidanzati per tutti i single (questa ve la suggerisco per domani)... Però l’Italia è un’altra cosa, è quella della Costituzione, della Resistenza, della conoscenza e della cultura, della solidarietà e della fatica, dell’accoglienza e del sorriso, quell’Italia che saprà non buttar via la sua democrazia”.

Così il vicepresidente della Camera, Ettore Rosato, in un post sul suo profilo Facebook.

23/07/2018 - 10:29

“Per ragionare sulla indennità per il licenziamento ingiustificato è necessario partire da alcuni elementi di base. Il primo e fondamentale è che l’indennità non è stabilita discrezionalmente dal giudice in misura variabile ma è calcolata in misura fissa: 2 mensilità per anno lavoro, fermo restando un limite minimo di 4 e massimo di 24 mensilità. Pertanto, un lavoratore ingiustamente licenziato con 3 anni di anzianità ha diritto a 6 mensilità di indennizzo, con 12 anni di anzianità ha diritto a 24 mensilità. Il decreto Di Maio non modifica il coefficiente fisso ma solo i limiti minimi e massimi portandoli a 6 e 36. Anche in questo caso dunque un lavoratore ingiustamente licenziato con 3 anni di anzianità ha diritto sempre a 6 mensilità di indennizzo e con 12 anni di anzianità ha sempre diritto a 24 mensilità. Dunque, chi trae beneficio della modifica proposta da Di Maio? Non certo i lavoratori con anzianità superiore a 12 anni: per costoro oggi si applica ancora l’art. 18 e non il Jobs Act; se invece sono assunti oggi, e se tutto rimane com’è, saranno interessati alla riforma tra 13 anni. Il che fa sorgere qualche dubbio. Quindi, a conti fatti e a norme lette, restano soltanto i lavoratori con anzianità fino ad un massimo di due anni, che dalle 4 mensilità di oggi passeranno alle 6 mensilità di domani. Che però non vedranno mai perché basta andare in conciliazione e l’indennità - questa non modificata da Di Maio - ritorna immediatamente a livelli più bassi, fino a due mensilità. Ecco, la grande rivoluzione promessa si traduce in un gioco delle tre carte: molto rumore per nulla. Noi ne siamo consapevoli, per questo abbiamo presentato un emendamento per incrementare l’ammontare dell’indennità che il lavoratore può ricevere in sede di conciliazione. E li che si annida la trappola per i lavoratori. Accetterà Di Maio il nostro emendamento?”.

Lo dichiara il deputato dem Antonio Viscomi della presidenza del Gruppo Pd della Camera

20/07/2018 - 19:47

“È assolutamente indispensabile che vengano garantite a Franco Grillini le risorse necessarie per curarsi. Bene a fatto il presidente Casini a invitare il presidente della camera Roberto Fico ad applicare le deroghe previste per situazioni di particolare delicatezza e gravità”. 

Lo dichiara Gennaro Migliore, capogruppo dei deputati del Partito Democratico in commissione Affari Costituzionale .

“Franco Grillini è una delle personalità politiche più importanti che il movimento per i diritti civili e LGBT abbia mai espresso in Italia. È stato - spiega - uno straordinario parlamentare per dedizione e impegno. Le cure di cui abbisogno per le difficili condizioni di salute nelle quali si trova - conclude Migliore - non possono essere pregiudicate da interventi, pur importanti e che ho sostenuto, che riguardano il taglio dei vitalizi."

 

20/07/2018 - 19:45

“Una sentenza limpida e inequivocabile, che ha rispedito al mittente le obiezioni di Lombardia e Veneto, che come è accaduto su gran parte dei provvedimenti del precedente Governo, eccepivano circa una presunta invadenza da parte dello Stato su materie di competenza regionale”. Lo dichiara Enrico Borghi, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, a proposito della sentenza con cui la Corte Costituzionale ha dichiarato non fondate tutte le questioni di legittimità costituzionale presentate dalle Regioni Lombardia rispetto al dlgs 40/2017, che dava attuazione alla riforma del servizio civile.

“Ora che il quadro normativo è del tutto chiaro – continua - e non sussistono più dubbi circa le competenze che sono in capo allo Stato centrale, il Governo dia piena attuazione alla riforma. Ci sono tre urgenze non più rinviabili. Primo: pubblicare subito il bando per  50.000 ragazzi sulla base delle risorse già messe a disposizione nella legge di bilancio di questo 2018. Sono già stati accumulati due mesi di ritardo. Secondo: occorre pubblicare subito il bando progetti rivolto agli enti per il 2019, altrimenti per il prossimo anno si accumuleranno ulteriori ritardi. Terzo, occorre fin da ora allocare per la legge di bilancio 2019 circa 300 milioni di euro se si vuole mantenere anche per il prossimo anno la possibilità di ingaggiare 58.000 giovani come può avvenire concretamente già per il 2018”.

“Con la sentenza della Corte sull’impianto della riforma voluta dal centrosinistra, vengono meno i presupposti giuridici che Lega e 5 stelle adducevano per il disegno di legge fatto approvare di gran carriera dall'aula del Senato, e teso a svuotare la norma partendo. Vedremo se le forze di maggioranza, che hanno persino proposto un servizio civile obbligatorio per tutti i giovani, riusciranno almeno a fare quanto è stato realizzato con i governi a guida Pd", conclude.

20/07/2018 - 17:49

“Come Pd in Commissione chiederemo di approvare i nostri emendamenti per escludere il lavoro domestico dalla disciplina sul costo dei rinnovi, che rischia di spostare nel lavoro nero tante colf e badanti. Sono costi che le famiglie italiane dovrebbero poter dedurre interamente, anziché pagare un altro balzello. Crediamo che la maggioranza dovrebbe riflettere seriamente su questo, come su altri punti che rischiano di essere controproducenti rispetto agli obiettivi presunti del decreto. Il documento inviato alla Camera da Assindatcolf lo spiega molto bene”.

Lo dichiara la responsabile Lavoro della Segreteria Pd, Chiara Gribaudo.

20/07/2018 - 17:30

“Perché i ministri Di Maio e Fontana non compiono i passi necessari a rendere disponibili i fondi per il sostegno dei disabili?”. Lo dichiara Elena Carnevali, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, a proposito del Fondo per il ‘Dopo di noi’.

“Sono passati – spiega - oltre due anni dall’approvazione della legge ‘Dopo di noi’ e sono più di 100 milioni di euro le risorse del relativo fondo, già ripartite e da tempo nella disponibilità della regioni. L’obiettivo è l’emancipazione, l’indipendenza dei disabili oltre la vita famigliare attraverso dei progetti. La costruzione di questi progetti è affidata ai Comuni, meglio se in forma associata, attraverso  norme  e bandi che le regioni dovevano definire. L’art 8 della legge prevede che entro il 30 giugno di ogni anno, il Ministero del Lavoro e politiche sociali trasmetta la relazione alle Camere sullo stato di attuazione: ma fino a oggi nulla è pervenuto.  Sappiamo, in particolare, grazie al lavoro di ricognizione di Anfass, che non tutte le regioni e gli ambiti stanno utilizzando al meglio queste risorse. Una inefficienza grave e non accettabile per le persone con disabilità. Alcune  sono in grave ritardo. Altre portano avanti progetti poco aderenti al decreto attuativo, che prevede la  costruzione di   progetti di vita personalizzati e budget di cura. Altri 51 milioni di euro per il 2018 (e così per ogni anno) attendono di essere ripartiti tra le regioni. Anche di questo non abbiamo notizie”.

“Avendo oggi due ministri, Di Maio e Fontana, uno con la delega in materia e l’altro per il coordinamento, ci aspettiamo che le famiglie e i Comuni  possano contare al più presto su queste risorse e  su quelle del Fondo per la non autosufficienza, ben 450 milioni di euro e le Camere di poter avere al più presto la relazione sullo stato di attuazione della legge sul ‘Dopo di noi’”, conclude. 

20/07/2018 - 16:42

“II vice-presidente del Consiglio Di Maio dice di essere stato già a conoscenza dell’indagine a carico del ministro Savona per l’ipotesi di reato di usura bancaria. Sarebbe bene che Di Maio chiarisse subito le modalità con le quali è venuto a conoscenza della notizia”. Lo dichiara Walter Verini, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Giustizia, a proposito delle parole di Luigi Di Maio sull’indagine per usura bancaria della procura di Campobasso.

“Da chi, quando e come Di Maio ha saputo dell’indagine? L’ha saputo dall’interessato? L’ha saputo da altre fonti? E se sì, quali? Era una notizia pubblica? Urgono chiarimenti. E infine: è opportuno che un indagato (presunto innocente, sia chiaro, fino al terzo grado eventuale di giudizio) per l’ipotesi di reati che riguardano la gestione di importanti gruppi bancari, sia stato a suo tempo indicato, da persone – stando a quanto dice Di Maio - forse a conoscenza dell’indagine, come capo del dicastero dell’Economia e Finanze?”, conclude.

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