17/07/2018 - 19:03

"Perché nel selezionare i curriculum per il Cda della Rai i 5 Stelle hanno preferito i cv lunghi una mezza paginetta di una giovane giornalista Rai a quelli di 10 pagine?”. Lo ha detto Michele Anzaldi, deputato del Partito democratico, in un’intervista a Radio Cusano Campus a proposito delle nomine per il Cda della Rai.

“Il modo in cui i 5 Stelle – ha continuato - hanno selezionato questi nomi fa discutere. Hanno detto che
avrebbero selezionato in base al merito, in base ai curricula. Su 235 curricula giunti, ne hanno selezionati 5 da mettere sulla piattaforma Rousseau perché gli iscritti li votassero. Ma poi dei curricula non hanno tenuto conto, li hanno buttati nel cestino. Dovrebbero spiegare perché il curriculum di Santoro, o di Minoli o di Freccero, che ha fatto tanto per i 5 Stelle nella passata legislatura, non è neanche proponibile alla piattaforma Rousseau mentre invece è proponibile il curriculum di mezza paginetta di una giovane giornalista come Claudia Mazzola, che non ha alcuna esperienza amministrativa o legislativa. M5S si è battuto affinché nella legge sulla Rai venisse inserita la presentazione del curriculum. In questo modo hanno vanificato la legge su un punto che era il loro core business . Hanno fatto nomine politiche. E' la prova che i 5 Stelle sono cambiati. Uno come Freccero, su cui ho avuto molto da ridire in passato, neanche viene proposto perché probabilmente essendo molto conosciuto e apprezzato da tanti, sarebbe stato eletto. Stanno facendo il male dell'azienda pubblica perché, per quanto possano essere brave e oneste queste persone candidate, ci metteranno tempo ad imparare e si trovano in un'azienda che compete sul mercato".

"E' chiaro che nel caso della Mazzola c’è un conflitto d'interessi: fino all'altro ieri ha fatto il pezzo sui 5 Stelle. Se viene scelta tra 235 con curriculum minore rispetto ad altri, perché è anche molto giovane, è chiaro che c'è qualcosa che lascia il dubbio, lascia intendere che c'era addirittura un progetto sotto. Gli stessi dirigenti Rai, a partire dal direttore del Tg1, dovrebbero spiegare: perché gli hanno fatto continuare a seguire il M5S nonostante si fosse candidata per il cda in quota 5 Stelle?”, ha concluso.

17/07/2018 - 19:03

Solidarietà a Adachiara Zevi

“Vicinanza e solidarietà ad  Adachiara Zevi a cui è stata recapitata una vergognosa lettera di minacce antisemite nella sede della sua associazione culturale. La memoria dà ancora fastidio a qualche imbecille, non voltiamoci dall’altra parte e teniamo alta l’attenzione”. Lo scrive su Twitter Marco Di Maio, deputato del Partito democratico, a proposito della lettera di minacce recapitata nei giorni scorsi nella sede dell’associazione cultura Arte in memoria, presieduta da Adachiara Zevi.

17/07/2018 - 17:53

“Tutta la mia e la nostra solidarietà ad Adachiara Zevi per la lettera di minacce neonaziste ricevuta oggi. Il cancro di quella ideologia è duro a morire, ma noi siamo ancora qui, e sulla democrazia, la libertà e la lotta ad ogni forma di discriminazione non molleremo mai”.

Lo afferma Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd della Camera.

17/07/2018 - 17:38

“Condotte deve essere assolutamente rilanciata. Si tratta di una grande azienda italiana con 3000 lavoratori che non possono essere lasciati soli, senza considerare le commesse in infrastrutture strategiche per il nostro Paese, dalla Tav di Firenze al tunnel del Brennero”. Lo dichiara Chiara Gribaudo, vice capogruppo del Pd alla Camera, in merito alla crisi di Condotte s.p.a.

“Il Ministro Di Maio individui presto un commissario di grande esperienza nel settore e si provveda a mettere in campo tutti gli strumenti necessari a salvaguardare i livelli occupazionali, le competenze e le strutture dell’azienda, attraverso finanza d’urgenza o prestito ponte. Sono stata presente al tavolo presso il Mise riunito la settimana scorsa, e mi auguro che venga dimostrata nei prossimi giorni la stessa attenzione garantita allora alle richieste dei sindacati”, conclude.

17/07/2018 - 17:35

“Con la dichiarazione di inammissibilità degli 8 emendamenti a prima firma Rossi, che riprendevano quelli già presentati dai colleghi in Senato, si è persa un’opportunità di sostenere e riconoscere l’importante lavoro fatto fino a oggi nella ricostruzione sia privata che pubblica dopo il sisma che il 20 e 29 maggio 2012 ha colpito le terre dell’Emilia Romagna”. Lo dichiarano i deputati dem Andrea Rossi e Francesco Critelli. “Gli emendamenti, alcuni dei quali non costituivano spesa per il bilancio dello Stato - aggiungono Rossi e Critelli-, servivano solo per allineare alcuni contratti e procedure in essere a seguito della proroga dello stato di emergenza in carico al commissario Stefano Bonaccini fino a dicembre 2020”.

“ Una ricostruzione che ha visto una forte collaborazione fra pubblico e privato, figlia anche della laboriosità delle nostre terre e - concludono i deputati democratici- che ha permesso di rientrare nelle proprie abitazioni quasi 15 mila residenti, pari al 90 per cento di quelli usciti nel 2012 e oltre 4.400 attività commerciali e economiche per uno stanziamento di 4,3 miliardi di euro di contributi concessi.”

17/07/2018 - 17:06

“Il Ministro Tria, parlando delle misure a sostegno della povertà e di protezione sociale che il governo intende realizzare, dice che "si tratterà solo di trasformare quelli già esistenti in altri strumenti". E il gioco è fatto. Oggi scopriamo, dunque, che il reddito di cittadinanza non sarà altro che un sapiente mix tra il Reddito di Inclusione approvato dal governo Gentiloni e la NASPI approvata dal governo Renzi. Spiegatelo bene a Di Maio prima che evochi un altro complotto!”

Lo scrive Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico, in un post su Facebook commentando le dichiarazioni del ministro dell’Economia nel corso di un’audizione in Parlamento.

17/07/2018 - 16:42

È necessario intervenire per tutelare le tante manifestazioni territoriali, espressione di storia e cultura della nostra nazione. Sono ragionevoli e giuste le motivazioni che hanno portato il capo della polizia ad adottare una circolare per normare le manifestazioni pubbliche, ma, a quasi un anno dalla sua emanazioni, è evidente che quello che Gabrielli aveva fatto per tutelare i cittadini e la sicurezza sta diventando uno strumento che condanna alla sparizione molte manifestazioni locali che arricchiscono il nostro territorio”.

- lo dichiarano Roger De Menech, Alessia Rotta e Sara Moretto, deputati veneti del Partito Democratico promotori di una mozione firmata dal presidente del gruppo e dai parlamentari Pd -

“Le misure adottate, essendo applicabili a qualunque manifestazione a prescindere dal numero dei partecipanti, hanno finito per porre sullo stesso piano un grande evento sportivo con la piccola sagra locale, aumentando responsabilità, oneri burocratici ed economici e allungando i tempi per le verifiche e le concessioni necessarie, tali da risultare spesso insostenibili e da determinare la cancellazione di numerose manifestazioni. Chiediamo pertanto – sottolineano - che il governo si impegni a salvaguardare la possibilità di svolgimento delle manifestazioni storiche, artistiche, culturali e agro-alimentari, così importanti per il nostro Paese, anche prevedendo una semplificazione della normativa e delle procedure burocratiche previste, differenziando i grandi eventi dalle piccole iniziative locali. Per farlo servono il coinvolgimento dei tanti soggetti competenti per materia, in modo da garantire una tutela omogenea su tutto il territorio nazionale e, soprattutto, servono risorse a sostegno degli enti locali e dei privati nelle spese per la sicurezza dei partecipanti e degli stessi volontari che rendono possibili le manifestazioni”.

“L’Italia è un Paese ricco di manifestazioni che – concludono i deputati Dem - costituiscono un importante strumento di coesione sociale e rappresentano un insostituibile volano dei flussi turistici. È un patrimonio del quale non vogliamo e possiamo fare a meno”

17/07/2018 - 16:12

“Anche sul Ceta il governo del cambiamento non decide in base all’interesse degli italiani ma del puro tornaconto politico. E siccome prendere una decisione sul trattato significa scontentare qualcuno, sceglie la tattica dell’ambiguità e dell’attendismo”. Lo dichiara Maria Chiara Gadda, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera, a proposito del Ceta.

“Per questo la Lega – spiega – che ama sempre ostentare un atteggiamento decisionista, sul Ceta è stranamente prudente. In questo caso Centinaio, con la scusa di volerci veder chiaro, prende tempo: in questo modo non scontenta né chi è a favore del trattato (che viene applicato in regime transitorio anche senza ratifica), né chi è contrario. Ma i numeri parlano già chiarissimo. Il trattato ha fatto già fatto crescere l’export italiano verso il Canada dell’8% rispetto al 2017. E non bisogna solo pensare al settore alimentare ma anche a comparti, come quello della ceramica (+9%), dei macchinari, delle auto, della nautica, della moda. Un governo serio dovrebbe guardare a questi numeri in modo oggettivo. Perché queste cifre significano opportunità per il nostro Paese e nuovi posti di lavoro. Anche i dubbi e le obiezioni su un allentamento dei controlli sanitari sono pretestuose, anche perché il Ceta è un accordo commerciale che lascia inalterato il sistema di precauzione sanitaria della Comunità Europea. Per altro l’Italia è un modello in questo senso. Di Maio ripete da giorni delle fake news. Come quella che il Ceta apre le porte alle carni piene di ormoni. E’ risaputo che in Europa può entrare solo carne ‘hormone free’. Di Maio non si è informato oppure mette in giro consapevolmente bufale? Tra l’altro, riconoscendo le doc, il Ceta attiva tutti i meccanismi di protezione delle denominazioni che prima non c’erano: ora il ‘Parma Ham’ e le molte altre manifestazioni dell’italian sounding sono fuori legge. Di Maio non sa nemmeno questo?”.

“L’impressione è che il Ceta, come il decreto 87 cosiddetto dignità e che di dignità ha ben poco, sia solo uno strumento con cui Di Maio cerca di recuperare consenso rispetto a Salvini con una crociata nazionalista. In tutto questo, è proprio il nostro Made in Italy a rischiare di rimanerci schiacciato. Il governo dimostra insomma ancora una volta di anteporre squallidi motivi di bottega all’interesse del Paese. Altro che prima gli italiani”, conclude.

17/07/2018 - 15:56

“Quali motivazioni hanno giustificato la presenza a Mosca del presidente di un’associazione politica collaterale alla Lega come ‘Lombardia-Russia’, durante la riunione ufficiale tra i Ministri degli Interni russo e italiano su un tema cruciale e riservato quale quello della cyber sicurezza? L’associazione Lombardia-Russia era in possesso delle necessarie autorizzazioni?”. Lo chiede Alessia Morani, della presidenza del gruppo Pd alla Camera, con un’interrogazione alla presidente del Consiglio e al ministro dell’Interno.

“Dalla stessa bacheca Facebook del ministro Salvini – spiega – si è venuti a sapere tra i tanti temi discussi, nell’incontro tra Matteo Salvini e il suo omologo russo, ci sono stati la ‘condivisione di buone pratiche, e banche dati, scambio di informazioni e competenze tecniche, fino all’istituzione di pattuglie miste tra Forze dell’ordine italiane e russe’, ‘ un impegno comune di Italia e Russia per la cybersicurezza e la difesa dagli attacchi informatici’. Il Ministro dell’Interno era accompagnato a questo delicatissimo incontro da Gianluca Savoini, presidente dell’Associazione Lombardia – Russia: un’associazione di natura politica che solo formalmente può considerarsi di carattere culturale, perché da anni svolge attività di sostegno politico alla Lega soprattutto per quanto riguarda sia i legami con l’estrema destra europea e russa sia il sostegno e il rilancio della propaganda del regime di Putin relativamente alla discussione internazionale. Come ad esempio nel caso del tentato avvelenamento della famiglia Skripal, dove Lombardia Russia si è fatta megafono delle più aggressive teorie del complotto di provenienza moscovita o delle campagne promosse dal Cremlino per la cancellazione delle sanzioni decise dalla comunità internazionale dopo la violazione da parte russa dell’integrità territoriale dell’Ucraina. Savoini è inoltre, al momento, vicepresidente del Corecom Lombardia, l’ente che interviene nelle controversie fra gli utenti e le aziende di telecomunicazione”.

“Vorremmo per questo sapere se nell’incontro ci siano stati riferimenti (e di che tipo), scambi di informazioni (e di quale natura) e obbligazioni derivanti dal patto politico siglato nel marzo 2017 tra la Lega e il partito Russia Unita, patto siglato grazie anche alla collaborazione dello stesso Savoini e nel quale si faceva riferimento ad ‘partenariato paritario e confidenziale’, allo ‘scambio di informazioni tra le parti’, allo ‘scambio di delegazioni’ e a varie altre forme di cooperazione anche economico tra Lega e Russia Unita. Infine, il Governo renda conto dei contenuti dell’incontro”, conclude.

17/07/2018 - 15:41

“Nel Mediterraneo sta morendo il senso di umanità”. Lo scrive su Twitter Emanuele Fiano, della presidenza del Gruppo Pd della Camera, commentando il video postato da Open Arms in cui la ong denuncia che la Guardia Costiera libica avrebbe lasciato morire una donna e un bambino a bordo di un gommone in difficoltà.

17/07/2018 - 15:30

“Invece di arrampicarsi sugli specchi Salvini la smetta con la sua crociata di odio”. Così il presidente dei deputati del Pd, Graziano Delrio replica al vicepremier, Matteo Salvini che oggi a Fermo ha dichiarato ‘non ho mai detto di lasciare esseri umani in mare’.

“Quando per settimane si dice ai soccorritori di non perdere tempo e soldi e di evitare di intervenire, quando si lasciano le persone in balia delle onde per ciniche trattative politiche, quando si nega l’ingresso nei porti italiani si sta dicendo di lasciare gli esseri umani in mare. Sono parole molto gravi che stanno avendo conseguenze tragiche”.

17/07/2018 - 15:29

“I dati non sono suscettibili né di servilismo, né di intimidazione, siano essi dati di natura economica o tecnici e ambientali, come oggi nel caso del Rapporto Snpa 2018 sul consumo di suolo in Italia. Ed è positivo che il confronto pubblico su questo delicato tema avvenga a partire da basi oggettive. Da questo punto di vista, lo studio ci segnala, tra gli aspetti particolarmente interessanti, il legame che continua a persistere tra ripresa economica e dinamiche sul consumo di suolo. La crisi, purtroppo, non è stata occasione per ripensare il modello di sviluppo insediativo e delle infrastrutture. Molto utile anche l’analisi dei servizi eco-sistemici, che rivela l’impatto economico del consumo di suolo soprattutto sui costi necessari a mitigare il rischio idrogeologico e a garanzia di un ciclo efficiente delle acque naturali.

Il Rapporto conferma l’esigenza di dare al Paese una legge nazionale sul consumo di suolo, che tenga insieme l’aspetto parallelo della riqualificazione dell’esistente; una legge che tenga conto del quadro europeo (consumo di suolo zero al 2050) e del riparto di competenze tra Stato e Regioni. Non ci interessa una legge manifesto, ma una normativa efficace. Nella scorsa legislatura la Camera ha approvato in prima lettura una legge di cui sono stata relatrice. Il testo è certamente migliorabile con il contribuito di tutti i gruppi parlamentari. Per il Pd è prioritario ripartire da dove siamo rimasti. Se per il ministro Costa questa legge è una priorità, noi mettiamo a disposizione questo testo che può avere un canale privilegiato per la calendarizzazione in aula. Per questo chiederemo subito di calendarizzare la nostra proposta in commissione Ambiente; possiamo discuterla e approvarla in tempi molto rapidi e dare così una risposta concreta a una necessità che anche il Rapporto presentato oggi da Ispra ci dice essere urgente”.

Così la capogruppo del Pd in commissione Ambiente, Chiara Braga.

17/07/2018 - 14:06

“Il governo gialloverde è riuscito nell’impresa quasi impossibile di licenziare un decreto omnibus che riesce a scontentare sia le imprese sia i lavoratori, creando inutili contenziosi per le imprese, la crescita della disoccupazione e, nella migliore delle ipotesi, l’aumento della precarietà". Lo dichiara la deputata veneta Alessia Rotta, vicepresidente vicaria dei deputati del Partito Democratico.

“Sono opposizioni che si basano sui fatti e non su posizioni ideologiche. In Veneto, in particolare, porterebbe alla cessazione di circa 25 mila rapporti di lavoro perché hanno durata superiore ai due anni. Tutti gli altri, circa 55 mila,  subirebbero uno spostamento verso altre forme contrattuali, probabilmente precarie e per le quali il decreto non si è espresso. A essere maggiormente penalizzati da questo turnover – spiega la deputata Dem - saranno poi i lavoratori e le lavoratrici meno qualificati, proprio quelli che più di altri avrebbero bisogno di una formazione stabile. Probabilmente il vicepremier Di Maio li sta spingendo verso le condizioni per richiedere il fantomatico reddito di cittadinanza”.

“L’arroganza dell’esecutivo impedisce qualunque modifica: il testo e i dossier non sono a disposizione e, a quanto apprendiamo, l’esame del provvedimento slitterà ancora non garantendo una disamina parlamentare. Dall’amministrazione veneta a trazione leghista – conclude Rotta - ci aspettiamo una reazione che porti alla revisione, pena la complicità con chi vuole portare la nostra regione al collasso occupazionale e imprenditoriale”.

17/07/2018 - 14:04

“Il contrasto alla criminalità si garantisce mediante regole severe su detenzione armi. Per avere più sicurezza bisogna dare più sostegno e risorse a forze dell’ordine, non militarizzare i cittadini. Non cediamo alle lobby così care a Salvini! Non rendiamo l’Italia un Far West!”.

Così il capogruppo del Pd in commissione Politiche europee, Piero De Luca, in un commento sul suo profilo Twitter, a margine delle audizioni relative alla trasposizione della Direttiva Ue su controllo acquisizione e detenzione armi.

17/07/2018 - 13:30

Di Maio stesso chiede relazione a Inps, ma poi non la legge

"Altro che manina...la destra non sa che fa la sinistra. Come rivela oggi La Stampa non c’è alcun complotto contro Di Maio.
È stato lui stesso a chiedere all’Inps una relazione sulle ricadute del suo provvedimento. Perché anche la cosiddetta Dignità ha i suoi costi.
Ma pensando che si trattasse di pura burocrazia né lui né i suoi collaboratori hanno poi letto quei dati (8 mila posti di lavoro in meno ogni anno). E quando tutto è emerso, l’unica via di fuga è stato scaricare su altri la responsabilità: la Ragioneria, gli uffici, il presidente Inps Boeri.
Non è così che si governa: serve studio, fatica e determinazione. E lealtà verso i cittadini".

Lo scrive sui social Ettore Rosato, vicepresidente della Camera.

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