“Sono estremamente soddisfatto per il rinvio del termine di approvazione del Bilancio di previsione degli Enti Locali, inizialmente previsto per il 31 marzo, ora spostato al 30 aprile.”
“Proprio qualche giorno fa, raccogliendo l’istanza di ANCI Campania e UPI Campania, avevo presentato un’interrogazione parlamentare al Ministero dell’Interno per chiedere questo rinvio-spiega il deputato Dem-con il Decreto Sostegni la nostra proposta è stata accolta, sia pur con uno slittamento dei termini più limitato.
Comuni, Province ed Enti locali avranno più tempo per elaborare i Bilanci di previsione, evitando così il rischio di gravi tagli alle risorse per i servizi essenziali a sostegno dei nostri cittadini, come ad esempio le politiche sociali, il trasporto pubblico, la cura del verde, le manutenzioni. Una battaglia vinta- conclude Piero De Luca-Una boccata di ossigeno per i nostri amministratori e le nostre comunità.
“Bene l’impegno del governo Draghi nel decreto Sostegni, anche per gli agricoltori con risorse significative. Il comparto ha garantito continuità e approvvigionamenti durante tutta crisi, e ha vissuto le conseguenze dello stop di HoReCa e del turismo. Merita quindi ulteriori sforzi anche durante l’esame del decreto da parte delle Camere”.
Lo dichiara Susanna Cenni, deputata e responsabile Agricoltura del Partito democratico.
“Grazie alla nostra battaglia - prosegue Cenni - per intervenire sulle cartelle in modo differenziato e non generalizzato, saranno recuperati oltre 301 milioni in più per la decontribuzione previdenziale e assistenziale destinata agli agricoltori”.
“In queste settimane abbiamo coltivato qualche dubbio sull’autenticità della conversione sulla via di Bruxelles da parte di Salvini e della Lega. Sappiamo bene che per anni la Lega di Salvini ha lottato per un’Italia che uscisse fuori dall’Europa e addirittura fuori dall’Euro. Noi come democratici, a livello nazionale ed europeo abbiamo tenuto la barra dritta e recuperato, già con il precedente governo giallo-rosso un protagonismo in Europa che si era perso nei mesi precedenti. E siamo stati in grado di rivoluzionare, in pochi mesi, le politiche europee, perché l’Europa non ha reagito alla crisi sanitaria con politiche di austerity o restrittive, ma ha messo in campo delle misure rivoluzionarie, straordinarie. Apprendere che Salvini lavora con Orban e con il premier polacco per un nuovo partito nazionalista ci dà il senso di quanto sia stata strumentale la giravolta europeista della Lega”. Lo ha detto a Radio Immagina il deputato dem Piero De Luca, capogruppo Pd in commissione Politiche europee della Camera.
“La grande sfida che davanti - ha aggiunto il deputato dem - è quella di rilanciare e rafforzare la campagna vaccinale e i vaccini sono l’unica arma a nostra disposizione per vincere la battaglia per sconfiggere il virus e poter immaginare una ripartenza economico-sociale. Finché non raggiungeremo l’immunità di gregge sarà impossibile ragionare su una ripartenza”.
“L’Europa - ha concluso De Luca - oggi è di fronte a un banco di prova molto difficile. Noi dobbiamo pretendere il rispetto degli impegni assunti da parte delle case farmaceutiche le quali hanno ricevuto miliardi di euro per la ricerca e la sperimentazione per i vaccini. Allo stesso tempo dovremo lavorare ad una sospensione temporanea dei diritti di brevetto e a una cessione dei diritti di produzione dei vaccini perché dobbiamo per aumentare gli stabilimenti di produzione dei vaccini in Europa e in Italia”.
Lettera aperta a Enrico Letta di Santi Cappellani, deputato pd
"Sono un parlamentare del Sud e vorrei, attraverso questa , sollecitare il Partito Democratico a prendere posizione con chiarezza e determinazione sulla questione del Ponte sullo Stretto." Così il deputato siciliano Santi Cappellani in una lettera aperta al neo segretario del Pd Enrico Letta. Che prosegue: "Caro Enrico, caro segretario, hai parlato di un rinnovato rapporto con le sezioni, con le agorà, rapporto che io ho sempre perseguito. Se è vero, come è vero, che la situazione pandemica ha messo in ginocchio l’Italia e le sue forze produttive, che, obiettivamente, si trovano al Nord, è anche vero che la Sicilia, avendo di fatto una sola industria, quella turistica, e dell’indotto a essa legato, uscirà da questa crisi con le ossa rotta. Forse, percentualmente, la perdita economica della mia isola non potrà essere paragonata a quella della Lombardia o del Veneto. Ma la crisi che riguarda la Sicilia è una crisi altrettanto grave, e dalla quale non ci si potrà riprendere se non investendo in infrastrutture e mobilità.
Così Walter Verini, deputato PD e coordinatore del Comitato della Commissione Antimafia a tutela dei giornalisti minacciati.
“Bene l'accelerazione del piano vaccini, dopo le dichiarazioni di Ema ieri e Aifa oggi, con la ripresa a pieno regime della somministrazione del vaccino Astrazeneca, in piena sicurezza per la popolazione. Bisogna però garantire tranquillità nel proprio lavoro a più di 100.000 operatori sanitari, che sul campo saranno impegnati per una straordinaria vaccinazione di massa senza precedenti. Dobbiamo, quindi, pensare a come normare alcune fattispecie sulla responsabilità legale degli operatori sanitari impegnati nelle vaccinazioni per evitare da un lato la medicina difensiva e dall'altro facilitare il lavoro dei tanti sul campo".
Così in una nota Beatrice Lorenzin, responsabile del forum salute del Partito democratico ed ex Ministro della Salute.
“Con la condanna del boss Nino Madonia, dopo 32 anni cade il muro di gomma e lo Stato rende finalmente giustizia alla memoria del poliziotto Nino D’Agostino e di sua moglie Ida Castelluccio, barbaramente assassinati il 5 agosto del 1989. Il mio pensiero va subito al papà Vincenzo D’Agostino, anche oggi con fierezza presente in aula ed emozionato, perché è grazie alla sua battaglia, alla sua ostinazione, al suo amore per la ricerca della verità, che oggi salutiamo con soddisfazione questo esito processuale. Insieme alla tenacia di Vincenzo dobbiamo ringraziare lo straordinario lavoro della Procura generale di Palermo e della Dia, che hanno saputo affrontare di petto anche chi a questa verità non voleva giungere. Oggi è stato posto un tassello importante, ma dobbiamo vigilare ancora affinché tutto il mosaico di questo terribile duplice omicidio venga ricomposto per sempre”.
Così il deputato dem, Carmelo Miceli, della commissione Antimafia.
“Finalmente il governo ha risposto alla mia interrogazione, presentata insieme a Laura Boldrini ed altre colleghe, sul caso di Sabrina Prioli, ma c’è bisogno che il ministero degli Esteri faccia ora e bene la sua parte. Mi appello perché Sabrina Prioli abbia finalmente giustizia. Mi rivolgo al ministro Luigi Di Maio e alla viceministra Marina Sereni affinché il governo continui a seguire la vicenda della cooperante italiana, vittima di una feroce aggressione in Sud Sudan nel luglio 2016, e che si impegni a garantire alla nostra concittadina la piena tutela dei propri diritti, attraverso la celebrazione del processo di appello e di un adeguato risarcimento economico.
Sabrina è stata violentata da cinque soldati governativi entrati nel compound dove lavorava, selvaggiamente percossa e tentata di soffocare con il Ddt. Per fortuna si è salvata, e con coraggio ha denunciato quanto ha subito, collegandosi al processo civile in Sud Sudan. Con tenacia ha preteso di poter testimoniare davanti la corte marziale per il caso della violenza sessuale e grazie alla sua testimonianza i colpevoli sono stati condannati.
La corte militare sud sudanese le ha tuttavia riconosciuto solo 4 mila dollari «forfettari», un risarcimento assolutamente inadeguato rispetto alla grave aggressione subita. Inoltre, non è stato possibile fare appello alla sentenza, perché la Corte del Sud Sudan ha dichiarato che il file del processo è andato distrutto. Per questo chiediamo al governo di continuare a impegnarsi perché a Sabrina Prioli venga riconosciuta piena giustizia. Nella risposta alla mia interrogazione ci sono dei vuoti e si fa riferimento a missive dell’ex sottosegretaria Del Re, a cui però le autorità Sud Sudan non hanno mai risposto. Sabrina deve avere giustizia, è vittima di un'atrocità. È una nostra connazionale, purtroppo non adeguatamente seguita e tutelata nel suo percorso. Non è mai stata ricevuta, ascoltata e messa al corrente delle azioni svolte dal
governo in questi anni. Le uniche misure sono state prese nel novembre 2020, ma non ci sono state conseguenze.
Il processo di riparazione che Sabrina, sola, porta avanti dal 2019 rischia di non avere nessuna via di uscita. Il governo del Sud Sudan dal 2019 non ha mai più risposto alle sue richieste di riparazione, né ha dato atto agli accordi che ha firmato con la cooperante. È necessario stanare le autorità del Sud Sudan. Bisogna cambiare passo, il governo si impegni.”
Lo afferma Stefania Pezzopane, della Presidenza del Gruppo Pd alla Camera.
“Mentre l’Italia con il Governo Draghi rilancia sempre più il progetto europeista, fatto di solidarietà e condivisione degli sforzi, Salvini pensa a riportare indietro le lancette della storia creando un partito nazionalista con Orban e Morawiecki. È un grave errore. Si fermi!”.
Così il capogruppo dem in commissione Politiche europee alla Camera, Piero De Luca, su Twitter.
"La sindaca Virginia Raggi ripristini la convenzione con il comodato gratuito con la Casa Internazionale delle Donne, la cui storica attività rappresenta un valore insostituibile per la città. La Casa delle Donne anche in questi mesi difficili e con un grande sforzo ha mantenuto una serie di servizi fondamentali; la sua azione deve proseguire e non può essere assolutamente cancellata da scelte inaccettabili. Il Parlamento è intervenuto ad ottobre 2020 per permettere di risolvere il contenzioso con il consorzio che gestisce la Casa internazionale, non certo non per cacciare le donne che oggi gestiscono il Buon Pastore. Con la legge di Bilancio poi le Camere hanno confermato questo orientamento per prevedere il comodato d’uso gratuito per il patrimonio pubblico gestito dalle associazioni delle donne, indicando chiaramente la strada da seguire. La Casa deve riavere la sua convenzione è la deve riavere con il comodato d’uso gratuito".
Lo dichiarano le deputate democratiche Anna Ascani, Eva Avossa, Marina Berlinghieri, Laura Boldrini, Francesca Bonomo, Chiara Braga, Enza Bruno Bossio, Michela Campana, Laura Cantini, Carla Cantone, Elena Carnevali, Susanna Cenni, Lucia Ciampi, Paola De MIcheli, Rosa Di Giorgi, Chiara Gribaudo, Antonella Incerti, Francesca La Marca, Beatrice Lorenzin, Marianna Madia, Alessia Morani, Romina Mura, Martina Nardi, Stefania Pezzopane, Flavia Piccoli Nardelli, Giuditta Pini, Barbara Pollastrini, Patrizia Prestipino, Lia Quartapelle, Alessia Rotta, Angela Schirò e Debora Serracchiani.
“Sulla rottamazione delle cartelle no all’approccio ideologico, ma no pure alla propaganda. Sì alla giustizia sociale. Il mio non è un approccio ideologico, ma sarebbe un errore se il governo decidesse di rottamare le cartelle esattoriali di tutti, senza nessuna distinzione di reddito. Ai cittadini arriverebbe un messaggio di forte ingiustizia sociale. Una cosa è cancellare vecchi debiti a chi è in difficoltà, un’altra è estendere questo beneficio anche ai furbetti che possono pagare”.
Così il vicepresidente dei deputati del Pd alla Camera, Michele Bordo, in un post su Facebook.
“Al Paese - aggiunge il deputato dem - specie in questo momento, non servono condoni indiscriminati, ma giustizia sociale. La priorità deve essere quella di aiutare le categorie e i cittadini che non ce la fanno, non tutti a prescindere. Ci vorrebbe uno studio vero sui crediti vantati dal fisco prima di decidere. È sbagliato l’approccio ideologico ma pure quello propagandistico. Dire, come fa la destra, “cancelliamo tutto a tutti” è la cosa più semplice, ma anche la più ingiusta sul piano sociale. I cittadini non hanno tutti le stesse possibilità economiche. E i crediti dell’agenzia delle entrate non sono tutti inesigibili. Io penso che sarebbe più onesto se la sanatoria riguardasse i crediti davvero inesigibili, che diversamente costituirebbero solo un costo per l’erario, e le cartelle in base al reddito. Chi supera una certa soglia di reddito o non ha nessuna difficoltà economica è giusto che paghi. I soldi recuperati - conclude Michele Bordo - potremmo destinarli alle categorie e ai cittadini più colpiti dalla pandemia”.
“Sono passati 19 anni dalla uccisione per mano assassina dei brigatisti, di Marco Biagi. Ogni anno di piu' manca l'indipendenza del suo pensiero, il coraggio al servizio delle idee, la difesa dinamica dei diritti del lavoro nell'evoluzione dei tempi, lo spirito di servizio verso le Istituzioni democratiche, la semplicita' di un uomo, di un padre che anche quella drammatica sera voleva tornare a casa in bicicletta dalla sua famiglia. La sua testimonianza di vita e di impegno pubblico continua ad essere esempio per generazioni di servitori del bene comune e stimolo per affrontare le complessita' con competenza e coraggio”. Lo dichiara il deputato democratico Luca Rizzo Nervo
19 anni fa veniva ucciso Marco Biagi il suo impegno e la sua fatica che per un riformismo moderno rimangono un punto di riferimento. Il lavoro deve crescere con i diritti, solo così si costruisce un paese più giusto.
Lo ha scritto su Twitter Graziano Delrio, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Parte da Bari un'iniziativa meritoria ma che fotografa impietosamente la drammatica situazione che sta vivendo il mondo dello spettacolo: saranno messi a disposizione, a partire da oggi, alcuni spazi per la distribuzione dei sostegni alimentari ai lavoratori dello spettacolo del territorio”.
Così in una nota il deputato della Commissione Cultura Michele Nitti, del Partito Democratico.
“È questa - continua l’esponente dem - la principale ragione per cui, da settimane, continuo a ripetere in tutte le sedi che l'efficacia del Recovery Fund e di tutti i prossimi provvedimenti dovrà essere misurata sulla capacità di generare ricadute positive su professioni e occupazione. Se vogliamo sostenere una reale crescita socio-culturale ed economica dei territori e delle comunità dobbiamo partire dal più prezioso capitale di cui disponiamo, il capitale umano. Serve un'identità di funzione, vale a dire l'idea che una parte di risorse destinate a tutti i grandi temi debbano poter riguardare anche la cultura e lo spettacolo. Senza questa trasversalità - conclude Michele Nitti - non ci saranno mai risorse sufficienti per garantire la ripartenza del settore che dà maggior prestigio internazionale al nostro Paese”.
"Il 19 marzo 2002 un terrorismo vigliacco e accecato dall'ideologia e dall'odio colpiva Marco Biagi. Un riformista, impegnato a far vivere nell'attualità i diritti del lavoro. Lo ricordiamo con dolore e riconoscenza. Lo ricordiamo con l'amarezza di una memoria che non può dimenticare che se avesse avuto una scorta i terroristi non avrebbero potuto colpirlo".
Così Andrea De Maria, deputato Pd e Segretario di Presidenza della Camera.