“In queste settimane sta esplodendo la questione che riguarda l’inefficienza e l’inadeguatezza del processo telematico. Noi crediamo nel valore della digitalizzazione e una parte delle risorse del PNRR sono destinate proprio alla digitalizzazione dei processi e il governo si è fatto vanto di averli anche spesi. Ma se li ha spesi ci preoccupiamo ancora di più, perché i risultati sono zero. Già sul processo telematico penale abbiamo avuto un rinvio al 1 gennaio 2025 perché il governo si era reso conto che non funzionava. Ma stiamo arrivando alla fine del 2024 con i medesimi problemi, tanto che è arrivata la richiesta da parte di molti interlocutori della giurisdizione sulla impossibilità di far funzionare il sistema dal 1 gennaio 2025. Stiamo parlando di processo penale che coinvolge i diritti dei cittadini, quei temi su cui il governo fa sfoggio di furore ideologico e bandierine, però nel frattempo nemmeno lo strumento digitale funziona. Siamo molto preoccupati perché il rischio è che dal primo gennaio il sistema sarà ingestibile.” Lo ha detto Federico Gianassi, capogruppo PD in commissione giustizia di Montecitorio, intervenendo nella conferenza stampa del PD “La giustizia non giusta. Giudici di pace e processo telematico”.
“Le ipotesi di dimissioni del Direttore del Tgr, Alessandro Casarin, e le nuove nomine rinviate, evidenziano ancora una volta la paralisi decisionale dei vertici Rai. Il Tgr, cuore informativo radicato nei territori e voce imprescindibile delle realtà locali, non può essere terreno di conquista per logiche di potere. Ed è inaccettabile l’incertezza che pesa sulle redazioni, già prive di risorse e di un chiaro indirizzo editoriale. Chiediamo un intervento urgente per dotare il Tgr di una redazione autonoma e competente. E vanno garantite risorse, mezzi e una linea editoriale chiara per informare il Paese in modo indipendente. La credibilità della Rai e il diritto dei cittadini a un’informazione imparziale non possono attendere le decisioni di una maggioranza inadeguata” così i parlamentari democratici nella commissione di Vigilanza Rai.
Giudici di pace rinviano processi al 2030 e le app del processo telematico non funzionano
“Abbiamo definito la giustizia non giusta perché purtroppo siamo di fronte ad un governo e ad una maggioranza, in particolare ad un ministro, che si occupano dei grandi sistemi, penso alla separazione delle carriere, alla riforma della corte corte dei conti, al sistema delle intercettazioni piuttosto che all’abolizione di reati come è accaduto con l’abuso in ufficio, tutte ‘grandi riforme’ che però non toccano la vita quotidiana dei cittadini.
La verità è che la giustizia italiana non funziona. Ricordo che in questo momento è operativo in Italia soltanto il 37% dei giudici di pace necessari per lo svolgimento dei processi a loro affidati. Questo porta ad avere udienze che sono state già rinviate al 2028 o addirittura al 2030. Cose che succedono quotidianamente. Allo stesso modo ricordiamo che il processo telematico non funziona, le app non funzionano e spesso i giudici e i cittadini non riescono ad accedervi. Dunque noi vogliamo una giustizia più veloce, digitalizzata ma vogliamo che funzioni. Nonostante i fondi del Pnrr, il governo però non si occupa né di giudici di pace né di processo telematico ma solo bandierine ideologiche”. Lo ha detto Debora Serracchiani Deputata Pd e responsabile nazionale giustizia intervenendo in conferenza stampa “La giustizia non giusta. Giudici di pace e processo telematico”.
“Complimenti e auguri alla nuova giunta dell’Emilia Romagna. Ottima squadra, a prevalenza femminile e competente. Grazie a Tosiani che ancora una volta resta alla guida del partito, dopo gli ottimi risultati elettorali. Adesso al lavoro sui punti che De Pascale ha evidenziato in campagna elettorale” così in una nota il deputato democratico, Virginio Merola.
“Condividiamo la soddisfazione del Ministro Salvini per l’intesa preliminare tra imprese e sindacati per il rinnovo dei contratti degli autoferrovieri siglata nella notte al Mit. Ma come sa benissimo anche lui per perfezionarlo non basta un comunicato è indispensabile potenziare il fondo nazionale trasporti. Si può fare subito, partiamo dagli emendamenti che abbiamo presentato alla Manovra” così il vicepresidente della commissione trasporti della camera, il deputato democratico, Andrea Casu primo firmatario dell’emendamento dem in manovra che chiede più fondi per il trasporto pubblico locale che sottolinea “finché non ci saranno i fondi, c’è poco da esultare”.
“Grazie al lavoro delle opposizioni, che unitariamente hanno chiesto di sospendere la seduta, si è riusciti a superare l’impasse sull’estensione degli ammortizzatori sociali sul settore moda. Abbiamo costruito anche insieme alla maggioranza una soluzione che allarga la platea dei beneficiari fino al 31 gennaio. Un piccolo segnale per un settore che va rilanciato”. Così in una nota congiunta i capigruppo in commissione Lavoro alla Camera, Arturo Scotto (Pd), Valentina Barzotti (M5S), Francesco Mari (AVS), e le capigruppo in commissione Cultura a Montecitorio, Irene Manzi (Pd), Elisabetta Piccolotti (AVS) e Valentina Grippo (Azione).
“Il primo giornale che ha dato voce al volontariato, la comunicazione non ostile; le notizie buone; il lavoro con i giornalisti africani e russi dissidenti. L’eredità di Riccardo Bonacina è grande ed è la misura di quanto mancherà. Un pensiero alla sua famiglia e a tutta la redazione di Vita” così sui social la deputata democratica, Lia Quartapelle.
"Congratulazioni ed auguri di buon lavoro alla nuova giunta regionale dell' Emilia-Romagna. Una giunta forte e di grande qualità, nominata dal Presidente Michele De Pascale. So che faranno un ottimo lavoro. Grazie a Luigi Tosiani per il lavoro prezioso e di grande valore che ha fatto fino a qui e che continuerà a fare alla guida del PD dell'Emilia-Romagna". Così Andrea De Maria, deputato PD.
“Dopo più di un anno abbiamo il risultato finale della stravagante operazione ‘ZES Unica’: un clamoroso flop. A fronte di 9,5 miliardi di crediti richiesti, pare che ne verranno concessi appena 2,5, praticamente un quarto. È questo il frutto del meccanismo totalmente illogico messo in piedi dal Governo Meloni per il quale prima si promette un credito di imposta al 60%, poi si raccoglie l’enorme interesse delle imprese e infine si comunica l’abbassamento dell’agevolazione al 17%. Condizioni lontanissime da quella stabilità normativa e fiscale che richiedono le imprese per mettere in campo investimenti. E, infatti, come da noi preannunciato, l’assoluta incompetenza e pressapochezza del Governo non poteva che portare alla fuga a gambe levate delle aziende, soprattutto quelle di maggiori dimensioni, che hanno dovuto rinunciare ad investimenti per un valore di circa 7 miliardi di euro.” Così Claudio Stefanazzi, deputato del Pd in Commissione Finanze a Montecitorio.
“Se è vero che quei pochi investimenti arrivati fino in fondo godranno di percentuali alte di credito di imposta, è altrettanto vero che la stragrande maggioranza degli interventi si è fermata molto prima. Quasi nessuno degli investimenti più consistenti e incisivi, da quanto si apprende, è stato portato a termine proprio a causa dell’incertezza delle regole volute dal Governo. Allora – continua il deputato dem – se è questo il risultato che si voleva ottenere, che senso ha avuto istituire la ZES Unica quando già esisteva uno strumento, il vecchio credito di imposta per il Mezzogiorno, mirato esattamente all’incentivazione degli investimenti di minore entità? Come diciamo da tempo al Governo Meloni – conclude Stefanazzi – se la politica industriale per il Sud promossa dalla destra si limita agli annunci e ai crediti di imposta, allora siamo molto lontani dal rilanciare davvero il Mezzogiorno. Dopo due anni abbiamo visto molte più picconate agli interessi del territorio meridionale che idee chiare e organiche per il suo sviluppo. Il fallimento della ZES è l’ennesima dimostrazione che abbiamo a che fare col Governo più antimeridionale della storia della Repubblica.”
“La Cassa integrazione straordinaria per il settore della moda sarà estesa anche per il tutto il mese di gennaio 2025. Questo risultato è stato ottenuto grazie al lavoro delle opposizioni e del Partito Democratico. Il governo infatti, nonostante gli accordi presi in sede di discussione in commissione, voleva approvare il decreto senza alcuna proroga. Siamo perfettamente consapevoli che l’estensione a questo periodo è ancora insufficiente per un comparto in gravissima crisi. Il nostro obiettivo sarà adesso quello di ottenere un ulteriore rinnovo degli ammortizzatori sociali, almeno per tutto il nuovo anno con la Legge di Bilancio e il Decreto Milleproroghe”: è quanto riporta una nota congiunta dei parlamentari Pd eletti in Toscana Simona Bonafè, Arturo Scotto, Emiliano Fossi, Marco Simiani, Federico Gianassi, Marco Furfaro, Laura Boldrini, Christian Di Sanzo, Dario Parrini, Ylenia Zambito e Silvio Franceschelli, sull’emendamento al Decreto Pnrr approvato oggi, mercoledì 11 dicembre, dall’Aula di Montecitorio.
“La decisione del Governo di cancellare le multe ai no vax è un atto di una gravità assoluta. Una misura diseducativa, pericolosa ed offensiva. Diseducativa e pericolosa perché si fa passare il messaggio che in futuro si potranno non seguire le norme in materia sanitaria. È un'offesa ai milioni di italiani corretti e rigorosi che hanno rispettato le regole in una fase drammatica e difficile a tutela della salute pubblica di tutti. È un'offesa ai medici e a tutti i sanitari che hanno difeso con coraggio e sacrificio le vite di tutti noi durante la pandemia. È un'offesa a chi ha perso la vita per il Covid. È un'offesa all'Italia intera. Il Governo taglia le risorse sulla sanità pubblica ma decide di premiare i furbi e quanti hanno messo in pericolo la vita degli altri”. Lo scrive in un post su Facebook Piero De Luca, capogruppo Pd in commissioni politiche europee.
"Presentano progetti di riqualificazione e recupero dei centri storici, inviano a CasaItalia, dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, migliaia di progetti, 1179 dei quali, a fronte di attente valutazioni, sono considerati ammissibili e finanziabili eppure dal 2 agosto al Ministero dell’Interno si sono dimenticati di loro e le procedure di assegnazione non vanno avanti. Si tratta di migliaia di piccoli comuni che hanno partecipato ad un apposito Bando conseguenza di precise disposizioni normative eppure non stanno arrivando ai Comuni assegnatari dei contributi le comunicazioni ufficiali con le relative indicazioni e tempistiche di erogazione". Così si legge nell'interrogazione dal deputato dem Silvio Lai presentata al ministro dell’Interno per sapere se vi è consapevolezza del ritardo accumulato e se si intenda procedere con assoluta celerità per chiudere i procedimenti avviati. "I piccoli comuni hanno bisogno di avere certezze sulle loro disponibilità finanziare per programmare la loro attività in particolare nel periodo che precede una nuova annualità amministrativa. Sarebbe davvero disdicevole accumulare ulteriore ritardo e il ministro Piantedosi ne dovrà rispondere. Se mancassero le risorse la manovra di bilancio è la sede giusta per dare copertura ai progetti ammissibili, se invece si tratta di un ritardo burocratico, questo non sarebbe una novità in un Governo", conclude Lai.
La maggioranza continua a sabotare la Commissione di Vigilanza Rai, disertando le sedute e bloccando l’iter istituzionale per il completamento della nomina del presidente del CdA. Si tratta di un atto irresponsabile, che dimostra totale disprezzo verso le regole e i cittadini, i quali pagano il canone per un servizio pubblico che dovrebbe essere indipendente e trasparente", dichiarano in una nota i parlamentari democratici della Commissione di Vigilanza Rai.
"Questo atteggiamento irresponsabile – concludono – non solo compromette la trasparenza e l’efficacia del servizio pubblico, i cui dati drammatici sono sotto gli occhi di tutti, ma rappresenta un attacco alle regole democratiche. La maggioranza sta infatti impedendo al Parlamento di completare la votazione sulla Presidenza della Rai, come previsto dalla legge."
“Chiediamo al Governo Meloni di invertire immediatamente la rotta sul trasporto non di linea: il Ministro Salvini con l’obiettivo di colpire una singola categoria di imprese invece di affrontare il grande tema della regolazione e dell’utilizzo delle nuove tecnologie per garantire servizi più efficienti per i cittadini senza precarizzare le condizioni di tutti i lavoratori sta riuscendo in un colpo solo a favorire la disoccupazione, incrementare il vero abusivismo, deprimere il gettito fiscale, ledere il turismo e danneggiare l'intero Paese creando solo ulteriore confusione e potenziale sfruttamento.”
Dichiarano in una nota congiunta il Senatore Antonio Misiani responsabile economia, finanze, imprese e infrastrutture della segreteria nazionale del Partito Democratico e Andrea Casu Deputato Pd e Vice Presidente della Commissione Trasporti
“Come denunciano tutti gli operatori del settore che scenderanno in piazza il prossimo 12 dicembre dal 2 gennaio con l’entrata in vigore del nuovo decreto una vera e propria clava si abbatterà addosso decine di migliaia di imprese e colpirà ulteriormente i cittadini e la già endemica carenza dei servizi di autotrasporto non di linea, che come chiarito la stessa Corte Costituzionale concorrono a dare «effettività» alla libertà di circolazione.”
“Tra gli aspetti più incomprensibili vi è la scelta di far venir meno le prestazioni a tempo che rappresentano la principale specificità del servizio che consente ad ogni utente di poter noleggiare un servizio di NCC proprio per soddisfare le più varie necessità, in questo modo non si colpisce minimamente chi esercita indebitamente la funzione dei Taxi ma proprio chi svolge un servizio diverso. Inoltre l'intermediazione per i contratti di durata viene vietata, è previsto un anacronistico tempo minimo di attesa di venti minuti tra la prenotazione e lo svolgimento del servizio, tanti e tali sono i dati che devono essere preventivamente forniti che chi si rivolgerà a questi servizi avrà la sensazione di essere dossierato e al tempo stesso se gli operatori dovessero commettere anche un semplice errore rischieranno di portare alla chiusura dell’attività per le pesantissime sanzioni e responsabilità anche penali previste.”
La giustizia non giusta: giudici di pace e processo telematico. Criticità
Oggi, mercoledì 11 dicembre alle ore 11:30 si terrà la conferenza stampa in sala Berlinguer della Camera (ingresso via degli uffici del vicario, 21) “La Giustizia non giusta: giudici di pace e processo telematico”.
Parteciperanno la responsabile nazionale Giustizia del Pd, Debora Serracchiani, i capigruppo in commissione Giustizia di Camera e Senato, rispettivamente Federico Gianassi e Alfredo Bazoli, e il capogruppo Pd in commissione Antimafia, Walter Verini.
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