"Raccogliendo l'appello di Amnesty International, insieme a 71 deputate e deputati di diversi gruppi politici, abbiamo mandato una lettera al presidente della Tunisia Kaïs Saïed per chiedergli la liberazione dell'avvocata e opinionista Sonia Dahmani. Dahmani è stata arrestata durante una diretta dell'emittente televisiva France24 da uomini a volto coperto che hanno fatto irruzione all'interno della Camera penale di Tunisi perché aveva espresso pareri critici nei confronti di Saïed. La sua vicenda ha suscitato molto scalpore mobilitando anche gli ordini degli avvocati europei, incluso quello italiano, che ne hanno chiesto la scarcerazione, oltre che i corrispondenti dei media stranieri in Tunisia.
La vicenda dell'avvocata tunisina rientra nelle politiche fortemente repressive del regime di Tunisi che perseguita attiviste e attivisti per i diritti umani, giudici, giornalisti, oppositori politici, sindacalisti e, nelle ultime settimane, anche operatori delle organizzazioni che si occupano di fornire assistenza a migranti e richiedenti asilo. È nostra convinzione che la tutela dei diritti umani, civili e politici non abbia confini e rappresenti un valore universale in cui tutta la comunità internazionale si debba riconoscere.
Di fronte all'immobilismo del governo Meloni che sigla costosi accordi con Saïed senza porre alcuna condizione sul rispetto dei diritti umani e democratici e delle libertà politiche e civili, non possiamo tacere. Per questo abbiamo aderito alla richiesta di Amnesty: non si possono fare patti con regimi autocratici, per il solo scopo di limitare le partenze dei migranti verso l'Europa, senza pretendere che i diritti fondamentali delle persone vengano ripristinati e rispettati". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
Ecco il testo della lettera con le firme:
Gentile Presidente Saïed,
siamo a scriverle in qualità di membri della Camera dei Deputati della Repubblica italiana per esprimerle le nostre gravi preoccupazioni per l’arresto e la detenzione arbitraria dell’avvocata e opinionista tunisina Sonia Dahmani, il cui arresto viola il diritto internazionale dei diritti umani, compresi gli articoli 6 e 9 della Carta africana dei diritti dell’uomo e dei popoli e gli articoli 9 e 19 del Patto internazionale sui diritti civili e politici, di cui la Tunisia è parte.
Il 7 maggio 2024, durante un programma televisivo, Sonia Dahmani aveva espresso pubblicamente commenti critici rispetto alla situazione migratoria in Tunisia, domandandosi: «Di quale straordinario Paese stiamo parlando? Quello che la metà dei giovani vuole lasciare?».
Il 9 maggio ha poi annunciato di essere stata convocata da un giudice istruttore e al momento è indagata per violazione dell’articolo 24 del decreto legge 54, che prevede cinque anni di carcere e una multa di 50.000 dinari – equivalente a circa 15.000 euro – per chiunque utilizzi le reti di telecomunicazione per produrre, inviare o diffondere «notizie false», «dati falsi», «voci false» o «documenti falsi, falsificati o falsamente attribuiti», al fine di danneggiare, diffamare o incitare alla violenza contro altri; di minare la pubblica sicurezza o la difesa nazionale; di diffondere la paura o incitare all’odio. Tali pene sono raddoppiate se la vittima è un pubblico ufficiale.
Il 10 maggio, non essendo stata informata del motivo della sua convocazione, Sonia Dahmani si è rifiutata di prendere parte all’udienza davanti al giudice istruttore e ha chiesto il rinvio ad altra data. La richiesta non è stata accolta dal giudice istruttore e l’11 maggio – sulla base di un mandato di arresto emesso dal giudice – le forze di sicurezza hanno fatto irruzione negli uffici dell’Ordine degli avvocati e hanno tratto in arresto Sonia Dahmani, con modalità violente, trasmesse in diretta dall’emittente televisiva France 24.
Questi eventi hanno suscitato in noi, deputate e deputati della Repubblica italiana, una grande preoccupazione; anche in considerazione del fatto che, dalla seconda settimana di maggio 2024, sono stati attuati atti repressivi persino nei confronti degli operatori delle organizzazioni che si occupano di fornire assistenza a migranti e richiedenti asilo. È nostra convinzione che la tutela dei diritti umani, civili e politici non abbia confini e rappresenti un valore universale in cui tutta la comunità internazionale si debba riconoscere.
Alla luce della gravità dei fatti sopra esposti, siamo dunque a chiederle di garantire il rilascio immediato e incondizionato di Sonia Dahmani e di assicurare che l’infondata indagine penale a suo carico venga archiviata.
Inoltre, chiediamo alle autorità tunisine di porre fine agli arresti mirati di avvocati, giornalisti e attivisti che si battono per l’esercizio pacifico dei loro diritti umani, compresi i diritti alla libertà di espressione, di riunione pacifica e di associazione.
Cordiali saluti.
DEPUTATE E DEPUTATI
Laura Boldrini, Davide Aiello, Vincenzo Amendola, Stefania Ascari, Carmela Auriemma, Ouidad Bakkali, Mauro Berruto, Angelo Bonelli, Chiara Braga, Alessandro Caramiello, Ida Carmina, Dario Carotenuto, Susanna Cherchi, Paolo Ciani, Sergio Costa, Gianni Cuperlo, Augusto Curti, Benedetto Della Vedova, Gianmauro Dell’Olio, Paola De Micheli, Eleonora Evi, Piero Fassino, Giorgio Fede, Emiliano Fenu, Antonio Ferrara, Sara Ferrari, Ilaria Fontana, Antonella Forattini, Federico Fornaro, Emiliano Fossi, Nicola Fratoianni, Marco Furfaro, Valentina Ghio, Francesca Ghirra, Andrea Gnassi, Stefano Graziano, Marco Grimaldi, Lorenzo Guerini, Giovanna Iacono, Patty L’Abbate, Arnaldo Lomuti, Marianna Madia, Ilenia Malavasi, Francesco Mari, Maria Stefania Marino, Matteo Mauri, Roberto Morassut, Daniela Morfino, Federica Onori, Matteo Orfini, Andrea Orlando, Anna Laura Orrico, Ubaldo Pagano, Emma Pavanelli, Vinicio Peluffo, Pasquale Penza, Fabio Porta, Giuseppe Provenzano, Lia Quartapelle Procopio, Andrea Quartini, Toni Ricciardi, Silvia Roggiani, Marco Sarracino, Rachele Scarpa, Artuto Scotto, Debora Serracchiani, Marco Simiani, Roberto Speranza, Daniela Torto, Alessandro Zan, Luana Zanella, Nicola Zingaretti.
Roma, 20 giugno 2024
"Oggi era necessario essere a Piazza Vittorio, a Roma, accanto a quelle ragazze e a quei ragazzi che hanno lanciato un appello dopo la brutale aggressione neofascista contro quattro di loro della Rete degli studenti medi e di Sinistra universitaria che tornavano dalla manifestazione delle opposizioni contro l'autonomia differenziata e il premierato.
Non un fatto isolato, che sarebbe già grave di per sé, ma l'ennesimo episodio in pochi giorni dopo un'aggressione in Parlamento contro un deputato di opposizione, dopo l'inchiesta di Fanpage sui giovani di Fdi che inneggiano a Mussolini e a Hitler, dopo i candidati e gli eletti del partito della premier che evocano i forni crematori.
È un clima generale. Un clima che deve destare preoccupazione e spingerci all'unità contro i rigurgiti neofascisti e i tentativi di reprimere il dissenso. "Chi tace è complice", recitava uno striscione esposto oggi in piazza. E noi non staremo zitti né nelle strade né nelle aule parlamentari'. Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
E' morto, dopo ore di agonia, Satnam Singh, il bracciante di origini indiane vittima di un gravissimo incidente sul lavoro avvenuto ieri in un'azienda agricola vicino a Latina. Vittima, anche, di una grave omissione di soccorso frutto, probabilmente, del tentativo di coprire le responsabilità di chi aveva portato quell'uomo a lavorare lì e dell’azienda che lo sfruttava in nero, per meno di 5 euro l'ora.
Quello che è accaduto è raccapricciante e terribile: non solo l'incidente, ma anche l'abbandono per strada, con un braccio mozzato poggiato su una cassetta della frutta. Come se fosse un rifiuto di cui liberarsi. E' stato solo grazie all'intervento dei suoi compagni di lavoro che sono stati avvisati i soccorsi. Ma era troppo tardi. In questa storia c'è tutta la spietatezza del sistema parallelo del lavoro, quello senza regole, senza contratti, senza garanzie e che resiste ad una buona legge contro il caporalato non abbastanza applicata.
In mancanza di sufficienti ed efficaci controlli il mondo del lavoro si trasforma in un girone infernale in cui a farne le spese sono le persone più fragili e ricattabili. Le mie condoglianze alla moglie di questo giovane lavoratore, morto di sfruttamento e disumanità". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Andremo avanti tutta la notte a illustrare i nostri emendamenti sull’autonomia differenziata, finché avremo i tempi a disposizione mentre la maggioranza è muta, senza proferire verbo. In aula non parlano, ma votano la seduta fiume per un provvedimento che non ha alcuna urgenza di essere approvato se non la propaganda del governo: l'ennesimo atto di forza per tenere fede ad uno scellerato patto interno alla destra - autonomia differenziata voluta dalla Lega in cambio del premierato agognato da Giorgia Meloni. Continueremo fino al voto finale per non lasciare nulla di intentato. Con il suo silenzio in Aula la maggioranza svilisce il Parlamento impedendo alle opposizioni di dare un contributo per tentare di migliorare un testo pericoloso per la tenuta del nostro Paese". Lo dichiara dall'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"La seduta fiume è finita alle 7.50 di mattina: da ieri e per tutta la notte abbiamo discusso ogni singolo emendamento, finché abbiamo avuto i tempi a nostra disposizione, nel silenzio più assoluto della maggioranza. Loro non parlano, non si confrontano, non discutono: loro eseguono gli ordini. E gli ordini erano chiari: approvare l'autonoma differenziata entro questa mattina, costi quel che costi.
Qual era l'urgenza?
L'urgenza è chiara: portare lo scalpo del Sud del Paese ai governatori leghisti del Nord. Le bandiere delle piccole patrie, destinate a contrapporsi, esposte alla fine della seduta dai banchi della Lega ne sono la prova inequivocabile. E Giorgia Meloni, la patriota, cede al ricatto e preferisce ridurre il Paese a brandelli pur di non rischiare di perdere la partita sul premierato. Due riforme che danneggiano tutta l'Italia, anche il Nord.
Ma il messaggio della affollatissima manifestazione di piazza Santi Apostoli di ieri è stato chiaro. La battaglia per salvare la Costituzione e l'unità del Paese non finisce qui". Lo dichiara alla fine della seduta Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Una riforma che non solo spacca l'Italia, ma di cui non si conoscono neanche i costi. Il ministro Calderoli è venuto oggi in Parlamento a biasimare chi parla di 80 miliardi, ma senza sapere dire quanto costerà al Paese la sua autonomia differenziata. "Vedremo", "strada facendo", "li aggiusteremo". Ma ci rendiamo conto?
Se fosse il funzionario di un'azienda o di un pubblico ufficio o di una qualsiasi organizzazione, sarebbe stato licenziato in tronco per avere portato un progetto mastodontico senza prevedere obbiettivi, un budget, le coperture, senza sapere quanto costerà.
Ma in che mani siamo? Perché si stanno accanendo contro l’Italia?
Siamo molto preoccupati di una tale improvvisazione amatoriale e per questo, oggi, scendiamo in piazza per dire no all'autonomia differenziata e al premierato: due riforme dannose e scellerate che renderanno peggiore la vita di tutti e tutte noi". Lo ha dichiarato oggi dell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Un consigliere di FDI appena eletto a Manfredonia che dice che loro sono "abituati ai forni crematori" e la platea ride, il monumento alla memoria di Matteotti danneggiato con la scritta "w fascio", la tomba di Enrico Berlinguer, mai toccata prima, profanata per la terza volta in due mesi, l'inchiesta di Fanpage sui militanti di Gioventù nazionale che inneggiano a Mussolini e gridano "Sieg Heil", l’aggressione fisica di un deputato, il segno della Decima Mas e l'urlo "Presente!" fatti nell'aula di Montecitorio: questi sono i fatti accaduti in meno di una settimana.
Ci accusano di parlare sempre di fascismo e di antifascismo ed è vero. Non passa giorno infatti che la destra non faccia o dica cose gravissime che non possono essere trascurate. Tacere infatti sarebbe complice. E' il tentativo di normalizzare metodi, linguaggi, atteggiamenti inaccettabili in una democrazia matura, e che hanno una matrice chiara e inequivocabile e sui quali la presidente del Consiglio, che ufficialmente celebra Matteotti, non dice una sola parola finendo per farsi isolare nei consessi internazionali. Com'è accaduto ieri a Bruxelles dove la Commissione europea non ha potuto che condannare "la simbologia fascista", definendola "non appropriata" e "moralmente sbagliata".
Quanto dobbiamo aspettare, ancora, prima di sentire da Giorgia Meloni e dai ministri del suo partito parole chiare di condanna e presa di distanza da fatti del genere? O dobbiamo pensare che la sintonia e l’affinità siano tali da coprire tutto? E per questo proprio non riescono a dichiararsi antifascisti, nonostante abbiano giurato sulla Costituzione antifascista?". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Dopo quattro giorni dall'uscita dall'inchiesta di Fanpage che abbiamo visto a Piazza Pulita, in cui si vedono e si sentono i militanti di Gioventù nazionale inneggiare al duce, manifestare nostalgia per i Nar e perfino urlare "Sieg Heil", Giorgia Meloni non ha ancora detto una parola. Né un biasimo, né una presa di distanza: niente di niente. Cosa dirà, oggi, agli altri leader europei che incontra per decidere degli equilibri dell'Ue?
Farà finta di niente anche con loro come sta facendo con l’opposizione in Italia che da giorni le chiede conto?
Davanti alle scene che abbiamo visto, Scholz, come altri, ha tutte le ragioni di definire Meloni "di estrema destra": se la sua base, il vivaio di Fratelli d'Italia si riunisce attorno al fuoco cantando le canzoni del regine fascista, come altro possiamo definirla? Ci sono solo due possibili modi: fascista o, quanto meno, di estrema destra". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Le donne sono le sole a poter decidere del proprio corpo. L'aborto deve essere un diritto per le donne in tutta Europa, a partire dall'Italia dove si sta cercando di mettere in discussione questo diritto.
Mentre il G7 a guida italiana toglie la parola "aborto" dal documento finale, 20 milioni di donne europee non possono interrompere la gravidanza in modo libero, sicuro e gratuito. Per questo aderisco alla petizione rivolta alla Commissione Europea "My Voice My Choice" e chiedo anche a voi di farlo.
Raccogliamo 1 milione di firme per sostenere economicamente gli Stati che garantiscono l'aborto gratuito a tutte le donne europee". Lo scrive su Instagram Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, condividendo un video con cui aderisce alla campagna My Voice My Choice.
"Sonia Dahmani è un'avvocata e opinionista tunisina che lo scorso 12 maggio è stata arrestata durante un blitz di uomini incappucciati all'interno della camera penale di Tunisi. Il tutto trasmesso in diretta sulla rete Tv France 24. La sua unica colpa è avere espresso in modo sarcastico opinioni critiche sul regime del presidente Kais Saied. Lo stesso Saied con cui il governo di Giorgia Meloni sigla patti e stringe accordi, costi quel che costi, con l'unico obiettivo di fermare le partenze dei migranti dalle coste tunisine.
Alla luce di questi gravissimi fatti, che in Tunisia sono all'ordine del giorno, insieme al collega Peppe Provenzano abbiamo chiesto in Commissione esteri al governo se non intenda rivedere gli accordi con il paese guidato dall'autocrate Saied e condannare l'arresto arbitrario dell’avvocata Dahmani e di decine di altri avvocati, magistrati, politici, giornalisti e attivisti per i diritti umani.
Per tutta risposta, il viceministro Cirielli ci ha spiegato che Saied è stato invitato al G7 in corso in Puglia, come si fa con gli ospiti d'onore, che gli accordi con la Tunisia non sono in discussione perché è un paese strategico per limitare i flussi migratori. Tutto questo a scapito del rispetto dei diritti umani più basilari non solo dei migranti che arrivano in Tunisia, che vengono deportati nel deserto e lì finiscono abbandonati a morire, ma anche contro cittadine e cittadini tunisini dissidenti, oppositori e attivisti colpevoli solo di esprimere le loro posizioni critiche verso Saied.
Il governo Meloni si conferma del tutto indifferente al rispetto dei diritti umani e delle libertà civili e democratiche nei paesi con cui sigla accordi. Sono disposti a tutto pur di contare qualche centinaia di migranti in meno sulle coste italiane.
In queste ore stiamo raccogliendo le firme di deputati e deputate in calce ad un appello allo stesso Kais Saied perché liberi immediatamente e incondizionatamente Sonia Dahmani e i detenuti e le detenute politiche e di coscienza". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"Il G7 di Giorgia Meloni passerà alla storia come l'ennesimo attacco al diritto all'aborto. Un attacco sferzato non solo sul piano nazionale, come sappiamo, ma ora anche su quello internazionale. Lo stralcio, voluto dalla presidente Meloni, del passaggio sul diritto a un “accesso all’aborto sicuro e legale e alle cure post-aborto”, già inserito nell’ultimo G7 di Hiroshima e perorato soprattutto da Francia, Germania e Canada, è una vergogna che mette il nostro Paese al livello dei regimi più discutibili.
Ed è l'ulteriore conferma della volontà di queste destre di riportarci indietro di 50 anni, quando le donne abortivano clandestinamente rischiando la vita". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
"E' gravissimo che nel verbale della seduta di ieri l'aggressione squadrista avvenuta ai danni del collega Donno sia derubricata a "disordini". Una cosa sono i disordini, e io mi sono trovata a gestirli durante la mia presidenza. Un'altra sono le aggressioni preordinate di natura squadrista. Ed è quello che è avvenuto ieri in aula. Ed è avvenuto anche che deputati della maggioranza facessero più volte il segno della X-Mas, formazione militare fascista colpevole di decine e decine di crimini di guerra, ed è avvenuto che altri gridassero "Presente!" come fanno i neofascisti alle loro commemorazioni. Noi non possiamo normalizzare il linguaggio e la violenza fascista nell'aula del Parlamento.
Gli autori di quell'aggressione andavano sanzionati già ieri dall'ufficio di presidenza. E invece nel verbale leggiamo di "disordini" e non troviamo traccia degli slogan e dei gesti fascisti: inaccettabile! I fatti vanno riportati per quello che sono e vanno fermamente condannati. Non si può creare questo precedente". Lo ha dichiarato poco fa nell'aula di Montecitorio Laura Boldrini, deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, durante il processo verbale.
“La misura è colma, i pugni in aula sono inaccettabili, la maggioranza di destra ha oltrepassato la linea rossa” a dirlo è l’ex Presidente della Camera, Laura Boldrini, che sottolinea: “Negli anni in cui ho avuto l’onore di presiedere la Camera - sottolinea Boldrini - non sono di certo mancate occupazioni dell’Aula, proteste e scontri anche accesi delle opposizioni. Quanto accaduto oggi però va oltre, prendere a pugni un collega in Aula è gravissimo, a 100 anni dalla morte di Matteotti assistiamo nuovamente a atteggiamenti intimidatori e violenti da parte di alcuni esponenti della destra che hanno colpito fisicamente un deputato dell’opposizione. Una grande preoccupazione ”.
“Chiediamo al ministro Urso se intenda procedere con immediata sollecitudine alla revoca dell’emissione del francobollo che omaggia il gerarca fascista Italo Foschi, colpevole di numerosi crimini di guerra e perfino di collaborazione nella persecuzione degli ebrei, a pochi giorni dal centenario dell’omicidio di Matteotti, e se non ritenga necessario avviare tutte le procedure di verifica dell’iter relativo all’istruttoria dell’emissione filatelica del fascista Foschi alla luce del denunciato mancato coinvolgimento della Consulta, così come pubblicamente riferito da un suo componente. Inoltre chiediamo al ministro Urso se intenda revocare il suo rifiuto espresso verso la proposta di un francobollo celebrativo della Liberazione di Roma dall’occupazione nazifascista”. Così la deputata del Pd Laura Boldrini in un’interrogazione al Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sottoscritta da tutto il Gruppo del Pd.
"Da che mondo è mondo, una riforma si fa per migliorare le cose,
per creare un vantaggio per il Paese.
L’autonomia differenziata, invece, no. Non è una riforma che va a vantaggio dell’Italia: la frantumerà, ne farà uno spezzatino di venti staterelli semindipendenti in un mondo globalizzato, in concorrenza tra loro, peggiorando la qualità della vita delle persone". Lo ha dichiarato nell'aula di Montecitorio, Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo, intervenendo nel dibattito sull'autonomia differenziata.
"Nelle intenzioni del ministro Calderoli l’autonomia differenziata nasce contro l’odiato Meridione, ma a farne le spese saranno tutti gli italiani e le italiane. Al sud certamente, ma anche al centro e al nord - ha sottolineato Boldrini-. Questa è una riforma che ci farà vivere peggio. Perché questo accanimento? Che vi ha fatto di male l’Italia?
Sarà proprio il sistema-paese a saltare, quello necessario non solo al benessere di chi lo abita, ma anche a renderlo attrattivo per nuovi investimenti".
"A chi giova allora? Al governo, giova alla sua sopravvivenza: tu dai una cosa a me e io do una cosa a te. La Costituzione usata come merce di scambio: una autonomia differenziata tanto voluta dalla Lega in cambio di un premierato agognato da Giorgia Meloni. Costi quel che costi - ha incalzato la deputata dem -. Con i nostri emendamenti cerchiamo di mettere in sicurezza gli articoli della Costituzione. La centralità del Parlamento eletto dal popolo, che esercita la funzione legislativa – come recitano gli articoli 70 e 72 della Costituzione. La procedura prevista dalla vostra riforma per il varo delle intese con le Regioni, infatti, taglia fuori il Parlamento, riduce il suo ruolo all’espressione di pareri non vincolanti e non gli consente neanche di modificare le intese tra Governo e Regioni. Prendere o lasciare, in pieno stile “o la va o la spacca”.
"In altre parole lo Stato rinuncia ad alcuni delle sue più importanti competenze senza che il Parlamento possa proferire verbo. Ma ci rendiamo conto della gravità?
L’autonomia differenziata insieme al premierato rappresentano due attacchi al carattere parlamentare della nostra Repubblica, così come l’hanno voluta i padri e le madri costituenti - ha concluso Boldrini-. E stupisce, veramente stupisce che i due presidenti delle Camere non abbiano avvertito il dovere di far sentire le loro voci a difesa delle istituzioni che rappresentano. Complici dello svuotamento perfino delle loro stesse prerogative".