“Da quando esiste il rapporto Italiani nel mondo della Fondazione Migrantes – spiega il deputato del Partito Democratico Fabio Porta, eletto nella circoscrizione Estero – la mobilità degli italiani è in costante aumento, con un saldo negativo mai compensato dai rimpatri. I dati del 2024 e del 2025 confermano che i giovani non trovano nel nostro Paese prospettive di lavoro e crescita, e per questo scelgono l’estero”.
Secondo Porta, le politiche del governo aggravano un trend già allarmante: “L’Italia non è attrattiva – osserva – né per i propri giovani né per gli immigrati, che in molti casi la attraversano solo per andare altrove. È un Paese che, senza una visione diversa, rischia il declino demografico ed economico”.
Il deputato dem invita a “ripensare il concetto stesso di progresso, investendo su salari più alti, meritocrazia e università capaci di offrire opportunità reali”. Sul fronte dell’inclusione, aggiunge: “Serve una legge sulla cittadinanza opposta a quella voluta dalla destra, che oggi esclude invece di includere. Un Paese che nega diritti e chiude le porte ai nuovi italiani – conclude Porta – è un Paese che si condanna da solo alla recessione demografica e alla perdita di futuro. E’ un Paese destinato a morire”.
“La Corte Costituzionale ha sonoramente bocciato, anzi demolito la legge sull'Autonomia differenziata. Ciononostante il governo continua a sottoscrivere intese con alcune regioni per realizzarla entro fine anno. Al ministro Calderoli o non è chiara la sentenza della Corte o, in questo clima di delegittimazione della magistratura, il governo ha deciso di puntare il dito e attaccare la Corte Costituzionale”. Lo dichiara il deputato Pd Claudio Michele Stefanazzi durante il Question Time alla Camera con il ministro Calderoli.
“La terza ipotesi – continua il parlamentare dem - è quella più inquietante: l'autonomia è ,da un lato, il feticcio per dimostrare dell'esistenza della classe dirigente della Lega e, dall’altro, lo strumento per punire i cittadini che tra qualche giorno voteranno per il centrosinistra nelle amministrative di Campania e Puglia”. “Quel che rimane certo è che le intese con le regioni ora sono sbagliate così come è sbagliata l'intera riforma per distruggere l'unità d'Italia”, conclude Stefanazzi.
“Il ministro Calderoli conferma in Aula che realizzerà l'Autonomia differenziata nonostante la sentenza della Corte Costituzionale che ha demolito la legge 86/2024. Ma il ministro vuole procedere ugualmente colpendo la sanità del Mezzogiorno, costringendo migliaia di persone di andarsi a curare al Nord allungando ulteriormente le liste d'attesa. Il ministro ci fa capire che trova normale che i docenti del Sud siano pagati di meno rispetto ai colleghi delle altre regioni e che non ha interesse dei 150mila giovani meridionali che ogni anno sono costretti ad emigrare altrove alla ricerca di opportunità che nella propria terra non hanno. Tutto questo è l'autonomia differenziata, un meccanismo di distruzione dell'unità d'Italia, che aumenta i divari e le diseguaglianze”. Lo dichiara il deputato e responsabile Pd per la coesione territoriale, Marco Sarracino intervenendo in replica al ministro Calderoli durante il Question time alla Camera.
“Calderoli dovrebbe recarsi al Sud a raccontare queste cose insieme alla premier Meloni. Ma cosa pensano di queste dichiarazioni i candidati Cirielli in Campania o Lobuono in Puglia? Sull'argomento i candidati della destra restano in silenzio perché sono complici di una riforma sbagliata e fuori dalla realtà. Il governo ci parla di Lep, ma li finanzia con zero euro perché sono il governo più antimeridionalista della storia repubblicana e noi glielo ricorderemo ogni giorno”, conclude Sarracino.
Teniamo alta l'attenzione sui diritti dei lavoratori
Dopo la presentazione a Torino, la Proposta di Legge Griseri Prisco arriva a Firenze: questa mattina, mercoledì 12 novembre, è stata infatti illustrata l’iniziativa a Casa Rider, dove la prima firmataria e Onorevole Chiara Gribaudo ha dialogato con Roberta Turi, segretaria nazionale di Nidil Cgil, Mattia Chiosi, della segreteria Nidil Cgil Firenze con delega ai rider, e Dario Danti, assessore al Lavoro di Firenze.ì
L’obiettivo della legge è quello di sospendere le consegne e tutelare economicamente i rider nei giorni di emergenza climatica. Pioggia torrenziale, caldo estremo, vento, eruzioni vulcaniche: lavorare non deve significare rischiare la vita. L’immagine che ha acceso la legge è quella descritta da uno degli ultimi articoli scritti dal giornalista di Torino Paolo Griseri, che pochi giorni prima di mancare descrisse le condizioni di lavoro dei rider durante l’alluvione di Bologna, a ottobre 2024. Contemporaneamente, si è scelto di dedicare la legge anche ad Antonio Prisco, rider e sindacalista di Nidil CGIL.
“Vogliamo aumentare tutele e diritti dei rider. Una proposta già bocciata dal Governo, che ancora una volta sceglie di non tutelare sicurezza e diritti sul lavoro, ma noi andiamo avanti perché i riders vanno tutelati - così Chiara Gribaudo, vicepresidente del Partito Democratico - Una proposta per me molto importante non solo nel merito, ma anche perché è dedicata alla memoria di un grande giornalista e di un sindacalista pioniere della gig economy che hanno lottato per questi temi. Dobbiamo mantenere alta l’attenzione sul tema: la proposta è stata depositata quasi un anno fa, ora attendiamo la calendarizzazione per la discussione in Parlamento”.
“La proposta di legge Griseri–Prisco rappresenta un passo importante nella direzione che come NIdiL CGIL indichiamo da tempo: riconoscere che i rider sono lavoratrici e lavoratori veri, non numeri dentro un algoritmo. Il diritto alla sicurezza non può essere una variabile dipendente dal meteo o dai profitti delle piattaforme, ma un principio universale del lavoro - ha detto Roberta Turi, segretaria nazionale Nidil Cgil - I risultati della nostra ultima inchiesta nazionale parlano chiaro: questo è un lavoro pagato poco, costoso da svolgere e privo di tutele effettive. Ogni giorno migliaia di persone pedalano o guidano per consegnare beni essenziali, ma restano senza ammortizzatori sociali, senza copertura in caso di malattia o di allerta meteo. Le battaglie legali degli ultimi anni – da Palermo a Torino, da Milano a Firenze – hanno già stabilito che chi lavora sotto il controllo dell’algoritmo deve essere riconosciuto come lavoratore subordinato, con diritti e sicurezza garantiti. Ora è tempo che anche il legislatore ne tragga le conseguenze, superando definitivamente il cottimo e costruendo un sistema di tutele universali, a partire proprio dalle situazioni di rischio climatico. Con questa proposta, la politica può e deve colmare un vuoto che i rider non possono più sopportare da soli”.
“Per la tutela dei rider, come sindacato da mesi stiamo spingendo sulla contrattazione nazionale, avendo contribuito a produrre una piattaforma coi rider. Nel mentre, vigiliamo sul percorso di recepimento della direttiva europea sul lavoro mediante piattaforma - così Mattia Chiosi, Nidil Cgil Firenze - Rileviamo che il vulnus dell'applicazione dell'autonomia senza le tutele del lavoro subordinato ha esteso una stortura macroscopica sulla salute e la sicurezza sul lavoro, specie di fronte alle emergenze maltempo e alle ondate di calore, spingendo il rischio a carico dei rider al massimo livello. Vanno bene le ordinanze regionali che sono state messe in campo, ma senza integrazione salariale siamo di fronte alla scelta tra salute e salario, quindi ben venga la proposta Prisco-Griseri se integrata in un percorso teso a modificare le condizioni inaccettabili dei rider, non solo attraverso la normativa ma anche e soprattutto attraverso la contrattazione collettiva”.
"Nonostante i passi avanti fatti proprio a Firenze, più di un anno fa, con l'apertura di 'Casa Rider' - ha ricordato l'assessore al lavoro Dario Danti - a livello nazionale tanti impegni sono rimasti solo sulla carta e oggi i rider continuano ad essere lavoratori di fatto alla mercè di un algoritmo. Questa legge sarà una conquista non solamente sociale e sindacale ma di civiltà. Firenze è sempre stata vicina ai lavoratori, le politiche per il lavoro e il reddito sono centrali per questa amministrazione e sono uno dei tratti distintivi della sindaca Funaro e della sua giunta. Non dimentichiamo che la nostra città ha un protocollo appalti tra i più avanzati d'Italia. Da marzo 2024, dopo l'approvazione di due apposite delibere, il salario minimo di 9 euro è applicato in tutti gli appalti nei quali il Comune è stazione appaltante".
“Resto molto colpita di come il ministro Valditara sia sorpreso dalla legittima correlazione tra la violenza sulle donne e l'educazione sessuale nelle scuole. Offende le opposizioni invece di rispondere nel merito e farci capire se anche per lui c'è una strettissima correlazione e che è necessario investire sull'educazione all'affettività per evitare quella violenza che determina troppe morti di donne. Il governo ha addirittura difficoltà a pronunciare la parola 'affettività' o la definisce come un mostro da evitare. Educazione e rispetto reciproco sono gli obiettivi su cui lavorare. Lo stesso rispetto che oggi il ministro Valditara non ha dato all'Aula di Montecitorio”. Lo dichiara la deputata Pd, Michela Di Biase durante la discussione del ddl sul consenso informato alla Camera.
“È impossibile proseguire con i lavori parlamentari, non ci sono le condizioni: le parole del ministro Valditara sono troppo gravi. Per questo chiediamo la convocazione di una capigruppo per capire come procedere.” Lo ha dichiarato la vicepresidente vicaria del Partito Democratico alla Camera, Simona Bonafè, appellandosi al presidente della Camera Lorenzo Fontana. “Abbiamo ascoltato insulti e parole offensive”, ha concluso Bonafè.
Le notizie emerse sul presunto coinvolgimento di cittadini italiani, e sulla possibile conoscenza dei fatti da parte dei nostri servizi segreti, in relazione ai cosiddetti ‘cecchini del weekend’ durante l’assedio di Sarajevo, se fossero confermate sarebbero di una gravità assoluta e richiederebbero immediati chiarimenti istituzionali. È indispensabile che tutte le informazioni disponibili siano rese note agli organi competenti e che il Parlamento possa seguire con attenzione l’evolversi delle indagini. Solo attraverso piena trasparenza si potrà fare luce su una vicenda così grave e delicata, nel rispetto delle vittime e dell’onore delle istituzioni italiane.” Così una nota della deputata democratica e responsabile giustizia del Pd, Debora Serracchiani.
“Oggi è accaduto qualcosa di inaudito in Aula: il ministro Valditara, quello che dovrebbe sovrintendere l'educazione e la formazione pubblica, ha insultato i parlamentari dell'opposizione. Poi se n'è andato via da Montecitorio dopo una pseudo lezione sbagliando su tutta la linea su un provvedimento, il suo, che è molto chiaro laddove parla del divieto 'in ogni caso' di educazione sessuale nella scuola primaria e dell'infanzia. Chi è che non ha mai letto questo provvedimento? Valditara dovrebbe tornare in Aula e scusarsi con il Parlamento per le gravi offese rivolte, esca dalle ossessioni ideologiche e inizi ad ascoltare i bisogni della scuola e fornire le risposte di cui i ragazzi hanno bisogno”. Così in una nota la deputata e vicepresidente del Gruppo Pd alla Camera, Valentina Ghio.
“L’intervento del ministro Valditara presenta tre problemi. Il primo riguarda il merito, perché ha voluto dare una versione del provvedimento che non corrisponde al testo che stiamo discutendo. Il secondo è di metodo, perché ha scelto di offendere in aula le opposizioni. Il terzo, sempre di metodo, riguarda il comportamento di andarsene durante il dibattito. Penso davvero che il ministro debba delle scuse, non a noi dell’opposizione, ma a tutta l’aula del Parlamento. Scuse indispensabili per poter riprendere l’esame del testo in modo sereno.”
Così il Deputato del Partito Democratico, Andrea De Maria, intervenuto oggi in aula.
“Il ministro ha confuso quest’aula con le classi scolastiche, che lui immagina come dei pollai e non come luoghi di discussione e confronto. Utilizzando quella parola, “vergogna”, nei confronti dell’opposizione, nei fatti ha descritto cosa pensa di una classe di studenti che magari non sono d’accordo con la sua impostazione. Ne emerge un’idea profondamente antidemocratica sia del ruolo del Parlamento, sia del rapporto tra Parlamento e Governo, e sicuramente anche di come in questo Paese si costruisce l’educazione.” Lo dichiara il Deputato del Partito Democratico Arturo Scotto, intervenuto oggi alla Camera.
“Una delle più grandi urgenze e disgrazie di questo Paese è la ormai quasi totale nudità delle città e dei territori di fronte alle potenti incursioni (non c’è altro termine) del capitale finanziario e immobiliare che decide, di fatto senza pagare pegno e senza confronto democratico, dove collocarsi, cosa fare, come farlo. Senza una legge urbanistica nazionale leggera ma forte come le reti da pesca e senza ordinamenti evoluti delle grandi città e delle province, avremo solo problemi sempre più gravi nelle aree urbane e in quelle cosiddette interne”. Lo ha dichiarato il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, intervenuto a Firenze nel corso del convegno indetto annualmente dell’Inu, Urbanpromo, sul governo del territorio e delle città.
“In Italia - ha spiegato Morassut - non c’è un quadro di riferimento unitario per la tutela del suolo, la sua messa in sicurezza, una fiscalità urbana degna di un paese europeo e civile, un arco di regole minime per la partecipazione popolare ai processi di trasformazione urbana, una politica abitativa seria. Nn Tutto avviene come un vorticoso moto trainato dalle incursioni di chi può decidere o imporre quasi tutto. Fare delle leggine hamburger sulla rigenerazione dove c’è di tutto e dove sono d’accordo tutti non ha alcun senso ed è un qualcosa di profondamente inquietante”.
“Su queste cose - ha continuato il deputato dem - ci vuole un confronto ed uno scontro tra visioni e prospettive diverse. Nel Pd per esempio sì sonnecchia, si svicola, si sottovaluta, si ammicca e non ci si rende conto che è dal governo dei territori, dalla forma delle città e dalle regole che le possono salvare o meno che dipende la stessa economia nazionale. Perché se non governi la ‘terra’ non fai niente. Solo chiacchiere”.
“L’idea che sembra avanzare dal governo di un piano casa di un miliardo e mezzo su un tempo di quattro anni come si intende svilupparsi? Su quali aree, su quali localizzazioni? Il problema dell’erp e dell’ers in Italia non sono i soldi, ma le aree. Se si intende agire per via espropriativa - ha concluso Morassut - bisogna sapere che questa è una strada che porterebbe un grande regalo alla rendita che, in base alle norme europee, incasserebbe soldi stando semplicemente ferma, perché i prezzi di esproprio da almeno venti anni non sono che prezzi di mercato. Bisognerebbe mettere in gioco del patrimonio pubblico ma questo vorrebbe dire dare all’Agenzia del Demanio e a tutte le agenzie territoriali un indirizzo generale che destini parte non trascurabile del patrimonio dismesso e disoonibile alle politiche per la casa e non solo a valorizzazioni di cassa. Sono cose da chiarire. Mettere soldi sulla casa senza affrontare questi nodi non vuol dire nulla. Anzi può essere controproducente”.
“Spero davvero che l’intervento di Valditara abbia grande diffusione, perché spiega meglio di mille provvedimenti il suo atteggiamento. Spiega tutto il suo bullismo istituzionale, autoritarismo, oscurantismo. Altro che “malati di democrazia”: il ministro dell’Istruzione, viene in Parlamento a vomitare insulti e giudizi sui suoi avversari politici per poi scappare a gambe levate senza accettare confronti. In psicologia si parlerebbe di un atteggiamento passivo-aggressivo; forse, in questo caso, si tratta di un comportamento passivo-regressivo. Credo che la “vergogna” sia quella di vedere la scuola di questo paese nelle mani di questo ministro. Per fortuna, però, la scuola italiana è molto migliore del suo ministro.” Lo dichiara il Deputato del Partito Democratico Mauro Berruto intervenuto oggi alla Camera.
“Sono gravi e irresponsabili le parole e le accuse rivolte dal Ministro Valditara ai rappresentanti delle opposizioni. Vorrei ricordare al ministro Valditara quanto è scritto nel comma 4 del testo originario del suo disegno di legge: 'per la scuola dell'infanzia e la scuola primaria sono escluse in ogni caso le attività didattiche e progettuali nonché eventuali attività aventi ad oggetto temi attinenti all'ambito della sessualità'. Ebbene, il governo sta vietando nelle scuole di fare quei progetti che le stesse scuole stanno facendo da anni sull'educazione sessuale”. Lo dichiara la deputata e capogruppo Pd in Commissione Cultura, Irene Manzi rivolgendosi al ministro Valditara durante la discussione sul ddl sul consenso informato. “Le Indicazioni nazionali che il ministro ricorda fanno riferimento esclusivamente alla trasmissione di conoscenze relative alla conoscenza dell’apparato riproduttivo, ma questo non è sufficiente – sottolinea la parlamentare -come ci ricordano l’organizzazione mondiale della Sanità e l’Unesco vanno affrontate tematiche quali la consapevolezza di sé, la capacità di costruire relazioni rispettose e competenze per proteggersi e prendere decisioni informate, educazione alle emozioni, alle relazioni”.
“Valditara esca dalla dimensione della propaganda, cominci ad ascoltare la voce che arriva dalle scuole e dalle famiglie e stia al merito delle questioni. Il governo vieta attività qualificanti all'interno delle scuole e se ne deve assumere politicamente la responsabilità”, conclude Manzi
“Il ministro ci aveva già dato qualche indizio sul suo approccio non solo alle istituzioni, ma anche al mondo dell’educazione, e lo fece qualche tempo fa, appena nominato ministro. Disse che umiliare un ragazzo o una ragazza poteva essere uno strumento utile per educarlo. Ecco, oggi, anche qui, non solo ha umiliato se stesso, ma ha umiliato l’istituzione che rappresenta. Noi chiediamo scuse, non ricostruzioni mistificate. Chiediamo che legga la norma, perché leggendo quel comma 5 si capisce una cosa molto chiara: nella gerarchia delle fonti, le linee guida non possono superare una legge dello Stato. Ed è in questo luogo che si legifera. Abbia quindi rispetto della Camera e dell’istituzione che rappresenta.” Lo ha dichiarato la deputata del Partito Democratico, Ouidad Bakkali, intervenuta in Aula durante il dibattito sul consenso informato.
“Irrispettoso del Parlamento e soprattutto delle opposizioni, il ministro Valditara fa un comizio arrogante, offende il Parlamento usando parole inappropriate, gridando ‘vergognatevi’, poi gira le spalle e se ne va. Invece di lavorare insieme sull’educazione all’affettività”. Così il gruppo del Partito democratico sta intervenendo in Aula per stigmatizzare le parole indegne del ministro Valditara, che ha detto alle opposizioni “vergognatevi” e poi subito dopo ha lasciato l’Aula.
“Il ministro Valditara - stanno affermando i deputati - chieda scusa”.