“Il Rapporto 2024 della Caritas Italiana su Povertà ed esclusione sociale è la fotografia della situazione drammatica in cui si trova il nostro Paese. Siamo ormai a quasi 5,7 milioni di italiani che vivono in povertà assoluta, ossia 1 su 10, e abbiamo anche toccato un nuovo record sulla povertà minorile, che oggi colpisce 1 milione 295 mila bambini poveri e si attesta il 13,8%, mentre era il 13,4% nel 2022. In questa povertà ormai dilagante ci sono persone a basso reddito, famiglie, persone fragili che soffrono l'emergenza abitativa, la mancanza di lavoro e arrivano anche a non curarsi. Tutte persone che il governo ha lasciato sole. Basti guardare alla legge di bilancio e capire che al governo non interessa minimamente nulla delle famiglie italiane. Hanno pensato solo a fare cassa tagliando il welfare, le pensioni, la sanità, il fondo contro la morosità incolpevole, i fondi per le persone con disabilità. La povertà ormai fa irruzione in maniera prepotente nella società Italiana e questa destra mostra il suo lato feroce solo contro i poveri mentre in giro per il mondo è impegnata a fare da scendiletto ai miliardari” Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale.
Furfaro, emozionato per approvazione definitiva della mia proposta di legge
Sono emozionato come poche altre volte, non lo nascondo. Perché in una giornata difficile per il mondo intero, c'è una buona notizia per l'Italia: il Senato ha appena approvato all'unanimità e in via definitiva la mia proposta di legge per riconoscere alle persone senza dimora il diritto al medico di base. Una proposta per cui mi sento di ringraziare Antonio Mumolo, presidente di Avvocato di Strada, che con me e altre associazioni si è battuto contro questa ingiustizia.
Parliamo, pensate, di oltre centomila persone. Centomila persone a cui, prima di oggi, veniva negato il più basilare dei diritti: quello alla cura. In Italia, infatti, si verificava un'ingiustizia nell'ingiustizia: le persone, perdendo la casa, perdevano la residenza. E dunque il diritto al medico di base. Un vero e proprio cortocircuito che portava lo Stato ad accanirsi su chi non aveva nemmeno un tetto: genitori che finiscono a vivere in macchina, donne che scappano di casa perché vittime di violenza, persone senza lavoro che un tetto non possono permetterselo.
Da oggi, finalmente, non sarà più così. Da oggi, finalmente, lo Stato si prenderà cura proprio di tutti. Anche di chi ha meno di niente. Da oggi, si sana una delle ingiustizie più atroci e si applica nient'altro che la Costituzione. Da oggi, la vita di tante persone sarà un po' più giusta e migliore. Non è proprio questo, del resto, il senso della politica?” così sui social il responsabile nazionale welfare del Pd, Marco Furfaro, primo firmatario della proposta di legge approvata oggi in via definitiva al Senato.
“Per 4,5 milioni di persone il diritto alla cura non è fondamentale come cita l'articolo 32 della Costituzione. Sono coloro che non riescono più a curarsi perché le liste d'attesa sono troppo lunghe o perché non hanno i soldi per farlo. Il diritto alla cura è minato dalla mancanza di operatori sanitari, 30mila medici e 70mila infermieri. Al governo non importa nulla se sono emigrati all'estero circa 40mila medici negli ultimi anni e non mette un solo euro per nuove assunzioni”. Così il deputato dem Marco Furfaro, capogruppo in Commissione Affari sociali e membro della segreteria nazionale Pd nel question time al ministro Schillaci.
“Servirebbero risorse per la sanità – continua il parlamentare - e invece mettete 1 miliardo sui condoni e 1 miliardo per un centro vuoto in Albania e continuate a far morire il Ssn per favorire la sanità privata come ci confermano le quote del sottosegretario alla Salute nella struttura che pubblicizza il privato come soluzione alla cura”. “Riportate i valori della spesa sanitaria ai giusti valori del Pil e fatelo senza una calcolatrice truccata”, conclude Furfaro.
“Adesso arriva la conferma ufficiale. E non dalla calcolatrice di Giorgia Meloni, ma da quella dell'Istat. Nel 2023, gli investimenti pubblici per la sanità sono stati ridotti di centinaia e centinaia di milioni di euro. Sapete, invece, cos'è aumentato sotto il suo Governo? La spesa sanitaria direttamente a carico delle famiglie, cresciuta dell'1,7%.
Ecco, mentre buttano un miliardo di euro per un centro vuoto in Albania e altri 13 miliardi di euro per un Ponte che non verrà mai realizzato, costruiscono un sistema sanitario a misura di pochi. A misura di portafogli. La Presidente del Consiglio ha mentito, ancora una volta. E la cosa ancor più grave è che lo ha fatto sulla salute e sulla pelle delle persone. Che indecenza”.
Così in una nota il responsabile nazionale welfare del Pd, il deputato democratico, Marco Furfaro.
"Siamo facendo la storia", così diceva Giorgia Meloni. Per la prima volta, tocca darle ragione: questo Governo è appena entrato nella storia. Come evidenziato dalla Fondazione Gimbe, infatti, la spesa sanitaria in rapporto al PIL è stata fissata al 5,9% per il 2027. Si tratta, appunto, del minimo storico. Ma c'è di più. Perché per le misure previste per il periodo 2025-2030, il Governo ha stanziato solo 10,2 miliardi di euro rispetto ai 29 miliardi necessari. Sapete cosa vuol dire? Due cose: la prima è che le Regioni, comprese quelle virtuose, saranno costrette a tagliare i servizi sanitari o ad aumentare le imposte regionali. La seconda è che i cittadini dei territori più in difficoltà avranno ancor meno servizi e saranno costretti a rivolgersi al privato o a spostarsi in un'altra Regione. Buttano via 13 miliardi di euro per il Ponte sullo Stretto, gettano un miliardo di euro per un centro vuoto in Albania, condonano miliardi di euro a chi evade le tasse e il risultato poi è questo: il niente, di fatto, per la sanità e per il diritto alla cura e 7 appena euro di aumenti per gli infermieri. Che bruttissima storia, Presidente Meloni”. Così sui social il responsabile nazionale welfare del Pd, Marco Furfaro.
"Ancora una volta un suicidio e ancora una volta nel carcere pratese della Dogaia, il quarto da inizio anno, mentre il totale di detenuti che si sono tolti la vita nei penitenziari italiani sale a 77, ai quali vanno aggiunti sette agenti di polizia penitenziaria. L’ultima vittima aveva 50 anni era italiano e stava scontando una pena definitiva che si sarebbe dovuta concludere tra sei anni, nel 2030. Nella casa circondariale di Prato, oltre ai suicidi, si contano ogni anno 200 casi di autolesionismo e ad aggravare la situazione ci sono sovraffollamento e carenza endemica di personale. La crisi penitenziaria continua a non essere affrontata da questo governo e i numeri lo certificano. 15mila detenuti oltre i posti disponibili, le migliaia di agenti mancanti alla polizia penitenziaria. Siamo di fronte ad una situazione inaccettabile per un Paese civile. In carcere durante l'esecuzione della pena il detenuto deve conservare i diritti fondamentali perché le carceri non sono il deposito di una parte di umanità da nascondere ma luoghi di rieducazione dove deve essere garantita un'esistenza degna e la possibilità di riappropriarsi della propria vita una volta scontata la pena".
Lo afferma Marco Furfaro, capogruppo Pd in commissione Affari sociali alla Camera e membro della segreteria nazionale del Partito Democratico.
"Rinnovo della misura Opzione Donna", così recitava il programma elettorale di Giorgia Meloni. Una misura essenziale per le lavoratrici per accedere alla pensione anticipata optando per il calcolo contributivo. L’ennesima vergognosa bugia. L’inasprimento dei requisiti e il restringimento della platea decisi dal governo negli ultimi due anni ne hanno provocato un crollo. Nei primi nove mesi dell’anno sono state liquidate appena 2.749 pensioni con questo strumento: erano 9.972 nello stesso periodo dello scorso anno e 11.594 in tutto il 2023. Un crollo abominevole. Inoltre, con oltre la metà delle pensioni (1.185) che non arriva a mille euro. L’ennesima promessa tradita: hanno fatto una stretta tale che impedisce alle lavoratrici di scegliere l’uscita anticipata. Le donne continuano ad essere le più penalizzate con le scelte del Governo Meloni, che decide di fare cassa anche sulle loro pensioni e sui loro diritti. Una donna contro le donne, la peggior immagine di una premier arroccata a Palazzo Chigi intenta ogni giorno a distruggere la vita degli italiani. E, purtroppo, delle italiane.
Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale.
Ormai non passa giorno senza avere una conferma in più rispetto a questa manovra. Una vergognosa operazione di propaganda piena di bugie e prese in giro che non fa altro che aggravare la situazione delle famiglie e di milioni di italiane e italiani. Di questo si tratta. I dati di oggi dell'osservatorio sulle prestazioni pensionistiche di Inps fotografano una situazione allarmante: nel 2023 i pensionati con una pensione inferiore a 1.000 euro al mese sono stati 4.786.521, pari al 29,5% del totale. Le donne con pensioni inferiori a 1.000 euro al mese sono oltre tre milioni di cui quasi un milione hanno una pensione inferiore 500 euro al mese. E di fronte a questa situazione non solo non hanno mantenuto nessuna delle promesse fatte in campagna elettorale ma hanno addirittura pensato di prendere in giro le persone aumentando le pensioni minime di 3 euro al mese. Questo è il governo dei patrioti, un governo di bugiardi che tradisce gli italiani tutti i giorni”. Lo dichiara Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale.
La manovra scellerata che il governo Meloni ha messo in campo conferma tutte le nostre paure. Non solo non c’è traccia del maxi piano di assunzioni di medici e infermieri annunciato dal ministro Schillaci ma non c’è traccia nemmeno dei fondi che dovevano servire per il personale in fuga dagli ospedali, le liste d'attesa infinite, le aggressioni e le minacce quotidiane. A conferma c’è il sacrosanto sciopero nazionale convocato dai medici per chiedere una volta per tutte risposte a questo governo di bugiardi. È l’ennesima prova dell’idea strutturale di distruzione del sistema sanitario nazionale che questa destra ha in mente. Lo dichiara Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali alla camera e membro della segreteria nazionale.
“Due anni di bugie e ciononostante il presidente del Consiglio si autoincensa. Elenca una serie di numeri che molto si distaccano dalla realtà e raccontano un'Italia dove tutto va bene. In realtà si nascondono sotto il tappeto tutte le difficoltà che hanno decisamente impoverito le famiglie italiane”. Così il deputato dem Marco Furfaro, capogruppo Pd in Commissione Affari sociali.
“Vorrei ricordare a Meloni – continua il parlamentare - che sono davvero due anni dove ha fatto la storia: il record di poveri assoluti in Italia, 6 milioni e oltre 4,5 milioni non si curano più. Ha fatto tagli draconiani all'assistenza per le persone con disabilità e aumentato tasse e spese per le famiglie. Altro che investimenti, sono stati due anni di tagli e ideologia”, conclude Furfaro.
"Le parole del ministro Giorgetti sono l'ennesima dimostrazione di quello che noi sosteniamo da tempo: questo governo ha il chiaro obiettivo di smantellare il servizio sanitario nazionale. Con gli investimenti previsti per il 2025 non solo non ci sarà nessun rilancio, ma continuerà l'emergenza per le cittadine e i cittadini che si vedranno negato il diritto costituzionale alla salute. Ormai 4,5 milioni di persone non si curano più, di cui 2,5 milioni per ragioni economiche. A dispetto degli annunci roboanti, a dispetto dei tweet della presidente del Consiglio nei fatti non ci sono stanziate risorse reali aggiuntive, se non a partire dal 2026. Il “record storico” di cui parla la presidente Meloni è che nel 2025-2026 la spesa sanitaria scenderà al 6,05% del PIl. Il minimo storico degli ultimi 15 anni. Questi sono i numeri i vostri sono i soliti vergognosi giochetti fatti di slogan e inganni. Presidente Meloni c'è una cosa che fa più schifo di fare malapolitica: mentire". Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale.
“Il vice premier Tajani rivendica il "successo" delle politiche migratorie del governo, ma dietro queste parole si cela una realtà drammatica fatta di disumanità e sofferenza. La tragedia di Cutro, in cui vite innocenti sono state spezzate, e la gestione caotica dei barconi tra i porti italiani evidenziano un sistema che respinge in modo cinico e crudele, anziché accogliere. A questo si aggiunge l’assurdità dell’accordo con l’Albania, che viola palesemente i diritti umani, rinchiudendo persone in centri di detenzione all’estero, senza che abbiano commesso alcun reato. L'Italia, un tempo simbolo di accoglienza, oggi è percepita all'estero come una nazione che suscita vergogna, non solidarietà. Forza italia ha sacrificato il rispetto dei diritti umani sull’altare della tenuta del governo”. Così in una nota il responsabile welfare del Pd, il deputato democratico Marco Furfaro.
“La violenza è da condannare sempre senza se e senza ma. Quanto accaduto questa notte a Seano (Prato) durante il presidio di protesta organizzato da Sudd Cobas è inaccettabile. Il Pd Toscana è vicino ai lavoratori che mentre manifestavano pacificamente per i loro diritti sono stati aggrediti da un gruppo di persone non identificate. Muovere azioni così brutali contro lavoratori in sciopero ha dell’inverosimile e non può essere tollerato in una società democratica. Chi lotta per il diritto di lavorare con dignità, per un orario di lavoro equo e per il rispetto delle normative sul lavoro non può essere lasciato solo. Ci auguriamo che le Forze dell’ordine facciano al più presto luce su questa vicenda identificando gli aggressori” così in una nota congiunta il deputato dem e segretario del Pd Toscana Emiliano Fossi e il deputato dem e membro della segreteria nazionale del Pd Marco Furfaro.
"Oggi la Camera dei Deputati ha approvato un ordine del giorno a mia prima firma che impegna il governo a sollecitare un confronto con la Fondazione Enasarco al fine di trovare una soluzione in merito ai lavoratori silenti. Un primo piccolo passo per sanare una vera e propria ingiustizia. Infatti, quella dei silenti Enasarco è una battaglia di civiltà partita grazie alla denuncia dal pistoiese Francesco Briganti, che nel 2018 fu tra i primi a segnalare il caso, iniziando uno sciopero della fame in protesta con l'ente. Un dramma che riguarda circa 700mila italiane e italiani, persone che per anni hanno versato contributi ad Enasarco ma che non avendo raggiunto i vent'anni di contribuzione richiesti dalla Fondazione non hanno diritto alla pensione, ritrovandosi così con contributi appunto "silenti". Una grande ingiustizia che non poteva e non può rimanere inascoltata, anche perché quei contributi versati sono il frutto del sacrificio di anni di lavoro. Occorre dunque trovare rapidamente una soluzione tra le parti, Stato, Enasarco e silenti, che possa finalmente sanare il problema e rendere giustizia a tante e tanti. Questo di oggi è stato allora il primo passo, fondamentale, perché mette in chiaro la volontà collettiva di lavorare sul tema, ma ora inizia la vera battaglia. Francesco Briganti ha nuovamente intrapreso lo sciopero della fame e chiede risposte alla politica. Oggi abbiamo iniziato a scrivere quella risposta, lui ci aiuti in salute a finirla e la maggioranza dia seguito a questo impegno".
Lo scrive in una nota Marco Furfaro, deputato del Partito Democratico e componente della segreteria nazionale.
"I dati che ha illustrato la fondazione Gimbe oggi, nel corso della presentazione del settimo rapporto sul SSN, sono a dir poco allarmanti. La spesa per la salute delle famiglie italiane è cresciuta del 10,3% nel solo 2023 e sono più di 4,5 milioni le persone che hanno smesso di curarsi. Sono numeri angoscianti che uniti alle disuguaglianze regionali, alla migrazione sanitaria, alle liste d’attesa e alla carenza di medici fotografano quella che è a tutti gli effetti una vera e propria emergenza per il Paese. Il governo si fermi immediatamente: siamo l’ultimo paese all’interno del G7 per spesa sanitaria. Basta tagliare i fondi per il SSN, basta con condoni e mancette e si aumentino subito le risorse, come stiamo proponendo noi, con forza, negli ultimi mesi. Bisogna incrementare la spesa sanitaria e portarla al 7,5% del Pil. Noi siamo disponibili a sederci ad un tavolo e trovare le soluzioni migliori, come si fa nelle emergenze. Bisogna salvare il SSN e bisogna farlo adesso. Il governo la smetta con condoni e mancette, se inizia a pensare seriamente al Paese ci troverà pronti" Lo afferma Marco Furfaro capogruppo PD in commissione affari sociali e membro della segreteria nazionale.