Dare priorità a salari, pensioni minime e fondo transizione automotive
“Il centrodestra non può scaricare sul Parlamento le sue contraddizioni. Le guerrette di potere tra la Lega e Forza Italia sul canone Rai non interessano gli italiani. La priorità si chiamano: ‘salari troppo bassi’ e dunque la necessità di andare verso il salario minimo; ‘pensioni’, dopo la presa in giro dell'aumento delle pensioni minime di poco più di un caffè al mese e poi ‘politiche industriali’, il governo ripristini il fondo sulla transizione nell'automotive. Abbiamo migliaia di lavoratori del comparto automotive di Stellantis che rischiano la cassa integrazione o ci sono già. E’ una grande questione nazionale sulla quale nessuno può voltarsi dall'altra parte”. Lo dice Arturo Scotto, capogruppo dem in commissione Lavoro alla Camera, in un video pubblicato sui canali social dei deputati Pd.
“Chiediamo che il governo, la presidente Meloni, vengano in Aula per un'informativa urgente sull'emergenza automotive. Da ieri, gli operai di Transnova, azienda importante dell'indotto Stellantis, stanno presidiando i cancelli dell'azienda a Pomigliano, Melfi, Mirafiori e Cassino. Si tratta, complessivamente di 350 persone, a cui Stellantis ha deciso, dopo 35 anni, di non rinnovare la commessa. Un avviso chiaro di disimpegno: il primo pezzo dell'indotto che rischia di tirare giù, con un effetto domino, tutto il sistema automotive italiano. È un presagio, è un avvertimento. Qui nessuno ha interesse ad aprire polemiche. Vogliamo costruire soluzioni e aprire una discussione vera sul destino industriale del nostro Paese”. Lo ha detto in Aula alla Camera il capogruppo Pd in commissione Lavoro Arturo Scotto.
“100 milioni di buona uscita - ha aggiunto l'esponente dem - all’ad Tavares. Saranno anche le regole del capitalismo, ma quanto può reggere il patto democratico se l'amministratore delegato di una grande azienda guadagna 518 volte in più di un suo lavoratore. Il rischio di scomparsa dell'automotive dal nostro Paese reale è reale e dunque la fine dell'Italia così come l'abbiamo conosciuta, un grande paese industriale, la settima potenza economica del mondo”.
“Oggi – ha concluso Scotto - rischiamo il deserto, l'esplosione definitiva della cassa integrazione. L'ulteriore processo di delocalizzazione delle produzioni. Serve dunque una discussione vera, una politica industriale che è assente, serve il ripristino integrale del fondo per la transizione nell'automotive. Se il Parlamento chiama il capo di Stellantis risponde. Meloni decide di essere protagonista o semplice spettatore di una dismissione strisciante? Di un lento inesorabile spegnimento di questo patrimonio nazionale”.
Nuova inchiesta Report dimostra sua insensibilità per lavoratori
“Dopo l’ennesima inchiesta di Report, mi domando come una ministra - che contratta il dimezzamento dello stipendio dei propri dipendenti a parità di ore lavorate - possa essere ritenuta attenta alle condizioni dei lavoratori italiani, soprattutto in un settore delicato come quello del turismo. Tant’è che anche in questa legge di bilancio non ha esitato a spingere per la liberalizzazione del lavoro notturno in quel settore, scaricando i costi sulla fiscalità generale. Chi ha l’onore di giurare sulla Costituzione dovrebbe sempre avere come bussola la funzione sociale dell’impresa. Daniela Santanchè non perde occasione per confermare la sua totale insensibilità nei confronti di chi vive del proprio lavoro, come dimostrano oltretutto le inchieste che la riguardano dove avrebbe usufruito della cassa Covid continuando a far lavorare i dipendenti di Visibilia. Il suo rifiuto di farsi da parte davanti a situazioni sempre più gravi e’ inquietante”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Bisogna che chi ci governa si renda conto che lo sciopero generale non è una giornata di festa. Ma di lotta. I primi a rimetterci sono i lavoratori che perdono una parte di salario. Devono innanzitutto rispettarli e soprattutto dargli delle risposte. Lo dico a Salvini, a Meloni, a tutti quelli che si domandano, come fosse un atto di lesa maestà, perché le persone scioperano. Semplice, perché stanno male, perché i salari sono troppo bassi e il lavoro è precario. Se ne facciano una ragione e guardino queste piazze di Cgil e Uil in tutta Italia: sta cambiando il vento e la propaganda non funziona più”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, dalla manifestazione di Roma.
“La presidente dell’Autorita’ di garanzia sugli scioperi ha fatto una relazione alle commissioni riunite Lavoro e Trasporti lacunosa e imbarazzante. Innanzitutto, non ha fornito dati sugli scioperi precedenti per dare fondamento alla precettazione. Ripetendo le stesse performance dello scorso anno. Allora il problema dello sciopero generale di Cgil e Uil era la rarefazione, quest’anno invece la concentrazione in una sola giornata. E questo, a suo avviso, metterebbe in pericolo i diritti degli utenti vista l’eccessiva grandezza dei sindacati confederali che lo hanno indetto. Il problema dunque per la garante e’ la possibile adesione molto alta allo sciopero. Siamo davanti a un giudizio di merito, non all’applicazione della legge. Alla fine l’esito è uguale a quello dello scorso anno: limitare un diritto costituzionale. Siamo sconcertati. Nei fatti ha confermato di essere stata protagonista di una forzatura politica. Condizionata dalla campagna martellante del ministro delle Infrastrutture. Ci domandiamo perché sia ancora al suo posto. La prossima volta chiederemo di audire direttamente Salvini”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Non si è mai visto un attacco così martellante al diritto di sciopero dall’inizio di questa legislatura, Salvini fa il bullo da giorni con Cgil e Uil, fino ad arrivare alla scelta gravissima di precettare lo sciopero generale nel settore dei trasporti. Un’arma di distrazione di massa per nascondere il fatto che oggi la maggioranza di centrodestra non esiste più, va sotto due volte in commissione Bilancio del Senato sottoponendo il Paese ad uno spettacolo poco edificante. Milioni di lavoratrici e lavoratori aspettano risposte da chi aveva promesso mari e monti, purtroppo, sotto l’albero di Natale troveranno una manovra lacrime e sangue”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“Ormai Salvini lavora scientificamente per ridimensionare il diritto di sciopero. Un diritto garantito dalla Costituzione e che non è nella disponibilità di un ministro pronto a mettere sotto pressione, attraverso la sua fluviale attività propagandistica, anche l’autorità di garanzia sullo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. E’ un comportamento grave anche perché mette l’uno contro l’altro chi lavora. Vorremmo ricordare a Salvini che chi fa sciopero rinuncia a una parte di salario. Deve essere rispettato non criminalizzato”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, e la deputata e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra.
“Chiediamo un’audizione urgente del garante sugli scioperi in commissione Lavoro della Camera sullo sciopero generale indetto da Cgil e Uil. Vogliamo comprendere quale sia la motivazione della possibile limitazione di un diritto costituzionale nel settore dei trasporti. Siamo molto preoccupati perché stiamo assistendo a una vera e propria campagna politica da parte del ministro delle Infrastrutture Salvini che punta a mettere lavoratori contro altri lavoratori. Non è accettabile e dunque chiediamo che il Parlamento sia informato subito”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Artuto Scotto.
“Per Forza Italia sono fantasiose le ricostruzioni della stampa di oggi sul vertice di governo. Tant’è che si affanna a ribadire il sostegno leale a Meloni. Eppure si fa fatica a pensare che nella giornata di ieri non si trovava un ministro di quel partito disponibile a partecipare al Consiglio dei ministri. Una coincidenza abbastanza singolare. In altri tempi sarebbe stato interpretato come un avviso di sfratto all’esecutivo. Oggi più modestamente appare un tentativo di piantare una bandierina sul canone Rai. Materia francamente secondaria per milioni di cittadini che non riescono a mettere insieme il pranzo con la cena e che vedono il proprio potere d’acquisto sempre più debole. Ormai la destra somiglia sempre di più a una classe dirigente che balla sul Titanic senza rendersi conto di cosa sta per accadere in un Paese dove non si contano più le crisi industriali che si aprono e i posti di lavoro a rischio”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
L’emendamento a prima firma La Porta, segnalato da Fdi alla manovra di bilancio, per eliminare il tetto del venti per cento per i contratti a termine e somministrati nella Pubblica amministrazione per il Pnrr e’ tecnicamente una follia. La destra ha deciso di rendere nei fatti “eterno” il precariato. E’ la conferma che la qualità del lavoro, anche nello Stato e negli enti locali, non è un obiettivo da perseguire.
“Il rapporto sulla questione salariale presentato ieri dalla Cgil spiega perfettamente quanto in questi anni il lavoro dipendente abbia perso peso e centralità rispetto alla rendita e ai profitti. I dati sono impietosi e ci parlano di un crollo del potere d’acquisto dei salari che ha impoverito milioni di persone. Il Governo italiano ha detto finora no al salario minimo arrampicandosi sugli specchi e non muove un dito per aiutare rinnovi contrattuali fermi da anni. In particolare nel pubblico impiego lavora per spaccare la rappresentanza sindacale e non adeguare gli stipendi al rialzo dell’inflazione degli ultimi anni. Si apre una stagione difficile sul piano occuoazionale con la moltiplicazione di crisi industriali che rischiano di mettere in discussione migliaia di posti di lavoro. Chiediamo che la commissione Lavoro della Camera apra un ciclo di audizioni sull’emergenza salariale nel nostro Paese. Occorre che si apra un dibattito vero in Parlamento e nel Paese.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“E’ una bella notizia l’elezione di Gaetano Manfredi a presidente dell’Anci. Un segnale molto importante per l’unità di tutto il Paese in una stagione difficile per i comuni. Che vanno sostenuti con forza in una stagione non semplice sul piano sociale ed economico per tanti cittadini”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Abbiamo seguito la vicenda dei lavoratori DEMA dall’inizio di questa legislatura. A parole il governo si è detto pronto ad affrontare la questione, ma come spesso accade, mancano i fatti. A breve infatti gli ammortizzatori sociali scadranno e il rischio di chiusura definitiva degli stabilimenti si fa sempre più forte. L’ennesimo colpo al Sud che già vive una profonda crisi legata alla deindustrializzazione del territorio. Per questo chiediamo con urgenza che venga convocato un tavolo con sindacati e lavoratori e che la questione rientri tra le priorità del ministero delle Imprese e del Made in Italy”. Così in una nota i deputati dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro e Marco Sarracino, responsabile nazionale Mezzogiorno del Partito Democratico.
Presenteremo subito interrogazione
"Non esito a definire terribile l’episodio accaduto a Grado in provincia di Gorizia. Un uomo di 53 anni di origini egiziane ferito sul lavoro in un cantiere viene lasciato due giorni fa davanti a un distributore di benzina. Nessun soccorso, nessuna pietà. Come fosse un oggetto e non un essere umano. Siamo davanti a una bestialità che non può essere in alcun modo giustificata. Questo episodio ci ricorda in maniera inquietante la tragedia di Satnam Singh a Latina, ucciso dalla ferocia di un caporale. Presenteremo una interrogazione parlamentare: non possiamo tacere davanti a quelli che sono veri e propri crimini contro la persona".
“Le parole del sottosegretario Delmastro trasudano violenza e crudeltà, come nella miglior tradizione fascista. Un sottosegretario alla Giustizia capace di esprimere concetti tanto barbari e orribilmente compiaciuti non è degno di rappresentare le istituzioni italiane. Il carcere non ha il compito di umiliare o torturare, ma quello di rieducare. E’ scritto nella nostra Costituzione, sulla quale pure avrebbe dovuto aver giurato Delmastro: ‘Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato’. Si vergogni Delmastro e si dimetta per aver infangato le istituzioni”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.