"Schillaci accusa di disinformazione, ma è lui che sta nascondendo la verità. Il fallimento del decreto sulle liste d’attesa è evidente a tutti: la situazione è solo peggiorata, mentre il servizio sanitario pubblico continua a essere progressivamente indebolito. Se non si cambia rotta, la sanità rischia di diventare un privilegio per pochi, e non un diritto per tutti.” Così commenta Ilenia Malavasi, deputata del Partito Democratico e componente della Commissione Affari Sociali della Camera, che aggiunge: “Il ministro è nervoso perché i dati sul fallimento del decreto e del suo operato sono sotto gli occhi di tutti. Ogni giorno milioni di cittadini sono costretti a fare i conti con un sistema sanitario in crisi: lunghe liste d’attesa, cure rinviate e un personale medico e infermieristico sempre più esausto e mal retribuito.”
“La gente rinuncia a curarsi, le liste d’attesa sono interminabili, il personale sanitario è esausto e sottopagato. E mentre il sistema sanitario è in crisi profonda, il ministro della Salute si indispettisce e continua a scaricare le responsabilità sulle Regioni.”
Lo dichiara Gian Antonio Girelli, deputato del Partito Democratico e componente della Commissione Affari Sociali della Camera.
“Il ministro parla di disinformazione. Siamo d’accordo: basta favole, è ora di dire la verità. A un anno dal fallimentare decreto sulle liste d’attesa, la situazione è solo peggiorata. E intanto continua lo smantellamento della sanità pubblica, ridotta a un sistema che non garantisce più né equità né accesso universale alle cure.”
“Lo stallo in cui si trova il Governo, incapace perfino di esprimere i pareri sugli emendamenti accantonati al decreto sulla Pubblica Amministrazione, è l’ennesima conferma della tracotanza istituzionale con cui governo e maggioranza calpestano l’autonomia del Parlamento. È la fotografia di un metodo raffazzonato con cui l’esecutivo continua a intervenire in settori strategici del Paese, senza alcuna visione organica né coerente.”
Lo dichiarano i deputati Arturo Scotto e Simona Bonafè, capigruppo del Partito Democratico nelle Commissioni Lavoro e Affari Costituzionali della Camera.
“Siamo a oltre un mese dall’inizio della discussione e siamo ancora fermi all’articolo 5 del provvedimento. Il Governo, invece di favorire il confronto parlamentare, lo ostacola sistematicamente, bloccando di fatto i lavori con la sua inefficienza, resa evidente ieri dall’intervento del ministro Zangrillo. Questo modo di procedere è inaccettabile. Continueremo a oltranza i lavori in Commissione, perché non possiamo permettere che l’esecutivo svuoti le prerogative del Parlamento. Difendere le istituzioni è oggi un dovere democratico.”
“Dalla visita ispettiva effettuata oggi nel cpr di Giadër dalle deputate Scarpa e Bakkali e emerge l’ennesima prova dell’assurdità di tutta l’operazione pensata dal governo Meloni per salvare la sua stessa costosissima propaganda: dalla consultazione del registro degli eventi critici siamo riuscite a ricostruire il fatto che un’altra persona, verosimilmente nella giornata di ieri, è già stata riportata in Italia perché le sue condizioni di salute mentale erano incompatibili con la detenzione amministrativa. In quattro giorni sono già due su 40 i trasferimenti che si sono rivelati inutili, di persone che probabilmente non avrebbero mai dovuto essere selezionate, e che sono state portate in Albania a spese dei contribuenti italiani, e causando loro una sofferenza tanto grande quanto inutile.
Confermiamo poi quanto appurato nei giorni precedenti: si è verificato durante i trasferimenti un uso ingiustificato e indiscriminato delle fascette ai polsi, in alcuni casi anche per tutta la durata delle lunghe trasferte in pullman dai CPR del nord Italia e per tutto il viaggio via mare ininterrottamente.
Da registro degli eventi critici emerge tutta la sofferenza che questi centri causano, come fanno nel resto in Italia: dagli otto eventi critici registrati domenica si è già passati a 21, la maggior parte atti di autolesionismo.
Almeno due persone negli ultimi giorni hanno avuto bisogno di ricevere cure dalle strutture ospedaliere albanesi, approfondiremo nei prossimi giorni qual è il loro stato di salute, secondo quale protocollo sono stati presi in carico e la qualità dell’assistenza che hanno ricevuto, perché per legge dovrebbe essere equivalente a quella garantita nei cpr italiani dal Servizio Sanitario nazionale italiano. Ci chiediamo anche e verificheremo quali siano stati i costi effettivi di queste prestazioni con la sanità albanese. Una persona in particolare aveva un problema di salute di cui riportava sintomi risalenti a diverse settimane prima: ci chiediamo come una persona in queste condizioni, per cui ora è stata necessaria un’ospedalizzazione, abbia potuto essere selezionata come idonea al trasferimento. I criteri di selezione rimangono infatti ancora oscuri, nonostante le nostre domande esplicite e gli accessi agli atti già inoltrati da giorni, così come risulta problematico il fatto che per diversi trattenuti le ultime visite di idoneità al trattenimento siano state svolte vari mesi fa, fino a novembre 2024.
Smentiamo la notizia circolata oggi sulla detenzione nella sezione carceraria di 10 persone: abbiamo potuto vedere con i nostri occhi che il carcere è vuoto. Abbiamo inoltre fatto nuovamente richiesta di accedere all’elenco delle persone trattenute e ai loro fascicoli sanitari e giudiziari, informazioni per cui abbiamo già fatto formale accesso agli atti, ma ancora una volta non è stato possibile avere delle risposte, che al momento, da quanto leggiamo sulla stampa, sembrano essere a disposizione solo degli esponenti della destra di governo. Riteniamo che il nostro potere ispettivo non sia stato adeguatamente rispettato e che questo la dica lunga sulla mancanza di trasparenza di tutta questa operazione”.
Dichiarazione on. Ubaldo Pagano, capogruppo Pd commissione Bilancio
L’Europa deve giocare un ruolo nel quadro di preoccupanti tensioni internazionali e far valere tutto il suo peso per individuare, insieme ai principali attori globali, un percorso di pace stabile e duraturo. Il Partito Democratico ha indicato sin dall’inizio la strada da seguire, che non è ‘semplicemente’ quella del riarmo, bensì quella di una maggiore integrazione europea che preveda anche una difesa comune. Consentire agli Stati membri di aumentare la propria spesa militare non ci avvicinerà né alla fine dei conflitti ai nostri confini, né sarà d’aiuto per rendere più sicuro il territorio dell’Unione. L’impegno, poi, oltre che alla costruzione di una difesa comune, deve essere sempre ispirato al dialogo e alla diplomazia. Con il brusco cambio di rotta degli USA, l’UE rischia di restare l’unico spazio democratico e liberale al mondo. Dobbiamo poter affermare la nostra esistenza con i mezzi legittimati dai principi a cui ci ispiriamo. Cadere nella trappola di mostrare i muscoli, invece, può solo contribuire ad esacerbare pericolosamente gli animi in una fase storica già rovente.”
Così Ubaldo Pagano, deputato del Partito democratico e capogruppo in commissione Bilancio a Montecitorio.
“Oggi è stato incardinato in Commissione Giustizia il decreto legge sicurezza. Annichilendo il lavoro parlamentare, il Governo ha scelto di approvare un nuovo decreto che copia e incolla i contenuti del ddl sicurezza, ritirando quest’ultimo dalla discussione del Senato. Un fatto gravissimo, una lesione della democrazia, anche perché le modifiche contenute nel decreto sicurezza non raccolgono appieno le preoccupazioni su alcuni temi specifici, come quello riguardante le detenute madri”. Lo ha dichiarato la deputata del Partito Democratico Michela Di Biase, componente della commissione Giustizia.
“Cambia purtroppo ben poco. Infatti è reso facoltativo il rinvio della pena per le detenute madri, ma si specifica che nel caso di detenute incinte o con figli con età inferiore ad un anno si potrà scontare la pena in un Icam e nel caso di figli da uno a tre anni la detenzione è prevista in un Icam oppure, se le ragioni di sicurezza lo richiedono, in un carcere. Una modifica – ha proseguito la deputata Pd - che rischia di peggiorare le cose, perché in Italia sono presenti pochi istituti a custodia attenuata, con il rischio di sottrarre le detenute ai legami di territorialità. Un Icam è un carcere, i bambini saranno costretti a crescere reclusi. Si sta perpetrando una grave violazione di diritti fondamentali – ha sottolineato Di Biase - come il supremo interesse del bambino”.
“Ma c’è di peggio, perché il decreto prevede anche che in casi di violazione della sicurezza o dell’ordine da parte delle madri, espressioni vaghe e prive di specificità quelle contenute nel decreto, è previsto il loro trasferimento in carcere e la sottrazione del minore. Un vero e proprio ribaltamento della civiltà giuridica e dei diritti” ha concluso la deputata Di Biase.
"Nessun aiuto umanitario entrerà a Gaza" perché questo è "uno dei principali strumenti per fare pressione su Hamas". Con queste terribili parole il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ammette che il governo Netanyahu sta usando la fame come arma di guerra. Cioè sta deliberatamente commettendo gravissimi crimini di guerra.
A Gaza non sono più ammessi aiuti umanitari da ormai 45 giorni. Significa che non entra cibo, non entrano medicinali, non entrano beni di prima necessità. A Gaza le autorità israeliane hanno interrotto l'erogazione di corrente elettrica e di acqua. Questo significa assetare e affamare tutta la popolazione, non solo i miliziani di Hamas. Significa impedire le cure, rese già molto complesse dai bombardamenti sugli ospedali. Significa sterminare, scientemente, un popolo come sta succedendo anche nei territori occupati della Cisgiordania.
Basta! Basta bombe su Gaza, basta occupazione della Cisgiordania, basta vendere armi a Israele. Bisogna sospendere l'accordo di associazione tra Ue e Israele e mettere le sanzioni su Netanyahu e il suo governo. E bisogna riconoscere lo Stato di Palestina.
Tutto questo è scritto nella mozione unitaria di PD-M5S-AVS presentata ieri dai leader dei rispettivi partiti. Il governo Meloni non può continuare a tacere e a coprire questi orrendi crimini: l’Italia non può essere complice". Lo dichiara Laura Boldrini, deputata Pd e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“La Pace, soprattutto in un grave momento come questo, si può ottenere e preservare grazie ad una forte iniziativa politica e diplomatica dell’Europa rivolta in primo luogo verso quegli interlocutori che oggettivamente sono tra i protagonisti di un nuovo possibile ordine mondiale. E tra questi (ma non solo) vi sono sia la Russia che la Cina. Una maggiore influenza politica dell’Europa si basa anche su una sua maggiore compattezza e unità nel campo della difesa. Una difesa comune. Che è cosa ben diversa da un ‘riarmo’ generalizzato e Stato per Stato che è quello erratamente sostenuto da Von der Leyen. Un’Europa unita, forte soggetto politico mondiale e basata su una difesa comune è la linea dei veri ‘riformisti’ in questo momento. Ed è la linea che il Pd persegue in ogni sede”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut.
“Purtroppo - continua Morassut - non è linea di molti partiti socialisti europei e questo è un serio problema su cui ingaggiare una battaglia politica chiarificatrice nel PSE. Penso che Bettini, nella sua intervista di oggi, abbia sostenuto con chiarezza, equilibrio e efficacemente questa linea che io condivido. Mi dispiace che invece si vogliano esasperare posizioni che vengono definite riformiste ma che finiscono per essere estremiste e che vedono solo nella opzione militare la via per la sicurezza politica e militare dell’Europa, come emerge dalle dichiarazioni così animose di Calenda e Picierno”
“La risposta illustrata in Commissione dal Sottosegretario alle Infrastrutture alla mia interrogazione e a quelle del collega Amendola sulla crisi idrica lucana è assolutamente elusiva e inadeguata rispetto alla portata dei problemi. Un semplice riepilogo di cose che già sappiamo da tempo e su cui però chiediamo concretezza. Siamo sinceramente esterrefatti dalla superficialità con cui questo governo sta affrontando il tema della crisi idrica e delle infrastrutture in Basilicata. Per qualsiasi cittadino lucano sarà sufficiente leggere la risposta per comprendere la ragione di questa insoddisfazione. Per questo chiediamo che il Ministro in persona venga a riferire in Aula perchè la crisi idrica è purtroppo una realtà”. Così una nota del deputato democratico Mauro Laus che ha presentato insieme al collega Enzo Amendola diverse interrogazioni a riguardo.
“Mai come adesso la situazione dei trasporti in Italia è disastrosa. Seguendo il trend negativo iniziato nella scorsa estate, solo nelle ultime settimane si sono registrati ulteriori clamorosi ritardi nel trasporto ferroviario. E il tema non riguarda solo i treni ma anche le strade. Nella mia regione, la Sicilia, i ritardi e il numero dei cantieri hanno trasformato la Catania-Palermo e la Catania-Messina in veri e propri percorsi ad ostacoli più' che in autostrade. L'incompetente ministro Salvini resta prima in silenzio e poi viene in Aula a dire che va tutto bene, anzi che, mai come ora, i treni sono puntuali. Evidentemente non vive in Italia”. Così il deputato Anthony Barbagallo, Capogruppo PD in Commissione trasporti intervenendo a Montecitorio durante il Question time.
“In questi giorni vicini alla Pasqua – continua il deputato PD - per i passeggeri oltre al danno pure la beffa: il costo del biglietti dei treni è aumentato di oltre il 50% per emulare quanto già accade sul prezzo dei biglietti aerei, su cui il suo governo non ha posto in essere nessuna misura efficace”. “Nonostante non ci aspettiamo nulla di buono, è necessario che Salvini faccia un immediato cambio di passo, anche in vista della stagione estiva e la smetta di negare la realtà”, conclude Barbagallo.
“Non è accettabile che i disservizi siano la normalità. Ancora una volta il ministro Salvini viene in Aula a negare la realtà dei trasporti in Italia, una realtà che ogni giorno continua a lasciare pendolari, lavoratori e studenti senza la possibilità di poter programmare le proprie giornate. Salvini più volte ha annunciato interventi risolutivi e nonostante non ci siano mai stati, continua con la politica degli annunci o delle negazioni. La credibilità del ministro è fortemente compromessa ma il ruolo e le responsabilità che ne conseguono, gli impongono la necessità di dare risposte concrete per i cittadini”. Così la deputata dem Valentina Ghio, vicepresidente del Gruppo PD alla Camera, in replica al ministro Salvini durante il Question time.
“Dopo un'estate di passione – continua l'esponente dem - un inverno tra guasti e ritardi e il grande impegno dei lavoratori del sistema ferroviario, ancora oggi si registrano 23mila minuti di ritardo accumulati, giornalieri. Quali scuse può ancora accampare Salvini, oltre ai fantomatici sabotaggi? La relazione della Polfer, ci dice ad oggi che non c'è stato alcun sabotaggio e ci conferma che Salvini vuole solo scaricare su altri le proprie responsabilità. Ancora più grave è che su questo la presidente Meloni continua a rimanere in silenzio di fronte al protrarsi della negazione al diritto della mobilità”, conclude Ghio.
Dichiarazione on. Christian Di Sanzo, deputato Pd Nord e Centro America
Con i colleghi Porta, Ricciardi e Care', ho presentato una interrogazione in Commissione Esteri al governo sul mancato impegno sulle celebrazione sulla Festa della Liberazione da parte della rete Consolare" - ha dichiarato l'On. Christian Di Sanzo, Deputato del PD eletto all'estero in Nord e Centro America. "Il governo ha citato 2-3 esempi di iniziative da parte di Istituti di Cultura in Europa, ma nella realta' ravvisiamo una mancanza pressoché totale di iniziative da parte della rete consolare, soprattutto al di fuori dell'Europa - i pochi esempi citati sembrano piu' una eccezione piuttosto che il frutto di un lavoro coordinato". "Si tratta di una occasione mancata perche' quest'anno ricorreva l'80esimo della Festa della Liberazione ed era doveroso commemorare la Resistenza anche all'estero." ha replicato al governo in Commissione l'On. Di Sanzo. "Non si tratta solo di commemorare la memoria della Resistenza, ma la celebrazione rappresentava una grande occasione per iniziative conoscitive per far conoscere alle nuove generazioni di italiani all'estero e italo-discendenti il valore della Resistenza. Purtroppo non vi e' stata una adeguata attenzione a questo anniversario da parte del governo e come Partito Democratico continueremo a impegnarci affinché la Festa della Liberazione sia la Festa di tutti gli italiani, anche degli italiani all'estero.
“Sul Telemarketing telefonico è andata in scena a Montecitorio una squallida manfrina da parte della destra con una maggioranza platealmente incapace di prendere qualsiasi posizione autonoma anche quando si va palesemente contro i diritti dei cittadini. L’ordine del giorno del Pd, poi sottoscritto anche da molti altri esponenti delle opposizioni, era chiaro: evitare che milioni di cittadini venissero ogni giorno ed a tutte le ore bersagliati da migliaia di telefonate mai richieste. Quale è stata la risposta del governo e della destra? Prima hanno sostenuto che c’è un progetto di legge simile in Commissione, fermo peraltro da mesi, poi hanno addirittura affermato (esponenti di Fdi) che oggi non ci sarebbe la tecnologia per rendere trasparenti le chiamate moleste. Nel 2025 le auto si guidano da sole, ci sono i viaggi turistici spaziali, l’intelligenza artificiale sta entrando in ogni settore ma lo smartphone, che ti dice in autonomia anche quello che non vuoi sapere, non può avvertirti se ti sta chiamando un call center? Pensano davvero quello che dicono? Di fronte a queste dichiarazioni siamo costretti ad alzare le mani: orami è chiaro che Fratelli d’Italia, il partito di Giorgia Meloni, vuole che che i cittadini vengano disturbati sempre e comunque da telefonate non richieste”: è quanto dichiara il deputato Pd Marco Simiani sulla discussione a Montecitorio del Decreto Bollette.
"Il governo Meloni continua a ripetere che sul tema dei salari è stato fatto molto. Peccato che i dati ci dicano tutt’altro: tra i Paesi del G20, l’Italia è tra quelli con la più bassa crescita salariale nel lungo periodo. E intanto, sette milioni di lavoratori e lavoratrici aspettano ancora il rinnovo del contratto. Il Partito Democratico chiede al governo di assumersi finalmente le proprie responsabilità. E’ ora di rinnovare subito quei contratti”. Lo dichiara Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, sui social dei deputati dem.
"Un caso emblematico – prosegue l’esponente Pd - è quello del contratto dei metalmeccanici. Il governo non ha mosso un dito per riportare Federmeccanica al tavolo della trattativa, ignorando le richieste di adeguamento salariale che servirebbero a proteggere i lavoratori dall'inflazione.
Parliamo di un governo che ha negato il salario minimo a 3,5 milioni di lavoratori poveri, lo stesso governo che programma una riduzione del potere d’acquisto per 3 milioni di dipendenti pubblici, negando il recupero del 15% di inflazione nei rinnovi contrattuali. Così si manda un messaggio chiaro e gravissimo a migliaia di giovani: il lavoro pubblico non è per loro. Non stupisce che mezzo milione di laureati, in dieci anni, abbia lasciato l’Italia".
"E il problema – conclude Scotto - è ancora più drammatico per le donne e i giovani, le cui condizioni occupazionali restano indietro. Aumentano i contratti precari, intermittenti, a termine. Aumenta il lavoro povero, e diminuiscono le ore lavorate. Tutto questo è il frutto di leggi sbagliate che incentivano la precarietà. Per questo serve una svolta vera. Il Partito Democratico sostiene l’abrogazione, anche tramite referendum, di quelle norme che alimentano la precarizzazione del lavoro e comprimono i salari. Serve un mercato del lavoro più giusto, stabile, che restituisca dignità e prospettive alle nuove generazioni e a chi oggi fatica ogni giorno senza vedere riconosciuto il proprio valore".
“I condoni presentano sempre il conto, soprattutto a chi li fa, e a chi si è presentato come l'alfiere dell'abolizione della riforma Fornero mentre non riesce neanche a bloccare l'aumento dell'età pensionabile. Mi rivolgo alla ministra Calderone, laureata in fuga dalla realtà, di riferire all'Aula se è vero che c'è un buco di quasi 7 miliardi, certificato dal Consiglio d'indirizzo e vigilanza, nel bilancio dell'Inps al netto dei condoni che si sono succeduti nel corso degli ultimi anni.
Non sono numeri strumentalizzabili come dichiara il Sottosegretario Durigon, ma sono dati che fanno il paio con l'approssimazione da parte del governo sul tema previdenziale, che aveva fatto tante promesse disattendendole tutte, sabotando Opzione Donna, aumentando l'età pensionabile ed eliminando tutti gli istituti di flessibilità in uscita”. Così il deputato dem Arturo Scotto, Capogruppo Pd in Commissione Lavoro intervenendo in Aula di Montecitorio.