"È stato il Papa dei poveri, degli emarginati, degli oppressi, delle vittime di guerra e di persecuzioni. Ha interpretato il ruolo della Chiesa mettendola al loro servizio. Ha messo al centro della sua predicazione la difesa del Creato e della pace, insegnamenti che hanno e avranno anche un imprescindibile valore civile. È stato fino all’ultimo il Papa del dialogo e della speranza. È stato un uomo che ha vissuto la complessità del suo tempo, lascia un vuoto immenso e un’eredità di cui essere degni".
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Il Governo litiga con le Regioni perché il decreto sulle liste d’attesa, come avevamo detto non funziona. Non risolve i problemi della sanità pubblica e favorisce quella privata. Mentre 5 milioni di italiani rinunciano a curarsi. Servono più risorse per ospedali, medici e personale sanitario.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Ora c’è il braccio di ferro con le Regioni, di cui la maggior parte governate dal centrodestra, ma le liste d’attesa restano tutte lì. Il famoso decreto voluto dalla Meloni in fretta e furia a una settimana dalle elezioni europee non è servito a niente. Non c’era un euro in più e non c’era una strategia. Il decreto non affronta i nodi: la cronica carenza di personale, le risorse insufficienti destinate al sistema sanitario pubblico e la mancata valorizzazione delle strutture territoriali. Il risultato è che, anziché ridurre le attese, si sposta il problema, alimentando ulteriormente il ricorso alla sanità privata e accentuando le disuguaglianze nell’accesso alle cure. Non è dando la colpa alle Regioni che si eliminano le liste. Un nuovo provvedimento che mette tutto in mano al governo centrale non servirà a niente se non si ha il coraggio di rimettere al centro il Servizio Sanitario Nazionale come diritto universale e non come costo da tagliare. Un fallimento totale sulla pelle dei cittadini.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Con 24 mesi di calo della produzione industriale, Meloni decide di disertare il Salone del mobile, una vetrina fondamentale per il settore.
Non va perché non avrebbe nulla da dire agli imprenditori italiani. Non ha idea di come fronteggiare gli sciagurati dazi e si affida agli umori di Trump. Non sa come spiegare la marcia indietro sugli aiuti alle imprese annunciati in pompa magna solo qualche giorno fa. La strategia è sempre la stessa: quella che la porta a disertare tutte le conferenze stampa dopo il CDM, scappare, sottrarsi a ogni confronto che non sia nelle protette stanze di Palazzo Chigi. Quando invece dovrebbe spiegare al Paese cosa intende fare di fronte alle preoccupanti previsioni del Def con il Pil in caduta libera fino allo 0,3% per colpa dell’amico Trump. Comunque da lui andrà per baciare la pantofola, dagli imprenditori italiani invece no.
Così in una nota Chiara Braga, Capogruppo PD alla Camera dei deputati.
Il PD pone una questione di razionalità nell'organizzazione dei lavori in Aula che hanno, poi, una rilevante ricaduta politica. Quando i gruppi chiedono di calendarizzare delle mozioni che hanno un oggetto specifico, il criterio di abbinabilità che viene fatto su una valutazione della Presidenza, deve garantire la discussione di questi temi e che non si creino spazi di scappatoia per aggirare il dibattito. Ne approfitta infatti una maggioranza incapace di assumere una posizione unitaria su questioni fondamentali. Penso al PNRR, alla competitività europea e oggi nella discussione sul piano di riarmo europeo, che ha registrato una spaccatura dentro le forze di governo, che hanno presentato una mozione che di fatto non tratta l'argomento.
Così si compromette la qualità del dibattito democratico e il dovere dell'assunzione di responsabilità che ogni forza politica si assume su temi che hanno particolare rilevanza per le scelte che il nostro Paese è chiamato a fare.
Lo ha detto Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei deputati intervenendo in Aula sull’ordine del giorno dei lavori.
Giovedì 10 aprile alle ore 14.30, presso la Sala Stampa della Camera dei deputati, si terrà una conferenza stampa per la presentazione di tre proposte di legge che affrontano in modo complementare le sfide poste dall’intelligenza artificiale e dalla trasformazione digitale, con particolare attenzione alla tutela dei diritti. Saranno presenti le deputate Anna Ascani, Chiara Braga, Marianna Madia e il deputato Piero De Luca, firmatari delle proposte. Nel corso dell’incontro verranno illustrate: la PDL n. 2212 Ascani e Braga, che introduce una disciplina sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito elettorale, per garantire trasparenza, correttezza e tutela del processo democratico; la PDL n. 1863 Madia, incentrata sulla tutela dei minori nell’uso degli strumenti digitali, con misure volte a garantire un ambiente online più sicuro per bambini e adolescenti; la PDL n. 2266 De Luca, relativa alla rimozione di contenuti illegali dalla rete Internet, con l’obiettivo di rafforzare la protezione degli utenti e combattere la diffusione di materiale illecito online. Le tre proposte si inseriscono in un quadro di iniziativa parlamentare che intende affrontare con responsabilità e visione le implicazioni sociali, democratiche e legali della rivoluzione digitale.
Info e accrediti: pd.ufficiostampa@camera.it
“Altro che Pd. Di imbarazzante sono le parole di Maran e Bignami. Sconcertante è l’atteggiamento incerto e ossequioso di una Presidente del Consiglio che invece di rendere più forte la risposta europea alla follia trumpiana, accetta di andare a Washington con il cappello in mano dopo che Donald Trump offende l’Italia e gli altri paesi europei. Gli interessi italiani si difendono schierandosi chiaramente con l’Europa nel costruire una risposta efficace all’imposizione dei dazi e non piatendo una carezza dopo essere stati umiliati”.
Così in una nota, i capigruppo Pd di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, e il capo delegazione Pd al Parlamento Europeo, Nicola Zingaretti.
Non hanno uno straccio di idea su come affrontare l’emergenza dazi, se non sottovalutare e professare “no allarmismo”. Non c’è un’iniziativa del governo. Poi arriva la soluzione: attaccare, come fa oggi il Ministro Urso, il Green Deal Europeo per dare mano libera alle imprese.
Una visione miope, spesso in nome di interessi di breve periodo o retoriche populiste, vuole smontare una strategia fondamentale per l’Europa e per l’Italia. Il Green Deal non è un lusso, ma una necessità. È il nostro scudo contro la crisi energetica, lo strumento per rendere la nostra industria più moderna e competitiva, la leva per creare lavoro di qualità, soprattutto per i giovani.
Contrastarlo significa voltare le spalle alla scienza, alle iniziative che stanno investendo nel cambiamento, ai cittadini che chiedono un ambiente più sano e vivibile: la vera sfida non è fermare il cambiamento, ma governarlo.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
La vicenda dei dazi e i tentennamenti della Premier sono l’esempio più eclatante dell’irresponsabilità delle classi dirigenti sovraniste: avventuristi sulla pelle dei più deboli. Anche questa volta Meloni esita nello schierarsi con l’Europa, minimizza la portata delle conseguenze e rassicura pensando di salvarsi con improbabili accordi separati. Con questo governo pagheremo un prezzo altissimo alla follia di Trump senza che ci sia mai stata una vera e forte risposta comune, unica strada per porre un argine al crollo dell’economia mondiale. Ma Meloni non può scegliere perché ha una compagine di governo che annovera contrari all’Europa e i sempre indecisi se attaccarsi al carro USA o a quello russo. Mentre nelle ore più complicate Giorgetti, il Ministro dell’Economia passava due giorni a Firenze al congresso del suo partito. Per dire il livello di preoccupazione…
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
I sovranisti come Trump sono fatti così: per difendere i confini fanno pagare prezzi altissimi ai più deboli e fragili. Quelli di casa nostra fanno peggio: nessuna misura per arginare le ricadute su imprese e famiglie, aspettano di essere ricevuti alla Casa Bianca.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati
Le parole di Nordio, secondo il quale alcune etnie hanno sensibilità diverse sulle donne, sono inaccettabili. Purtroppo la maggior parte dei femminicidi viene commesso in casa da uomini che odiano le donne dicendo di amarle. Quello di Nordio è un razzismo strisciante che emerge in tutto il suo fulgore, fuori luogo e fuori tempo: a quando il manifesto della razza? Sarebbe gravissimo se la Premier Meloni non prendesse le distanze da tali affermazioni.
Sulla difesa europea, la maggioranza vota in tre modi diversi con Forza Italia a favore, la Lega contro e Fratelli d’Italia astenuti. Dunque, qual è la linea del governo? Stiamo parlando del ruolo dell’Europa, della difesa comune, di come si pone l’Italia sui principali dossier diplomatici. Abbiamo due conflitti alle porte e minacce economiche da oltre Oceano: non è tempo di equilibrismi, né incertezze. Serve un governo capace di decidere la collocazione internazionale di una delle grandi potenze mondiali. Un governo diviso fa l’Italia più debole.
Così in una nota, i capigruppo Pd di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia, e il capo delegazione Pd al Parlamento Europeo, Nicola Zingaretti.
Due femminicidi in poche ore. Vittime ragazze indipendenti, studiose, emancipate. C’è di mezzo controllo, frustrazione, ma anche una violenza maschile e una cultura del possesso che non possiamo più tollerare. Vanno educati gli uomini ad accettare la libertà delle donne.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Commissione europea, Ucraina, riarmo, dazi: temi che scuotono il mondo e sui quali il governo Meloni non ha una linea. O meglio ne ha due, a volte tre. Sono divisi su tutto e la premier non riesce a fare sintesi attratta com’è dalla sirena di Trump. E così continuano a litigare senza occuparsi dei problemi dalle liste d’attesa alle bollette. Il paese non può pagare il prezzo della loro inadeguatezza.
Così in una nota Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
Il Pnrr doveva servire per infrastrutture, imprese, tutela del territorio, scuole e asili nido. Il Governo ha scelto di ridimensionare tutto e comunque con enormi ritardi. Ora chiede più tempo all’Europa per nascondere liti tra Ministri e incapacità che denunciamo da tempo.
Lo ha scritto su X Chiara Braga, capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.