“Il contenzioso giudiziario in atto nella sede della Croce Rossa di Frosinone rappresenta un’ombra ancor più seria poiché ci troviamo alla vigilia di importanti elezioni per la guida della Regione Lazio. E, dunque, siamo totalmente insoddisfatti delle mancate risposte del governo alla nostra interpellanza urgente sulla cattiva gestione della Cri, soprattutto per quanto riguarda proprio la vicenda poco trasparente di Frosinone, e ancor di più in relazione al tema dell’indipendenza dell’associazione dal potere politico, visto che si riscontra il passaggio di mano da un uomo, l’ex presidente Francesco Rocca, oggi candidato della destra alla presidenza del Lazio. E’ Francesco Rocca, infatti, a chiedere il commissariamento della sede di Frosinone, poi fermata dal Tar perché frutto ‘di una ricostruzione manifestatamente distorsiva’ dei fatti, dopo la denuncia dell’allora presidente del comitato locale, Antonio Rocca, di spese sospette per 300mila euro collegate proprio al suo predecessore Francesco Rocca”.
Così il deputato dem, Roberto Morassut, nella replica alla risposta della sottosegretaria all’Economia e Finanza, Lucia Albano, all’interpellanza urgente sottoscritta da trenta deputati del Gruppo Pd e discussa oggi in Aula alla presenza della presidente, Debora Serracchiani.
“La nostra richiesta di chiarimenti urgenti - spiega il primo firmatario dell'interpellanza Andrea Casu - anche per quanto concerne gli altri numerosi casi che coinvolgono le gestioni di altre sedi locali, da Crotone a Como, da Follonica a Castelfranco (Arezzo), che hanno portato a 28 commissariamenti, non sono certamente rivolte contro la funzione della Cri e l’eccezionale opera svolta da volontari e lavoratori che vogliamo ringraziare e che guardano anch’essi con enorme preoccupazione alle inchieste in corso. Non è, infatti, assolutamente nostra intenzione sparare sulla Croce Rossa. Anzi. Vogliamo difenderne il futuro, la storia e l'autonomia verificando se a sparare contro questa istituzione e i principi fondamentali che la ispirano sia stato qualcuno che viene dal suo interno”.
“I ritardi del governo stanno penalizzando i Comuni geotermici che aspettano da mesi il provvedimento attuativo per ricevere i finanziamenti previsti dal Decreto Aiuti, pari a 0,05 centesimi di euro per ogni kWh di energia elettrica prodotta”, così Marco Simiani, capogruppo Pd in Commissione Ambiente, in una interrogazione depositata a Montecitorio e che riguarda i territori delle province toscane di Pisa, Siena e Grosseto.
“I comuni geotermici producono una fonte pulita e rinnovabile utilizzata anche da vasti bacini di utenza contigui e hanno quindi diritto a compensazioni adeguate: potranno utilizzare queste ulteriori risorse per realizzare opere, infrastrutture ed interventi per le comunità locali. Il decreto ministeriale che dovrebbe sbloccare i finanziamenti è però fermo da settimane. Chiediamo quindi al governo Meloni di accelerare l'adozione del provvedimento previsto”, conclude Marco Simiani.
Mansour Dehmardeh è un ragazzo iraniano, ha 22 anni. Oggi, insieme ad altri tre suoi coetanei, è stato condannato a morte, in via definitiva, dal regime di Khamenei. L’accusa è di “Corruzione sulla Terra” e “guerra contro Dio”.
Mansour è un ragazzo disabile, lo scorso 3 ottobre è stato arrestato nel contesto della brutale repressione delle proteste antigovernative a Zahedan, capoluogo della provincia del Sistan-Baluchistan, dove vive la minoranza beluci del Paese. Moltissimi sono stati incarcerati, altri deportati con la forza in Afghanistan.
Dopo dieci giorni di torture, in cui gli hanno spaccato il naso e i denti, e non ha avuto la possibilità di nominarsi un avvocato di fiducia, Mansour ha confessato di aver lanciato tre pietre e dato fuoco ad una gomma durante le manifestazioni. Un tribunale lo ha condanato a morte, per tre pietre scagliate e una gomma bruciata.
In Iran, in questo momento, ci sono centinaia di persone che rischiano la condanna a morte o la cui esecuzione è imminente. Con la collega Lia Quartapelle abbiamo deciso di “adottare” le ragazze e i ragazzi arrestati e condannati, per diffonderne la storia e difenderne la vita facendo pressione sul governo iraniano per fermare le esecuzioni.
Nei giorni scorsi, in qualità di deputato della Repubblica Italiana, ho inviato una lettera ufficiale all’Ambasciata iraniana a Roma per chiedere l’immediato rilascio di Mansour e per avere notizie sul processo e sulle sue condizioni psicofisiche, denunciando la violazione dei più elementari diritti umani. Non è arrivata alcuna risposta. Non fermiamo le nostre proteste. Fermiamo l’orrore in Iran.
Lo scrive su Facebook il vicecapogruppo del PD alla Camera Peppe Provenzano.
I deputati toscani dei Democratici: “Il fatto che anche la terza manifestazione di interesse per Sanac sia andata deserta getta ombre su questa vicenda”
Un'interrogazione al Governo per sapere “quali interventi urgenti si intenda assumere al fine di garantire una soluzione positiva della situazione debitoria di Acciaierie d'Italia nei confronti di Sanac e quali interventi si intenda assumere al fine di rilanciare la filiera siderurgica italiana e garantire gli attuali livelli occupazionali degli stabilimenti Sanac”.
È quanto chiedono i deputati Pd Emiliano Fossi e Marco Furfaro, che si sono rivolti al ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, e al ministro del Lavoro e delle politiche sociali, Marina Elvira Calderone, per avere informazioni sul futuro della Sanac, che ha uno stabilimento a Massa. L’azienda, che si occupa dal 2015 della lavorazione di materiali refrattari destinati al settore siderurgico, conta 380 dipendenti ed è in amministrazione straordinaria.
“Il gruppo – si legge nell'interrogazione di Fossi e Furfaro – è controllato da sempre dall'ex Ilva a livello produttivo e gestionale: il 70 per cento del prodotto è infatti destinato a Taranto mentre il restante 30 per cento al mercato terziario. Per tale motivo il futuro dell'azienda è fortemente legato alla vertenza Arcelor Mittal ed alle scelte del governo nell'ambito del settore siderurgico in Italia”. “Vogliamo che il governo faccia chiarezza – hanno spiegato Fossi e Furfaro -. Tutti questi lavoratori devono essere tutelati. Il fatto che anche la terza manifestazione di interesse per Sanac sia andata deserta getta ombre su questa vicenda ed è necessaria una forte presa di posizione da parte del governo, al fine di assicurare la continuità produttiva. Noi saremo sempre in campo per tutelare il lavoro”.
“Le scritte naziste a Bolzano rivolte contro Giacomo Matteotti confermano come egli, dopo 100 anni, sia ancora una figura simbolica sia per gli antifascisti che per i fascisti criminali e violenti come i gruppi di Bolzano, autori di queste azioni. Il coraggio etico ed il rigore antifascista di Matteotti siano ancora oggi ispirazione per tutta la classe dirigente democratica di questo Paese. Attendiamo l’unanime condanna di tutte le forze politiche e dei vertici della Camera e soprattutto del Senato”. Così in una nota il deputato del Partito Democratico, Roberto Morassut, vicepresidente della Fondazione Matteotti.
“Oggi, nel corso della seduta della Commissione Affari esteri e comunitari della Camera dei deputati, io e il collega Arturo Scotto abbiamo chiesto alla sottosegretaria al Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale Maria Tripodi di condannare la recente visita del Ministro della Sicurezza nazionale di Israele, Ben Givr, alla Spianata delle Moschee a Gerusalemme, che ha suscitato grande preoccupazione sia sul piano interno che su quello internazionale. E abbiamo chiesto inoltre se il Governo italiano intende sostenere la riapertura di un negoziato tra israeliani e palestinesi. Noi temiamo che in Israele e in Palestina si avvii un’ulteriore spirale di violenze. Le violenze, a dire il vero, non si sono mai fermate, neanche nei giorni e nelle settimane passate. L’Italia in quanto amica di Israele e consapevole delle ragioni del popolo palestinese, nel passato ha svolto un ruolo chiave per il dialogo e per la ricerca della pace tra israeliani e palestinesi. Un ruolo che ormai sembra dismesso. La risposta che ci ha fornito oggi la sottosegretaria Tripodi è insoddisfacente. L’obiettivo in sè giusto ‘due popoli, due Stati’ richiamato da Tripodi non ha senso se non si pone fine all’occupazione della Palestina. Ci si limita a ripetere la formula giusta ma non si vede, perché non si vuole vedere, che la proliferazione di insediamenti illegali in Cisgiordania è finalizzata a compromettere la continuità territoriale di un futuro Stato di Palestina e ad impedirne la realizzazione.
Non si vede, perché non si vuole vedere, quello ho constatato io stessa in un recente viaggio in Israele e Palestina e cioè che 1000 palestinesi vengono cacciati dalle loro case a Masafer Yatta, a sud di Hebron, perché l’esercito israeliano deve costruire un poligono di tiro. Non si vede, perché non si vuole vedere, quale risentimento e quale rabbia abbiano provocato gli sgomberi forzati nel quartiere di Sheik Jarrah, a Gerusalemme Est, di famiglie palestinesi che risiedevano li da decenni. Chiediamo in sostanza al governo italiano di agire in ottemperanza delle numerose risoluzioni delle Nazioni Unite che chiedono la fine degli insediamenti e dell’occupazione e il ritorno ai confini del 1967: solo così si potrà garantire la pace e si potrà far nascere uno Stato di Palestina che viva nella sicurezza reciproca accanto allo Stato di Israele”.
Ad affermarlo in una nota Laura Boldrini, deputata del Partito Democratico.
“Invece di nascondersi dietro al silenzio, il candidato del centrodestra alla Regione Lazio, Francesco Rocca, ci dica con sincerità cosa pensa dell’indagine sull’Università Unicusano Campus che vede, tra i nomi anche quello di Stefano Bandecchi, coordinatore di Alternativa popolare e qualche giorno fa in amabile compagnia con l’ex Presidente della Croce Rossa. Noi ovviamente siamo garantisti, come Rocca d’altronde, e aspettiamo di apprendere dai giudici qualche informazione in più. Ci viene da pensare che in questo caso il silenzio di Rocca, sempre molto loquace, forse vale più di mille parole”.
Così in una nota Andrea Casu deputato e segretario del Partito Democratico di Roma.
“Il Parlamento Europeo ha approvato la risoluzione comune sulle conseguenze umanitarie del blocco in Nagorno Karabakh. Un impegno che porteremo anche nella Commissione Esteri della Camera. L'Italia e l'Europa non possono voltarsi dall'altra parte di fronte a quanto sta accadendo”. Lo scrive su Twitter il deputato del PD Andrea Casu.
"Il Governo agisca immediatamente in sede UE per contrastare l’iniziativa della Commissione europea relativa alle avvertenze sanitarie in etichetta per gli alcolici a tutela dell’intera filiera vitivinicola italiana". È quanto chiede Stefano Vaccari, capogruppo del PD in Commissione Agricoltura della Camera insieme ai deputati Forattini, Marino e Rossi con una interrogazione al ministro delle Politiche Agricole e della Sovranità Alimentare Francesco Lollobrigida.
"La scelta unilaterale del governo irlandese di introdurre in etichetta messaggi di warning salutistici obbligatori per tutte le bevande alcoliche, vini compresi, è una scelta azzardata e sproporzionata che non tiene conto della specificità del prodotto vino rispetto ad altre bevande, con il rischio di creare confusione verso il consumatore sul rapporto tra alcol, vino e salute".
"La scelta della Commissione - sostengono i parlamentari Dem - rischia di aprire le porte a una normativa comunitaria che metterebbe a rischio una filiera che in Italia dal campo alla tavola garantisce 1,3 milioni di posti di lavoro, un fatturato di 12 miliardi di euro ed un valore di esportazioni pari a 7 miliardi di euro ed è la principale voce dell’export agroalimentare".
“Grazie alla determinazione e all’impegno del Pd è stata incardinata in commissione Affari costituzionali la proposta di legge per l’istituzione della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali. La relatrice Simona Bordonali ha infatti potuto procedere all’adozione di un testo unificato che consentirà di avviare al più presto i lavori della commissione Antimafia”.
Lo dichiara il vice segretario del Pd e vice capogruppo alla Camera Peppe Provenzano, primo firmatario della pdl del Pd per l’istituzione della Commissione.
“Sull’attuazione del Piano nazionale di ripresa e resilienza il governo non ha le idee chiare. Occorre assolutamente evitare che ritardi e scelte sbagliate compromettano i 27 obiettivi da raggiungere entro il 30 giugno 2023 e conseguentemente, l’erogazione della quarta rata da 16 miliardi di euro. Da mesi si susseguono indiscrezioni sulla nuova gestione del Piano e sulle modifiche che la destra vorrebbe chiedere all’Unione Europea: ad oggi però non vi è niente di definito e questo caos rischia di ripercuotersi sulla corretta attuazione degli investimenti. Peraltro il Parlamento è stato finora completamente estromesso dal necessario confronto col governo. Abbiamo da tempo evidenziato alcune criticità riguardanti soprattutto la capacità di progettazione ed esecuzione delle opere da parte degli enti locali di piccola entità: problematiche comunque risolvibili dotando tali amministrazioni di personale e risorse adeguate”.
E’ quanto dichiarano Simona Bonafè e Piero De Luca, vicepresidenti dei deputati Pd, in merito alla discussione di oggi alla Camera sull’interrogazione relativa alla governance del Pnrr.
"Condividiamo quanto dichiarato da Paolo Bolognesi, Presidente dell' Associazione dei familiari delle vittime della strage del 2 agosto. Fratelli d' Italia non pensi, attraverso lo strumento di una Commissione parlamentare, di riscrivere la storia degli anni tragici della strategia della tensione e del terrorismo. Ci sono sentenze e soprattutto ci sono processi in corso. Contrasteremo qualsiasi tentativo di ostacolare la ricerca della piena verità sugli intrecci fra apparati deviati dello Stato e terrorismo neofascista".
Così Andrea De Maria e Virginio Merola, deputati del Pd.
"Sussistono posizioni contraddittorie del Governo sulla Giustizia. Avete richiamato l'importanza di fare investimenti sul carcere e avete fatto con la manovra di bilancio tagli sull'amministrazione penitenziaria. Avete detto che avreste limitato le intercettazioni e impedito l’estensione del diritto penale ma avete creato un nuovo reato, il cosiddetto Dl anti-rave, con più carcere e più intercettazioni e ora si parla di un nuovo reato per imbrattamenti.
Troppe incoerenze anche sulla riforma Cartabia tra esponenti del governo che dicono di difenderla senza se e senza ma e altri che la ritengono inutile e dannosa. Le contraddizioni sono anche all'interno del Governo, la Presidente Meloni ha detto che la sicurezza dei cittadini si consegue con più carcere, ma il ministro Nordio ha espresso posizione opposta e cioè meno carcere e più misure alternative. Nonostante gli annunci, idee e azioni sono discordanti. Viene poi completamente dimenticato il lavoro già fatto dal Parlamento. La nostra posizione è invece che le riforme approvate devono essere attuate con un impegno forte da parte del governo anche attraverso il monitoraggio sul successo di quelle riforme rispetto ad obiettivi importanti. Non c’è quindi bisogno di agitare temi divisivi portando indietro di anni le lancette dell’orologio. Su intercettazioni, prescrizione, separazione delle carriere, obbligatorietà c’è da attuare le riforme fatte.
Guardiamo al futuro e a una giustizia giusta al fianco dei cittadini, senza sollevare inutili scontri che non B servono a niente e che noi respingiamo.
Nella nostra agenda restano prioritari gli investimenti sul Pnrr e noi saremo sentinelle vigili perché siano spesi presto e bene; gli investimenti sull'ufficio del processo; occorre contrastare lo scandalo dei suicidi, delle cattive condizioni delle carcerie e valorizzare la giustizia riparativa.
Infine, tutela vera dei sindaci partendo dalle nostre proposte su chiarezza di separazione dei poteri politici e tecnici degli amministratori locali, le modifiche del testo unico degli enti locali che aiutano gli amministratori locali a lavorare in sicurezza. Il governo non li strumentalizzi, noi siamo al loro fianco". Lo ha detto in Aula il deputato del Pd, Federico Gianassi, intervenendo in dichiarazione di voto sulla giustizia in Aula.
“Alla sollecitazione del ministro Nordio, rispondiamo invitandolo a valutare le nostre proposte, depositate già dalla precedente legislatura, per rivedere l'abuso d'ufficio e l'omissione impropria rispetto ai Sindaci, con l'obiettivo di delimitare e rendere più ragionevole l’ambito dell’imputabilità di questi reati. Conosciamo bene le esigenze e le richieste dei Sindaci, cui dobbiamo dare dignità e serenità nel lavoro quotidiano, anche per non perdere l’occasione storica del Pnrr, alla cui realizzazione partecipano in modo decisivo. Se intende avviare un lavoro serio su questo tema, noi ci siamo”.
Lo dichiara il vice capogruppo del Pd alla Camera Piero De Luca.
"Nordio 1, Nordio 2 e Nordio 3. Il primo dice che i mafiosi non parlano al telefono, ma alla prova dei fatti Matteo Messina Denaro è stato arrestato con due telefoni in tasca. Il secondo dice che i mafiosi non parlano al telefono dei loro reati, eppure Matteo Messina Denaro è stato arrestato proprio per quanto emerso dalle intercettazioni. Il terzo Nordio oggi alla Camera dice che poiché i mafiosi parlano al telefono anche dei loro reati, ma più frequentemente di altri reati, sostiene che le intercettazioni si faranno anche per quei reati satellite a quelli di natura mafiosa.
Attendiamo di capire dal Nordio 4 cosa intende dire. Un po’ preoccupati, per la verità".
Così Debora Serracchiani, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.