“Questo pomeriggio alla Camera dei Deputati la presidente Laura Boldrini ha commemorato le vittime del tragico attentato di mercoledì scorso a Tunisi, di cui quattro sono italiane, ricordando e sottolineando come nessuna ideologia, religiosa o politica può giustificare un simile barbaro attacco tanto più vile in quanto rivolto a uomini e donne inermi. La presidente parteciperà in rappresentanza di tutta la Camera alla manifestazione contro il terrorismo che si terrà domenica a Tunisi”.
Così, in una nota congiunta, i deputati piemontesi del Pd Anna Rossomando, Cristina Bargero, Gianluca Benamati, Franca Biondelli, Gigi Bobba, Antonio Boccuzzi, Francesco Bonifazi, Francesca Bonomo, Enrico Borghi, Paola Bragantini, Cesare Damiano, Umberto D'Ottavio, Massimo Fiorio, Silvia Fregolent, Andrea Giorgis, Chiara Gribaudo, Davide Mattiello, Edoardo Patriarca, Flavia Piccoli Nardelli, Mino Taricco.
“Siamo convinti che tutta la comunità internazionale debba moltiplicare gli sforzi per contrastare il terrorismo, il cui obiettivo sono proprio le democrazie senza distinzioni geografiche”, concludono i deputati democratici piemontesi.
Inopportune però le dichiarazioni di Zanetti
"La risposta che il sottosegretario Zanetti ha dato al question time del PD sulla vicenda delle posizioni dirigenziali nelle Agenzie fiscali in seguito ad una recente sentenza dell'Alta Corte è positiva per la gestione dell'emergenza, ma ancora inadeguata sotto il profilo delle scelte di fondo sull'architettura di queste fondamentali strutture dello Stato." Lo dichiara Marco Causi, capogruppo PD in Commissione Finanze a Montecitorio.
"In materia di organizzazione delle Agenzie fiscali l'impressione è che il Governo non riesca a elaborare un indirizzo che - accanto alle importanti novità normative che si stanno introducendo in questa fase, e la cui attuazione ha bisogno estremo di corpi tecnici pienamente funzionanti - intervenga a dare stabilità, certezza e innovazione agli uffici dell'amministrazione finanziaria."
"Sono poi molto criticabili - continua Causi - alcune dichiarazioni rilasciate da Zanetti, che descrive le Agenzie come un bastione del comunismo reale in mano alla Cgil e ne ricatta il top management con lo spettro del danno erariale. Queste dichiarazioni, se non fossero inopportune, meriterebbero di essere seppellite da una fragorosa risata: è forse il soviet supremo del sindacato ad avere, negli anni del berlusconismo, varato i condoni e gli scudi fiscali? Sono forse i colbacchi dei dirigenti delle Agenzie fiscali ad avere bloccato nel corso degli anni i concorsi alla dirigenza, oppure il fatto che i Governi non hanno dato luogo agli atti necessari per fare entrare in vigore la riforma Brunetta?. Inviterei Zanetti ad auto-contenersi - conclude Causi - e a partecipare invece in modo costruttivo ad una riflessione ormai urgentissima sul futuro delle Agenzie fiscali. In questa direzione ci siamo oggi impegnati come gruppo PD della Commissione Finanze di Montecitorio, con il varo in tempi strettissimi di un programma di audizioni."
Domani al via lavori Commissione d’inchiesta sui centri di trattenimento e di accoglienza per gli immigrati
“I lavori della Commissione d’inchiesta sul sistema di accoglienza e di identificazione dei migranti inizieranno ufficialmente domani, giovedì 26 marzo, con l’elezione del Presidente. Tra gli obiettivi dell'inchiesta ci sono l'accertamento delle condizioni di permanenza dei migranti e dell’efficienza delle strutture nonché di eventuali condotte illegali e atti lesivi dei diritti fondamentali e della dignità umana, la verifica delle procedure per l'affidamento della gestione dei centri, la valutazione dell'operato delle autorità preposte al controllo dei centri e la corretta tenuta dei registri di presenza unitamente ad una valutazione circa la sostenibilità del sistema sotto il profilo economico.
Lo afferma la deputata del Partito Democratico Sara Moretto, membro della Commissione, la quale aggiunge: “Ho accettato con grande senso di responsabilità questo incarico – commenta la deputata del Pd – che mi darà l’opportunità di verificare di persona da un lato le condizioni degli immigrati dall’altro l’effettiva efficacia di questi strumenti. La partecipazione ai lavori della Commissione d’inchiesta – aggiunge - mi consentirà di toccare con mano una problematica di estrema attualità e di poter promuovere, assieme agli altri deputati che ne fanno parte, iniziative volte a riformare l'intera disciplina dell'ingresso, del soggiorno e dell'allontanamento dei cittadini stranieri”.
“Il documento dell’Ocse sulla corruzione rafforza la necessità di proseguire con determinazione lungo la strada intrapresa da governo e maggioranza. Ieri, approvando la riforma della prescrizione, abbiamo segnato un deciso passo avanti, e la prossima settimana toccherà al ddl anticorruzione del Senato”. E’ quanto afferma Donatella Ferranti, presidente della commissione Giustizia della Camera, commentando il “preoccupante dato che emerge dal report dell’Ocse che ci vede al top del livello di percezione della corruzione nelle istituzioni. E’ un dato che dovrebbe allarmare tutti, perché sono evidenti – osserva la deputata del Pd – le ricadute sulla legittimazione stessa dell’apparato statale. A maggior ragione risulta incomprensibile – conclude Ferranti – l’atteggiamento di una componente della maggioranza, il Nuovo centrodestra, che ieri sull’aumento dei tempi di prescrizione per i reati di corruzione si è limitata a una passiva astensione. Mi auguro che, quando sarà il momento, vi possa essere un ravvedimento operoso al Senato”.
Lettera a Renzi, Padoan e Baretta
- In una lettera inviata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro per l`Economia Piercarlo Padoan e al Sottosegretario Pierpaolo Baretta, il presidente dell`Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e Presidente Uncem Enrico Borghi chiede che sia la politica a intervenire aggiustando il tiro su una vicenda - quella dell`Imu sugli impianti a fune di risalita su cui si è espressa la Corte di Cassazione nella recente sentenza n.4541 - che rischia di imporre alle aree montane l`ennesima imposta ingiusta, negando peraltro la funzione di natura pubblica degli impianti.
"In tutta Europa - si legge nella lettera - gli impianti di risalita sono stati assimilati al trasporto pubblico locale, in quanto in grado di assicurare, oltre all'esercizio di una attività commerciale peraltro fortemente complicata dal cambiamento climatico e dalla progressiva assenza di precipitazioni che impongono la realizzazione di onerosi impianti di innevamento artificiale, il collegamento tra i fondovalle, i versanti e le sommità delle montagne. La presenza di impianti di risalita, oltre ad avere sviluppato nel nostro paese una significativa industria del settore, ha anche consentito a numerose località di mantenere il presidio dei territori di quota senza dover ricorrere alla realizzazione di costose e spesso impattanti infrastrutture stradali. Qualora passasse la logica di questa sentenza - scrive ancora Borghi - si metterebbero in ginocchio centinaia di imprese del comparto della neve, contribuendo inoltre ad aprire la strada all'abbandono di numerosi territori in quota. Impropriamente viene scritto nella sentenza che l'impianto di risalita svolgerebbe una funzione esclusivamente commerciale di integrazione delle piste da sci e non sarebbe ipotizzabile, nemmeno parzialmente, un suo utilizzo come mezzo di trasporto pubblico. Così non è per moltissime Regioni che considerano invece gli impianti a fune assimilati al trasporto pubblico. Così non è per tutto il resto d'Europa".
In una lettera inviata al Presidente del Consiglio Matteo Renzi, al Ministro per l`Economia Piercarlo Padoan e al Sottosegretario Pierpaolo Baretta, il presidente dell`Intergruppo parlamentare per lo Sviluppo della Montagna e Presidente Uncem Enrico Borghi chiede che sia la politica a intervenire aggiustando il tiro su una vicenda - quella dell`Imu sugli impianti a fune di risalita su cui si è espressa la Corte di Cassazione nella recente sentenza n.4541 - che rischia di imporre alle aree montane l`ennesima imposta ingiusta, negando peraltro la funzione di natura pubblica degli impianti.
"In tutta Europa - si legge nella lettera - gli impianti di risalita sono stati assimilati al trasporto pubblico locale, in quanto in grado di assicurare, oltre all'esercizio di una attività commerciale peraltro fortemente complicata dal cambiamento climatico e dalla progressiva assenza di precipitazioni che impongono la realizzazione di onerosi impianti di innevamento artificiale, il collegamento tra i fondovalle, i versanti e le sommità delle montagne. La presenza di impianti di risalita, oltre ad avere sviluppato nel nostro paese una significativa industria del settore, ha anche consentito a numerose località di mantenere il presidio dei territori di quota senza dover ricorrere alla realizzazione di costose e spesso impattanti infrastrutture stradali. Qualora passasse la logica di questa sentenza - scrive ancora Borghi - si metterebbero in ginocchio centinaia di imprese del comparto della neve, contribuendo inoltre ad aprire la strada all'abbandono di numerosi territori in quota. Impropriamente viene scritto nella sentenza che l'impianto di risalita svolgerebbe una funzione esclusivamente commerciale di integrazione delle piste da sci e non sarebbe ipotizzabile, nemmeno parzialmente, un suo utilizzo come mezzo di trasporto pubblico. Così non è per moltissime Regioni che considerano invece gli impianti a fune assimilati al trasporto pubblico. Così non è per tutto il resto d'Europa".
"Il piano Juncker, fortemente voluto dal nostro Governo durante il semestre di presidenza, è sicuramente uno strumento finanziario in grado di generare, per la prima volta, un'inversione di tendenza in Europa: dall'austerita’ e il rigore alla crescita e l'occupazione. Tuttavia, durante l'audizione del sottosegretario Sandro Gozi presso la XVI Commissione della Camera, ho avuto modo di esprimere qualche dubbio circa l’effettiva capacita’ di questo piano di mobilitare tutti i 315 miliardi di euro previsti". E' quanto dichiara, in una nota, il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd. Le mie perplessità sulla concreta utilizzazione di tutti i fondi annunciati, - prosegue Bordo - derivano dal fatto che forse sono poche le risorse messe a disposizione del piano dal bilancio europeo, dalla Bei e dai singoli Stati per sperare in un effetto moltiplicatore che arrivi a impegnare, grazie anche ai capitali privati, fino a 315 miliardi di euro. Questa e’ la ragione per la quale ci aspettavamo di piu’ da parte dell’Unione Europea. Anzi, per quanto mi riguarda, sono assolutamente convinto che servano sforzi ulteriori per provare a centrare gli obiettivi previsti, anche perche’ il piano e’ un primo passo importante, ma ancora insufficiente, per assicurare in Europa una tendenza di crescita stabile e duratura. Tuttavia, il piano Juncker, con la comunicazione sulla flessibilita’ e i fondi strutturali, e le scelte di queste settimane della Bce, ci spingono a essere più fiduciosi rispetto al futuro. Per quanto ci riguarda, comunque, la sfida vera ruota innanzitutto intorno all'utilizzo dei fondi strutturali, rispetto ai quali, ribadisco, e’ necessario insistere in Europa affinche’ le spese di cofinanziamento possano essere scorporate dal rispetto dei vincoli del patto di stabilita’. Non va dimenticato, infatti, che sono i fondi strutturali le vere risorse pubbliche che abbiamo a disposizione per i prossimi anni. Il piano Juncker, invece, è un misto di risorse pubbliche e private. Da qui anche i dubbi sull'effettiva mobilitazione di tutte le risorse: l'attrazione di investimenti privati dipendera’ molto da quanto saranno appetibili gli interventi. L'utilizzo delle risorse totalmente pubbliche dei fondi strutturali, invece, dipendera’ essenzialmente dalle capacità progettuali e di spesa dei singoli Paesi. Ieri l’Ue ha fatto sapere che l’Italia deve ancora spendere 7,6 miliardi del ciclo 2007-2013 entro dicembre 2015. Questo significa che, se non vogliamo commettere gli errori degli anni scorsi, dobbiamo mettere in campo tutte le energie e fare ogni sforzo necessario per colmare i ritardi accumulati, non perpetrarli nel futuro e soprattutto migliorare la programmazione e la capacita’ di spesa. A tal proposito sarebbe assolutamente importante se finalmente si rendesse pienamente operativa l’Agenzia nazionale per la coesione”.
"Chiediamo ai ministri dell’Istruzione e della Salute di tutelare i giovani con diabete da discriminazioni come quelle avvenute recentemente in istituti scolastici in Sardegna”. Lo ha detto Lorenzo Becattini, deputato del PD in commissione Affari sociali e promotore dell’Intergruppo parlamentare ‘Qualità della vita e diabete’ che in questi giorni ha presentato una interrogazione al Ministro dell'istruzione dell'Università e della Ricerca ed al Ministro della Salute.
“Non si possono accettare episodi di discriminazione all'interno delle scuole pubbliche ai danni di giovani studenti affetti da diabete - ha proseguito Becattini -. Il nostro Paese è certamente una democrazia moderna ed in quanto tale non può tollerare simili restrizioni dei più elementari diritti civili. Uno studente non può essere oggetto di discriminazione in quanto diabetico da parte della struttura scolastica che lo forma. Lo scorso settembre in due istituti scolastici, a Carbonia (CI) e a Iglesias (CI), si sono verificati altrettanti gravi episodi. Nel primo caso un bambino di 4 anni veniva allontanato da un asilo pubblico perché diabetico; nel secondo, una studentessa di 12 anni veniva punita con una nota perché a causa della glicemia bassa aveva sbagliato il compito. A distanza di mesi, la situazione non ha avuto risvolti positivi: il bambino di 4 anni non frequenta più l’asilo e la bambina di 12 anni ha cambiato classe. La scuola, in particolar modo quella pubblica, deve impedire ogni forma di discriminazione del minore (soprattutto in relazione alla sua malattia) ed anzi deve in ogni modo favorire la piena inclusione dello studente nella vita scolastica. Questi episodi, oltre ad essere veri e propri atti discriminatori, costituiscono una chiara violazione del diritto alla salute ed all'istruzione del minore, diritti che trovano riconoscimento in ambito costituzionale, europeo ed internazionale. Purtroppo spesso ciò si verifica a causa della scarsa informazione sul diabete. Se si vuole che in futuro simili fatti non si ripetano sarà necessario informare correttamente l'opinione pubblica su questa patologia".
“Dare nuovo impulso alle indagini sugli omicidi della giornalista del Tg3 Ilaria Alpi e dell’operatore RAI Miran Hrovatin, avvenuti il 20 marzo 1994 a Mogadiscio”.
Lo ha chiesto il democratico Walter Verini con una interrogazione a risposta immediata firmata da tutti i deputati Pd della commissione Giustizia e discussa oggi a Montecitorio.
“Confidiamo nel lavoro in corso da parte della magistratura che oggi ha nuovi elementi di indagine dopo lo scoop della trasmissione Chi l’ha visto dello scorso 18 febbraio. Ancora una volta – nota Verini – una inchiesta giornalistica ha portato alla luce nuovi aspetti, fondamentali per la ricerca della verità, i quali confermano la pista delle scoperte di Ilaria in merito ai traffici di armi come movente della sua morte. Come è noto, il supertestimone Ahmed Ali Rage ha rilasciato nel corso di quella trasmissione di Rai3 importanti dichiarazioni (“Io non ho visto chi ha sparato. Non ero là. Mi hanno chiesto di indicare un uomo” e “Gli italiani avevano fretta di chiudere il caso e mi avevano promesso denaro in cambio di una testimonianza al processo”) che riaprono i tanti interrogativi mai risolti sull’intera vicenda del duplice omicidio – a partire dai tentativi di depistaggio per inquinare l’inchiesta – e fanno supporre che in carcere potrebbe esserci un innocente. La verità è dunque possibile ed è dovuta non solo a Luciana e Giorgio Alpi, che ora non c’è più, ma a tutto il Paese, e per questo prendiamo atto positivamente dell’impegno, anche personale, riaffermato oggi durante il question time alla Camera dal ministro della Giustizia, Andrea Orlando, a fare tutto quanto è nelle sue prerogative per sostenere la ricerca della verità”.
“Torniamo a guardare al futuro con speranza e fiducia, per fare questo occorrono decisioni concrete e incisive. Il Parlamento deve portare avanti il pacchetto sulla legalità superando resistenze palesi e striscianti di chi vuole opporsi al cambiamento. La Camera sta per affrontare l’ultima lettura della legge sugli ecoreati, di cui sono primo firmatario, un provvedimento atteso da anni e su cui vi è ampia convergenza per una varo rapido e senza modifiche. Il Senato è al lavoro sull’anticorruzione e, da oggi, sulla riforma della prescrizione. Sono tutte facce della stessa medaglia: una battaglia per la legalità che stoppi malaffare e corruzione e faccia ripartire le opere pubbliche che servono veramente al Paese e che ridiano slancio ad una economia che punti su innovazione e qualità per andare oltre la crisi. In Italia c’è uno spread di legalità che ci separa dal resto d’Europa, basti pensare che in Germania, come scrive un autorevole giornalista, ci sono ottomila detenuti per reati economico finanziari contro i duecentotrenta italiani. E’ giunto il momento di cambiare rotta”, lo afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici della Camera, a proposito dei provvedimenti su ecoreati, anticorruzione e prescrizione all’esame del Parlamento.
"Mario Amato è stato un magistrato capace, coraggioso e onesto. Per primo indagò sulle connessioni del terrorismo neofascista e per questo fu ucciso il 23 giugno 1980. In occasione del 35° anniversario della sua morte, abbiamo chiesto al sottosegretario del ministero dello Sviluppo Economico Antonello Giacomelli di fare emettere dalle Poste italiane un francobollo commemorativo che ricordi questo eroe civile. Attendiamo che il Ministero superi ogni difficoltà e ci dia una risposta a breve". Lo afferma in una nota Paolo Bolognesi, deputato PD, presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime della strage del 2 agosto 1980.
"Se la strage di Bologna è arrivata a sentenza definitiva – nonostante i tentati depistaggi", sottolinea Bolognesi "è anche grazie ai risultati delle indagini che Amato portò a termine, nonostante sapesse di rischiare la propria vita".
"Come presidente dell’Associazione tra i familiari delle vittime e deputato", conclude Bolognesi "credo sia giusto e doveroso che le istituzioni ricordino con un francobollo commemorativo un magistrato che ha dato al nostro Paese il suo coraggioso contributo di verità e giustizia".
“La classificazione da parte dell’IARC - Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro e organismo scientifico collegata all'Organizzazione Mondiale della Sanità - del glifosato, principio attivo "probabile cancerogeno per gli esseri umani" e sospettato anche di provocare danni al DNA, desta forte preoccupazione visto il suo ampio uso come erbicida. Per questa ragione ho presentato un’interrogazione al Ministro delle Politiche Agricole Maurizio Martina affinché il suo dicastero si occupi della questione, verificando con urgenza la tossicità della sostanza sia per l’uomo che per l’ambiente. Da ultimo si valuti, come denunciato dall'Associazione Italiana per l'Agricoltura Biologica, il divieto di utilizzo a scopo cautelativo così come avvenuto per i concianti delle sementi altamente nocivi per le api”. Lo afferma la deputata democratica Chiara Braga, responsabile Ambiente del Pd presentando un’interrogazione scritta sul tema.
“Un’agricoltura sana e con meno pesticidi, - prosegue Chiara Braga -, vocata a qualità, salute e tutela del territorio, in linea peraltro con i temi di EXPO Milano 2015, oltreché essere una risorsa per lavoro e ambiente conferma l’Italia come una “superpotenza” agroalimentare con 269 eccellenze tra Dop, Igp e Stg a cui si aggiungono 4.816 specialità tradizionali. Inoltre tra i primati dell’agricoltura made in Italy ci sono infatti oltre un milione di ettari coltivati con metodo biologico e un export che nel 2013 ha fatto segnare il record di 33 miliardi di euro".
"L’Italia ha sostenuto costantemente e continua a sostenere con forza la piena adesione della Turchia all’Ue, che costituisce per il nostro Paese un obiettivo strategico prioritario. Siamo infatti convinti che la Turchia, per la sua posizione, la sua storia e per il suo peso economico e politico, svolga un ruolo cruciale e imprescindibile per la stabilizzazione del Medio Oriente e dell’intero Mediterraneo e possa contribuire in misura significativa alla crescita economica dell’Europa e alla diffusione dei suoi valori". Cosi' il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera Michele Bordo, del Pd, incontrando il ministro per gli Affari Europei Volkan Bozkir insieme ai componenti della XIV Commissione.
"Obiettivi questi - ha proseguito Bordo - che abbiamo perseguito con determinazione nel corso del semestre di Presidenza italiano, pur prendendo atto delle dichiarazioni del Presidente Juncker secondo cui non vi saranno nuove adesioni entro i prossimi cinque anni. Abbiamo ottenuto che il Consiglio riaffermasse la centralita' strategica dell’allargamento alla Turchia e decidesse la prosecuzione dei negoziati di adesione, in particolare ai fini dell’apertura di un nuovo capitolo negoziale relativo alla politica economica e monetaria".
"Nel corso del 2015 - ha detto Bordo - intendiamo proseguire su questa linea: sottolineo che la Relazione programmatica del Governo sulla partecipazione dell’Italia all’Ue, di cui avvieremo l’esame a breve, ribadisce l’impegno del nostro Paese affinche' il processo di integrazione europea della Turchia continui. In particolare, condividiamo l’impegno del Governo ad adoperarsi per aprire quanto prima nuovi capitoli negoziali con Ankara, tra i quali il 23 (Diritti fondamentali) e il 24 (Giustizia e Affari interni) al fine di contribuire a consolidare ulteriormente tanto le istituzioni democratiche che lo Stato di diritto. Dobbiamo anche evitare, per i prossimi mesi e anni, il rischio che l’assenza di progressi nei negoziati possa essere percepita negativamente in Turchia e negli altri Paesi candidati indebolendo, di fatto, ogni stimolo teso ad attuare i processi di riforma necessari all’adesione e a recepire i valori essenziali e fondanti dell'Ue" ha concluso Bordo.
“Giusto e opportuno la sollecitazione che arriva dal Presidente dell’ANCI Piero Fassino in tema di segretezza del parto, anche perché raccoglie le voci di molti assessori al sociale che parlano per esperienza sul campo nell’applicazione di una importante legge italiana di cui la stessa recente sentenza delle Corte Costituzionale difende l’impianto”. Cosi Anna Rossomando, deputata del PD in commissione Giustizia.
“Di questa esperienza e per garantire un futuro ai bambini non riconosciuti – aggiunge la deputata torinese - dobbiamo tenerne conto come legislatori nell’esame del testo alla Camera. Proprio con questa attenzione – conclude Rossomando - ho presentato una proposta di legge e diversi emendamenti al testo attualmente in discussione”.
"Un passo importante ma non certo l'ultimo”. Così Anna Rossomando, deputata del Pd componente la Commissione Giustizia alla Camera. “L'approvazione alla Camera della riforma della prescrizione è finalmente una prima risposta alla domanda dei cittadini per porre rimedio agli effetti negativi della “ex Cirielli”; una necessità largamente condivisa in Parlamento come dimostra il voto di oggi alla Camera. Il punto di equilibrio – sottolinea Rossomando - tra esigenza di garantire un esito certo al processo e al tempo stesso non certificarne una durata infinita è il baricentro sul quale dovranno convergere i diversi provvedimenti in discussione tra Camera e Senato. Penso al ddl sulla corruzione al Senato e a quello sulla riforma del processo già in discussione in commissione Giustizia alla Camera che dovranno essere coordinati con il testo approvato oggi sulla prescrizione. La ragionevole durata del processo resta uno dei principali obiettivi della riforma della giustizia, per questo dobbiamo proseguire nelle riforme – conclude la deputata Dem - con azioni mirate a ridurre i tempi e migliorare l’efficacia del nostro sistema giudiziario.