21/10/2025 - 09:00

Oggi prende il via la seconda edizione degli Stati Generali sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro organizzati dalla Commissione d’inchiesta parlamentare sulle condizioni di lavoro della Camera dei Deputati presieduta dall’onorevole Chiara Gribaudo. Dal 21 al 23 ottobre, infatti, le realtà che si occupano del tema si troveranno a Roma alla Camera per dialogare su tecnologie, formazione, logistica e proposte. Apre i lavori il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’evento è in collaborazione con la Presidenza della Camera dei Deputati.

A inaugurare le giornate il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, la Presidente della Commissione Chiara Gribaudo e la Ministra del Lavoro Marina Calderone. Seguono la presentazione della serie Rai Fiction - Anele “L’altro ispettore”, una lettura dell’attore Alessio Vassallo e la condivisione delle storie di lavoratrici e lavoratori vittime di infortuni e familiari dei caduti sul lavoro.

“Quella di vittime e infortuni sul lavoro è la grande emergenza dimenticata del Paese - così Chiara Gribaudo, presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni sul lavoro in Italia - Oggi tornano gli Stati Generali salute e sicurezza sul lavoro, organizzati dalla commissione: tre giorni di approfondimenti con esperti, testimonianze dei familiari delle vittime e tavoli tematici, perché è necessario che ognuno di noi faccia la propria parte per garantire diritti, tutele, sicurezza e salvaguardare vite umane”.

Dalle 11 le parti sociali e le associazioni datoriali presenteranno le proprie proposte: saranno presenti Maurizio Landini (CGIL), Mattia Pirulli (CISL), Pierpaolo Bombardieri (UIL), Francesco Paolo Capone (UGL), Guido Lutrario (USB), Angelo Raffaele Margiotta (CONFSAL), Pierangelo Albini (Confindustria), Stefano Crestini (Confartigianato Edilizia), Gino Sabatini (CNA), Cristiano Fini (CIA), Sandro Ganbuzza (Confagricoltura), Romano Magrini (Coldiretti), Renato della Bella (Confimi Industria).

È possibile accreditarsi dal portale della Camera dei deputati (https://comunicazione.camera.it/accrediti-stampa) o con richiesta via mail all'indirizzo sg_ufficiostampa@camera.it indicando nome, cognome, testata e numero tessera per i giornalisti e i dati anagrafici per gli operatori.

 

20/10/2025 - 19:50

“Siamo allo scaricabarile estremo: invece di assumersi responsabilità reali, Borgonzoni scrive lettere di protesta. In un momento in cui il cinema italiano è già al collasso, la sottosegretaria preferisce rivolgersi a Meloni, Giorgetti e Giuli, invece di fare ciò che sarebbe logico: dimettersi. La contraddizione è palese: Borgonzoni fa parte dello stesso governo e dello stesso partito del ministro dell’Economia, che ha firmato il taglio. Basta con questa sceneggiata molto simile ad un film di serie B: nessuna responsabilità nella maggioranza, solo accuse reciproche e teatrini interni. La cultura italiana non merita questo trattamento. Il cinema italiano è un’eccellenza mondiale, un patrimonio artistico e industriale che sostiene l’economia e la reputazione del Paese. Questo governo sta giocando con il futuro di migliaia di lavoratori, produttori, autori e maestranze. La sforbiciata va immediatamente cancellata, prima che il settore collassi definitivamente” così la capogruppo democratica in commissione cultura alla camera, Irene Manzi commenta la lettera che la sottosegretaria alla Cultura Borgonzoni ha inviato a Meloni, Giorgetti e Giuli dopo il drastico taglio che il governo ha inferto al fondo cinema con la legge di bilancio.

 

20/10/2025 - 19:20

“Invece di lanciare quotidianamente accuse all’opposizione e a Elly Schlein, questa maggioranza si preoccupi di governare.

Né Schlein né il Pd hanno mai parlato di mandanti per l’attentato a Sigfrido Ranucci, su cui seguiamo attentamente il lavoro della magistratura sperando che faccia luce al più presto sui responsabili. Il Presidente della Repubblica ha definito la vicenda “allarmante”, e ha detto che “serve una forte reazione”.
Proprio la gravità di quanto accaduto dovrebbe spingere anche la destra a tutelare maggiormente il giornalismo di inchiesta, caposaldo della democrazia, tutti i giorni. Visto che dal 2023 abbiamo perso 8 posizioni arrivando alla 49esima nel rapporto Rsf sulla libertà di stampa. Visto che il governo Meloni ha ridimensionato il giornalismo d’inchiesta nella televisione pubblica, tentando anche di toglierlo dal contratto di servizio. Se proprio il governo vuole dare un bel segnale -anziché attaccare Schlein con false accuse- chieda agli esponenti della maggioranza di ritirare le querele ai giornalisti d’inchiesta. La solidarietà non basta, servono atti concreti.”

Così in una nota Chiara Braga e Francesco Boccia, capigruppo Pd alla Camera dei Deputati e al Senato, e Nicola Zingaretti, capo delegazione Pd al Parlamento Europeo.

 

20/10/2025 - 16:03

“Il disegno di legge del governo sull'affidamento dei minori ha un obiettivo condivisibile: conoscere per intervenire meglio, prevenire i collocamenti impropri e promuovere la qualità delle accoglienze. Ma l'esecutivo lo fa costruendo un'architettura pesante, duplicata, senza risorse con il pericolo di fare più burocrazia che protezione. C'è il rischio della duplicazione delle banche dati che non si parlano e di oneri amministrativi che ricadono sul territorio”. Lo dichiara la deputata Pd, Rachele Scarpa intervenendo in Aula sul disegno di legge di tutela dei minori in affidamento.
“La proposta del Pd è chiara e concreta – sottolinea la parlamentare dem -: un unico registro presso l'autorità giudiziaria competente per minorenni, alimentato una sola volta dai comuni e dai servizi e accessibile alle amministrazioni legittimate. Un registro unico che rispetti il principio di minimizzazione dei dati, standardizza i tracciati informativi e organizzi le informazioni per tipologia di affidamento”.
“Il governo istituisce un nuovo osservatorio nazionale sugli istituti d'assistenza aggiuntivo rispetto a quello per l'infanzia e l'adolescenza e al tavolo nazionale per i minori fuori famiglia. Tre tavoli rischiano di essere troppi ed è necessario chiarire funzioni e coordinamento evitando sovrapposizioni. Oltretutto, l'affidamento non si può legittimare attraverso un algoritmo per cui chiediamo di sopprimere la previsione che attribuisce all'osservatorio poteri di segnalazione e di collocamenti impropri basati sul solo screening dei numeri”, conclude Scarpa.
 

20/10/2025 - 15:37

«Le condizioni in cui versano le donne incinte detenute nella Casa circondariale femminile di Rebibbia sono allarmanti e non più tollerabili». Lo dichiara la deputata Michela Di Biase (Pd), che ha presentato un’interrogazione al Ministro della Giustizia e al Ministro dopo la visita ispettiva effettuata presso l’istituto romano.

«Durante la visita – spiega Di Biase – ho potuto constatare personalmente la presenza di otto donne in stato di gravidanza, alcune affette da gravi patologie incompatibili con la detenzione, tra cui diabete gestazionale e tromboflebiti. In tre casi la situazione sanitaria è apparsa particolarmente critica. Si tratta di condizioni che mettono a rischio non solo la salute delle detenute, ma anche quella dei nascituri».

Nell’interrogazione si sottolinea inoltre la presenza di cinque madri con cinque bambini nella sezione Nido. «Le recenti modifiche introdotte dal cosiddetto decreto sicurezza hanno reso non obbligatorio il rinvio della pena e ristretto la possibilità di accedere a misure alternative alla detenzione, aggravando ulteriormente una realtà già fragile e drammatica. L’articolo 3 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza – prosegue Di Biase – impone di considerare l’interesse superiore del minore come criterio prioritario in ogni decisione che lo riguarda. È dovere dello Stato garantire che né le donne in gravidanza né i bambini trascorrano mesi o anni in un ambiente carcerario inadeguato, privo delle cure e dell’assistenza necessarie».

«Per questo – conclude la deputata dem – chiediamo al Ministro Nordio di disporre verifiche immediate sulle condizioni sanitarie e sociali delle detenute incinte e delle madri con bambini a Rebibbia e di adottare misure urgenti affinché siano garantiti il diritto alla salute, alla dignità e alla maternità, nel pieno rispetto dei principi costituzionali e delle convenzioni internazionali».

 

20/10/2025 - 15:08

Domani prende il via la seconda edizione degli Stati Generali sulla Salute e la Sicurezza sul Lavoro organizzati dalla Commissione d’inchiesta parlamentare sulle condizioni di lavoro della Camera dei Deputati presieduta dall’onorevole Chiara Gribaudo. Dal 21 al 23 ottobre, infatti, le realtà che si occupano del tema si troveranno a Roma alla Camera per dialogare su tecnologie, formazione, logistica e proposte. Apre i lavori il messaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. L’evento è in collaborazione con la Presidenza della Camera dei Deputati.

A inaugurare le giornate il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, la Presidente della Commissione Chiara Gribaudo e la Ministra del Lavoro Marina Calderone. Seguono la presentazione della serie Rai Fiction - Anele “L’altro ispettore”, una lettura dell’attore Alessio Vassallo e la condivisione delle storie di lavoratrici e lavoratori vittime di infortuni e familiari dei caduti sul lavoro.

“Quella di vittime e infortuni sul lavoro è la grande emergenza dimenticata del Paese - così Chiara Gribaudo, presidente della Commissione d’inchiesta sulle condizioni sul lavoro in Italia - Domani tornano gli Stati Generali salute e sicurezza sul lavoro, organizzati dalla commissione: tre giorni di approfondimenti con esperti, testimonianze dei familiari delle vittime e tavoli tematici, perché è necessario che ognuno di noi faccia la propria parte per garantire diritti, tutele, sicurezza e salvaguardare vite umane”.

Dalle 11 le parti sociali e le associazioni datoriali presenteranno le proprie proposte: saranno presenti Maurizio Landini (CGIL), Mattia Pirulli (CISL), Pierpaolo Bombardieri (UIL), Francesco Paolo Capone (UGL), Guido Lutrario (USB), Angelo Raffaele Margiotta (CONFSAL), Pierangelo Albini (Confindustria), Stefano Crestini (Confartigianato Edilizia), Gino Sabatini (CNA), Cristiano Fini (CIA), Sandro Ganbuzza (Confagricoltura), Romano Magrini (Coldiretti), Renato della Bella (Confimi Industria).

È possibile accreditarsi dal portale della Camera dei deputati (https://comunicazione.camera.it/accrediti-stampa) o con richiesta via mail all'indirizzo sg_ufficiostampa@camera.it indicando nome, cognome, testata e numero tessera per i giornalisti e i dati anagrafici per gli operatori.

 

20/10/2025 - 15:05

“Con la nuova Legge di Bilancio il governo Meloni e il ministro Giuli infliggono un altro colpo durissimo al cinema e all’audiovisivo italiani. Dopo anni di attacchi sistematici alla cultura, arriva un nuovo taglio di proporzioni enormi: oltre 190 milioni nel 2026 e 240 milioni a partire dal 2027. Una riduzione del 30 per cento e poi del 35 per cento del Fondo Cinema, che rischia di mettere in ginocchio un intero settore industriale la cui tenuta è già seriamente a rischio.” Lo dichiara Matteo Orfini, deputato del Partito Democratico, componente della Commissione Cultura della Camera.

“Il governo – prosegue Orfini – sta giocando con il fuoco. Sta progressivamente indebolendo un comparto che ha già portato sul ciglio della recessione. Questa ostinazione non è spiegabile se non con la volontà politica, ormai scientifica, di colpire tutto ciò che viene percepito come distante dalle proprie sensibilità ideologiche. Ma qui non si parla di propaganda – aggiunge Orfini – si parla di un settore industriale vero, di una filiera che produce valore economico e lavoro: il cinema italiano è una delle nostre eccellenze più riconosciute, parte integrante del Made in Italy culturale. Indebolirlo significa colpire la libertà creativa, ma anche l’economia reale del Paese.  Tagliare il Fondo Cinema, ridurre le risorse per la promozione nelle scuole, per le sale, per la digitalizzazione del patrimonio significa fare una scelta precisa: impoverire la cultura italiana”.

 

20/10/2025 - 15:00

“A destra si rassegnino. Criticare la presidente del Consiglio non significa danneggiare la ‘nazione’. L’equiparazione tra Meloni e la nazione è infondata oltre che pericolosa. Rivela, questa sì, una idea autoritaria dove chi governa è tutto e chi si oppone è niente. Perché la patria resta e Meloni prima o poi passerà. Nel frattempo si ricordino di governare il Paese, piuttosto che continuare ad attaccare Elly Schlein”.

Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.

 

20/10/2025 - 13:59

“Quanto sta accadendo al quotidiano Il Tirreno è gravissimo e rappresenta un attacco diretto alla libertà sindacale e alla libertà di stampa”. Lo dichiarano i deputati del Partito Democratico Marco Simiani ed Emiliano Fossi, che hanno depositato in merito una interrogazione parlamentare.

“Il provvedimento disciplinare contro un componente del Comitato di redazione - concludono i deputati dem - appare chiaramente ritorsivo, legato all’esercizio di funzioni sindacali e non a fatti redazionali. Colpire chi rappresenta i lavoratori significa colpire la libertà di informazione stessa. Il governo deve attivarsi subito, attraverso il ministero del Lavoro, per verificare i fatti e convocare un tavolo di confronto tra azienda, Fnsi e rappresentanze sindacali. Difendere i giornalisti del Tirreno significa difendere il pluralismo e la democrazia”.

 

20/10/2025 - 13:03

“Ancora una volta, nella bozza di manovra finanziaria, non c’è traccia di interventi a favore delle Forze di Polizia. È grave e inaccettabile che chi garantisce ogni giorno la sicurezza dei cittadini venga sistematicamente ignorato. Servono risorse adeguate, tutele previdenziali dedicate e il pieno riconoscimento della peculiarità del lavoro svolto dagli operatori del comparto. L'ultimo rinnovo del contratto ha riconosciuto un aumento solo del 6% a fronte di un'inflazione che nello stesso periodo aveva raggiunto il 17%. Cioè il potere d'acquisto dello stipendio di un operatore di polizia è addirittura diminuito rispetto al passato.
In questa Legge di Bilancio non c'è nemmeno un euro per l'aumento degli organici delle forze dell'ordine, che sono già oggi sotto organico di circa 30.000 unità. E che, diversamente da quello che millanta questo Governo, continuano a diminuire in modo significativo ogni anno.
È incredibile ma l'unica cosa che aumenta è l'età pensionabile, che viene spostata in là di tre mesi!
Non a caso importanti sigle sindacali del comparto sicurezza in queste ore stanno già facendo sentire forte la loro insoddisfazione.
Siamo stufi di promesse vuote di chi usa strumentalmente il tema della sicurezza ma poi quando serve non fa niente di concreto a sostegno di chi la garantisce ogni giorno. Il governo dimostri nei fatti di voler sostenere chi serve lo Stato con coraggio e dedizione e metta le risorse che servono. Delle dichiarazioni a favore di telecamera ne abbiamo abbastanza”. Così in una nota Matteo Mauri, deputato PD e Responsabile nazionale Sicurezza.

20/10/2025 - 12:07

È vero che l’Italia si accingerebbe a negoziare direttamente con gli Stati Uniti i dazi per la pasta ed è vero che l’Italia sarebbe interessata a ridimensionare il supporto all’Ucraina? Le parole del presidente Trump lasciano poco spazio alle interpretazioni. Perciò Meloni non può far finta di nulla. Deve chiarire da che parte sta l’Italia e se è destinata a essere l’avamposto di Trump per rompere il fronte europeo e indebolire definitivamente l’Unione europea che non è soltanto un sodalizio economico, ma anche e soprattutto un patto politico tra stati che condividono valori, diritti e libertà.

Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.

 

20/10/2025 - 12:03

“Questa manovra è figlia di nessuno. I partiti di maggioranza stanno progressivamente prendendo le distanze da norme che aumentano le tasse per gli italiani e che, soprattutto, non offrono alcuna visione per il rilancio industriale del Paese.

I dati ufficiali parlano chiaro: il sistema produttivo italiano è fermo, con calo significativi nei settori chiave del Made in Italy, aggravati dalla decisione miope e remissiva del governo di non reagire ai dazi americani.

Come sempre, la colpa è di qualcun altro: prima dei tecnici, poi dell’intelligenza artificiale, degli algoritmi e oggi addirittura della mancanza di comunicazione interna tra i partiti di maggioranza, con Forza Italia che lamenta di non essere stata informata dell’aumento delle tasse sugli affitti.

Siamo di fronte a un governo allo sbando, senza una linea politica né economica chiara, in cui Giorgetti e Meloni sono prigionieri dei veti incrociati dei propri alleati. Un esecutivo che parla di “Italia in Serie A” mentre imprese, famiglie e lavoratori fanno i conti con la realtà di un Paese in frenata” Così il capogruppo del Pd in commissione bilancio alla Camera, Ubaldo Pagano, che sottolinea come “non manca giorno in cui i partiti di maggioranza prendono distanza da testo approvato in Cdm, oggi tocca ancora a Forza Italia”.

 

20/10/2025 - 11:08

“Con quale faccia il ministro Urso si presenta oggi agli italiani per dire che “l’Italia è tornata in Serie A”, quando gli indicatori economici ufficiali raccontano un’Italia a rischio retrocessione? La produzione industriale é ferma da mesi, il nostro export sta crollando, le associazioni di categoria lanciano grida d’allarme, il Made in Italy è in profonda difficoltà e interi settori produttivi stanno rivedendo al ribasso i propri piani di investimento per timori enormi sul futuro.

Timori aggravati da un governo che ha scelto di non proteggere il sistema industriale italiano dalla furia dei dazi americani e dalla concorrenza internazionale, lasciando imprese e lavoratori senza una strategia industriale credibile.

E come se non bastasse, dopo tre anni il ministro si accorge solo ora che Industria 5.0 non funziona. Un ritardo colpevole che dimostra quanto questo esecutivo sia scollegato dalla realtà delle imprese, più attento agli slogan che ai risultati.

Altro che “Paese in Serie A”: oggi l’Italia è un sistema produttivo che rischia di retrocedere, mentre il governo continua a vantarsi di numeri da propaganda”. Così la vice presidente del gruppo del Pd alla Camera, Simona Bonafè che conclude dicendo: “per colpa del governo il sistema produttivo e Made in Italy sono in seria difficoltà, Urso ha poco da esultare”.

 

19/10/2025 - 19:01

“Con la Legge di Bilancio, il ministro della Cultura Giuli firma e avalla un taglio durissimo al Fondo per il Cinema e l’Audiovisivo. Non è un errore tecnico né una distrazione: è l’ennesimo capitolo di una strategia precisa con cui il governo Meloni continua, da anni, ad attaccare e indebolire il mondo della cultura. Il fondo, oggi pari a 700 milioni di euro, subirà una riduzione di 190 milioni nel 2026 e di 240 milioni a partire dal 2027. Un taglio del 30% nel primo anno e fino al 35% negli anni successivi: una vera falciata che mette a rischio la produzione, la distribuzione e l’intero ecosistema cinematografico italiano". Lo dichiara la deputata e capogruppo Pd in Commissione Cultura, Irene Manzi.
"Mentre il ministro Giuli finge di prendersela con 'algoritmi' e 'intelligenze artificiali' - sottilinea la parlamentare -, nei fatti a pagare sono autori, produttori, maestranze, esercenti e pubblico. Altro che tecnicismi: si tratta di una scelta politica deliberata, con cui il governo colpisce ancora una volta un settore ritenuto 'ostile', perché libero e indipendente. È l’ennesima manovra di bilancio in cui il cinema e l’audiovisivo italiani subiscono un ridimensionamento mascherato da razionalizzazione. Questo nuovo taglio conferma una linea coerente di penalizzazione verso la cultura, considerata non come risorsa ma come problema".
"A questi tagli vanno aggiunte le riduzioni ai fondi per la promozione del cinema nelle scuole, per l’ammodernamento e l’adeguamento delle sale, anche in relazione alle esigenze delle persone con disabilità, e per la digitalizzazione dell’archivio storico del cinema italiano.
Un insieme di tagli drastici che disegna un disegno preciso: smontare passo dopo passo il sistema del cinema e dell’audiovisivo italiano, privandolo di risorse, prospettiva e futuro. È un segnale grave, che dovrebbe far riflettere su quale idea di cultura e di Paese questo governo stia realmente portando avanti”, conclude Manzi.

19/10/2025 - 11:03

“L’episodio che ha coinvolto Sigfrido Ranucci ha reso attuale un tema che nel nostro Paese resta troppo spesso un non detto: le pressioni, le ingerenze e i tentativi di condizionamento sulla stampa sono una realtà quotidiana. Troppi giornalisti in Italia lavorano sotto minaccia o sotto pressione, anche a causa di un uso strumentale delle querele, trasformate in strumenti di intimidazione per zittire il dissenso e reprimere la critica al potere.” Così Piero De Luca, capogruppo del Partito Democratico nella Commissione Affari europei della Camera, che richiama Governo e maggioranza alle proprie responsabilità.
“È inaccettabile che, in una democrazia matura, si reagisca alle inchieste o alle critiche con denunce e azioni legali pretestuose. La libertà di stampa non può essere difesa a corrente alternata, va tutelata sempre. Serve un segnale forte e concreto. Chiediamo al governo e alla maggioranza di sostenere senza esitazione il nostro emendamento per il recepimento immediato in Italia della direttiva europea anti-Slapp. È incomprensibile l’ostinazione della destra nel non voler approvare questa norma all’interno della legge di delegazione europea. È arrivato il momento di un cambio di passo vero, per difendere la libertà di stampa e rafforzare la democrazia nel nostro Paese. Questa settimana possiamo dare un segnale chiaro nel corso della discussione della legge di delegazione europea alla Camera: sarebbe in grave errore perdere questa opportunità”, conclude De Luca.

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