L'inchiesta della Procura della Repubblica, il lavoro della Guardia di Finanza, l'attenzione della CGIL e degli altri sindacati sulle condizioni di lavoro negli appalti e subappalti di Fincantieri a Venezia rivelano una verità tanto scomoda quanto, purtroppo, ricorrente. La verità è che ci sono aziende che non si fanno alcuno scrupolo quando devono aumentare i propri profitti, a costo di compromettere diritti e tutele o di fare affari con la malavita (cosa che nel caso veneziano verrà appurata dalle indagini). La verità è anche che questo succede vicino casa nostra, con forme e metodi dal sapore ottocentesco, ma per nulla passati di moda.
I lavoratori che vengono sfruttati da anni nel sistema Fincantieri a Venezia sono perlopiù migranti, e non è un caso: si tratta di soggetti fragili, senza diritti di cittadinanza, ricattabili, disposti ad accettare qualsiasi trattamento a causa di una condizione di marginalizzazione e assenza di strumenti (linguistici, di capitale sociale ed economici) per emanciparsi. Il meccanismo in cui si insidiano maggiori possibilità di sfruttamento è quello dei subappalti, in un quadro normativo che continua ad essere al ribasso e svantaggioso per il lavoro. Infine le pratiche di sfruttamento sono consolidate e messe diligentemente a sistema: dieci ore di lavoro al giorno, 7 giorni su 7, paga oraria "globale", inapplicazione delle tutele e dei diritti previsti dai CCNL, evasione fiscale. Il risultato è sempre lo stesso: le aziende si arricchiscono, a scapito del tempo e dei diritti del lavoratore. Che ci fossero dei problemi era già stato rilevato dai sindacati, ma gli appelli erano caduti nel vuoto, nel silenzio di Regione e Comune. Fincantieri, società controllata dal pubblico, deve risponderne. Solidarietà ai lavoratori: le imprese rispettino le regole e i loro diritti.
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.
"Oggi sarò anche io in piazza ad Eraclea assieme ai sindacati e a numerose associazioni e realtà contro tutte le mafie. La piazza di oggi si basa sul presupposto che nessuna regione italiana, nemmeno il Veneto, è immune alle infiltrazioni della criminalità organizzata, che anche qui trova terreno fertile per proliferare. Non c'è nulla di esotico o di accidentale nella presenza ventennale dei casalesi nel territorio di Eraclea, e le risposte di piazza, delle realtà associative e dei cittadini, servono ad affermare con forza che non si è disponibili ad accettare che una famiglia mafiosa condizioni la politica cittadina e faccia affari sul territorio, e che ci sia una rete di complicità che spara i fuochi d'artificio quando il boss esce dal carcere. In piazza per dimostrare che Eraclea è un'altra cosa, e non vuole avere a che fare con la criminalità organizzata. Attenzione però, perché sarebbe un errore pensare che solo ad Eraclea ci siano stati problemi simili: le mafie in Veneto ci sono, sono forti e presenti, e l'allerta della società civile, la partecipazione e l'informazione, sono i primi strumenti per scovarla e limitarla."
Così la deputata del Pd Rachele Scarpa.
Mi vengono i brividi a pensare che il governo stia pensando di abolire il reato di tortura. È semplicemente sconcertante anche solo pensare che nel 2023 una democrazia parlamentare possa scagliarsi contro il reato di tortura, peraltro introdotto tardivamente nel nostro ordinamento. Come se ci fossimo dimenticati tutti i gravissimi casi in cui si è reso chiaro che bisognasse tirare una linea netta su pratiche violente intollerabili, come l'omicidio di Stefano Cucchi, Giuseppe Uva, o i casi di violenze nella caserma di Bolzaneto o nella scuola Diaz del 2001. Non voglio pensare che forse per qualcuno così intollerabili non lo fossero.
Questo governo da una parte introduce pene spropositate e criminalizzanti per chi organizza una festa, e dall'altra parte vuole legittimare dichiaratamente eventuali violenze di stato. Noi non lo permetteremo: la tortura è un reato, chiunque lo commetta, forze di polizia, privati, o chiunque altro, ne deve rispondere. Se il modello politico della Presidente del Consiglio non è Pinochet fermi questo scempio di proposta di legge avanzata dal suo partito, e dimostri di essere affezionata ai valori democratici.
Oggi la Rete degli Studenti Medi, l'Unione degli Universitari e il Sindacato Pensionati Italiani (SPI CGIL) hanno presentato alla Camera i dati della loro ricerca "Chiedimi come sto". Oggi è successa una cosa importante: i 30mila studenti e studentesse che ci dicono come stanno, quanto difficile sia stata la pandemia, che pensano sia necessario un supporto psicologico fruibile e a portata di mano impongono un impegno urgente del Parlamento, come in queste settimane è emerso spesso. La scuola e l'università sono l'epicentro da cui parte un grido di aiuto e devono essere quindi l'epicentro della nostra risposta: dai luoghi di istruzione si possono intercettare condizioni di disagio e difficoltà, dei singoli e dei contesti familiari, ma soprattutto si può fare prevenzione e promozione del benessere psicologico. L'istruzione pubblica deve diventare un'àncora di salvezza per chi è in difficoltà e il primo luogo di acquisizione degli strumenti psicologici, sociali e culturali per stare bene: poi servono risposte complesse e di sistema. Serve lo psicologo di base, perché il benessere di una persona non può essere legato al fatto di potersi permettere di pagare un professionista. E ancora bisogna pensare alla situazione nelle carceri, o alle condizioni limite di chi arriva nel nostro paese dopo aver attraversato il Mediterraneo. Serve una rete di supporto sociale per gli anziani, per non lasciarli soli. Servono sguardi ampi e una grande volontà politica di fare sintesi, con trasversalità e determinazione. Utilizzeremo, per questo, l'intergruppo parlamentare per il benessere psicologico da me promosso: dall'ascolto degli studenti e dal confronto in Parlamento devono partire le risposte urgenti che la mia generazione sta chiedendo."
Così la deputata del PD Rachele Scarpa.
Ora tocca a Padova. La crociata per discriminare i figli delle famiglie arcobaleno si estende a macchia d’olio. Anche a Padova il Sindaco Sergio Giordani è stato convocato dalla prefettura perché semplicemente ha garantito, come a Milano il Sindaco Sala, un concetto di semplice giustizia: non esistono bambini di serie a e di serie b. È diritto di ogni bambino a vedersi riconoscere i propri genitori come portatori di doveri nei suoi confronti e togliere questo diritto solo perché si hanno due mamme o due papà è un atto scellerato. Il governo, con questo accanimento crudele, sta solo mettendo in campo una discriminazione odiosa e colpendo quelle istituzioni, come i sindaci coinvolti, che invece agivano per evitarla. Io sono dalla parte dei bambini, delle famiglie e dei sindaci che li sostengono a cui esprimo la mia più totale solidarietà e vicinanza. La mobilitazione del Pd e delle associazioni si estenda a oltranza e in tutto il paese non possiamo lasciare soli ne questi amministratori ne le cittadine e i cittadini, le bambine e i bambini, che vedono negati i loro diritti.
“Il governo, dopo aver prima cercato di eliminare il bonus trasporti e poi, a seguito delle proteste del Partito Democratico, averlo mantenuto sebbene molto ridotto ora sta continuando a renderlo non utilizzabile: non è stato ancora emanato il decreto interministeriale per l’attuazione della proroga del bonus, nonostante sia passato un mese intero dalla scadenza dei termini per la sua approvazione.
Il governo, coi ministri Salvini, Calderone e Giorgetti, sta lasciando migliaia di pendolari senza un sostegno a cui avrebbero già dovuto accedere da gennaio. Tre mesi di vuoto e ora si rischia che anche per aprile la situazione si ripeta.
Insieme alla collega Valentina Ghio e al Partito Democratico ho sottoscritto un’interrogazione parlamentare per chiedere ancora una volta spiegazioni su questo vergognoso ritardo”. Lo dichiara la deputata del Pd, Rachele Scarpa.
“Il sindaco di Marcon (Venezia) Matteo Romanello, ne ha fatta un’altra delle sue: dopo aver negato l’intitolazione di una scuola alla partigiana Tina Anselmi, ora nega il patrocinio alla proiezione di ‘Roma città aperta’, uno dei capolavori della cinematografia italiana. Romanello deve avere una vera e propria allergia per tutto ciò che riguarda la Resistenza, grazie alla quale, lo ricordo, è nata l’Italia libera e democratica. Invito il sindaco a rivedere la decisione e a smetterla di usare ideologicamente le sue funzioni. Si metta sul serio a servizio della propria comunità, che non è fatta solo da quelli che condividono il suo stesso ristretto campo ideologico". Lo dichiara la deputata dem Rachele Scarpa.
"Il voto, purtroppo, non è scontato, soprattutto per chi, per ragioni di studio o lavoro, è costretto a vivere lontano dal luogo di residenza. Ad ogni tornata elettorale si consuma una vera e proprio ingiustizia, quando milioni di italiani fuori sede non possono permettersi di tornare a casa per votare, e quindi non possono esercitare uno dei più importante diritto per una democrazia". Lo dichiara la deputata dem Rachele Scarpa.
"Grazie a 'Voto sano da lontano' e a 'Io voto fuori sede' - conclude Scarpa - per essersi mobilitati. Nella scorsa legislatura si è lavorato molto sul tema e non c'è nessun ostacolo reale, solo un grande ritardo da colmare e adesso che sembra che tutte le forze politiche condividano questa battaglia, approviamo immediatamente una legge per il voto fuori sede".
“Oggi si celebra la XII Giornata nazionale del Fiocchetto Lilla, dedicata ai disturbi del comportamento alimentare. Ci sono ancora troppa poca consapevolezza e troppa disinformazione: i DCA non hanno un’unica fisicità e possono essere vissuti in una miriade di forme diverse. Spesso non li riconosciamo, talvolta le sottovalutiamo, altre volte ancora inconsapevolmente le promuoviamo, con discorsi dannosi e una cultura del rapporto con nostro corpo che andrebbe assolutamente messa in discussione.
Gli ultimi dati a disposizione, frutto di una ricerca finanziata dal Ministero della Salute, ci parlano di una vera e propria epidemia nascosta, che colpisce in particolare donne e giovani e che purtroppo è sempre più in aumento. La stessa ricerca sottolinea come ci siano delle forti difficoltà di accesso alle cure in molte regioni relativamente a tali disturbi e questa situazione necessita di azioni nazionali forti, oltre che di un grande lavoro culturale.
Per fare prevenzione e sostenere chi oggi soffre di un disturbo alimentare serve anche una politica che dica “io ti vedo”.
Per questo ho proposto al gruppo del Partito Demcoratico alla Camera, su mia iniziativa, di indossare un fiocchetto lilla: siamo sensibili a questo tema, che, come tutto l’ambito del benessere psicologico, merita consapevolezza e responsabilità da parte di tutta la politica”. Lo dichiara la deputata del Pd, Rachele Scarpa.
“Bocciata in commissione al Senato la proposta di un Regolamento Ue che chiede il riconoscimento dei diritti dei figli anche delle coppie dello stesso sesso in tutti i Paesi membri. Nel frattempo il governo fa pressioni sul sindaco di Milano affinché non registri più i figli delle famiglie omogenitoriali. Sembra una gara al regresso: vediamo chi riesce a togliere più diritti, a bloccare, neutralizzare o smontare qualsiasi pezzo di legislazione in favore dell’uguaglianza. Un torto fatto non solo alla comunità LGBTQIA+, ma anche a tutti i bambini che avrebbero il sacrosanto diritto di vedere riconosciuti i loro genitori come tali. Solidarietà alle amministrazioni e alle famiglie che, in questo clima da Ungheria, resistono. Resisteremo anche in Parlamento: non lasceremo che questa destra retrograda, che esce sempre più spesso allo scoperto, ci porti indietro sul tema dei diritti”. Lo dichiara la deputata democratica Rachele Scarpa, della commissione Politiche Ue della Camera.
“"Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me". Con queste parole Giacomo Matteotti salutava i compagni di partito il 30 maggio del 1924, al termine del suo ultimo discorso alla Camera, in cui accusò di brogli il governo Mussolini, che quell'anno strappò una vittoria elettorale con manganello e minacce. Il 10 giugno verrà rapito e ammazzato da una squadra fascista. Trovo sconcertante che il presidente di una società pubblica, la 3-I, messo lì proprio dal governo, si senta legittimato a fare proprio il discorso in cui Mussolini si faceva carico di essere il mandante morale e politico dell'omicidio Matteotti. C'è un clima pericoloso, è grave sentirsi liberi di condividere quelle parole. Continueremo a camminare sulle gambe di Matteotti, la sua lotta e il suo valore devono rimanere più vivi che mai”. Lo dichiara la deputata del Pd, Rachele Scarpa.
Dichiarazione di Rachele Scarpa, deputata Pd
Apprendo dalla stampa che il governo starebbe esercitando pesanti pressioni sul sindaco Sala perché non registri più i figli delle famiglie arcobaleno. Se confermate, queste pressioni sarebbero l’ennesimo atto ostile del governo, non solo contro la comunità LGBTQIA+, ma contro dei bambini il cui unico interesse da tutelare sarebbe quello di veder riconosciuti i loro genitori come tali. Esprimo vicinanza a quelle famiglie e a quelle amministrazioni che riescono ad avere la sensibilità per superare un vuoto legislativo grave e fuori dal tempo e chiedo al governo, almeno, di lasciarle in pace, se non è in grado di prendersi la responsabilità di intervenire direttamente per normare finalmente quelle registrazioni e per portare l’Italia avanti, anziché indietro, quando si parla di famiglie, diritti e uguaglianza.
“Si è tenuta la prima riunione dell'intergruppo parlamentare per la tutela e la promozione del benessere psicologico. Ampia e trasversale la partecipazione: hanno presenziato parlamentari da diverse forze politiche, sia di opposizione che di maggioranza.
Abbiamo dato un segnale di presenza, attenzione e consapevolezza rispetto all’aumento diffuso del disagio psicologico e alla necessità di risposte urgenti.
È emersa con particolare forza la necessità di intervenire non più solo a livello emergenziale, per ambiti isolati, ma di dare al lavoro dell’intergruppo un approccio teso alla promozione del benessere e delle competenze psicologiche, individuali e collettive. L’atteggiamento propositivo e cooperativo di tutti i partecipanti fa ben sperare nel lavoro del gruppo: nei prossimi mesi si procederà con approfondimenti, audizioni, indagini conoscitive, e non mancheranno le occasioni di costruire specifici percorsi parlamentari e legislativi.
È il momento che la politica si assuma la responsabilità di agire, istituendo servizi attualmente inesistenti, partendo dalle due principali infrastruttura sociali, scuola e sanità, al fine di rendere accessibili le competenze psicologiche a chiunque: il tema dell’accesso rimane, infatti, uno dei più grandi ostacoli.
Confidiamo, insieme, che a partire dal lavoro le forze politiche coinvolte possano costruire risposte concrete e strutturali al grido di urgenza lanciato anche in questi giorni dalle giovani generazioni”. Lo dichiara la deputata del Pd, Rachele Scarpa, promotrice dell’intergruppo parlamentare per la tutela e la promozione del benessere psicologico.
“Oggi alla Camera abbiamo dovuto assistere a una incredibile azione pilatesca del ministro Piantedosi. Il ministro, invece di illustrare chiaramente la catena di comando che ha portato alla scelta di attivare solo un’operazione di polizia e non una di soccorso, invece che scusarsi per le sue vergognose dichiarazioni, si è nascosto dietro le forze dell’ordine, scaricando le responsabilità ed autoassolvendosi. Le domande rimangono tutte lì: perché si sono aspettate ore per attivare la Sar? Perché la segnalazione di Frontex sulla risposta termica dell’imbarcazione è stata ignorata? Piantedosi ha definito queste domande ‘offensive’. Di offensivo c’è solo il continuo e indegno scaricabarile del ministro, il quale dimostra ancora una volta la sua inadeguatezza al ruolo che ricopre”.
Così la deputata dem in commissione Politiche europee, Rachele Scarpa.
“Voglio chiedere una cosa alla politica, senza retorica: cosa state facendo?
Ha ragione Emma Ruzzon, che, in seguito alla morte di un’altra studentessa per ragioni legate al percorso di studi, rilancia con forza la necessità di occuparsi di benessere psicologico.
L’appello del mondo giovanile e studentesco va ascoltato. Non possiamo più commentare una tragedia dietro l’altra: dobbiamo darci una strategia per cominciare a prevenire e a promuovere il benessere psicologico, nei luoghi di istruzione e non solo.
Il 7 marzo si riunirà per la prima volta l’Intergruppo parlamentare da me promosso per la tutela del benessere psicologico.
Auspico che sia una prima occasione per affrontare, senza partigianerie, il tema, e trovare delle risposte concrete con cui rispondere al grido dei giovani.
Serve l’impegno e la responsabilità di tutte le forze politiche. Altrimenti avrà ragione Emma, che in un’altra occasione ci ha provocati: “Una politica che non si occupa di queste cose è una politica che non ci serve”. Lo dichiara la deputata del Pd, Rachele Scarpa, promotrice dell’intergruppo parlamentare per la tutela del benessere psicologico.