Noi non siamo favorevoli ai bonus e, soprattutto, non siamo favorevoli al loro utilizzo dentro il sistema fiscale. Perché sono un modo non idoneo di affrontare un problema vero e cioè il tema del sostegno dei redditi delle famiglie. Non è un buon strumento poiché è commisurato al reddito individuale e non al reddito della famiglia e perché difficilmente aiuta gli incapienti. Allora, invece che una riforma fiscale che riforma fiscale non è, il Partito democratico ne ritiene necessaria una che però sia vera, con un'aliquota media che cresca in maniera delicata ma costante al crescere del reddito. Chiediamo un intervento di riordino completo e strutturale dell'Irpef, che segua un principio di equità. Il punto essenziale, infatti, è che a pari reddito si paghi la stessa imposta e che questa sia progressiva per tutti”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, commentando gli intervenenti in Aula sul tema delle retribuzioni e del potere d'acquisto.
“Pochi minuti fa è arrivata la risposta ufficiale del Ministero dell'Università che conferma come, al momento del conseguimento della laurea triennale della Calderone, l'Università Link non era riconosciuta in Italia e quindi i titoli della ministra non risultano nell'anagrafe degli studenti del Ministero dell'istruzione: Calderone non ha dunque conseguito nessun diploma triennale valido. Per il PD, Marina Elvira Calderone non passerà alla storia per essere la prima ministra laureata la domenica, bensì per essere la ministra della precarietà. In pochi mesi è riuscita a liberalizzare i contratti a termine, ad allargare i voucher, ad eliminare il tetto del lavoro somministrato e soprattutto a negare il salario minimo legale. La ministra non risponde alle domande che le poniamo, non ci spiega come si sia laureata all'Università Link, né delle le tasse pagate, né sulla validità del titolo di studio triennale. Preferisce fare quello che le p più comodo: la vittima”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro, in replica alla ministra Calderone durante il question time alla Camera sulla sua laurea all'Università Link.
“Se Ruby è la moglie di Mubarak allora ha ragione la ministra Calderone: il suo percorso universitario è ordinario. Paragonarsi ad un normale studente lavoratore è quantomeno ardito: la ministra non portava pizze con la bicicletta per pagarsi gli studi ma era il presidente del Consiglio nazionale dell'ordine dei consulenti del lavoro e nel board di Finmeccanica. Perché quindi non risponde nel merito a semplici domande?”, conclude Scotto.
“I dati Istat confermano la perdita poderosa di potere d’acquisto dei lavoratori e delle famiglie. Siamo in coda rispetto al resto dell’Europa dove invece i redditi sono stati protetti. Il governo non può girarsi dall’altra parte. E’ il loro fallimento. Un lavoratore su 10 a rischio povertà lavorativa è il 23 per cento a rischio di indigenza. E hanno ancora la faccia tosta di dire No al salario minimo! Lo facciano discutere subito in Parlamento”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Domani alla Ministra Calderone chiederemo in Parlamento nel Question time la verità sul suo percorso universitario. Siamo interessati a capire se chi ha giurato sulla Costituzione è abituata a mentire o meno. Non esistono studenti lavoratori - come si è definita la Ministra - che sostengono gli esami la domenica, non pagano tutte le tasse universitarie, hanno il marito nel Cda di una università privata. Quindi spieghi cosa è accaduto alle migliaia di ragazzi e ragazze laureate che ogni anno lasciano il paese perché non hanno santi in paradiso”. Lo annuncia Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
"Mentre al Governo litigano per chi bacia di più la pantofola di Donald Trump, i salari in questo paese sono i più bassi del G20. Abbiamo perso il 9 per cento del potere d'acquisto. Uno scandalo. Bisogna alzare gli stipendi e calendarizzare subito il salario minimo". Lo ha detto ai tg Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
Serve risposta radicalmente diversa
“Il rapporto mondiale dell’ILO (l’Organizzazione internazionale del lavoro) inchioda l’Italia all’ultimo posto dei Paesi del G20 sui salari. Siamo quelli che hanno perso di più dal 2008: meno 8,7% del valore reale dei salari. Meloni ha poco da festeggiare, l’Italia va indietro con una dinamica salariale negativa. Il vero scandalo di questo Paese si chiama bassi salari e lavoro povero. 7 milioni di lavoratori sono ancora in attesa di contratto, nel pubblico impiego il Governo non riconosce il pieno recupero dell’inflazione perduta, il salario minimo è stato affossato: serve una risposta radicalmente diversa”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Sulla vicenda della cosiddetta ‘Laurea della domenica’ della ministra Calderone all’Università Link abbiamo presentato un’interrogazione parlamentare rivolta alla presidente del Consiglio, al ministro dell’Università e della ricerca e alla stessa ministra del Lavoro. Meloni, Bernini e Calderone, non possono più far finta di niente dinnanzi a una vicenda che sa di familismo, furbizia, conflitto di interesse e sta pregiudicando il rapporto di fiducia e trasparenza che ogni rappresentante delle Istituzioni deve avere nei confronti del Parlamento e dei cittadini della Repubblica. Presidente del Consiglio e ministri interrogati devono chiarire alle Camere, se ne sono in grado, questo triste caso. Altrimenti sarebbe meglio trarne le conseguenze”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Il familismo come leva di crescita professionale e gestione del potere. Una cosa non nuova, peraltro. Per questo pretendiamo che la Ministra Calderone venga in Parlamento. È il luogo dove ha preso la fiducia e ne deve avere rispetto. Non esiste uno spazio di valutazione autonoma possibile. La furbizia è un’onta per la Repubblica”. Lo scrive sui social il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro.
Riferendosi alla questione della laurea conseguita all'Università Link, Scotto continua “Marina Elvira Calderone: la laureata della domenica. Lei è a tutti gli effetti la Ministra della Precarietà. Non esiste un atto del suo ministero che sia andato nella direzione di una maggiore stabilità del lavoro, della difesa dei salari e degli stipendi, di sostegno ai più poveri. L’inchiesta del 'Il Fatto Quotidiano' ha squadernato una serie infinita di anomalie per acquisire il 'pezzo di carta' che merita una risposta molto più seria di qualche goffa e imbarazzata battuta”. “Per chi ha costruito una retorica di governo sulla centralità del merito scagliata come una clava contro i percettori di sussidi sociali è senz’altro un’incoerenza. Oltre che un conflitto di interesse abbastanza esorbitante”, conclude Scotto.
“Abbiamo depositato una interrogazione urgente sulla nomina di Mario Pepe alla Covip. Sono passati più di quattro mesi dalla decisione del Consiglio dei Ministri ed ancora Pepe non ha preso possesso della carica. La nomina è nei fatti bloccata alla Corte dei Conti. Ancora una volta la magistratura contabile si conferma un organo super Partes a tutela della legalità nel nostro paese. Evidentemente avevamo ragione noi che si trattava di una scelta sbagliata innanzitutto per un curriculum totalmente inadeguato a gestire una commissione che vigila sui fondi pensione di tutte le lavoratrici e i lavoratori italiani. Sono state logiche viziate da amichettismo quelle che hanno animato la Ministra Calderone e l’intero Governo. Facciano un gesto di dignità, tornino sui loro passi e scelgano una figura competente e autorevole”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Giorgia Meloni deve vergognarsi. Aver ridicolizzato in Parlamento il Manifesto di Ventotene, scritto da chi viveva al confino durante il fascismo, la mette fuori dalla Costituzione. E’ una vergogna assoluta. Non è una Presidente del Consiglio, è un capo ultras“.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, sui social.
“L’Istat fotografa un Paese dove i poveri sono stati la prima vittima di questo governo. Quasi un milione di famiglie sono state danneggiate dalla decisione di tagliare il reddito di cittadinanza. Con una perdita secca di duemila euro l’anno. In un Paese dove i salari sono bloccati e il lavoro è sempre più precario ci troviamo davanti a una veri e proprio esperimento di macelleria sociale”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
Oggi intervista con corrispondente in GB di Repubblica
Oggi pomeriggio alle 18.30 al King’s college di Londra si terrà un evento organizzato dal Center for Italian politics sui referendum dell’8-9 giugno. Arturo Scotto verrà intervistato da Antonello Guerrera, corrispondente di Repubblica in Gran Bretagna, sui quesiti che saranno oggetto della consultazione. Sarà l’occasione per ribadire l’impegno del Pd in questa sfida in cui tanti italiani all’estero possono garantire il raggiungimento del quorum sui referendum contro la precarietà del lavoro e per la cittadinanza.
“I dati Eurostat certificano il fallimento delle politiche del governo Meloni sul lavoro. L'Italia si conferma ultima in Europa per tasso di occupazione, con un divario che, invece di ridursi, aumenta. L’occupazione femminile resta drammaticamente indietro, con un distacco di oltre 13 punti rispetto alla media UE, e i giovani continuano a essere penalizzati. Di fronte a questo scenario allarmante, l’esecutivo continua a negare la realtà e a proporre misure inefficaci, mentre servirebbero investimenti seri per creare lavoro stabile e ben retribuito.
Meloni e il suo governo preferiscono propagandare successi inesistenti piuttosto che affrontare i problemi reali del Paese. Ma i numeri parlano chiaro: il lavoro precario dilaga, le disuguaglianze aumentano e l’Italia resta fanalino di coda in Europa. Il Partito Democratico continuerà a battersi per un cambio di rotta, per un lavoro dignitoso e per politiche salariali capaci di proteggere il potere d’acquisto”. Così Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro della Camera.
“Sarebbe uno scandalo se l’armonizzazione del salario accessorio venga negato a tutto il personale fuori dai ministeri. Nel decreto PA pubblicato appena ieri verrebbe esclusa la maggioranza dei dipendenti pubblici, a partire dagli enti locali, dall’incremento del salario accessorio. Si sana la ferita della mancata perequazione per gli ispettori sul lavoro in applicazione di una sentenza della Corte Costituzionale. Ma anche loro sono esclusi dal fondo dei 190
milioni previsto nel decreto per il salario accessorio. Penalizzare, in un paese dove muoiono tre lavoratori al giorno, gli ispettori del lavoro risulta una cosa fuori dal mondo. Faremo una battaglia in Parlamento durissima per cambiare il decreto”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro di Montecitorio.
"Il governo ha stabilito la data per la celebrazione dei cinque referendum. Si voterà l’8 e 9 giugno. Avremmo preferito che si votasse insieme al primo turno elettorale delle amministrative. E invece il governo ha accolto solo parzialmente la richiesta dei comitati promotori e scelto di farlo slittare di due settimane accorpandolo con i ballottaggi, evidentemente per disincentivare la partecipazione e per scoraggiare il raggiungimento quorum. Vuol dire che hanno paura. Servirà una risposta forte, popolare, partecipata
I cinque referendum possono cambiare la vita di milioni di cittadini. Per battere la precarietà, l’insicurezza nei luoghi di lavoro, l’esclusione dalla vita democratica di decine di migliaia di persone prive di cittadinanza." Così in una nota il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo PD in Commissione Lavoro a Montecitorio.