“Ieri si è tenuto al Ministero per il Made in Italy in presenza del Ministro Urso e i vertici della Beko che hanno rilevato l’ex Whirlpool Europa un incontro con i sindacati dove si è parlato della produzione in Italia della parte calda come i forni e fredda quali frigoriferi e quant’altro.
È emerso che la parte fredda non verrebbe garantita dalla Beko e quindi ci sarebbero dei disinvestimenti su questa parte di settore poiché è un segmento molto aggredito dal mercato asiatico.
Abbiamo appreso che i sindacati sono rimasti molto delusi da questo incontro in quanto non si è minimamente parlato dei livelli occupazionali né della tutela dei 5000 dipendenti italiani e dei vari stabilimenti presenti qui in Italia. Inoltre i sindacati giustamente lamentano una totale assenza di piano industriale da parte dell’azienda. Ancora una volta il governo si è dimostrato totalmente inadeguato nel trattare situazioni di crisi industriali ormai presenti in tutti i settori e in tutte le aziende, non solo del territorio campano ma a livello nazionale.
I sindacati hanno richiesto l’applicazione della golden Power per tutelare i livelli occupazionali per evitare esuberi e licenziamenti. Sosteniamo la mobilitazione del sindacato e chiediamo al governo di esercitare la golden power e non di limitarsi ad evocarla”. Lo dichiarano in una nota congiunta Arturo scotto capo gruppo pd in commissione lavoro di Montecitorio e Stefano Graziano Deputato pd presente sul territorio campano.
“Meloni attacca la cosiddetta ‘sinistra al caviale’ dicendo che il suo Governo garantisce molto di più i diritti sindacali rispetto al passato. Non so di quale caviale parli, forse di quello che evidentemente mangia insieme al suo amico plurimiliardario Elon Musk che, come è noto, il sindacato nelle sue fabbriche non lo fa nemmeno entrare. Spero non sia questo il modello a cui si ispira la Presidente del Consiglio quando sceglie ad esempio di convocare i sindacati a manovra abbondantemente chiusa”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“La Lega di cui Giorgetti è vicesegretario ha tradito tutte le promesse della campagna elettorale. Va detto con molta nettezza, anche alla luce delle parole pronunciate dal ministro dell’economia in audizione oggi alla Camera. Dovevano abolire la Fornero, invece allungano l’età pensionabile fino a 70 anni nel pubblico impiego, che in fondo è la vera vittima di questa manovra. Si taglia la sanità pubblica, si reintroduce il blocco del turn over nei comuni, si nega ai lavoratori statali il recupero pieno del potere d’acquisto perduto, addirittura favorendo la firma separata nel contratto del pubblico impiego, si concedono 3 centesimi al giorno in più sulle pensioni minime: un capolavoro di macelleria sociale. Questa è l’unica verità cruda e nuda di questa Legge di Bilancio. Giorgetti sicuramente lo sa, a breve cominceranno ad accorgersene anche gli elettori”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, commentando le parole del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti in audizione sulla manovra di fronte alle commissioni Bilancio congiunte.
Giuli commissariato da FdI e Giorgetti: inagibilità politica del ministro
“La notizia di un accordo separato sul contratto degli statali ci preoccupa molto. Il governo e l’Aran non hanno lavorato per trovare soluzioni positive che mantenessero l’unità della rappresentanza sindacale in un comparto strategico del nostro Paese. Una scelta irresponsabile. Che si inserisce nel dibattito su una Legge di bilancio che già va nella direzione di un indebolimento, attraverso i tagli di finanziamenti e organici in tutti i comparti, della funzione pubblica e della capacità dello Stato di garantire i servizi fondamentali per i cittadini”.
Lo dichiarano il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto, e la deputata e responsabile Lavoro del Pd, Maria Cecilia Guerra.
Sciopero e referendum sono rivolte previste da Costituzione
“Il capogruppo di Fratelli d’Italia dice che le parole del segretario della Cgil, Maurizio Landini, sulla manovra di bilancio prefigurerebbero gli estremi di un reato. Perché avrebbe usato la parola rivolta sociale. Forse Foti dimentica che in Italia esiste ancora la libertà di parola e anche quella di sciopero per i sindacati dei lavoratori. Oltre che di promuovere dei referendum per abrogare leggi sbagliate. Che è una forma legale di rivolta alle leggi sbagliate del governo. Lo dice la Costituzione, non il sindacato. La destra smetta di minacciare chi non è d’accordo con le scelte di politica economica del governo. Vogliono per caso limitare il diritto di sciopero? Vogliono mettere a tacere il sindacato? Sarebbe un fatto gravissimo”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Abbiamo espresso in commissione un parere fortemente negativo su questa legge di Bilancio 2025. E’ una manovra che per la contrattazione collettiva nazionale del pubblico impiego, stanzia risorse insufficienti: solo 1.755 milioni di euro per il 2025, 3.550 milioni di euro per il 2026 e 5.550 milioni di euro annui a decorrere dal 2027, che corrispondono ad incrementi retributivi rispettivamente dell’1,8 per cento, del 3,6 per cento e del 5,4 per cento a regime, rendendo il recupero dall’inflazione dal 2022 al 2024 impossibile. Si reintroduce il blocco del turn over per gli enti con più di 20 dipendenti, che si trasformerà in un pesante indebolimento delle pubbliche amministrazioni, con il rischio della riduzione dei servizi per cittadini e imprese a vantaggio del settore privato. Gravissima poi l’assenza di un qualsiasi segnale in materia di sicurezza sul lavoro, nonostante il ripetersi di episodi gravissimi, di quelle che possiamo chiamare vere proprie stragi sul lavoro”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“A questo – ha proseguito l’esponente Pd - si aggiunge il processo di precarizzazione che sta portando avanti il governo, sia con il decreto Primo maggio (liberalizzazione dei contratti e termine, estensione dei voucher) che con il Collegato lavoro (contratti di somministrazione senza più limiti numerici, contratti stagionali estesi ad altri fattispecie e settori, “incentivazione fiscale” per i contratti misti), che porta inevitabilmente a una riduzione dei diritti dei lavoratori e dei loro redditi da lavoro annui, visto anche l’ostinata contrarietà della destra al salario minimo”.
“Questa – ha concluso Scotto – è una manovra dall’approccio ragionieristico che mira a rispettare i parametri del nuovo Patto di stabilità e crescita, ma è priva di organicità dal punto di vista strutturale e di strategie anticicliche ed espansive che servirebbero a rilanciare la nostra economia e di cui avrebbero bisogno i principali settori della vita del Paese”.
“La destra ha bocciato l’emendamento alla legge di bilancio presentato dal Pd e sottoscritto da Avs e M5S che introduce il principio che i contratti a termine, di breve durata, devono costare di più per le imprese rispetto al contratto a tempo indeterminato. Se fosse stata votata la nostra proposta, tra l’altro a costo zero per le casse dello Stato, sarebbero stati scoraggiati i contratti a termine con scadenza settimanale e mensile. Un segnale molto forte nella direzione della lotta alla precarietà e al sotto salario. Ma al governo Meloni non interessa fare un passo in questa direzione. Per loro la lotta alla precarietà si fa peggiorando le condizioni dei lavoratori, come fanno da un anno e mezzo bocciando il con il salario minimo e introducendo il decreto Primo Maggio e il collegato lavoro. La sintesi per la destra è: se sei precario è colpa tua ed è giusto che tu sia sfruttato”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.
“Oggi due morti caduti da un’impalcatura. Uno di 72 anni a Lecce e un altro di 65 anni in Irpinia. A quella età un Paese civile garantisce la pensione. Non lavoro pagato male e insicuro”. Così su X il capogruppo Pd in commissione Lavoro, Arturo Scotto.
“La manovra non è nemmeno partita alla Camera per le audizioni che nella maggioranza già c’è la corsa a chi prova a piantare qualche bandierina in più. Dal concordato fiscale alle pensioni minime, passando per la flat tax. Un balletto macabro di Lega, Forza Italia e Fratelli d’Italia sulla pelle degli italiani. Che invece devono fare i conti con risorse scarse alla sanità e tagli ai servizi fondamentali. Uno spettacolo indecoroso. Fanno cassa sulla parte del paese più povera”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“La destra sulle pensioni consuma un tradimento nei confronti degli italiani. Avevano promesso di eliminare la legge Fornero e invece allungano l'età pensionabile del pubblico impiego, smontano opzione donna e fanno l'elemosina di tre centesimi al giorno sulle pensioni minime. Bisogna combattere la precarietà per garantire pensioni decenti alle giovani generazioni”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in Commissione Lavoro.
“Abbiamo incontrato il gruppo dirigente della CGIL a partire da Maurizio Landini. Abbiamo condiviso molte posizioni critiche rispetto alla manovra, a partire dal taglio alla Sanità che tendenzialmente scenderà sotto il 6% e abbondantemente sotto la media europea e l'emergenza che riguarda il lavoro pubblico, dai tagli lineari agli enti locali, che determineranno l'eliminazione di servizi fondamentali, al blocco del turnover, alla scelta di non garantire, ai lavoratori del pubblico impiego, l'intero potere d'acquisto che gli spetta nel rinnovo del contratto. Saremo in campo in Parlamento per correggere profondamente questa manovra”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro, intervistato per i social del Gruppo del Pd alla Camera.
Ha poi proseguito la deputata dem Maria Cecilia Guerra, responsabile nazionale Lavoro del Partito Democratico evidenziando che “la mancanza di assunzioni, ad esempio, nel campo della sanità, il blocco del turnover e quindi l'impossibilità di sostituire il personale che va in pensione da parte dei degli enti locali, comporterà quel fenomeno che già conosciamo di necessità, sia nella Sanità che negli enti locali, di ricorrere al personale esterno, e questo generalmente comporta la ricerca di costo del lavoro più basso e quindi sarà un ulteriore pressione alla riduzione dei salari, alla precarizzazione del lavoro, anche nel pubblico impiego che è una delle piaghe più importanti del nostro mercato di lavoro”.
Presenteremo risoluzione identica. La calendarizzino
“Fratelli d’Italia a Latina presenta una mozione che introduce sugli appalti pubblici di competenza della provincia l’obbligo del salario minimo a 9 euro. Nessun lavoratore deve essere pagato meno di quella cifra: questo il cuore della proposta. E’ una novità positiva che contraddice radicalmente le scelte nazionali fatte da Giorgia Meloni. Siccome prendiamo sul serio quello che arriva dal territorio, sono già tantissimi i comuni di centrosinistra che hanno introdotto negli appalti la clausola del salario minimo, presenteremo in commissione Lavoro la prossima settimana una risoluzione sostanzialmente identica a quella di Fdi a Latina. E chiederemo al presidente Rizzetto di calendarizzarla subito e al sottosegretario, che è originario di Latina, di dare il parere favorevole del governo. Siccome finora la destra non ha ascoltato l’opposizione in Parlamento, ascolti almeno i suoi rappresentanti sul territorio”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Come si permette Salvini di ridicolizzare lo sciopero generale indetto da Cgil e Uil? Forse gli sfugge che un lavoratore che sciopera ci rimette di tasca propria, mentre un ministro che non riesce a far funzionare le ferrovie del nostro Paese non paga nessun prezzo. Si vergogni, quando i lavoratori indicono una mobilitazione chi governa dovrebbe avere parole di rispetto, non di disprezzo”.
Così il capogruppo Pd in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto.
“Se siamo qui oggi in Parlamento a fare la discussione generale sulla pdl ‘settimana corta’, è perché c'è stato un successo politico delle opposizioni. Perché questa legge unitaria di Pd, Avs e M5S secondo Fratelli d’Italia, doveva arrivare qui monca, cancellata da un emendamento soppressivo. Invece la legge è arrivata tutta intera in Aula e senza mandato al relatore. Durigon alla fine del dibattito ha fatto una cauta apertura sulla necessità di intervenire sull’orario di lavoro che corregge di fatto le dichiarazioni sbagliate della ministra Calderone. Significa che abbiamo fatto bene a insistere e a non consentire la cancellazione della legge. Siamo pronti naturalmente a vedere le carte se si fa sul serio e non si vuole mandare la palla in tribuna. Per noi la contrattazione è sempre stata il centro della nostra legge. C’è un punto però che non può essere rimosso: il legislatore deve fare il proprio mestiere, non inseguire gli istinti animali del mercato. E fare il proprio mestiere significa anche legiferare sulla settimana corta”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro
"Domani alla Camera arriva in discussione generale il disegno di legge unitario Pd-M5S e Avs sulla riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Fratelli d’Italia voleva cancellarlo con un emendamento in commissione ma non ci è riuscita. La nostra legge arriverà in discussione senza mandato al relatore e così come l’avevamo scritta. E dunque la destra dovrà confrontarsi nel merito con la nostra proposta nelle aule parlamentari. Auspichiamo che lo faccia con spirito costruttivo: la sfida della settimana corta in ogni angolo d’Europa è all’ordine del giorno dei governi, anche di diverso colore politico. Aspettiamo anche dal governo italiano, che domani sarà in Aula, qualche parola in più. Perché finora ha taciuto e si è limitato a dire che sulla riduzione dell’orario di lavoro non intende intervenire. Noi porteremo le nostre ragioni nel dibattito pubblico. E siamo convinti che alla fine non potranno fare finta di nulla”. Così il deputato dem Arturo Scotto, capogruppo Pd in commissione Lavoro.