14/02/2024 - 13:35

“Con l’esenzione Irpef sotto ai 10mila euro, che aveva colpevolmente tolto e poi maldestramente rimesso, Giorgia Meloni crede di aver risolto tutti i problemi dell’agricoltura. Purtroppo non è così e le responsabilità non solo soltanto dell’Europa come la destra vuole farci credere. Uno dei maggiori problemi degli agricoltori è infatti la liquidità che è stata compromessa dall’inflazione e dai continui ritardi dei pagamenti della Pac ed in particolare dell’ecoschema 1 (il cosiddetto Classyfarm). Se il ministro Lollobrigida invece di perdere tempo con inutili battaglie ideologiche avesse sollecitato la controllata Agea che si occupa dei pagamenti, molti agricoltori non sarebbero in questa situazione”.

Lo dichiarano i deputati democratici Marco Simiani e Stefano Vaccari, rispettivamente capigruppo Pd in commissione Ambiente e Agricoltura.

13/02/2024 - 18:17

“Sulla vicenda dell’Irpef sui terreni agricoli e dell’emendamento al Dl Milleproroghe, il governo Meloni e la maggioranza di destra fanno il ‘gioco delle tre carte’. Prima tolgono i soldi, poi ce li rimettono; dicono che li mettono sulle assicurazioni e poi invece lo smentiscono. Ci troviamo davanti ad un’altra presa in giro per gli agricoltori, utile solo per cercare di ingraziarsi coloro che stanno manifestando. Ciliegina finale: la scelta di prendere le risorse necessarie per le coperture dal fondo per l’attuazione della delega fiscale. La comica finale”.

Lo dichiarano i deputati democratici: Stefano Vaccari, capogruppo commissione Agricoltura; Ubaldo Pagano, capogruppo commissione Bilancio, e Silvio Lai, della commissione Bilancio.

12/02/2024 - 17:00

“L’annuncio dell’accordo tra il ministro Lollobrigida e Riscatto Agricolo pone sul tavolo due aspetti importanti: da una lato, il governo, così facendo, sceglie di esautorare il ruolo delle organizzazioni sindacali del mondo agricolo, cercando goffamente di arginare la protesta di piazza; dall’altro, più nel merito, vengono di fatto confermati tutti gli errori commessi dall’esecutivo. Una cecità dinnanzi alle emergenze del comparto, che avevamo cercato di arginare con il nostro pacchetto di proposte ed emendamenti. Si tratta di una doppia sconfitta per Meloni”.

Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.

09/02/2024 - 18:02

“Su taglio Irpef per agricoltori hanno bocciato gli emendamenti Pd. Ora Meloni sotto ricatto di Salvini fa dietrofront. Facciano di più. Tornino a sostenere i giovani agricoltori sotto i 40 anni e gli investimenti. Quelle che non servono sono le capriole del governo”.

Lo scrive sui social Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.

09/02/2024 - 16:23

“Il nostro lavoro di sintesi fatto in commissione Agricoltura alla Camera è stato serio e ragionato. Che non ci fosse bisogno della Proposta di legge Bruzzone è chiaro e condiviso da tutti noi, e gli emendamenti abrogativi lo dimostrano. Nel nostro confronto abbiamo infatti sempre sostenuto la bontà della Legge 157 e, con questo provvedimento in discussione, abbiamo colto l’occasione per mettere a terra le modifiche che intendono riportare l’Ispra al centro dei processi decisionali. Tutto questo perché siamo favorevoli solo ed esclusivamente alla caccia regolamentata in maniera seria. Spiace che le associazioni diano una lettura tanto lontana dalle oggettive finalità dei nostri emendamenti”.

Lo dichiarano i deputati democratici della commissione Agricoltura della Camera: Stefano Vaccari (capogruppo), Andrea Rossi (segretario), Antonella Forattini e Maria Marino.

09/02/2024 - 14:34

“Per una scelta condivisa del gruppo Pd con la segreteria nazionale del partito abbiamo presentato una serie di emendamenti alla proposta di legge Bruzzone di parziale riforma della legge 157/92.  In prima battuta, marcandone il rilievo politico con la firma anche del capogruppo della commissione ambiente Marco Simiani, abbiamo presentato gli emendamenti soppressivi dell'intero articolato per segnalare la nostra netta contrarietà alla proposta sia per il metodo scelto che nel merito. Poi abbiamo presentato una serie di emendamenti a prima firma della collega Forattini e degli altri componenti Pd della commissione Agricoltura, per rimettere al centro ruolo dell'Ispra, delle direttive comunitarie e ruolo dell'Agricoltura nella gestione faunistico venatoria, in stretta sintonia con il parere dato dall'Ispra alla proposta e tenendo conto delle audizioni svolte. In successive riunioni della Commissione ho segnalato che avremmo presentato come Pd in Aula una pregiudiziale di Costituzionalità e ho chiesto che venisse acquisita ai lavori della Commissione la lettera di messa in mora della Commissione Europea in ordine alla Direttiva Uccelli per le disposizioni di regolamentazione della caccia nel nostro Paese. Una posizione alla luce del sole e coerente con la posizione del Pd sui temi della biodiversità, della tutela dell'ambiente e della caccia. Appaiono dunque non rispondenti alla realtà le accuse che mi rivolgono alcune associazioni ambientaliste e animaliste con le quali siamo disponibili a confrontarci senza pregiudizi e con rispetto reciproco, alla stregua di quanto facciamo con le organizzazioni agricole e le associazioni venatorie”.

Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.

08/02/2024 - 17:29

“Le regole di ingaggio del Gran Giurì sono chiare ed erano state evidenziate nella prima seduta dal presidente Mulè, sulla base della prassi consolidata che non ha mai previsto relazioni di minoranza e tantomeno votazioni che non ho mai richiamato. Evito, per rispetto delle istituzioni e di Mulè stesso, di entrare nel merito dei giudizi di dettaglio che conosciamo bene entrambi. Non c’è da aggiungere altro. Oggi agli atti della Camera rimarrà come un precedente importante lo scioglimento del Gran Giurì da parte del presidente Fontana. E’ altrettanto evidente che, al netto del rispetto per il lavoro svolto dal Giurì da parte di tutti i suoi componenti, a cominciare dal collega e vicepresidente Mulè, la presidenza della Camera ha preferito annullare la partita, poiché c’era chi dopo lo svolgimento regolare del primo tempo avrebbe voluto vincere a tavolino il secondo. A quel punto, non potendo contare su un Var imparziale, abbiamo deciso di farli giocare da soli per salvaguardare l’istituto del Giurì”.

 

Così Stefano Vaccari, deputato democratico e segretario di Presidenza della Camera.

08/02/2024 - 15:19

“Lo scioglimento del Gran Giurì da parte del presidente della Camera Fontana è la conclusione più logica ed equilibrata.

Sono stato costretto, con dispiacere, a rimettere il mandato a salvaguardia della terzietà del Gran Giurì per non consentire che venissero sviliti i compiti e la missione attraverso conclusioni parziali che rischiavano di mettere in discussione il potere di indirizzo del Parlamento rispetto all’Esecutivo, così come avevo segnalato nella mia lettera di dimissioni.

Per questo ringrazio il presidente Fontana che ha voluto così tutelare l’autonomia e le prerogative costituzionali della Camera sciogliendo la Commissione ed evitando decisioni prese a maggioranza che, come ho scritto nella lettera di dimissioni, non sarebbero state coerenti con la ricostruzione fattuale convenuta da tutti i commissari. Ringrazio altresì il vicepresidente Mulè per l’impegno e il lavoro svolto nel presiedere il Gran Giurì. Ora, per non ripetere più tali situazioni, nelle more della discussione sulle modifiche al regolamento della Camera sarebbe opportuno ragionare di una riforma anche dell’istituto del Gran Giurì rendendolo neutrale rispetto alle dinamiche politiche e di parte, a garanzia futura dell’etica del confronto parlamentare”. Così il deputato democratico, Stefano Vaccari.

08/02/2024 - 11:25

“Quanto sta avvenendo tra le fila della maggioranza di destra sul tema dell’esenzione Irpef sui terreni agricoli ha del grottesco. Oggi Riccardo Molinari, capogruppo della Lega alla Camera, ritiene che sia stato un errore da parte del governo Meloni cancellarla. Delle due l’una: o sta sfiduciando l’operato del ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, oppure le scelte assunte dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Suggeriamo a Molinari e ai parlamentari della Lega una soluzione molto semplice: votate in Parlamento l’emendamento del Partito Democratico sull’esenzione Irpef per i terreni agricoli. Fareste un buon servizio per gli agricoltori che stanno manifestando e ridareste un minimo di dignità a un governo che ormai ha perso ogni sintonia con le cittadine e i cittadini italiani”.

Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura alla Camera e segretario di Presidenza della Camera.

07/02/2024 - 18:51

Prevalse interpretazioni e motivazioni di natura politica

 

In una lettera al Presidente della Camera e al Presidente del Gran Giurì, il deputato democratico, Stefano Vaccari, ha motivato le ragioni delle sue dimissioni dal Gran Giurì sul caso Meloni-Conte.

 

“Il Giurì - scrive Vaccari - come stabilito dall’articolo 58 dello statuto della Camera, deve mantenere un profilo di terzietà e limitarsi ad accertare il fondamento o meno delle accuse rivolte di un parlamentare in aula nei confronti di un altro collega, verificare i fatti per come si sono svolti alla luce della documentazione acquisita.

 

“Invece - si legge ancora nella lettera - nella relazione che ci è stata sottoposta dal Presidente, sono prevalse alcune motivazioni, ancorchè significative, di ordine politico e interpretative che contrastano con la realtà dei fatti accertati e rendono evidente la volontà della maggioranza di avvalorare la versione accusatoria della Presidente Meloni”.

 

 

Ecco il testo integrale della lettera

 

Gentili Presidenti,

con la presente sono a comunicarvi che non ci sono più le condizioni oggettive per poter condividere lavori e stesura finale della relazione sul contenzioso sollevato dall’onorevole Conte nei confronti della presidente Meloni. Il Giurì come stabilito dall’articolo 58 dello statuto della Camera, deve mantenere un profilo di terzietà e limitarsi ad accertare il fondamento o meno delle accuse rivolte di un parlamentare in aula nei confronti di un altro collega, verificare i fatti per come si sono svolti alla luce della documentazione acquisita.

Così è stato per la fase dei lavori che ha portato, senza alcun equivoco interpretativo, a stabilire con assoluta certezza la cronologia degli avvenimenti e i passaggi istituzionali svolti dai governi che si sono succeduti dal 2017 al 2021, da ultimo quello presieduto dall’on. Giuseppe Conte, in ordine alla modifica del Trattato del MES.

A fronte di quella unanime ricostruzione la commissione, di cui ringrazio gli altri componenti a partire dal Presidente Mulè, avrebbe dovuto giungere ad un dispositivo finale che tenesse conto di quanto avvalorato, soffermandosi sulle veridicità delle affermazioni accusatorie della Presidente Meloni. Così non sarà poiché nel testo della seconda parte della relazione che ci è stato sottoposto dal Presidente, che abbiamo iniziato a discutere, sono prevalse alcune motivazioni, ancorchè significative, di ordine politico e interpretative che contrastano con la realtà dei fatti accertati e rendono evidente la volontà della maggioranza di avvalorare la versione accusatoria della Presidente Meloni. La Commissione non può non evidenziare come il comportamento usato dalla Presidente Meloni sia stato contrario al rigore ed al senso di responsabilità, ai quali deve ispirarsi il dibattito parlamentare anche di fronte ai contrasti più accesi.

Oltre a questo, finanche a prescindere dal contrasto tra i due parlamentari, quanto riportato nel dispositivo mette in discussione le procedure di rilevanza costituzionale, disconoscendo la funzione di indirizzo del Parlamento nei confronti del Governo.

Pertanto, anche nell’ottica di un auspicabile ripensamento dell’istituto del Giurì disciplinato dall’art 58 del nostro Regolamento, che come dimostrato  anche in questa occasione rischia di perdere le ragioni proprie, rimetto il mio mandato per marcare così una forte contrarietà sul merito delle conclusioni che la maggioranza ha voluto far prevalere, non corrispondendo al criterio di imparzialità proprio dell’istituto medesimo.

06/02/2024 - 15:40

“Il Disegno di legge Bruzzone di modifica della Legge 157 sulla caccia va respinto perché ha un impianto in contrasto con le norme costituzionali e tende ad annullare ruoli e funzioni dell’Ispra nel contesto della pianificazione faunistico venatoria e nella definizione dei relativi calendari. Va respinto perché rischia di far precipitare in infrazioni (con relativi costi a carico delle tasche degli italiani), quelle che attualmente sono procedure aperte ‘pilot’, che indagano sul mancato rispetto delle direttive europee. Senza contare che riaprirebbe il conflitto tra agricoltori, ambientalisti e cacciatori di cui non si sente davvero il bisogno. Ragionare sulla Legge 157 ad oltre trenta anni dalla sua promulgazione è certamente necessario, ma il percorso non può essere affidato ad una proposta di legge anti-costituzionale che ha solo un valore propagandistico in vista delle prossime elezioni europee. Per questo ci opporremo in commissione e in Aula per impedire l’approvazione della legge”.

Lo dichiarano Stefano Vaccari e Marco Simiani, capigruppo Pd in commissione Agricoltura e in commissione Ambiente della Camera.

“Si è scelta - aggiungono - una pericolosa scorciatoia anziché la strada maestra di una discussione ampia, che si articoli a partire dalla presentazione della relazione sullo stato di applicazione della legge da presentare in parlamento attraverso il coinvolgimento innanzitutto dell’Ispra, che Bruzzone &Co vorrebbero esautorare, del Comitato Tecnico Faunistico Venatorio Nazionale e di tutti i soggetti di rilievo istituzionale. Per il Pd una cosa è certa. Qualsiasi modifica non può prescindere dal rafforzamento dell’impianto pubblicistico e sociale del sistema faunistico venatorio, dal ruolo primario dell’Ispra e delle Regioni, dalla necessità di valorizzazione una governance programmatoria in sintonia con le direttive comunitarie e i piani di sviluppo rurale, tenendo ben presente l’inserimento in Costituzione della tutela de ‘la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni’. La destra invece vuole scatenare la rissa probabilmente perché ha in testa la privatizzazione della caccia rendendo così la fauna, non un bene comune, ma un mero oggetto consumistico e commerciale. Il Pd - concludono - che su questi temi ha sempre lavorato per alzare l’asticella del confronto e delle convergenze anche tra sensibilità diverse, aprirà un tavolo di confronto con agricoltori, cacciatori e ambientalisti per verificare le condizioni di una possibile riforma condivisa nell’interesse del Paese”.

06/02/2024 - 15:30

“Vi svelo un segreto. Riguardo la protesta del mondo agricolo, il governo Meloni se la sta prendendo con l’Europa ma, guarda caso, il commissario europeo all’Agricoltura è un esponente dello stesso gruppo parlamentare della presidente Meloni; in Italia il ministro Lollobrigida è dello stesso partito della presidente Meloni; mentre dall’altra parte abbiamo chi cavalca la protesta, come Salvini che sale sui trattori, ma che allo stesso tempo fa parte anche lui del governo Meloni. Il dato vero è che in Italia il governo Meloni ha tagliato le risorse e ha impoverito gli agricoltori, togliendo le riduzioni Irpef sui terreni agricoli e non sostenendo più i giovani agricoltori sotto i 40 anni. Questa è la verità e di questo dobbiamo parlare francamente con i cittadini. Quello che non viene detto è che nel decreto Milleproroghe il governo, anziché trovare le risorse per aiutare gli agricoltori che sono in piazza, sta varando l’ennesimo condono fiscale”.

 

Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera, intervistato sui canali social del Gruppo Pd.

04/02/2024 - 17:57

Agricoltori protestano anche contro scelte governo italiano

“Il capogruppo di Fdi, Tommaso Foti prima di azzardare una difesa d'ufficio del ministro Lollobrigida, in evidente difficoltà e contraddizione, dovrebbe meglio approfondire i temi agricoli per evitare di abbaiare alla luna e sciorinare frasi ad effetto che non trovano riscontro nella realtà. Innanzitutto la politica agricola europea è nelle mani del commissario polacco Wojciechowski che fa parte del gruppo dei conservatori europei di cui Meloni è Presidente! Poi c'è da segnalare che prima del commissario Timmermans il Green Deal fu voluto e sostenuto dalla Presidente Von Der Lyen. Infine, oltre a prendere di mira alcune politiche europee, gli agricoltori in strada stanno stigmatizzando molte scelte assunte dal Governo Meloni come corresponsabili della crisi che stanno vivendo, perché hanno messo le mani nelle tasche degli agricoltori tagliando tra l'altro l'Irpef e altri fondi di sostegno. Foti, la destra e il governo dovrebbero dunque smetterla di prendere in giro  cittadini, agricoltori e imprese, dire le cose come stanno e mettersi a lavorare per dare risposte concrete alle tante criticità che sono da tempo emerse”.

Così Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.

30/01/2024 - 11:38

Nell’Ungheria di Orban no garanzie processo giusto

 

“Di fronte alle condizioni di carcerazione estrema oltre a quelle disumane e alla negazione dei diritti basilari a cui è sottoposta Ilaria Salis arrestata a Budapest l’11 febbraio mentre partecipava ad un presidio organizzato contro l’Honor Day, una manifestazione che ogni anno celebra SS e nazisti, non basta più lo sdegno da parte dell’Italia e della comunità internazionale ma occorre intervenire con immediatezza. Lo chiediamo in primis al ministro Tajani. Deve essere formalizzata immediatamente la richiesta di rientro di Ilaria Salis in Italia. Non vi sono le condizioni nell’Ungheria di Orban perché possa svolgersi un eventuale processo garantendo quell’agibilità giudiziaria che consenta ad un imputato di potersi difendere e di rivendicare le proprie posizioni. Il governo italiano attivi tutte le procedure diplomatiche e politiche per giungere ad una soluzione positiva. Sarebbe intollerabile che nel segno di una alleanza con Orban, la presidente Meloni giri lo sguardo altrove. Altrettanto grave sarebbe il fatto che la nostra ambasciata a Budapest  fosse al corrente del trattamento subito da Ilaria Salis e non avesse lanciato l’allarme intervenendo sulle autorità ungheresi. Per tutto questo non si può aspettare altro tempo”.

Così il deputato democratico, Stefano Vaccari, segretario di Presidenza della Camera

29/01/2024 - 14:48

“Prima il generale Vannacci, poi il tenente colonnello Cati ed ora un carabiniere che in una manifestazione pubblica si permette di dire che non riconosce il presidente della Repubblica, perché non l'ha votato. Si passa indistintamente dalle accuse omofobe e razziste ai presunti atti persecutori e agli abusi per finire, clamorosamente, con una certa ignoranza e strafottenza che rasenta il vilipendio verso il Capo dello Stato, da parte di una persona che, in forza di una divisa, dovrebbe essere al servizio del Paese con rigore e lealtà. È proprio sfortunato il ministro Crosetto. Succedono tutte nel corso del suo mandato da ministro. Non si può nemmeno affidare all'eccezionalità di un evento visto che ormai succedono a ripetizione. A pensar male si fa peccato però verrebbe da dire che quanto si sta verificando è frutto di una certa leggerezza nel guidare il dicastero della Difesa. La domanda successiva è  se ingenuamente o volutamente. Nel frattempo però il ministro Crosetto intervenga con sollecitudine”.

Lo dichiara il deputato Pd Stefano Vaccari, Segretario di Presidenza della Camera.

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