“Ennesimo provvedimento senza il minimo senso da parte del governo di Giorgia Meloni. In un momento in cui si tagliano ingenti risorse a comparti essenziali del nostro servizio sanitario nazionale, la maggioranza decide di estendere il regime di esenzione dall’Iva per alcune tipologie di prestazioni sanitarie di chirurgia estetica. Tra questi, anche agli interventi effettuati prima del 17 dicembre 2023, ovvero il giorno in cui è entrato in vigore il regime di esenzione. Una misura che peserà per 3,5 milioni di euro per il solo 2024. I nostri ospedali stanno esplodendo, non si trovano risorse per il personale medico e paramedico, le famiglie non hanno più la garanzia del medico di base, ma in compenso il governo dei patrioti trova i soldi per defiscalizzare gli interventi di chirurgia estetica. Queste sono le priorità della destra. Che vergogna”. Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale
“'Sotto i 7 euro è sfruttamento; il lavoro è dignità e deve essere pagato correttamente serve un salario minimo garantito; metterò fuori legge uno stipendio da sfruttamento'. Queste sono le parole di Matteo Salvini che con la sua solita ipocrisia in tv grida 'prima gli italiani' e poi dal suo posto di potere vira su un 'prima gli sfruttatori'”. Così il deputato Marco Furfaro, Capogruppo Pd in Commissione Affari Sociali, intervenendo in Aula nella discussione sul ddl Lavoro.
“Il Pd si batterà senza sosta per l'introduzione del salario minimo perché è un argine alla ricattabilità, perché le persone non rinuncino ai propri diritti e possano vivere la democrazia dicendo anche un 'no' e non sotto padrone”, conclude Furfaro.
“Palazzo Chigi non è la dependance di via della Scrofa: se Meloni vuole incontrare Alberto Feijo’o come leader del partito dei conservatori deve farlo nelle sedi di partito. C’è una continua confusione dei piani e non va bene: le istituzioni non sono né a disposizione del partito né della famiglia. Tantomeno delle battaglie di un partito” così il deputato democratico, Marco Furfaro commenta la notizia dell’incontro a Palazzo Chigi tra Meloni ‘in veste di leader di Fratelli d’Italia’ e il presidente del Partidp Popular spagnolo, Feijo’o.
“Un grosso in bocca al lupo a Susanna Cenni che oggi è diventata neo presidente di Anci Toscana. Una figura di grande esperienza amministrativa con alle spalle, oltre al mandato da sindaca di Poggibonsi, anche l'esperienza di assessora regionale e di parlamentare. Sarà chiamata ad un lavoro fondamentale in un contesto assai faticoso per gli amministratori locali e in particolare per i sindaci che si trovano ad esercitare il proprio ruolo tra i tagli del governo e la gestione delicata dei fondi PNRR. Sono convinto però che il suo profilo sia quello più giusto e più unitario e che saprà far bene e costruire la sua azione politica in continuità con il lavoro serio e meticoloso fatto da Matteo Biffoni nel corso dei suoi due mandati da presidente” così in una nota il deputato democratico, Marco Furfaro.
“Questa mattina abbiamo partecipato all’iniziativa organizzata da Medici nel Mondo: “aborto ad ostacoli”, che denunciava l'impossibilità di tante donne in Italia di abortire e il percorso dolore da affrontare quando riescono a esercitare un loro diritto. Una iniziativa volutamente “disturbante” che costringe a confrontarsi con quello che deve subire una donna che vuole esercitare il proprio diritto all’interruzione volontaria di gravidanza. Linguaggio denigratorio, stigma, obbligo di ascoltare il “battito del feto”, obiettori di coscienza ovunque, antidolorifici negati. Il diritto negato che diventa trauma, psicologico e fisico” dichiarano Gribaudo e Furfaro
Continuano i deputati dem: “In un Paese che aggrava di giorno in giorno la possibilità di accesso alla libertà di scelta delle donne e in cui negli ospedali pubblici si aprono le cosiddette “stanze d’ascolto” dovremmo istituire un luogo all’interno del Parlamento in cui donne e uomini antiabortisti possano ascoltare le storie di queste donne.”
"Giorgia Meloni in questi anni ha ripetuto i suoi mantra continuamente, ma il governo dei patrioti e per la famiglia non è stato in grado di produrre nessuna piccola azione che risulti efficace in tal senso. Solo slogan e propaganda. Siamo un Paese in cui è sempre più complesso riuscire a conciliare occupazione, carriera e cura dei figli. Le madri lavoratrici che rassegnano le dimissioni sono in aumento e questo per mancanza di servizi adeguati a sostegno della genitorialità. Tutto il peso del lavoro di cura grava allora sulle spalle delle madri. Per questo le donne, a parità di istruzione o addirittura con istruzione superiore rispetto agli uomini, ricoprono posizioni e percepiscono retribuzioni più basse. L’assenza di servizi all’infanzia o di misure dirette al work-life balance, come settimana corta o smart working, non consentono di conciliare il ruolo genitoriale con quello professionale. Leggiamo da indiscrezioni di stampa che ci sarebbero 5-6 miliardi da destinare alla famiglia. Bene. Chiediamo al governo di usarli per una misura strutturale che cambierebbe la vita di tante persone e incentiverebbe davvero la natalità: si chiama congedo paritario per entrambi i genitori, con 5 mesi pagati al 100% non trasferibile. Approviamo subito un congedo paritario pienamente retribuito per entrambi i genitori. Sarebbe un segnale forte e un atto concreto verso le politiche a sostegno della genitorialità. Sia la madre che il padre avrebbero diritto allo stesso periodo di astensione obbligatoria dal lavoro, senza differenze di genere, per partecipare alla crescita e alla cura del figlio. Si passerebbe dalle politiche, invocate e mai attuate, di conciliazione pensate per le sole donne, a politiche di condivisione e conciliazione pensate per entrambi i genitori. Il governo esca dalla propaganda e si confronti con la nostra proposta che cambierebbe strutturalmente la legislazione attuale, che prevede solo 10 giorni di astensione dal lavoro per i papà, e rappresenterebbe un’azione diretta per il sostegno alle famiglie e di contrasto alla crisi della natalità". Lo dichiarano in una nota i deputati della segreteria nazionale PD Marco Furfaro, responsabile iniziative politiche e welfare, e Cecilia Guerra, responsabile lavoro.
Distrutta filiera agroindustriale d’eccellenza
“15mila persone, 3mila imprese, 500 milioni di fatturato. Il governo Meloni ha appena distrutto un pezzo di filiera agroindustriale di eccellenza italiana nel campo della cosmesi, del florovivaismo, degli integratori alimentari, dell'erboristeria. La maggioranza ha appena votato l'art. 18 del Ddl Sicurezza che vieta la produzione di cannabis light. Un governo in affanno, dilaniato da continui scandali, che annaspa ogni ora di più, che cerca di recuperare consenso da zero virgola facendo credere al Paese che la cannabis light produca un effetto drogante e che per questo debba essere resa illegale. Si continua a prendere in giro l'Italia e gli italiani, mandando 15mila persone su una strada per raccattare qualche voto con l'inganno. Com'era? Prima gli italiani? Certo, come no”.
Così sui social Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali alla Camera e componente della segreteria nazionale del Partito.
"Oggi durante il question time, in commissione affari sociali, abbiamo nuovamente posto al governo la domanda sul futuro dei lavoratori e delle lavoratrici precarie di AIFA. Nonostante le aperture del sottosegretario Gemmato registriamo ancora una volta incertezza sulla tempistica sia sulla stabilizzazione sia sul rinnovo complessivo dell'agenzia. I contratti sono scaduti ormai da 9 mesi e l’allungarsi dei tempi potrebbe aggravare l’incertezza e le difficoltà economiche delle persone. Lavoratrici e lavoratori, formati e specializzati nella complessa filiera dell’autorizzazione dei medicinali, che potrebbero non attendere più la risoluzione e trovare nuove opportunità lavorative. Una beffa per lo Stato che dovrebbe fare i conti con la perdita dell’investimento fatto per la formazione. Per questi motivi, visti gli impegni presi nuovamente dal governo auspichiamo che si possa scindere in due parti distinte la norma riguardante l’AIFA, inserendo in un prossimo decreto attuativo il rinnovo dei contratti, al fine di restituire dignità, prospettive e sostentamento economico ai 30 lavoratori coinvolti". Così in una nota Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari Sociali e componente della segreteria nazionale del Partito.
"Ennesima figuraccia di questo governo di incompetenti. Oggi il Tar del Lazio ha emanato un atto di sospensione per il decreto sul Cbd e la cannabis light accogliendo un’istanza cautelare presentata contro il Ministero della Salute che proprio nel decreto del 27 giugno scorso inseriva le composizioni orali contenenti Cbd nella tabella dei medicinali contenenti sostanze psicotrope o stupefacenti. Un atto importante che non solo smaschera il ministro, ma rimette in discussione tutto l’impianto securitario e antiscientifico di questo governo. Perché la cannabis light non è una droga, tanto è vero che è commercializzata in tutta Europa. L’obiettivo vergognoso era distruggere un settore che va dall'abbigliamento all'edilizia. Un settore in crescita formato da migliaia di realtà imprenditoriali e che impiega migliaia di persone. Ora la battaglia si sposterà di nuovo in parlamento dove torneremo a difendere le imprese e i lavoratori e tutto un comparto che negli anni ha saputo crescere e diventarte strategico per l’economia del nostro Paese". Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e responsabile iniziative politiche nella segreteria del Partito Democratico.
Furfaro e Manzi: diritti studenti disabili non possono essere subordinati a bilanci comunali
"Siamo molto preoccupati per la sentenza del consiglio di stato che respinge il ricorso di una famiglia di uno studente con disabilità, al quale il Comune aveva ridotto, per ragioni di bilancio, le ore di assistenza scolastica. Una sentenza che di fatto determina la possibilità di subordinare i diritti di uno studente con disabilità alle compatibilità di bilancio del Comune in cui è residente. Tutto in netto contrasto con la corte costituzionale che ha sancito, in più sentenze, l’intangibilità del diritto allo studio degli alunni con disabilità. Una decisione, quella del Consiglio di Stato, che permette così di considerare il Piano Educativo Individualizzato (PEI) come una proposta e non come un vincolo per le ore di assistenza scolastica e rischia quindi di indebolire uno strumento fondamentale per garantire un percorso educativo adeguato e personalizzato agli studenti con disabilità. Veder stabilire da un tribunale, anzi dal principale tribunale amministrativo, che i diritti di uno studente disabile possano essere subordinati alle compatibilità di bilancio del Comune è una decisione preoccupante per le famiglie che vivono quotidianamente le enormi difficoltà dei percorsi educativi e di inclusione. Per questo abbiamo presentato un’interrogazione urgente al ministro Valditara e alla ministra Locatelli perché sia garantita la piena tutela di diritti delle alunne e degli alunni con disabilità che nella nostra democrazia non possono, in nessun modo, essere soggetti a condizionamenti di natura economica". Lo affermano Marco Furfaro e Irene Manzi della segreteria nazionale del partito democratico.
"Quattro suicidi in sette mesi. L'ultimo poche ore dopo che il governo si è nuovamente rifiutato di prendere un impegno per uscire da una situazione emergenziale che la città di Prato - dalla Camera penale si sindacati, dalle forze dell'ordine al personale che ci lavora - aveva definito di crisi e non più sostenibile. Un altro suicidio pochi giorni dopo la visita di una parlamentare della maggioranza che parlava di un carcere tenuto bene e di nessuna emergenza. Purtroppo, la realtà a volta è terribile. E oggi nonostante gli appelli siamo a contare nuovamente una vita spezzata. In Parlamento in queste ore stiamo approvando il dl carceri, una misura tanto urgente quanto inutile, che non aiuterà il carcere di Prato come nessun altro carcere a uscire da una situazione di emergenza. Non so come faccia Nordio a fregarsene di Prato e di tutte queste morti, ma la cosa certa è che continuare così, senza intervenire, significa macchiarsi di una responsabilità disumana". Così Marco Furfaro, deputato eletto nel collegio pratese e componente della segreteria nazionale del Partito Democratico.
"Oggi la maggioranza ha dato parere contrario e bocciato un ordine del giorno che chiedeva al governo di intervenire per sanare la situazione di crisi della Casa Circondariale di Prato. Evidentemente la situazione di difficoltà del personale, la mancanza di ruoli apicali tra cui il comandante, le blatte e le cimici nei materassi, le celle senza docce o senz'acqua, la mancanza di carta igienica, le temperature roventi, non sono abbastanza per il governo che considera Prato evidentemente una città di serie b. Grave poi l'ipocrisia delle parlamentari del territorio, che continuano a parlare dell'attenzione del governo, quando poi in pratica non c'è niente e il carcere - in particolare personale e detenuti - sono lasciati in balia di loro stessi. D'altronde, quando una parlamentare della maggioranza parla di "un carcere tenuto bene", la dice lunga sul grado di consapevolezza della città che ha la destra. Evitino però di prendere in giro il territorio, perché riguarda persone in carne ed ossa non privilegiati della politica come noi". Così in una nota Marco Furfaro, deputato toscano e membro della segreteria nazionale del PD.
“Tre suicidi in sette mesi. Blatte, celle senza docce e temperature roventi. Personale sottoorganico e mancanza di ruoli apicali. Una situazione terrificante che fa vergognare Prato in tutta Italia. Basterebbe questo per dire che il carcere della Dogaia è in una situazione emergenziale, come confermato da tutti gli addetti ai lavori. Invece, Mazzetti di Forza Italia parla di una fantomatica ‘campagna di parte contro il governo’. Lo fa dopo aver pronunciato parole inaccettabili per chiunque conosca la situazione che quotidianamente vivono i reclusi e gli operatori carcerari di Prato. Non solo, sostiene che il governo si sta occupando di carceri. Certo, ma in modo opposto a quello che serviva. Il dl carceri era ino dei pochi decreti legge che aveva ragioni di urgenza vista la tragica situazione delle carceri. Ma rappresenta un’occasione sprecata. Tanto è vero che è in vigore già da un mese e non c’è stata alcuna inversione di tendenza. Nessuna misura contenuta nel decreto alleggerirà le problematiche del carcere. Resta sovraffollamento, restano scoperture di organico, restano le disastrose condizioni dell’edilizia carceraria. Spiace per Prato e per l'Italia che Mazzetti arrivi a negare l’evidenza. Le consiglio di abbandonare il vittimismo, tanto in voga tra i suoi colleghi di governo, e di mettersi a disposizione della città. Se farà questo passo, riscoprendo anche quei valori liberali che Forza Italia vorrebbe rappresentare, ci troverà disponibili al dialogo, pronti a condurre insieme tutte le battaglie necessarie per cambiare in meglio le condizioni di vita e di lavoro all’interno della Dogaia”. Così Marco Furfaro, deputato toscano e membro della segreteria nazionale del PD, sul dl carceri.
“Esprimo piena solidarietà e vicinanza al magistrato Luca Tescaroli, procuratore capo di Prato, che ha ricevuto una lettera con minacce di morte gravissime e infami.
Tescaroli è un servitore dello Stato che per anni si è occupato di indagini sulle stragi mafiose, lavoro che gli era già costato l'aver ricevuto altre minacce, sostanziata con un pacco sospetto fattogli recapitare direttamente a casa. Oggi, a distanza di un anno, l'episodio si ripete. Non è accettabile. A lui, ancora solidarietà. E l'augurio che i responsabili di questi gesti, barbari e irricevibili, vengano presto individuati e perseguiti a norma di legge” così in una nota il deputato democratico, Marco Furfaro.
“Il governo Meloni ha appena ucciso il settore della cannabis light nel nostro paese. Nella seduta fiume di questa notte in commissione alla Camera hanno approvato un emendamento vergognoso al ddl sicurezza che equipara la cannabis light alla cannabis con elevati livelli di thc. Questa destra, sempre più preda dei propri istinti securitari e della propria furia ideologica repressiva, cancella una filiera tutta italiana produttiva e in salute. Il governo dei patrioti attraverso questa norma inspiegabile farà chiudere 3.000 aziende agricole e licenziare 15 mila lavoratori solo per fare un po' di propaganda. Siamo in mano a ignoranti che non sanno nemmeno di cosa stiamo parlando e continuano a fare danni alle aziende e ai lavoratori”. Lo dichiara Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale.