n. 87 - 9 maggio 2020

INFORMATIVA DEL MINISTRO PER IL SUD 

Rafforzare ed estendere la clausola del 34%

Abbiamo ascoltato in Aula l’informativa del ministro Giuseppe Provenzano, e ne abbiamo apprezzato l’impegno a favore del Mezzogiorno e del suo riscatto. Un Mezzogiorno che ancora oggi è pietra di inciampo per molti, questione e al contempo risorsa nazionale. Per questo è interesse comune che sia messo in grado di realizzare le sue potenzialità, crescere, svilupparsi, produrre ricchezza e valorizzare la sua posizione geo economica al centro del Mediterraneo. Un luogo in cui ciascuno abbia l’opportunità di realizzare al meglio le proprie capacità e il proprio progetto di vita. Occorre sfatare intanto una bugia, secondo la quale il Sud riceve tutte le risorse. Secondo i dati dei conti pubblici territoriali, infatti, negli ultimi dieci anni la quota di risorse ordinarie in conto capitale destinate al Mezzogiorno è stata intorno al 26%, cioè ben otto punti in meno rispetto alla percentuale di popolazione residente in quei territori, con una perdita complessiva di oltre 40 miliardi nel decennio. E’ in questo contesto che trova ragione e senso la clausola che riserva al Sud la quota del 34% degli investimenti ordinari delle amministrazioni centrali. Occorre anzi estendere la clausola del 34% alla spesa pubblica complessiva, risolvendo eventuali debolezze - come ad esempio, il limitato perimetro di interesse, o l’assenza di un sistema sanzionatorio - ma continuando a investire sul rafforzamento amministrativo. Occorre una strategia complessiva e coerente volta ad ampliare la base produttiva e a rendere competitivo il contesto economico locale. La spinta deve essere forte, duratura e basata su un’ampia gamma di strumenti.

TEMI DELLA SETTIMANA

INFORMATIVA DEL MINISTRO PER I BENI CULTURALI

Fondi e sostegno subito ma ripensare secondo nuove prospettive la realtà

 

Le decisioni che il ministro Franceschini sta prendendo per sostenere il mondo della cultura e del turismo vanno nella giusta direzione. Oggi il nostro sistema culturale e il nostro turismo affrontano una gravissima crisi che ne mette in forse la sopravvivenza, costringendoci a prendere atto che questo sistema, con questa concatenazione così originale di vitalità, unicità e ricchezza culturale, rischia di non reggere più. Parliamo di moltissimi lavoratori coinvolti, che temono di perdere il proprio lavoro. Sono spesso lavoratori autonomi, in una percentuale che rappresenta quasi il doppio rispetto a quella rilevata negli altri settori del mercato del lavoro, meno stabile, più fragile e più esposta al rischio di precarietà. Si sono bloccati musei noti in tutto il mondo e piccoli musei importanti per il territorio che rappresentano. Si sono chiusi teatri, cinema, biblioteche, si è bloccata la filiera del mondo musicale, si sono vuotati città e paesaggi che sono unici al mondo. Sono molte le cose che possiamo e dobbiamo fare per fronteggiare l'emergenza, sostenere i più deboli, impedire che il sistema tracolli. Occorre modificare i requisiti previsti dal FUS, garantire aiuti a fondo perduto, investire su operatori, artisti e maestranze, e aiutare anche le strutture, gli alberghi, gli agriturismi, i rifugi, gli stabilimenti balneari. Tutti i settori sono accomunati da una fortissima crisi di liquidità a cui si è fatto fronte con provvedimenti straordinari, dall'indennità per i lavoratori del turismo e della cultura, agli ammortizzatori sociali, al sostegno alle imprese della cultura, dello spettacolo e del turismo. Occorre ripensare secondo nuove prospettive la realtà a cui siamo abituati, utilizzare strumenti già collaudati ma pensare anche a strumenti nuovi, a fondi per la cultura e per il turismo che mettano insieme risorse pubbliche e risorse private, consentendo investimenti a lungo termine, garantendo liquidità immediata e trasformandoli in un investimento legato al nostro patrimonio e alla sua valorizzazione.

QUESTION TIME

Trovare percorso condiviso per concludere i campionati di calcio

Abbiamo chiesto al ministro per le Politiche giovanili e lo Sport quali iniziative intenda prendere per promuovere, pur nel rispetto del principio di autonomia sportiva, un percorso condiviso per affrontare la conclusione della stagione in corso dei campionati professionistici di calcio di serie A, B e di Lega Pro nonché della Lega Nazionale Dilettanti, consapevoli delle diversità e delle specificità presenti in ciascuna categoria. Abbiamo chiesto di valutare tutte le possibilità presenti per una ripartenza dei campionati, ovviamente in sicurezza e con un protocollo sanitario, alla pari di altri settori. Dobbiamo uscire da un’idea elitaria del calcio, dalle potenziali contrapposizioni tra professionismo e sport di base, dobbiamo tenere unito tutto il sistema sportivo. Da un lato la mancata ripartenza del calcio professionistico porterebbe ad una perdita del 38% di occupati, 500 milioni di perdita netta del sistema sportivo e una riduzione del PIL prodotto in modo diretto e indiretto di 4 miliardi rispetto agli attuali 10. Dall’altro c’è lo sport di base, con le sue 50mila società, un presidio sociale, di prossimità e di comunità. Società dello sport di base a cui dobbiamo dare sostegno. Non può esistere lo sport di base senza il professionismo, né può esistere il professionismo senza la passione dello sport di base.

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IN AULA LA PROSSIMA SETTIMANA

Giustizia
Martedì alle 11.00, informativa del Ministro Bonafede sulla vicenda della nomina del Direttore del DAP nel 2018.

DL Covid
Da martedì alle 16.00, esame del decreto Covid.

Sanità
Da martedì esame del ddl sulle disposizioni in materia di sicurezza per gli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie nell'esercizio delle loro funzioni.

Mozione e ratifiche
Martedì esame della mozione sulle libertà costituzionali, e ratifiche.

Question time
Mercoledì alle 15.00

Sport
Mercoledì alle 16.00, informativa urgente del Governo sulle iniziative di competenza del Ministro per le politiche giovanili e lo sport per fronteggiare l'emergenza da Covid.

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