"La ministra Santanchè rappresenta perfettamente questa destra incapace, arrogante e che pretende di governare al di sopra delle regole, penalizzando i deboli e sfruttando i lavoratori: è stata nominata ministro del Turismo nonostante gli evidenti conflitti di interesse come imprenditrice del settore, ha ottenuto finanziamenti statali senza restituirli, ha fatto fallire società aumentandosi lo stipendio ma licenziando i dipendenti senza versare il tfr, ha mentito in Senato e minacciato i giornalisti. Tutto questo con la complicità della Premier Meloni che quando era all'opposizione ha chiesto dimissioni a ruota libera per accuse spesso infondate e marginali": così il deputato Pd Emiliano Fossi, a margine della interpellanza urgente sulla condotta del Ministro del Turismo che si è svolta oggi a Montecitorio.
Dichiarazione di Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente e on. Emiliano Fossi, segretario Pd Toscana
“Il governo non solo ha ammesso di aver tagliato 300 milioni di euro già stanziati per l’Interporto di Livorno ma ha oggi confermato, nonostante i frettolosi annunci del viceministro Rixi, che queste risorse non verranno riassegnate nemmeno con la Legge di Bilancio”. È quanto dichiarano i deputati Pd Marco Simiani ed Emiliano Fossi, rispettivamente capogruppo in Commissione Ambiente e segretario della Toscana del Partito Democratico, sull’ordine del giorno al Decreto Rigassificatori, respinto oggi lunedì 17 luglio dalla Camera dei Deputati.
“Siamo di fronte ad una destra cialtrona e sprovveduta, capace solo di annunci falsi e di menzogne. Prima hanno tolto le risorse di nascosto, poi hanno negato il taglio. Una volta scoperti hanno promesso di rifinanziare l’opera ma oggi, di fronte ad un atto parlamentare ufficiale, hanno votato contro il rifinanziamento dell’interporto. D’ora in poi potranno dire quello che vogliono ma non saranno più credibili”. concludono i deputati Pd.
"La vertenza che riguarda i lavoratori in appalto di Mondo Convenienza va avanti da oltre un mese. È inaccettabile che il governo, anche a seguito di interrogazioni parlamentari, abbia fatto degenerare la situazione che coinvolge decine di dipendenti sfruttati, sottopagati e persino minacciati”. Lo dichiara il deputato dem Emiliano Fossi, segretario regionale del Partito Democratico della Toscana, in merito alla vicenda che riguarda il punto vendita nel comune di Campi Bisenzio.
"È altrettanto incomprensibile - conclude Fossi - la posizione neutrale assunta fino ad oggi dalla stessa Mondo Convenienza: un colosso con oltre 30 punti vendita sul territorio nazionale e con fatturati che superano ampiamente il miliardo di euro. È necessario che l'azienda prenda una posizione chiara ed inequivocabile a sostegno e tutela dei lavoratori coinvolti anche dell’indotto”.
"Sul salario minimo purtroppo la destra fa la destra. Nessun confronto parlamentare sul merito, ma un bavaglio alle proposte delle opposizioni, che peraltro riguardano la vita ed il futuro di tre milioni di lavoratori. Non siete solo incapaci siete soprattutto in malafede ed abbandonate a se stessi i cittadini deboli e le famiglie in difficoltà".
Lo dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd in commissione Lavoro.
“Pichetto Fratin si è accorto che fa caldo. E ci ha tenuto a farcelo sapere. Lui sa di cosa parla, è ministro dell'Ambiente. Ci aspettiamo ora altre perle che solo chi - per meriti acquisiti sul campo - ricopre incarichi di livello può riservare: non andate a correre a mezzogiorno, non esistono più le mezze stagioni, si stava meglio quando si stava peggio, l'ultimo chiuda la porta e spenga la luce."
Il deputato del Partito Democratico: “La Regione è impegnata per cercare di dare un futuro allo stabilimento, cosa fanno invece i ministri competenti?”
Roma, 7 luglio 2023 – “Il Governo è a conoscenza che i lavoratori di Gkn non ricevono lo stipendio da mesi? L’azienda non sta consegnando le buste paga e quindi non vengono pagate le retribuzioni per le mansioni svolte che non riguardano la produzione ma il presidio e la sorveglianza dello stabilimento”.
A chiederlo è il deputato e segretario regionale del Partito Democratico Emiliano Fossi, che sulla vicenda ex Gkn ha presentato un’interrogazione al Ministro del lavoro e delle politiche sociali ed al Ministro delle imprese e del made in Italy.
“Dal tavolo tenutosi in Regione è emersa una possibile disponibilità di trattativa con l’imprenditore Borgomeo per rilevare da parte del consorzio di cooperative Abaco, di Genova, il controllo dell’ex Gkn. La Regione Toscana è impegnata per cercare di dare un futuro allo stabilimento e agli oltre 400 dipendenti, cosa fanno invece i ministri competenti? - chiede Fossi -. Già la cassa integrazione è stata erogata con notevoli mesi di ritardo, adesso il Governo cosa intende fare per promuovere una reale riconversione produttiva dello stabilimento di Campi Bisenzio?”.
“La commissione d'inchiesta sul Covid, posta in questi termini, è qualcosa che non ha senso. Il centrodestra vuole processare la sanità pubblica e non pensa ai problemi reali del Paese. E strizza pure l'occhio ai no vax. Non possiamo accettare un atteggiamento del genere”.
A dirlo è il deputato del Pd Emiliano Fossi sulla commissione di inchiesta sul Covid.
“L'arroganza del centrodestra deve far riflettere - aggiunge Fossi -. Non siamo più disposti a tollerare una cosa di questo tipo. Strizzare l'occhio ai no vax è molto pericoloso, soprattutto dopo il periodo che abbiamo vissuto. Nella politica, nella vita, nel ricoprire certi incarichi ci vuole serietà: è ora che il centrodestra si renda conto che essere al governo comporta precise responsabilità nei confronti di tutti gli italiani. Non si può giocare con certi personaggi”.
"Sulle pensioni, come su molti altri temi, la destra non solo si è fermata alla promesse elettorali ma ha addirittura fatto cassa penalizzando le donne e non indicizzando gli assegni medi. Manca inoltre ogni progetto serio di riforma per dare alle nuove generazioni un sistema previdenziale sostenibile e capace di garantire una vita dignitosa": è quanto dichiara Emiliano Fossi, deputato Pd in Commissione Lavoro della Camera sulle mozioni discusse oggi, mercoledì 5 luglio a Montecitorio, a favore dell'adeguatezza dei trattamenti previdenziali.
"Che il governo sia in evidente malafede è poi testimoniato dai recenti cedolini Inps relative alle retribuzioni minime che sono state spacciate per 'Aumento delle pensioni basse del 2023' mentre erano la quattordicesima introdotta proprio dal Governo Prodi II nel 2007. Facendo quindi passare una legge del centrosinistra in vigore da 14 anni per una misura varata dal governo Meloni. Alla vergogna non c'è purtroppo limite": conclude Emiliano Fossi.
Il deputato del Partito Democratico ha presentato un’interrogazione al Ministero del Lavoro sull’azienda di Terranuova Bracciolini: “Con quale coraggio il Cda chiede ai lavoratori di tornare al lavoro senza la certezza dello stipendio?”
“La vertenza della Fimer di Terranuova Bracciolini è un caso nazionale. Perché allora dal Governo Meloni non è ancora arrivata nessuna risposta alla nostra interrogazione?”.
A chiederlo è Emiliano Fossi, deputato Pd e componente della Commissione Lavoro, che lo scorso 29 aprile ha sollecitato con una interrogarzione il Governo a prendere posizione per salvaguardare lavoratori e assicurare la continuità del sito produttivo.
“In ballo ci sono centinaia di posti di lavoro e il destino di molte famiglie, ma al Governo sembra non interessare questa vertenza. Eppure Meloni e i suoi ministri non perdono l’occasione per ribadire la necessità di una produzione nazionale di impianti legati alla green economy. La Regione Toscana - ricorda Fossi - è in prima fila accanto ai lavoratori ed è in attesa che l’azienda compia i passi del nuovo concordato preventivo, perché il Governo non fa la propria parte?”.
“Gli operai - dice Fossi, che è anche segretario del Pd toscano - dovranno intanto attendere sino al 21 agosto, data stabilita dal Tribunale di Milano che ha accolto la richiesta del Cda: altri due mesi di tempo per formulare la proposta di concordato preventivo. Nonostante questo, con quale coraggio il Cda chiede ai 400 lavoratori di tornare al loro posto, senza la certezza dello stipendio?”.
“L’incidente ferroviario di Viareggio è un simbolo tragico delle contraddizioni della modernità. Morire quando si crede di essere al sicuro, nelle proprie abitazioni, a causa di carenze nella manutenzione dei convogli, di protocolli insufficienti, di convenzioni logistiche scellerate che hanno permesso passaggi, ad alta velocità, di treni con carichi esplosivi nelle stazioni in prossimità di edifici e centri città, è inaccettabile. Come è altrettanto insostenibile che dopo 14 anni, nonostante le cause accertate, non siano stati individuati i colpevoli della strage. Una nostra delegazione sarà presente questa sera alla fiaccolata di commemorazione mentre in Parlamento formuleremo proposte e progetti per celebrare il giusto ricordo delle vittime e promuovere buone pratiche per garantire la sicurezza ferroviaria”: è quanto riporta una nota congiunta dei deputati e senatori Pd Emiliano Fossi, Marco Simiani, Simona Bonafè, Federico Gianassi, Laura Boldrini, Marco Furfaro, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
“Per la destra i rider non devono avere diritti. Nel Decreto Lavoro non vi è infatti nessuna norma per garantire gli oltre 60mila ciclofattorini presenti oggi nel nostro Paese. Si tratta di precari, spesso sfruttati dalle aziende e che rischiano la vita per qualche euro in più. Nonostante il 90% dei rider sia ancora inquadrato come lavoratore autonomo e nonostante contro questa situazione si siano già espressi Tribunali, Corte di Cassazione ed Unione Europea, governo e maggioranza hanno respinto un ordine del giorno del Pd che avrebbe garantito ai lavoratori coinvolti minore precarietà, stipendi proporzionati al costo della vita, maggiori diritti e tutele e una sicurezza adeguata nello svolgimento delle loro mansioni”.
Lo dichiara il deputato del Partito Democratico, Emiliano Fossi.
“Le crisi aziendali si stanno moltiplicando nel nostro paese e la Toscana è una delle regioni più colpite. In questo scenario critico dove l’inflazione reale è a doppia cifra e il costo del denaro in continua crescita la destra approva un ‘Decreto Lavoro’ inutile e controproducente che aumenta il precariato, taglia i diritti e penalizza le famiglie in difficoltà. Lo scenario di crescita fragile, confermato anche da ambienti non proprio di sinistra come Confindustria, è un atto d’accusa ben preciso verso l’operato del governo”. Lo dichiara il deputato Pd e segretario regionale del Partito Democratico Emiliano Fossi.
“Questa crisi è evidente da mesi in Toscana dove la Regione è stata lasciata colpevolmente sola nell’affrontare e risolvere numerose criticità industriali che riguardano purtroppo quasi tutte le provincie, settori diversificati e oltre 15mila lavoratori. E’ innegabile che il governo stia penalizzando le Regioni governate dal centrosinistra: l’Emilia Romagna senza risorse e commissario dopo il post alluvione e quindi la Toscana. Emblematico in questo contesto è la mancata istituzione della Zona logistica semplificata che potrebbe sviluppare molte potenzialità di crescita dei territori, soprattutto della Costa su cui si concentrano i poli di crisi industriale”, conclude Emiliano Fossi.
“La zona Logistica semplificata della Toscana attende da mesi di essere istituita. L’area, già individuata dalla Regione, potrebbe sviluppare molte potenzialità di crescita dei territori, soprattutto della Costa su cui si concentrano i poli di crisi industriale. La Zls metterà infatti in sinergia i porti di Livorno, Piombino, Marina di Carrara e Portoferraio, gli interporti di Guasticce e Prato oltre all’aeroporto di Pisa. Da oltre 6 mesi abbiamo depositato alla Camera una interrogazione per capire i ritardi ma non abbiamo ricevuto alcuna risposta; ad oggi sappiamo soltanto che per istituirla occorre un apposito Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri mai emanato. Evidentemente per Giorgia Meloni questo atto non è una priorità, visto che ancora nessuno ha risposto alla nostra interrogazione alla Camera dei Deputati”: è quanto dichiarano i deputati Pd Marco Simiani, Emiliano Fossi, Simona Bonafè, Laura Boldrini, Federico Gianassi, Marco Furfaro e Christian Di Sanzo. Questo appello è condiviso e sostenuto anche dai senatori del Partito Democratico Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli.
Dichiarazione di Emiliano Fossi, deputato Pd
“Il decreto lavoro è un grande bluff. Di tre cose ha bisogno questo settore: meno precarietà, maggiori diritti e stipendi dignitosi. Il provvedimento va in direzione opposta su tutti i fronti. In primo luogo favorisce l’utilizzo dei contratti a termine, dei voucher e prevede anche una liberalizzazione del lavoro somministrato. Questa legge vieta poi i diritti degli occupati, soprattutto per le categorie deboli: dalla formazione negata a chi non risiede in Italia da 5 anni, alle limitazioni per lo smart working per i soggetti fragili. Infine, non vi è alcun adeguamento dei salari all’inflazione: del taglio epocale delle tasse annunciato dalla Premier Meloni il 1° maggio scorso, rimangono infatti poche decine di euro di aumento, peraltro solo per pochi mesi". E' quanto ha dichiarato in Commissione Lavoro il deputato Dem Emiliano Fossi.
“Ci aspettavamo norme concrete su stipendi e diritti, contro le cattive pratiche che penalizzano il lavoro dignitoso e di qualità come le delocalizzazioni delle imprese o il caporalato. Niente è stato fatto: l’unico merito di questo provvedimento è stato quello di rendere palese le contraddizioni nel governo e nella maggioranza. Di questa destra sapevamo che fosse incapace ed in malafede ma non che fosse così diviso. Lavoro, salari, inflazione non sono concetti astratti che possono essere nascosti da operazioni demagogiche, sovraniste e strumentali. Sono la vita vera dei cittadini che presto verranno a presentarvi il conto”, ha concluso Fossi.
Il deputato del Partito Democratico ha presentato un pacchetto di proposte per cambiare il decreto
“No ai licenziamenti comunicati via whatsapp, no alla delocalizzazione dei macchinari, sì al finanziamento con il Fondo per la crescita sostenibile il piano per limitare le ricadute occupazionali ed economiche dovute alla chiusura degli stabilimenti”.
A chiederlo è Emiliano Fossi, deputato del Partito democratico e componente della Commissione Lavoro, che ha presentato un pacchetto di emendamenti al decreto lavoro del Governo.
“I datori di lavoro delle aziende con più di 250 dipendenti che sono intenzionati a chiudere una sedee prevedono un minimo di 50 licenziamenti - dice Fossi - devono dare comunicazione per scritto dell'avvio della procedura a sindacati, regioni interessate, Ministero del lavoro e delle politiche sociali, Ministero delle imprese e del made in Italy Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro, disponendo l’aumento da 180 a 240 giorni del termine dilatorio tra la comunicazione e l’avvio della procedura, pena la nullità dei licenziamenti stessi. Basta quindi con le chiusure e i licenziamenti comunicati tramite Whatsapp. Inoltre, proponiamo che il piano, per limitare le ricadute occupazionali ed economiche derivanti dalla chiusura degli stabilimenti, venga finanziato con il Fondo per la crescita sostenibile istituito nel 2012. Prevedendo che sia aumentato del 700% il contributo (attualmente fissato al 500%), dovuto dal datore di lavoro in caso di licenziamento qualora non vi sia la sottoscrizione del piano per limitare le ricadute occupazionali da parte delle organizzazioni sindacali”.
“Proponiamo anche di prevedere che alle imprese che cessano definitivamente l’attività produttiva, con contestuale riduzione del personale superiore al 40% di quello impiegato nell’ultimo anno - continua Fossi - venga preclusa la possibilità di procedere alla rimozione dei macchinari, dei materiali e delle produzioni fino a che non abbiano restituito gli incentivi pubblici ricevuti”.
“Tra le nostre proposte - ricorda il deputato Pd - anche quella per incrementare la dotazione del Fondo per la crescita sostenibile da 2 a 20 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2024. Tali risorse sono destinate al finanziamento degli interventi a sostegno della nascita e dello sviluppo di imprese cooperative costituite dai lavoratori per il recupero di aziende in crisi e per i processi di ristrutturazione o riconversione industriale”.