“Le dichiarazioni di Lollobrigida sono uno squallido scaricabarile. E lui il responsabile della procedura per l'accesso al "Fondo per il sostegno delle eccellenze della gastronomia e dell'agroalimentare italiano, le cui domande sono attualmente sospese. Ancora una volta il governo cerca di scaricare su altri, in questo caso Invitalia, le proprie inefficienze e l’incapacità di gestione dei ministeri”. Così il capogruppo del Pd nella commissione Agricoltura della Camera, Stefano Vaccari, che sottolinea come “la procedura del click day è stata definita dal Gabinetto di Lollobrigida”.
“A Gaza serve il cessate il fuoco subito! Diritto alla sicurezza e lotta al terrorismo non giustificano l'uccisione di cittadini palestinesi inermi in fila per un pugno di farina. Così gli aggrediti si trasformano in nuovi carnefici. Hamas e Netanyahu devono essere fermati”.
Lo scrive sui social il deputato democratico, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.
Lollobrigida tranquillizzi suo nominato e fornisca dati a Parlamento
“Il direttore di Agea, Fabio Vitale, con un linguaggio inusuale ed arrogante, che mal si concilia con il suo ruolo di funzionario dallo Stato, di nomina governativa, si picca perché mi sarei permesso di chiedere che i parlamentari, ed io tra questi, potessero acquisire l’Annual Performance Report (Apr 2023), il documento che rendiconta l’attività svolta dall’Agenzia nel quadro della prima annualità del ciclo di programmazione Pac 2023-2027. Un documento non secretato poiché il 20 febbraio l’Agea annuncia con grande evidenza che l’Apr 2023 ha ricevuto l’ammissibilità della Commissione Europea e nello stesso giorno il ministro Lollobrigida illustra in una conferenza stampa il risultato raggiunto fornendo i dettagli di tale documento. Di contro, alla richiesta scritta che ho rivolto all’Agea, il direttore Vitale, adducendo banali e burocratiche giustificazioni, ha risposto con un diniego all’invio della documentazione. Per questo, subito dopo, ho chiesto al ministro Lollobrigida, con una interrogazione, esponendo cronologicamente i fatti, nel pieno rispetto delle modalità, per forma e sostanza, di un rapporto istituzionale, ‘se non intenda adottare le iniziative di competenza volte a garantire l’accesso alla documentazione predisposta da Agea relativa al ciclo di programmazione Pac 2023-2027 assicurando l’imparzialità e la trasparenza dell’azione della stessa Agenzia’. Ci aspettavamo, dunque, la risposta del ministro e non certo del direttore Vitale che con un comunicato stampa si è elevato al ruolo di portavoce politico scomodando persino Socrate e la distorsione cognitiva di cui deve certamente essere uno dei massimi esperti. Invitiamo il direttore dell’Agea a rimanere al suo posto e a rispondere agli interessi del Paese e non di una parte politica. Questo è il suo compito. E aspettiamo la documentazione che ora chiederemo anche attraverso la Commissione parlamentare poiché in base alle norme, che forse il direttore Vitale non ha studiato, vi è l’obbligo di trasmettere alle Camere i documenti dell’Ue e di fornire un’informazione qualificata in merito ai medesimo atti, in modo da segnalarne la rilevanza e valutarne l’impatto ai fini dell’esame parlamentare.
Abbiamo altresì chiesto al presidente della commissione Agricoltura della Camera un ciclo di audizioni sullo stato di attuazione e sulle eventuali modifiche della stessa proposte dal ministro Lollobrigida in sede europea senza aver sentito il bisogno di avviare prioritariamente e preventivamente il confronto in Parlamento. Al ministro Lollobrigida consigliamo di tranquillizzare il suo nominato, perché rischia, viste le premesse, che la prossima volta parlerà in sua vece”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd della commissione Agricoltura della Camera.
“Siamo insoddisfatti delle parole del ministro Lollobrigida. Si continua a dare le colpe a qualcun altro, quando invece le proteste degli agricoltori non erano rivolte solo nei riguardi dell’Ue, ma anche contro l’operato del governo italiano. Questo esecutivo governa da 18 mesi, riguardo i Piani strategici della Pac, che sono nazionali, perché non è intervenuto soprattutto per semplificare e sburocratizzare? Perché la maggioranza non ha cominciato prima a lavorarci venendo a discutere in Parlamento, invece di farci perdere tempo con inutili e senza risorse provvedimenti spot, utili solo per la propaganda in vista delle elezioni europee? Ieri il ministro ha illustrato in una conferenza stampa un documento strategico di revisione della Pac alla presenza delle organizzazioni agricole che hanno espresso le loro valutazioni nel merito del documento stesso dichiarando di fatto di conoscerlo. Con tutto il rispetto: perché loro Sì e il Parlamento No? Vorrei ricordare che la Camera partecipa alla formazione delle politiche e della normativa dell’Ue attraverso strumenti conoscitivi, di indirizzo e controllo e vi è l’obbligo di trasmettere alle Camere i progetti legislativi e altri documenti dell’Ue. Al presidente della Camera chiedo di intervenire a tutela del ruolo e delle funzioni del Parlamento. Questo è il luogo deputato per discutere atti e documenti”.
Così il capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari, replicando al ministro Lollobrigida durante il Question time. Nel presentare l’interrogazione la deputata dem, Antonella Forattini, aveva chiesto garanzie affinché il Parlamento potesse svolgere pienamente il suo ruolo nella definizione delle scelte relative alla nuova Pac 2023-2027 e ricordato come il commissario europeo all’Agricoltura fosse un esponente del Gruppo presieduto da Meloni.
Domani question time sulle politiche europee per l’agricoltura
“Ancora oggi il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, si arrampica sugli specchi affermando che la Pac ‘è stata scritta male’, ‘non ha senso strategico’ e chiedendone la ‘revisione’. Ma oltre alla consueta propaganda per dire che le colpe sono a Bruxelles, di cosa stiamo parlando? Qual è il pacchetto di proposte? E, soprattutto, perché il ministro non le discute nel Parlamento italiano, prima di indire inutili conferenze stampa per continuare a prendere in giro il mondo dell’agricoltura? Per tutte queste ragioni nel question time di domani chiederemo al governo come intende difendere gli interessi delle imprese agricole e il loro reddito, a partire da una più efficace attuazione della direttiva sulle pratiche commerciali sleali, dalla creazione di un osservatorio europeo sui prezzi e gli accordi di filiera. Occorre garantire al Parlamento di svolgere pienamente il suo ruolo nella definizione delle scelte relative alla nuova Pac 2023-2027, che maggiormente incideranno sul futuro dell’agricoltura italiana”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo del Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Un anno fa, nella notte tra il 25 e 26 febbraio, la strage di Cutro. 94 morti, 20 dispersi, molti bambini. Una tragedia dimenticata che non ha insegnato nulla. Le vuote politiche di immigrazione continuano ad insanguinare il mare. Tornano però a picchiare i manganelli. Vergogna!”.
Lo scrive sui social il deputato democratico, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.
Il Governo dia poteri speciali d’intervento
“Tommaso Foti, capogruppo di Fdi, con informazioni imprecise, cerca di scaricare sulla Regione Emilia-Romagna la responsabilità di un mancato contenimento dei cinghiali e di conseguenza del virus della Psa. Sceglie una modalità da respingere categoricamente perché utilizza pretestuosamente dati non aggiornati per fare un confronto fra Regioni e trarne conclusioni affrettate, e perché cerca di distrarre dal vero tema. La Regione Emilia Romagna sta giustamente ponendo dai primi mesi in cui la Pesta Suina Africana è stata individuata, più di due anni fa, la questione della mancata individuazione di una strategia nazionale efficace di contenimento del virus.
Decidere infatti che ogni singola Regione possa affrontare un problema di tale portata senza nemmeno un riconoscimento di potere speciali, posto che lo stesso virus circola non considerando i confini territoriali, è una semplificazione eccessiva della materia, che non considera adeguatamente il ruolo che ha il settore zootecnico dell’Emilia-Romagna, in particolare nelle produzioni di eccellenza che rappresentano il vero cuore del made in Italy del Paese”.
Lo dichiara il capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera, Stefano Vaccari.
“Ben ha fatto l’assessore Regionale all’agricoltura, Alessio Mammi - aggiunge - a chiedere al Governo un cambio di passo e che si valuti lo stato di calamità del settore perché potrebbe rendere disponibili quei poteri straordinari, anche in capo alle Regioni attraverso la nomina di subcommisari regionali, che possano consentire procedure rapide sia per quanto riguarda la riduzione della specie cinghiale, sia nel mettere in sicurezza le aziende e garantire i ristori a quelle che già oggi attraversano una fase critica per le restrizioni imposte dal commercio dei prodotti della salumeria. Peraltro Foti dovrebbe informarsi meglio dai suoi deputati in Commissione Agricoltura sul fatto che più volte come gruppo Pd abbiamo sollecitato il commissario a fare presto coinvolgendo le regioni anche con poteri speciali e che i danni della psa al settore se non preveniti e contenuti sarebbero stati drammatici per le imprese e l’occupazione.
Di fronte a queste richieste - conclude - la destra e il governo hanno preferito impegnarsi su norme di nessun rilievo per l'agricoltura solo per poter comunicare di aver impegnato il tempo a disposizione”.
“Ecco la nuova strategia di repressione del dissenso! Li hanno chiusi in un vicolo e presi a manganellate. Non è la prima volta, ma anche basta! Chi ha dato l’ordine di caricare? Il Viminale? Il ministro Piantedosi venga a riferire subito in Parlamento”.
Lo scrive sui social il deputato democratico, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.
“Giallo alla Camera sui dati della Politica agricola comune (Pac). Lo speech consegnato dal ministero dell’Agricoltura annuncia un report sull’elenco dei beneficiari diretti e finali della Pac e dei fondi di coesione tra il 2014 e il 2021 in Italia in risposta a una mia interrogazione in commissione Agricoltura alla Camera, presentata insieme ai colleghi Antonella Forattini, Stefania Marino ed Andrea Rossi. Il sottosegretario, Luigi D’Eramo, invece, si è limita ad una risposta evasiva, diversa dalla documentazione consegnata ed anche e soprattutto senza i dati annunciati. Grande imbarazzo in commissione Agricoltura, con lo stesso sottosegretario che annuncia un successivo invio. Resta però il mistero della mancata consegna del report, anche perché gli agricoltori scesi in piazza in queste settimane hanno lamentato, tra i vari problemi, proprio la questione della redistribuzione dei sussidi della Pac europea. Una dotazione importante, oltre 35 miliardi di euro, che Bruxelles garantisce al settore rurale per sostenere redditi spesso più bassi rispetto alla media di altri settori e per tenere in vita grandi e piccole aziende agricole, evitando che vengano schiacciate dalla concorrenza dei produttori di altri Paesi. Quei dati sono determinanti per conoscere le modalità di distribuzione delle risorse e per capire se sono avvenute con equilibrio. Soprattutto tenendo conto delle piccole aziende che resistono nei territori più svantaggiati, come le aree montane, inevitabilmente penalizzate se non hanno la capacità o possibilità di aggregarsi. Scelta imprescindibile per sostenere il tessuto agricolo di qualità e dall'alto valore sociale e ambientale. Verrebbe da domandarsi se per il governo la dimenticanza è solo frutto di disattenzione o è anche di ordine tattico”.
Lo dichiara Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Siamo soddisfatti della risposta di Agea che di fatto ammette i ritardi della Pac ed in particolare dell'Ecoschema 1, quelli da noi segnalati. Dal momento che fino ad oggi sembrava che andasse tutto bene. Chiediamo al direttore di Agea di darsi da fare evitando la sindrome di Calimero, tanto cara alla premier Meloni ed ai suoi ministri. Il precedente governo è stato sfiduciato da quasi due anni e non potrà addossarsi per sempre le colpe di tutto e tutti".
Lo dichiarano i capigruppo Pd in commissione Ambiente ed Agricoltura alla Camera, Marco Simiani e Stefano Vaccari.
“Quanto accaduto stamattina al Senato, in merito alla richiesta delle Regioni e degli Enti locali di avere una compartecipazione al gettito delle Slot nella misura del 5%, è di una gravità inaudita. Intanto questo significa che non conoscono nemmeno ciò di cui stanno parlando: le Slot rientrano nel ‘gioco fisico’ mentre questa parte del Riordino, riguarda solo l’on-line. Pensare che da uno strumento come quello del gioco si possa fare cassa sulla disperazione di milioni di cittadini italiani, nei fatti contribuendo ad alimentare una spirale patologica che ha già gettato sul lastrico tante famiglie che si rivolgono poi ai servizi sociali dei comuni, è una scelta paradossale e controproducente che rischia di gettare alle ortiche anni di lavoro da parte di centinaia di associazioni di operatori impegnati nel Terzo settore a ridurre il danno della ludopatia e a contrastare le pratiche illegali collegate al gioco sia fisico che online. Peraltro le tante organizzazioni che hanno dato vita alla campagna ‘Mettiamoci in gioco’ hanno informato la Camera e il Senato sui limiti dell’azione che si sta intraprendendo e gli effetti disastrosi sui cittadini. Mi auguro a questo punto che il governo non accolga questa scellerata proposta che peggiorerebbe ulteriormente una delega di riordino che le stesse associazioni di impresa del settore hanno giudicata sbagliata e fatta male”.
Lo dichiara il deputato del Pd, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera.
“Con l’esenzione Irpef sotto ai 10mila euro, che aveva colpevolmente tolto e poi maldestramente rimesso, Giorgia Meloni crede di aver risolto tutti i problemi dell’agricoltura. Purtroppo non è così e le responsabilità non solo soltanto dell’Europa come la destra vuole farci credere. Uno dei maggiori problemi degli agricoltori è infatti la liquidità che è stata compromessa dall’inflazione e dai continui ritardi dei pagamenti della Pac ed in particolare dell’ecoschema 1 (il cosiddetto Classyfarm). Se il ministro Lollobrigida invece di perdere tempo con inutili battaglie ideologiche avesse sollecitato la controllata Agea che si occupa dei pagamenti, molti agricoltori non sarebbero in questa situazione”.
Lo dichiarano i deputati democratici Marco Simiani e Stefano Vaccari, rispettivamente capigruppo Pd in commissione Ambiente e Agricoltura.
“Sulla vicenda dell’Irpef sui terreni agricoli e dell’emendamento al Dl Milleproroghe, il governo Meloni e la maggioranza di destra fanno il ‘gioco delle tre carte’. Prima tolgono i soldi, poi ce li rimettono; dicono che li mettono sulle assicurazioni e poi invece lo smentiscono. Ci troviamo davanti ad un’altra presa in giro per gli agricoltori, utile solo per cercare di ingraziarsi coloro che stanno manifestando. Ciliegina finale: la scelta di prendere le risorse necessarie per le coperture dal fondo per l’attuazione della delega fiscale. La comica finale”.
Lo dichiarano i deputati democratici: Stefano Vaccari, capogruppo commissione Agricoltura; Ubaldo Pagano, capogruppo commissione Bilancio, e Silvio Lai, della commissione Bilancio.
“L’annuncio dell’accordo tra il ministro Lollobrigida e Riscatto Agricolo pone sul tavolo due aspetti importanti: da una lato, il governo, così facendo, sceglie di esautorare il ruolo delle organizzazioni sindacali del mondo agricolo, cercando goffamente di arginare la protesta di piazza; dall’altro, più nel merito, vengono di fatto confermati tutti gli errori commessi dall’esecutivo. Una cecità dinnanzi alle emergenze del comparto, che avevamo cercato di arginare con il nostro pacchetto di proposte ed emendamenti. Si tratta di una doppia sconfitta per Meloni”.
Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.
“Su taglio Irpef per agricoltori hanno bocciato gli emendamenti Pd. Ora Meloni sotto ricatto di Salvini fa dietrofront. Facciano di più. Tornino a sostenere i giovani agricoltori sotto i 40 anni e gli investimenti. Quelle che non servono sono le capriole del governo”.
Lo scrive sui social Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.