"Glielo abbiamo chiesto in aula, da che parte stesse tra gli Usa e l’Ue. E la premier Meloni ha risposto che stava dalla parte dell'Italia. Oggi sul Financial Times svela il suo vero volto di subalterna a Trump e Vance. Non era infantile chiederglielo: era in imbarazzo lei a rispondere.
Dire che ha ragione Vance nei suoi giudizi sprezzanti sull'Europa significa andare contro gli interessi dell'Italia la cui forza è proprio stare nell’Ue.
Meloni davvero pensa che l'Europa sia parassita degli Usa? Cosa vuole fare? Trasformarci in una colonia di Trump? Subire i dazi senza rispondere mettendo a rischio migliaia di posti di lavoro e interi settori produttivi italiani? È questo il suo patriottismo?". Lo dichiara Laura Boldrini deputata PD e Presidente del Comitato permanente della Camera sui diritti umani nel mondo.
“Mentre la Commissione Europea si prepara a reagire contro i dazi imposti da Trump, la presidente del Consiglio italiano invita alla calma e frena ogni iniziativa di difesa dell’economia europea. Giorgia Meloni sembra prigioniera di una sindrome di Stoccolma politica, incapace di distinguere tra chi attacca e chi si difende.
È grave che di fronte a una minaccia concreta per le nostre imprese, il governo italiano scelga l'immobilismo, mettendo a rischio interi settori del Made in Italy, proprio quelli di cui si vanta ogni giorno. Gli imprenditori che esportano all'estero sanno bene che non reagire significa subire danni pesantissimi.
Noi siamo molto preoccupati: serve un'Europa forte e compatta per difendere il nostro tessuto economico. La strategia dell’immobilismo non è un'opzione” così una nota del capogruppo democratico nella commissione Bilancio della Camera, Ubaldo Pagano.
"Tutti le chiedevano da giorni di scegliere tra Europa e Trump e finalmente Giorgia Meloni ha scelto, gettando la maschera. Nell'intervista al Financial Times la premier ha detto di essere 'd'accordo con J. D. Vance': il vicepresidente Usa che ha dato degli 'scrocconi' agli europei, che ha cercato di bullizzare Zelensky nella stanza Ovale, che visita la Groenlandia oggetto delle esplicite mire trumpiane, che insieme a Trump impone pesantissimi dazi alle nostre aziende. Giorgia Meloni dice di essere 'patriota', adesso abbiamo capito per quale patria tifa". Lo scrive sui social la vicepresidente dei deputati Pd Simona Bonafè.
“Sono scesa in piazza anche io a Torino, al fianco dei lavoratori e le lavoratrici e dei sindacati per lo sciopero dei metalmeccanici. È vergognoso che il settore non abbia ancora avuto un nuovo contratto nazionale, quando il vecchio è scaduto quasi un anno fa” così Chiara Gribaudo, vicepresidente nazionale del Partito Democratico, oggi a Torino al fianco dei sindacati per lo sciopero dei metalmeccanici.
“Queste persone chiedono diritti che ormai dovrebbero essere alla base di qualsiasi contratto di lavoro: salario, tutele, welfare, sicurezza, riduzione dell’orario - prosegue la deputata dem - Invece non si vedeva un passo indietro del genere da oltre vent’anni. Nel frattempo l’Italia è il Paese del G20 con i salari reali più bassi e la povertà, anche tra chi un lavoro ce l’ha, aumenta sempre di più. È solo ridando dignità e qualità al lavoro, abbandonando la propaganda e costruendo nuove frontiere dei diritti, che si cambia la situazione”.
“Oggi l’aeronautica militare compie 102 anni. Negli anni ha avuto un ruolo fondamentale in operazioni di difesa, missioni umanitarie e cooperazione internazionale, oltre a contribuire all’innovazione tecnologica nel settore aerospaziale.
A tutti i militari, donne e uomini, impegnati a tutelare ogni giorno la nostra sicurezza nazionale ed internazionale, rivolgo il mio più sentito ringraziamento e i miei più sentiti auguri di continuare in questa direzione verso una sempre maggiore innovazione tecnologica, nella difesa aerea dello spazio nazionale, nella partecipazione alle emissioni internazionali di pace, nelle operazioni umanitarie e nei soccorsi di emergenza”. Lo dichiara Stefano Graziano capogruppo PD in commissione difesa di Montecitorio.
“Dopo giorni di silenzio sulle dichiarazioni offensive dell’amministrazione Trump, che ha definito gli europei “parassiti”, la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha finalmente preso posizione. Ma invece di difendere l’Italia e l’Europa da un attacco ingiurioso, ha scelto di schierarsi con gli Stati Uniti, accettando supinamente le offese e addossando ogni colpa alla classe dirigente europea. Questa presa di posizione è sconcertante. Di fronte a insulti che colpiscono l’intero continente, compresa l’Italia, ci si sarebbe aspettati una reazione di orgoglio e difesa della sovranità nazionale ed europea. Invece, la Presidente del Consiglio ha minimizzato la minaccia di Trump e persino giustificato gli attacchi di Vance. Una posizione sempre più subalterna agli interessi americani. Non era quella che giurava di difendere l’interesse nazionale? Sì, quello degli altri…” così il responsabile nazionale esteri del Pd, il deputato democratico, Peppe Provenzano.
“I dati sono inequivocabili: l’Italia è costantemente sotto attacco nel cyberspazio e il governo continua a ignorare un’emergenza nazionale che sta mettendo in ginocchio imprese, pubbliche amministrazioni e cittadini. Non servono altri allarmi: serve agire subito”.
Lo dichiara Matteo Mauri, deputato del Partito Democratico e responsabile nazionale Sicurezza del partito, commentando i dati pubblicati dal nuovo Cyber Index 2024 di Confindustria e dal rapporto aggiornato di febbraio dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale (ACN).
“Secondo il Cyber Index, l’85% delle PMI italiane non è consapevole dei rischi cyber. Parliamo della spina dorsale del nostro sistema economico, completamente esposta a una minaccia crescente. Il rapporto ACN di febbraio conferma che il ransomware è oggi il principale pericolo cyber, tenuto conto anche che negli ultimi 12 mesi, si sono verificati oltre 150 attacchi ransomware pubblicamente noti nel nostro Paese. E che solo nei primi mesi del 2025 ben due aziende italiane sono già state costrette alla cassa integrazione a causa di attacchi informatici. I ransomware sono una vera emergenza nazionale.”
“In questo quadro, il Governo Meloni è rimasto fermo, ignorando ripetuti allarmi e bloccando in Commissione una nostra proposta concreta per rafforzare la resilienza cibernetica del sistema Paese. È inaccettabile. Non basta parlare di cybersicurezza nei convegni o rilasciare dichiarazioni preoccupate: è il momento di passare ai fatti.”
“Per questo abbiamo depositato una Proposta di Legge organica contro gli attacchi ransomware, che contiene misure puntuali per: rafforzare la prevenzione, sostenere chi viene colpito e interrompere i flussi di denaro verso gruppi criminali e potenze ostili.”
“Se il governo dimostrerà interesse ci troverà pronti a discuterne senza pregiudizi. Ma non si può più perdere tempo. Ogni giorno di ritardo significa nuovi ricatti, nuove perdite economiche e nuovi rischi per la nostra democrazia. La cybersicurezza non è più solo un tema tecnico: è una priorità nazionale”.
Così in una nota Matteo Mauri, deputato del Partito Democratico e responsabile nazionale per la sicurezza.
L’atteggiamento di Meloni non è all’altezza della gravità della situazione innescata da Trump e rivendicare, come ha fatto in Parlamento, l’equidistanza tra il presidente Usa e l’Europa attesta che la presidente del consiglio ha più a cuore il rapporto con l’alleato sovranista rispetto agli interessi del paese. Sui dazi finora non abbiamo ascoltato nessuna presa significativa di distanza, forse preoccupata di non rompere definitivamente con Salvini e la Lega. L’Italia della destra guarda con fastidio a una Unione europea forte e unita. Cosa che è invece la premessa, come indicano anche le forze produttive del Paese. La sottovalutazione è la conseguenza di un atteggiamento arrendevole nei confronti di Trump e delle sue politiche sovraniste e separatiste. A Trump interessa governare gli equilibri mondiali per affermare i grandi interessi. Sta succedendo anche nei conflitti in atto, in Ucraina e a Gaza. L’idea predominante non è la pace duratura ma come con altri oligarchi ci si divide i bottini di guerra”.
Così Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera e capogruppo Pd in commissione Agricoltura, intervistato dal quotidiano “il manifesto”.
“È sempre più urgente che l'ambiguo ed evanescente ministro Urso venga in Aula a riferire sui rischi, sempre più concreti, che lo scontro commerciale tra Usa e Europa porterà al nostro Made in Italy. Le eccellenze italiane, che rappresentano un export pari a 67 miliardi, rischiano il tracollo e la posizione ondivaga e remissiva del governo non è un buon segnale per tutelare il Made in Italy dai dazi. Sono necessarie azioni concrete, l'inerzia dell'esecutivo fa molto male all'economia italiana”. Così in una nota il deputato dem Vinicio Peluffo, capogruppo PD in Commissione Attività produttive alla Camera.
“La moda è da sempre un'eccellenza del Made in Italy. Lo sanno tutti tranne l'evanescente e inadeguato ministro Urso che resta inerme davanti al perdurare della crisi di uno dei volani del sistema produttivo italiano. La preoccupazione è ancora maggiore se, oltre alla mancanza di azioni concrete per proteggere e dare nuova linfa alla moda italiana, a breve l'intero comparto potrebbe essere esposto all'imposizione dei dazi in arrivo dagli Stati Uniti. È giunto il momento che il ministro si assuma le sue responsabilità e venga in Aula a chiarire quali sono le politiche del governo per superare la crisi del settore moda e quali saranno le tutele contro i dazi americani”. Così in una nota la deputata dem Simona Bonafè, vicepresidente del Gruppo PD alla Camera.
“ Il PD continua a sensibilizzare il Parlamento e il governo sulla drammatica situazione di Gaza. Meloni e l'esecutivo rompano il silenzio e l'inerzia che gettano vergogna e colpa sul nostro Paese. È l'ora di riconoscere lo Stato di Palestina e mettere in campo azioni politiche per fermare il massacro.
Nella nebbia di silenzio e di rassegnazione che avvolge da un anno e mezzo l'Occidente democratico, sembra che abbiamo bisogno di azioni individuali da assumere a simbolo, storie di eroi che, purtroppo, quando si parla di Palestina sembra abbiano perso di valore”. Così la deputata dem Rachele Scarpa interevendo in Aula di Montecitorio.
“Non basta – continua la parlamentare PD - la storia di Hamdan Ballal, regista premio Oscar, aggredito in casa sua da coloni israeliani e poi arrestato dall'Idf in ambulanza dove stava ricevendo soccorso. Non basta raccontare la violenza sistematica e crescente dei coloni in Cisgiordania che, con oltre 900 check point, rendono impossibile la vita dei palestinesi. Non bastano le storie dei 208 giornalisti uccisi e del medico Abu Safiya, rimasto fino all'ultimo a soccorrere i pazienti che non si potevano muovere nell'ospedale che stava venendo evacuato. Non bastano gli oltre 15 mila bambini uccisi e tutti quelli che si porteranno il dolore per il resto della loro vita. Il massacro deve avere fine”, conclude Scarpa.
“La destra antieuropeista ormai è un disco rotto: attacca tutti i giorni il Sindaco Gualtieri, ma lo fa strumentalmente solo per colpire l’Europa e l’idea che le istituzioni italiane possano impiegare risorse per difendere e promuoverne i valori condivisi”.
Così una nota del deputato democratico, Andrea Casu, che aggiunge: “Comprendiamo la difficoltà politica di chi deve difendere insieme il record dei salari più bassi tra i grandi paesi UE, i dazi contro la produzione e il lavoro in Italia e l’operato del peggior ministro dei trasporti della storia, ma questa sterile campagna non basterà a nascondere agli occhi degli italiani le divisioni e i fallimenti del Governo” conclude Casu.
“Lo avevamo detto e lo ripetiamo: l’unica norma varata dal governo Meloni contro il dissesto idrogeologico, dopo aver tagliato le risorse e avere accumulato continui ritardi sui risarcimenti, è stata quella di costringere le imprese ad assicurarsi. Tra pochi giorni, entro fine marzo, scadono infatti i termini per stipulare le polizze. Avevamo chiesto più tempo ma le nostre proposte sono state bocciate: adesso solamente un intervento urgente del governo può posticiparne l’entrata in vigore”. Così i deputati Marco Simiani e Ubaldo Pagano, rispettivamente capigruppo Pd in commissione Ambiente e Bilancio.
“Una proroga - concludono Simiani e Pagano - è infatti necessaria. L’assicurazione presenta un quadro normativo non chiaro sull’entità dei costi e sulla definizione delle calamità per le quali sono realmente previsti i risarcimenti. Si rischia, in questo caso, di avere tariffe imposte dalle assicurazioni e una discrezione troppo soggettiva sulla copertura rispetto ai singoli eventi catastrofali. E’ necessario che sia lo Stato, nel rispetto del principio di libera concorrenza, a definire uno standard comune di ‘polizza base’ poi integrabile con le necessità delle singole aziende. Vanno poi previste norme specifiche per la cooperazione ed il settore no profit. Senza questi accorgimenti l’assicurazione diviene soltanto una tassa ai danni delle imprese che solleva il governo da ogni responsabilità sulla gestione del territorio”.
I deputati e le deputate del Partito Democratico della commissione Lavoro saranno domani in varie piazze a manifestare il sostegno allo sciopero unitario dei sindacati metalmeccanici Fim, Fiom e Uilm. Arturo Scotto a Roma, Chiara Gribaudo a Torino, Emiliano Fossi a Fidenza, Marco Sarracino a Napoli.
“Siamo solidali - dichiarano - con la vertenza dei lavoratori e delle lavoratrici metalmeccanici che chiedono il rinnovo del contratto. Il governo non può girarsi dall’altra parte: agisca sugli industriali per sbloccare la trattativa. Il potere d’acquisto di chi lavora va difeso soprattutto alla luce dei dati drammatici sui salari diffusi ieri dall'Istat”.
“Con i dazi sulle auto, le perdite stimate per il nostro Paese sono quasi tre miliardi e mezzo di euro. Se le minacce di Trump si concretizzassero sugli altri settori, per le nostre imprese e per l’economia nazionale sarebbe un disastro. In questo quadro quello che sconcerta è soprattutto l’atteggiamento del governo italiano le cui divisioni interne indeboliscono l’Europa e limitano una efficace risposta comunitaria: da un lato appoggia infatti senza convinzione l’azione Ue, sperando però, dall’altro, che ogni accordo fallisca per provare a contrattare direttamente con gli Stati Uniti misure meno restrittive. Questo doppiogiochismo della destra italiana avrà ripercussioni gravissime: alimenta incertezze che mettono in ginocchio l’export e pone il nostro Paese in un ruolo marginale”. Così Simona Bonafè, vicepresidente vicaria dei deputati Pd.