“Giorgia Meloni ha usato il Cnel per affossare il salario minimo. Allora serviva per attaccare l’opposizione e il principale sindacato italiano. Adesso invece prende le distanze da Brunetta sull’aumento di stipendio. E’ la solita sceneggiata. Siamo stanchi delle faide all’interno di una destra che tutto fa tranne che governare il Paese se e fare le riforme che servono ai lavoratori. Chiediamo l’immediata convocazione del Presidente del Cnel in commissione Lavoro per capire cosa sta succedendo”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Cara Presidente, forse non ti è chiaro come funziona. Un lavoratore che decide di scioperare paga di tasca sua. Ci rimette una parte di salario, che è già modesto. Difficile fare il week end lungo senza soldi. A differenza di tanti evasori che ricevono carezze dal tuo Governo”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Ai manager 408 € all’anno. Agli operai 23. Lo dice l'Istat. La destra è partita ‘underdog’, ma si è accomodata subito nel salotto buono. Danno di più a chi ha di più e non danno nulla a chi sta male. Quelli che non contano niente non sono in cima ai pensieri di Palazzo Chigi”.
Così sui social il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Sono sconcertato dalla notizia pubblicata oggi su Fanpage dove viene rivelato che anche Francesco Nicodemo, fondatore dell’agenzia di comunicazione Lievito Consulting, è stato vittima di spionaggio. Come già lo stesso direttore Cancellato, il giornalista Pellegrino, Don Mattia Ferrari ed attivisti come Luca Casarini. Mi aspetto che si faccia chiarezza sul perché un cittadino che non ha incarichi pubblici e che offre consulenza per le campagne di comunicazione di partiti di opposizione e di candidati alle elezioni si trovi in questa condizione. E’ un fatto molto grave che non va preso sottogamba”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Dal Governo ci spiegano che sapevano tutto. Riaccompagnarono Almasri in aereo di Stato per favorire il corso della giustizia libica. Il rischio è che credano persino alle frottole che raccontano. Un’autodifesa goffa di chi non sa che pesci pigliare. Basterebbe chiedere scusa”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“I dati non mentono. Le ricette messe in campo dal governo non hanno migliorato il potere d’acquisto di chi lavora. Lo dice chiaramente l’Istat: -8,8 per cento rispetto al 2021. Serve un impulso vero ai rinnovi contrattuali, i cui tempi si allungano in maniera impressionante, e qualcosa di sicuramente più forte rispetto a una rimodulazione IRPEF che offre aumenti ridicoli al ceto medio già in crisi. Non si può affrontare la crisi salariale esclusivamente per via fiscale, ma difendendo e rilanciando la contrattazione collettiva, modificando radicalmente le norme che hanno favorito l’abuso di contratti precari e legittimando il ricorso ai subappalti a cascata e, infine, introducendo misure strutturali come il salario minimo. La propaganda del governo suona sempre più distante dalla realtà”. Lo affermano in una nota i deputati Maria Cecilia Guerra e Arturo Scotto, rispettivamente responsabile nazionale Lavoro per il Partito Democratico e capogruppo dem in commissione Lavoro.
“Il vero fallimento delle politiche sul lavoro di Giorgia Meloni sta in questo dato: +80% di contratti a termine nel 2024. Lo dice l’Inps, non la Cgil. Insomma, cresce il lavoro precario, diminuisce quello stabile. Se non vogliamo che migliaia di ragazzi e di ragazze continuino a lasciare l’Italia bisogna cambiare nettamente segno alle politiche occupazionali. Il contratto a termine deve costare di più di quello a tempo indeterminato e vanno reintrodotte le causali per evitare l’abuso sistematico della precarietà”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Confermate in appello le condanne dei sei fascisti che sfasciarono la sede della Cgil nazionale nell’ottobre del 2021. Era dal Ventennio che non assaltavano la Casa dei lavoratori. Ora con fiducia attendiamo che Giorgia Meloni individui finalmente la ‘matrice’ di quell’attentato”.
Così sui social il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“I dati dell’Inps vanno letti bene, nella loro interezza. Aumentano gli assegni di disoccupazione (+2,6%), le ore di cassa integrazione (+19,2%) e il ricorso agli ammortizzatori sociali (+15%). Parliamo della vita di decine di migliaia di lavoratori. Questo conferma che i numeri di cui si vanta la presidente Meloni purtroppo ci parlano di un lavoro instabile e spesso povero. E la manovra che non mette un euro in investimenti peggiorerà questa situazione. Basta con la propaganda”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro, alla Camera, Arturo Scotto.
“La dinamica dei salari è ferma dal 2020. Lo dice l’Ufficio per il bilancio. Siamo a meno 8,8 per cento di perdita del potere d’acquisto. Qualcuno informi Giorgia Meloni che l’emergenza sono i salari reali, non insultare l’opposizione”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“A destra si rassegnino. Criticare la presidente del Consiglio non significa danneggiare la ‘nazione’. L’equiparazione tra Meloni e la nazione è infondata oltre che pericolosa. Rivela, questa sì, una idea autoritaria dove chi governa è tutto e chi si oppone è niente. Perché la patria resta e Meloni prima o poi passerà. Nel frattempo si ricordino di governare il Paese, piuttosto che continuare ad attaccare Elly Schlein”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
"Deliri: così Giorgia Meloni liquida le frasi della Leader dell’opposizione Elly Schlein. Una reazione tipica di chi non pensa di governare una grande democrazia, ma di comandare su dei sudditi. Ma il Pd non è una sezione dei Fratelli d’Italia. Non deve neanche lontanamente permettersi di trattare così chi non è d’accordo con lei. La verità è che ormai Meloni non sa più che pesci pigliare, avendo varato una manovra economica che pagheranno come sempre i più deboli. E dunque si dedica a fare la vittima. Il mestiere che le riesce meglio. E’ ora che la pianti". Lo dichiara il deputato e capogruppo Pd in Commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Le parole del Presidente Mattarella sui salari troppo bassi sono fortissime. Denunciano una condizione sempre più difficile di una larga fascia di lavoratori e lavoratrici che hanno vissuto un impoverimento sempre più forte. Non bastano pannicelli caldi, serve una politica salariale vera e non misure parziali o spot”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Sulle pensioni il Governo è in confusione. Avevano garantito, tramite soprattutto il sottosegretario al lavoro Durigon, che non si sarebbe proceduto all’aumento di tre mesi dell’età pensionabile. Oggi, invece, lo stesso Durigon fa capire che nel centrodestra non tutti sono d’accordo e che dunque sarà difficile varare questo provvedimento. Siamo davanti a una vera e propria truffa ai danni di elettori che avevano creduto alla promessa dell’abolizione della Legge Fornero e ora si ritrovano un quadro addirittura peggiore. Chiediamo al Governo di spiegare in maniera trasparente quale è la linea”. Lo dichiara Arturo Scotto capogruppo PD in commissione lavoro di Montecitorio.
“Siamo davanti a un colpo di mano che indebolisce la lotta allo sfruttamento del lavoro. Con l’emendamento dei senatori di FdI, Amidei e Ancorotti, al Ddl 1484 l’azienda committente nel settore della moda può farsi certificare la regolarità della filiera che attiva con le sue commesse, liberandosi così da ogni responsabilità rispetto al comportamento di appaltatori e subappaltatori. In sostanza, puoi vendere le scarpe a 500 euro mentre l’azienda a cui hai appaltato il lavoro paga gli operai due euro e mezzo, ma nessuno potrà controllarti: la parola del soggetto certificatore toglie la parola al controllo di legalità. Viene spazzata via la responsabilità sociale e civile del committente. Un passo indietro voluto da una destra che non ha interesse né a tutelare la qualità del lavoro, né a preservare le imprese che non scelgono la strada della concorrenza sleale”.
Così la deputata Maria Cecilia Guerra, responsabile Lavoro del Pd, e Arturo Scotto, capogruppo Dem in commissione Lavoro alla Camera.