n. 78 - 12 luglio 2024

 

DL AGRICOLTURA: NESSUNA RISPOSTA STRUTTURALE, SI RINCORRONO LE EMERGENZE

Contro il caporalato abolire la Bossi Fini e adottare il Documento unico di regolarità contributiva

L’agricoltura è un settore fondamentale per il Paese, questo decreto però non dà risposte strutturali al comparto agricolo che soffre da troppo tempo.

Al provvedimento manca il coraggio di proteggere la redditività delle imprese. Tutti gli interventi si susseguono sull'onda della cronaca quotidiana e sulle leve del consenso e non affrontano strutturalmente gli stravolgimenti legati ai cambiamenti climatici. Manca inoltre l'aspetto preventivo che da un lato acuisce i gravi ritardi per gli aiuti alle colture colpite da patogeni o calamità e dall'altro non combatte la concorrenza selvaggia che stravolge i meccanismi del giusto prezzo e non garantisce giusti salari. Non incide sulla lotta al caporalato che deve essere essere contrastato con la piena attuazione della legge Martina-Orlando e il superamento della Bossi Fini che non permette una presenza regolare dei lavoratori emigrati nelle nostre campagne.

Durante una conferenza stampa alla Camera abbiamo presentato le proposte del Pd. Serve costruire un Durc di congruità (Documento unico di regolarità contributiva, ossia l'attestazione della regolarità dei pagamenti agli enti Inps e Inail) così come è stato fatto in edilizia, cioè uno strumento che metta in relazione il tipo di coltura che viene fatto con la manodopera che è necessaria. Ci si deve arrivare anche in base alle esperienze già maturate con i vari indici di coerenza sperimentati in diversi contesti nazionale e regionali. Se non c’è congruenza non ci deve essere l’abilitazione per poter ottenere finanziamenti pubblici sia europei che nazionali, e questo deve diventare in prospettiva un titolo abilitativo per poter trasformare e commercializzare i propri prodotti.

Nel Question time abbiamo criticato il ministro Lollobrigida per il mancato contrasto al caporalato. Il ministro dovrebbe esercitare le norme già attive come la legge 199/2016 che serve a respingere l'assalto dei carnefici dello sfruttamento nei campi. Dovrebbe convocare il tavolo con i sindacati, visto che l'ultima volta risale al dicembre 2022. Servono atti concreti concreti e comportamenti coerenti con la gravità della situazione: oltre all'abolizione della Bossi-Fini, occorre adottare - come detto - il Durc di congruità anche nel mondo agricolo.

TEMI DELLA SETTIMANA

DDL NORDIO: ABOLITO L’ABUSO D’UFFICIO

Cittadini con meno tutele davanti alle ingiustizie

Il governo Meloni, incapace di proporre una vera riforma della giustizia nell’interesse dei cittadini, incapace di superare i problemi strutturali che l’affliggono, come la lentezza dei processi, la carenza del personale negli uffici giudiziari, il sovraffollamento delle carceri, l’insopportabile numero di suicidi tra i detenuti, incapace dunque di governare, si rifugia nell’ennesimo provvedimento bandierina e approva il ddl Nordio, il quale abolisce il reato di abuso d’ufficio.

Il Partito democratico ha votato contro.

Per prima cosa, perché questa non è una riforma, non ha né il respiro, né la visione di una riforma, non ci sono risorse adeguate, non ci sono investimenti, non c'è la messa del cittadino al centro del sistema della giustizia. È un piccolo provvedimento di bandiera, ideologico, in parte già smentito dallo stesso governo che ha approvato in Consiglio dei ministri una norma che introduce una sorta di abuso d’ufficio bis: il peculato per distrazione. Ennesima dimostrazione della confusione che regna nella maggioranza in materia di Giustizia, ma non solo.

 

IL DL INFRASTRUTTURE È L’ENNESIMA ACCOZZAGLIA DI NORME

Presentata pregiudiziale di costituzionalità

Il Pd ha presentato una questione pregiudiziale di costituzionalità sul dl Infrastrutture perché riteniamo che questo provvedimento non abbia i requisiti essenziali di necessità e di urgenza che giustificano il ricorso normativo al decreto legge ai sensi dell'articolo 76 della Costituzione. È un provvedimento miscellanea di interventi, del tutto inadeguato allo status di decreto legge, mancando il nesso oggettivo o funzionale richiesto dalla Corte Costituzionale.

Il decreto riguarda infrastrutture, investimenti, processo penale e tesseramento degli sportivi, si va dal ponte sullo Stretto di Messina al personale della Laguna di Venezia, al finanziamento della Fondazione lirico-sinfonica Petruzzelli, allo stoccaggio della CO2, al polo di ingegneria di Genova, al Piano Mattei in Africa. Materie che non hanno alcuna coerenza e attinenza tra loro e quindi mancano del requisito costituzionale di omogeneità.

 
 

IMPOSSIBILE DISCUTERE DI PREMIERATO SENZA CONOSCERE LA LEGGE ELETTORALE

Riduzione delle audizioni pessimo inizio

La riforma della legge elettorale è un aspetto centrale del premierato. Il nuovo assetto costituzionale, che contrastiamo con forza, non potrà entrare in vigore in assenza di un nuovo modello elettorale.

Il Parlamento deve essere messo subito nelle condizioni di conoscere la posizione del governo. Allo stato attuale la discussione non è possibile, e dovrebbe essere rinviata in attesa della proposta di modifica della legge elettorale della maggioranza. Il governo non ha una linea, per il momento abbiamo solo indiscrezioni e elucubrazioni di singoli ministri.

Inoltre, abbiamo presentato, insieme a AVS e M5S, un elenco di esperti e costituzionalisti del tutto ragionevole in termini numerici, considerando che stiamo parlando di una riforma costituzionale.

Purtroppo è stato deciso di ridurre il numero degli auditi: non vorremmo che questa riduzione sia la prima di una serie di forzature che impediranno, di fatto, alla Camera di entrare nel merito di un provvedimento che modifica radicalmente l'assetto istituzionale del Paese. Non è per niente un buon inizio.

  • Comunicati di Simona Bonafè 1 e 2
 

RAI: DAI FISCHI TRAMUTATI IN APPLAUSI ALLE ELEZIONI FRANCESI SCOMPARSE

Le mani della destra sulla Rai

La denuncia all’Ordine è l’ennesima conferma dell’incapacità di Petrecca di gestire la redazione di Rainews24.  Petrecca non è in grado di guidare la prestigiosa testata del servizio pubblico e sta adottando comportamenti che creano grande tensione nella redazione e che abbiamo segnalato in commissione Vigilanza. La sua gestione è la peggiore dalla nascita di Rainews. Deve dimettersi.

A questo si aggiunga le dichiarazioni dello stesso Petrecca, riportate da alcuni organi di stampa, il quale dice che il ministro Sangiuliano non vuole domande inappropriate e deve essere accontentato. Dichiarazioni estremamente gravi, le quali non fanno che confermare l'uso personale e propagandistico delle reti pubbliche da parte dei ministri del governo Meloni che chiedono trattamenti speciali, domande edulcorate e servizi su misura.

Stiamo assistendo a una pressione senza precedenti sulle redazioni giornalistiche, che deve essere denunciata con forza. È molto preoccupante che il ministro della Cultura sia protagonista di questo continuo attacco alla libertà di stampa, pilastro fondamentale della democrazia e della cultura del nostro Paese. Chiediamo alla Rai di fare luce sul caso.

 

 

ACCADE ALLA CAMERA

 
A cura del Gruppo Parlamentare del Partito democratico
 

IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Scuola
Da lunedì,  esame del decreto legge recante disposizioni urgenti in materia di sport, di sostegno didattico agli alunni con disabilità, per il regolare avvio dell’anno scolastico 2024/2025 e in materia di università e ricerca.

Proroga termini per il sistema tributario
Martedì, discussione e votazioni del disegno di legge in materia di proroga del termine per il riordino organico delle disposizioni che regolano il sistema tributario mediante adozione di testi unici
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Filiera tecnologico-professionale
Da martedì anche l'esame con votazioni del disegno di legge riguardante l'istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale.

Semplificazione edilizia
Da mercoledì esame con votazioni del decreto legge in merito alle disposizioni urgenti in materia di semplificazione edilizia.

 

 

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