16/07/2018 - 12:55

“Avete sentito anche voi? In campagna elettorale Salvini si è impegnato sul ‘suo onore’ a coinvolgere la lobby delle armi per la legge sulla legittima difesa. Un impegno solenne che già domani avrà un seguito in commissione quando verranno ascoltati i produttori. Quindi mentre tutto il mondo cerca un argine alla diffusione della armi - in America è attiva la più grande campagna mai vista dopo le stragi nelle scuole - il ministro dell’Interno forza la mano per sostenere la sua lobby. Lo fa in nome della parola data: ma non sarebbe stato meglio dimostrare tanta serietà e onorabilità mantenendo l’impegno su qualcosa di più importante per gli italiani come diminuire il prezzo della benzina? Doveva essere fatto nel primo Consiglio dei ministri. Stiamo ancora aspettando. Sul suo onore”.

Così il vicepresidente della Camera Ettore Rosato in un post sul suo profilo Facebook.

16/07/2018 - 12:22

“L’unica lobby che allunga la manina sul serio per ora è quella delle armi con cui Salvini ha sottoscritto un patto. Serve una mobilitazione perché questi signori sono veramente pericolosi”. Lo scrive su Twitter Alessia Morani, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera.

16/07/2018 - 11:53

“Ancora un gravissimo episodio di intimidazione contro un giornalista a cui esprimo piena solidarietà. Purtroppo questa volta dalle parole si è passati alle armi”. Lo dichiara Alessia Rotta, vicepresidente vicaria del Partito Democratico, alla notizia degli spari contro la casa del giornalista del gazzettino Ario Gervasutti.

“Il clima di delegittimazione, minacce, accuse contro la stampa e i suoi operatori sta portando a un’escalation di violenza non solo contro i singoli giornalisti, ma – sottolinea la deputata Dem - contro la stessa libertà di stampa. Sono le istituzioni che dovrebbero per prime avere considerazione per chi opera nell’informazione e cerca di farlo nel rispetto della verità dei fatti, invece è proprio da esponenti del governo che partono le accuse più accese”.

“Mi auguro che chi nell’esecutivo e in maggioranza ha ingaggiato una battaglia personale contro i giornalisti torni sui suoi passi – conclude Rotta - prima di legittimare atti che portano alla memoria periodi bui della storia”.

16/07/2018 - 11:07

"Di Maio urla che le lobbies si oppongono al governo. E @matteosalvinimi firma il contratto con il Comitato Direttiva 477. Evidentemente l'unica lobby che va bene all'esecutivo è quella delle #armi"

Lo scrive su Twitter Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico

16/07/2018 - 11:05

“Quanto rivelato dal quotidiano la Repubblica sui rapporti tra la Lobby delle Armi e Matteo Salvini è molto grave. E’ anche alla luce di questo che si comprende il perché la Lega voglia farci credere che esista in Italia un allarme legittima difesa. Non esiste invece alcuna emergenza su questo tema e i pochissimi casi accaduti si contano sulle dita di una mano. Il vice presidente del Consiglio e ministro dell’Interno vuole dunque seminare nel Paese odio e paura non solo per un cinico opportunismo elettorale, ma anche a tutela di interessi economici particolari. Solo pochi mesi fa, i Di Maio, i Fico e i Di Battista annunciavano di voler ‘togliere le armi dalle case degli italiani’. Che ne pensano adesso che invece di partecipare al governo del cambiamento, si ritrovano non solo al governo dei pistoleri ma anche dei ‘pistola’?”.

Così il deputato Dem Walter Verini, componete della commissione Giustizia, commenta quanto rivelato oggi da Repubblica sul “contratto” che impegna il ministro dell’Interno a coinvolgere le potenti associazioni dei fabbricanti di armi quando si discute dei loro interessi, a partire dal disegno di legge caro alla Lega che autorizza le vittime dei reati a sparare agli aggressori.

13/07/2018 - 20:02

“L’’amnesia’ di Di Maio sul rischio di perdere 80mila invece di crearne con il decreto Dignità rivela fin dove possa arrivare il cinismo del ministro”. Lo dichiara Silvia Fregolent, capogruppo Pd in Commissione Finanze alla Camera, a proposito del decreto Dignità.

“Il fatto – spiega – che, nonostante le previsioni della Ragioneria dello Stato di una perdita di 80mila posti di lavoro in 10 anni, Di Maio non solo abbia fatto finta di nulla ma sia abbia sparato cifre come ’13 milioni di posti creati’ nei prossimi anni, è gravissimo. Dimostra non solo che le ragioni per cui Di Maio ha voluto questo decreto non hanno niente a che fare con i problemi dei lavoratori. Ma, addirittura, che l’uso propagandistico che, fin dal nome, è stato fatto del provvedimento è per il ministro più importante degli stessi lavoratori. Il suo è un comportamento di un cinismo da far paura”.

“Più che dignità, valore con qui questo decreto non ha nulla, Di Maio avrebbe fatto meglio a chiamarlo decreto Falsità”, conclude.

13/07/2018 - 20:01

“La ditta Bekaert sospenda la procedura della chiusura dello stabilimento di Figline”. Lo ha chiesto oggi David Ermini, deputato del Partito democratico, con un’interpellanza urgente al ministro dello Sviluppo economico.

“L'atteggiamento della Bekaert – spiega - è stato, oggettivamente molto, molto deludente, perché sempre assolutamente negativo. Davanti alle tante richieste ricevute, comprese quelle del ministro Di Maio e del governatore Rossi, le risposte dell’azienda sono assolutamente negative: ‘Continueremo nella procedura; se nei 60 giorni che adesso rimangono ci saranno altre proposte ne potremo parlare, ma non intendiamo sospendere la procedura’. La sospensione, invece, è importante anche ai fini dell'utilizzo del fondo Lotti-Calenda, che fu istituito nella passata legislatura, e che serve per la reindustrializzazione poli e siti, in modo che si possano mantenere quei posti di lavoro. E non soltanto quelli delle persone che oggi ci lavorano, ma l’occupazione futura di quella zona e di quel territorio”.

“E’ quindi assolutamente indispensabile che la produzione attualmente continui. Chiediamo per questo che il Ministero la prossima settimana riconvochi la Bekaert, che arrivi la sospensione della procedura della chiusura dello stabilimento. E’ soltanto in questo modo che si può procedere”, conclude.

13/07/2018 - 20:00

“Rocco Casalino è pagato con soldi pubblici per fare il portavoce del presidente Conte. Invece, scopriamo, che con i denari dei cittadini organizza set per i ministri e deputati cinque stelle che, infatti, non sono quasi mai nelle aule parlamentari alla faccia della tanto invocata centralità del parlamento. Ma al finto portavoce del finto presidente del consiglio non basta perché si mette a minacciare anche i giornalisti che non sono in linea. Il grande fratello al governo”.

Lo scrive in un post su Facebook Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico 

13/07/2018 - 19:59

‘Se anche uno solo dei funzionari italiani che rappresentano l'Italia all'estero continuerà a difendere trattati scellerati come il Ceta, sarà rimosso’. Caro Luigi Di Maio a casa mia questa roba si chiama fascismo. Continuate pure così, magari la gara con la Lega la vincete. Loro si occupano di manette agli immigrati, voi avete scelto i funzionari adesso”.

Lo scrive sui social Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd della Camera.

13/07/2018 - 19:58

“I dati raccolti da Flai-Cgil e il rapporto su agromafie e caporalato dimostrano con la forza dei numeri che la legge funziona”. Lo dichiara Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera, a proposito del 'Quarto Rapporto Agromafie e caporalato” presentato oggi dall'Osservatorio Placido Rizzotto della Flai-Cgil.

“Il rapporto – continua – evidenzia come l’attività delle agromafie non consista solo nello sfruttamento del lavoro ma si estenda anche al business della contraffazione e del riciclaggio. Attraverso la creazione di società di comodo, le mafie si dedicano anche all’import-export e controllano molte parti della filiera, strozzando gli imprenditori onesti. E’ quindi indispensabile rendere operativi gli strumenti premiali e di prevenzione della legge. Lo sfruttamento del lavoro lede la dignità delle persone ma è anche potentissimo strumento di dumping e concorrenza sleale tra imprese. Purtroppo, il rapporto fa scoprire che il potere delle organizzazioni criminali non conosce confini, all’interno del Paese. Né differenze tra le vittime, che sono migranti come italiani, donne e giovani. Serve anche una discussione pubblica sulla distribuzione della catena del valore: il lavoro e gli imprenditori agricoli devono essere pagati il giusto. Altrimenti si rischia di distruggere interi comparti”.

“Il rapporto non si limita a fotografare l’esistente ma traccia anche il percorso ancora da fare, sfruttando appieno i nuovi strumenti offerti dalla legge. Invece che dedicarsi ai tuffi nelle piscine confiscate dagli altri e all’uso dei ministeri a fini solo propagandistici, Di Maio e Salvini comincino a occuparsi di questo tema. Magari questo non assicura di finire in prima pagina ma rappresenta un doveroso atto di giustizia sociale e di cura per il sistema produttivo”, conclude.

13/07/2018 - 19:56

“Le parole del vicepresidente del Consiglio, ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio, sul trattato di libero scambio con il Canada sono il frutto di un approccio tutto ideologico, miope e dettato da una profonda non conoscenza del sistema produttivo e industriale dell’Italia. Di Maio evidentemente non sa che intende far cancellare un accordo già in atto, che ha rafforzato le nostre esportazioni, che ha permesso l’abbattimento dei dazi contro i nostri prodotti manifatturieri e tutelato il Made in Italy. E’ pazzesco che si voglia strangolare l’export, fiore all’occhiello dell’economia di un Paese come l’Italia. La cosa più assurda è, inoltre, che intende intraprendere questa strada anche minacciando il licenziamento di quei funzionari del suo ministero che non si allineano alla sua antistorica visione”.

Così la capogruppo Pd in Commissione Attività produttive della Camera, Sara Moretto.

13/07/2018 - 15:32

“Il post in cui Grillo sulle carceri è la prova definitiva che i 5 Stelle hanno rinunciato alle proprie idee per il potere”. Lo dichiara David Ermini, capogruppo Pd in Commissione Giustizia alla Camera, a proposito dell’odierno post di Grillo su Facebook sul rapporto annuale dell’associazione Antigone.

“Le tesi espresse da Grillo – spiega – coincidono alla perfezione con lo spirito che ha guidato il Partito democratico nel riformare il sistema penitenziario. Grillo concorda con l’impostazione secondo cui quello attuale, considerate le condizioni degli istituti penitenziari, è un sistema solo punitivo e per questo indica nelle misure alternative la strada da imboccare. Resta allora da capire perché il Movimento di cui è garante ieri in Parlamento, sul parere riguardante proprio il sistema carcerario, abbia votato in modo diametralmente opposto. La ragione, purtroppo, è sotto gli occhi di tutti. Il governo ha un solo padrone, Salvini. E i 5 Stelle, pur di farne parte e tenersi strette le loro poltrone, si piegano senza fiatare ai diktat dell’alleato di governo. Poi però il giorno dopo, un po’ per mettersi a posto la coscienza, un po’ per non indispettire la parte del loro elettorato più di sinistra, ricorrono a parole per rimangiarsi quello che poche ore prima hanno dimostrato con i fatti”.

“Una cosa è certa: Grillo non ha affatto gradito la line del governo sulle carceri. Il post di oggi è l’ufficiale sconfessione del Garante del Movimento nei confronti del capo politico e del suo uomo Alfonso Bonafede”, conclude.

13/07/2018 - 15:31

La nomina del generale Stefano Del Col a comandante della missione Unifil in Libano da parte del segretario generale dell'Onu Guterres, è per noi motivo di grande soddisfazione. Si tratta di un riconoscimento al nostro Paese e alla indiscutibile professionalità di un generale che ha già alla spalle una lunga esperienza operativa internazionale in Kosovo, Libano e Libia. Auguriamo al generale Del Col buon lavoro, sicuri che rappresenterà l’Italia nel migliore dei modi.

Lo afferma Alberto Pagani, capogruppo Pd in commissione Difesa della Camera.

13/07/2018 - 14:39

"Le dichiarazioni di oggi sul Ceta dimostrano che tra qualche punto in più nei sondaggi personali e l'interesse dall'Italia, Di Maio sceglie senza problemi i primi. Al punto, come in questo caso, di danneggiare pesantemente il Paese". Lo dichiara Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura della Camera, a proposito delle parole di Luigi Di Maio sul Ceta.

"Il ministro - spiega - annuncia che farà di tutto per impedire la ratifica del Ceta. Dovrebbe sapere - spiega -  che grazie al Ceta lo scorso anno l’Italia ha esportato in Canada, paese fondamentale per l'export del Made in Italiy, ben oltre 811 milioni di euro tra prodotti agricoli, cibi e bevande a cui si aggiungono moltissimi altri comparti chiave come quello della moda o dell’arredamento. Da ottobre 2017 a gennaio 2018, fase transitoria del trattato, gli arrivi di grano canadese sono diminuiti del 46% mentre le spedizioni tricolori agroalimentari verso il Canada sono aumentate del 9%. Le esportazioni di vino sono aumentate del 12%. Possibile che Di Maio non sappia niente di tutto questo? Oppure - cosa ancora più incredibile - vuole sacrificare questi risultati solo per cercare di rintuzzare Salvini nell'osteggiare tutto quello che viene da fuori i confini italiani? Per ostentare la forza che non ha si dice pronto a licenziare i funzionari che non gli ubbidiranno, confondendo evidentemente i ministeri con il suo movimento, dove si può espellere all'istante chi non si allinei con il capo".

"Oggi Di Maio ha dimostrato che la sua sfrenata ambizione viene prima degli interessi dei lavoratori e delle imprese italiane. Il ministro Centiaio, che è giusamente a favore di questi accordi, intervenga a tutela del Made in Italy", conclude.

 

13/07/2018 - 14:37

 “Una parziale marcia indietro del Governo che però non scongiura del tutto il rischio di ripercussioni per le donne che si sono affidate al sistema della Giustizia barese per uscire da relazioni violente”. È quanto dichiara in una nota la deputata del Partito democratico, Lucia Annibali, in merito all’emendamento a sua prima firma, accolto ieri dal Governo con riformulazione durante l'esame del decreto sul tribunale di Bari e approvato all'unanimità dall'Aula. “Nella formulazione iniziale del provvedimento –aggiunge Annibali- il Governo aveva considerato meritevoli di trattazione i soli processi in cui gli imputati erano agli arresti domiciliari o soggetti a custodia cautelare mentre restavano fuori tutte le altre tipologie di misure cautelari applicabili, in particolare quelle personali, come il divieto di avvicinamento alla persona offesa o allontanamento dalla casa coniugale: misure volte a tutelare una specifica categoria di persone offese quali le donne vittime di stalking o maltrattamenti in famiglia. Una lacuna pericolosa che, come ha sottolineato anche l’associazione D.i.Re, Donne in rete contro la violenza, metteva a rischio l’incolumità di moltissime donne, ponendosi peraltro in aperto contrasto con la Convenzione di Istanbul, ratificata dall’Italia nel 2013, in termini di protezione e accesso alla giustizia. Decisamente un brutto esordio del governo del Cambiamento, che certifica un grave vulnus in termini di sensibilità e competenza sul tema della violenza maschile sulle donne. Vulnus che emerge con chiarezza dal contratto di governo in cui il tema è trattato poco e male con proposte securitarie e repressive aprendo al rischio di una pericolosa regressione culturale".

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