Vogliamo dare prospettiva a studenti, altre ricette non hanno funzionato
“La parola d'ordine di Landini per cambiare le cose è non cambiarle. In un paese dove il tasso di disoccupazione giovanile è oltre il 40% e da anni non si investe in formazione, le uniche ricette di Landini sono quelle di dire no a prescindere e scendere in piazza rifiutando qualsiasi proposta di riforma”.
– così la deputata del Pd Simona Malpezzi, componente della Commissione Cultura della Camera, commenta le dichiarazioni del leader Fiom durante l’iniziativa dell'Unione degli studenti -
“Il governo, invece, proprio per far fronte ai numeri drammatici che descrivono la crisi senza fine che sta colpendo le prospettive delle nuove generazioni, ha messo i campo iniziative per cambiare un sistema al collasso. E in questo senso va letta anche la proposta per introdurre il sistema duale di alternanza scuola lavoro e gli investimenti sulla formazione professionale. I dati – spiega la deputata democratica - dicono chiaramente che questo è un sistema che funziona e che una delle strade per uscire dalla crisi è proprio il potenziamento dell'alternanza. Noi stiamo investendo su competitività e innovazione attraverso un profondo processo riformatore. Queste sono le scelte coraggiose, fatte a partire anche dall’ascolto delle proposte che arrivano dagli studenti, con cui cerchiamo di rilanciare il futuro occupazionale dei nostri ragazzi. Per costruire un'altra scuola l'interlocutore principale per l'Unione degli Studenti non può essere un sindacato che in questi anni non sembra aver messo in capo le iniziative più efficaci per tutelare i milioni di giovani che in Italia oggi non studiano e non lavorano”.
“I punti di incontro con le proposte lanciate questa mattina dall'Unione degli Studenti sono maggiori di quelli di dissenso, per questo ci aspettiamo una partecipazione attiva al processo di riforma della nostra scuola. Noi stiamo provando a dare loro una prospettiva – conclude Malpezzi - saranno i fatti a dirci chi ha ragione e, soprattutto, a distinguere chi sa soltanto criticare da chi si mette in gioco davvero per offrire strade nuove. Fino ad oggi mi pare che nessuna ricetta abbia funzionato”.
“E’ una novità che apprendiamo positivamente e che speriamo abbia un seguito perché la creazione di centri di accoglienza in Africa è la strada giusta”. “ Pare che domani il ministro Alfano presenterà alla riunione dei ministri dell'Interno della UE il progetto di apertura, con l'Unhcr e l'Oim, di almeno tre punti di raccolta dei profughi in Niger, Sudan e Tunisia. Il portavoce dell’esecutivo della UE, Natasha Bertaud, dice prudentemente che c’è dibattito. Aspettiamo dunque di capire cosa accade. Senz’altro la creazione di corridoi umanitari sicuri è un dovere dell’Europa per evitare che i migranti intraprendano viaggi della speranza, troppo spesso mortali”.
Così Paolo Beni, deputato del Pd, sull’ipotesi che domani i ministri dell’Interno europei discutano il progetto di apertura di centro di accoglienza per i profughi in Africa.
“Occorre attivare un tavolo di confronto istituzionale per valorizzare il ruolo strategico della Fiera del Levante e le sue enormi potenzialità anche in vista dell’evento espositivo mondiale di Expo 2015”. E’ quanto chiede il deputato del Pd, Alberto Losacco, in una interrogazione a risposta orale al ministro dello Sviluppo Economico.
“Avevo già posto in una precedente interrogazione – aggiunge Losacco - la questione relativa alla esclusione da parte del Governo di Fiere meridionali ed in particolare della Fiera del Levante dal piano di sostegno pari a 48 milioni di euro per il sistema fieristico italiano nell’ambito del più ampio piano di promozione del Made in Italy. Inoltre – prosegue il deputato – il viceministro Calenda ha ribadito che per queste «fierette», questo è stato il termine utilizzato, non vi saranno finanziamenti. La definizione di “fieretta” mal si addice alla Fiera del Levante che vanta centinaia di migliaia di visitatori in grado di coinvolgere anche i paesi del bacino del Mediterraneo che ha un fatturato significativo e storicamente ha rappresentato anche un appuntamento importante anche per le istituzioni tant’è che è quasi sempre il Presidente del Consiglio dei Ministri ad inaugurarla come ha fatto lo stesso presidente Renzi in occasione della 78ma edizione dello scorso settembre”.
“È evidente che la terminologia adottata dal Vice Ministro risulta essere fortemente lesiva nei confronti della Fiera del Levante e può comportare danni di immagine e conseguentemente economici molto rilevanti. Se un esponente del governo si esprime in quei termini molti espositori potrebbero essere indotti a trascurare la Fiera del Levante creando un meccanismo penalizzante per comparti, operatori economici e le stesse strutture della Fiera. Si chiede pertanto al ministro di chiarire se le dichiarazioni dei viceministro Calenda siano condivise o meno”, conclude il deputato.
"Il voto alla riforma costituzionale è la vittoria di questo parlamento". Lo dichiara Marco Di Maio, deputato Pd e membro della commissione Affari costituzionali alla Camera.
"Questa riforma costituzionale - aggiunge Di Maio - pone fine al bicameralismo paritario; ridefinisce le competenze tra Stato e Regioni; snellisce il procedimento legislativo; abolisce Cnel e Province; ammoderna le nostre istituzioni".
"Oggi il Parlamento si è assunto la responsabilità del cambiamento, ponendo nuovamente la politica al centro del processo riformatore, decisivo per la nostra democrazia. È la politica che deve ritrovare la fiducia dei cittadini e oggi lo abbiamo fatto", prosegue il deputato.
"Tutto questo è il risultato di mesi di lavoro tra commissione e aula; siamo a metà strada, ora avanti più determinati di prima per completare il percorso e le altre riforme", conclude Marco Di Maio.
“Nei giorni scorsi è stata raggiunta un’ intesa tra le Regioni, il ministero della Salute e i sindacati per la riorganizzazione dell'assistenza sanitaria sul territorio. Chiediamo quindi al ministro Lorenzin quali siano i tempi di questa riforma e quale sia il ruolo effettivo dei medici di famiglia e dei pediatri di libera scelta”.
Lo chiede il Gruppo del Pd alla Camera con una interrogazione alla quale risponderà domani al question time il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin.
“La crisi del settore va affrontata subito e con serietà. Bene i 108 milioni di euro in tre anni previsti dalla legge di stabilita' per affrontare la crisi del settore lattiero caseario e per rendere più morbido il passaggio dal sistema delle quote latte alla liberalizzazione del settore.
Occorre vigilare sull’attuazione dell’articolo 62 che cosi come realizzato penalizza il contraente più debole vigilando affinche' i contratti con la grande distribuzione siano di durata più lunga, da un mese, come è oggi, a un anno. Questo per riequilibrare i rapporti contrattuali all’interno della filiera e mettere nelle condizioni, anche attraverso il lavoro di Ismea, l’autorità garante della concorrenza e del mercato, di intervenire là dove i contratti penalizzino l’anelo più debole, l’allevatore. Anche perché in Italia, negli ultimi anni, alla diminuzione del prezzo del latte alla stalla non è mai corrisposto la diminuzione del prezzo al consumo.
Bene inoltre Martina per l’annuncio del decreto latte, con il coinvolgimento dei soggetti della filiera, e per l’annuncio del logo al latte italiano che rappresenta l’eccellenza del nostro Made in Italy”. Lo ha dichiarato il capogruppo Pd in commissione Agricoltura Nicodemo Oliverio, commentando audizione in commissione del ministro delle Politiche agricole Martina.
“Il futuro dell’edilizia non è nel nuovo consumo di territorio ma nella riqualificazione e nel recupero, nel risparmio energetico e nella sicurezza antisismica. Questo richiede nuove regole, semplici e trasparenti, per i cittadini e per le imprese. E richiede un’idea di città condivisa. Non c’è nulla di tutto questo nelle norme che la regione Sicilia sta discutendo in questi giorni. Si tratta di norme estemporanee e pericolose, che configurano un tana libera tutti e rischiano di penalizzare le amministrazioni che più lavorano per recuperare i centri storici. Il futuro dell’edilizia richiede politiche chiare e strumenti economici e fiscali per riqualificare i centri storici, non vecchie e nuove deregulation”, questo quanto afferma Ermete Realacci, presidente della Commissione Ambiente Territorio e Lavori Pubblici delle Camera, a proposito del ddl centri storici della Regione Sicilia.
“Non a caso quello delle riqualificazioni - prosegue Realacci - è l'unico segmento a registrare un segno positivo nel campo delle costruzioni: nel 2013 in Italia sono stati spesi 116,8 mld di euro in manutenzione ordinaria e straordinaria, ben il 66% dell'intero fatturato dell'edilizia. Molti di questi interventi hanno riguardato immobili inseriti all'interno di centri storici dotati di piani, norme e regolamenti edilizi. Viene allora da chiedersi perché per realizzare quello che in altre parti d'Italia è possibile in Sicilia si vuole ricorrere a pericolose quanto inefficaci deregolamentazioni come quelle contenute nel disegno di legge in discussione alla Regione? Per far bene la ricetta è molto semplice: bloccare il consumo di suolo ponendo freno alle espansioni, avviare un programma diffuso e capillare di riqualificazione delle periferie, dotare i centri storici di piani, norme e regolamenti, intervenire nei centri non dotati di piani seguendo le procedure già indicate dal Dipartimento regionale dell'Urbanistica dal 2000 e prevedere agevolazioni economiche e fiscali per chi realizza interventi di recupero”.
La vice presidente della Camera nella sua newsletter settimanale: Pd essenzialmente unito, nessun collegamento con la legge elettorale, ma insieme scioglieremo i nodi
“Un altro passo avanti verso un Parlamento più snello ed efficiente, verso rapporti tra Stato e Regioni più semplici e meno conflittuali, verso un assetto istituzionale più moderno ed efficace. 489 presenti, 482 votanti, 357 favorevoli, 125 contrari: con il voto di questa mattina alla Camera la riforma costituzionale supera un'altra tappa essenziale Ora tornerà al Senato con punti fondamentali non più modifilcabili e dunque verso la fine di un processo che si concluderà con il referendum. L'ultima parola la diranno infatti gli elettori che potranno con il loro voto confermare o smentire il lavoro del Parlamento.”.
Lo scrive la vicepresidente della Camera, Marina Sereni, nella sua newsletter settimanale.
“Considero poi molto importante il fatto che, pur in presenza di opinioni differenti al nostro interno, il Pd si sia mostrato sostanzialmente unito.- continua - Ho ritenuto e ritengo che su di noi, sul Pd, gravi la responsabilità di portare a termine il processo di riforma del Paese. Se non ora quando? Se non noi chi?”
“Non condivido quanti, nella nostra minoranza, collegano impropriamente la riforma costituzionale alla legge elettorale, come se il combinato disposto dei due provvedimenti producesse chissà quale svolta autoritaria. Ci saranno comunque altri momenti per affrontare questa riflessione e credo che siano i Gruppi parlamentari a dover sciogliere i nodi- conclude -, chiedendo a ciascuno e a tutti di lavorare per le fare le riforme e per costruire l'unità del PD”.
“Angelino Alfano continua a dare i numeri, ponendo nuovamente un veto sulla pensione di reversibilità alle coppie omosessuali e dichiarando che costerebbe troppo al Paese. Ma forse non ha ancora capito che non è e non sarà lui a decidere”. E’ il commento di Alessandro Zan, deputato gay del Partito Democratico, da anni impegnato per il riconoscimento dei diritti civili. “Il Governo ha già stabilito la sua linea” spiega il parlamentare, “e il testo di riferimento della nuova legge sulle unioni civili sarà quello delle civil partnership alla tedesca con la step-child adoption. Alfano” conclude Zan, “la smetta di occuparsi di temi che non lo riguardano e pensi invece a garantire la sicurezza del Paese”.
“La risposta deve essere quella di mantenere alta la guardia e di continuare a lavorare come stiamo facendo con determinazione per avere misure sempre più efficienti per contrastare la contraffazione che è l’anima delle agromafie”. Lo ha dichiarato la deputata Pd Colomba Mongiello, vicepresidente della commissione per la lotta alle contraffazioni che spiega: “Le parole dell’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, presidente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio sulla criminalita' nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare, oggi a Genova, sulla presenza della mafia nel settore, se da una parte non ci stupiscono, l’agroalimentare fa gola anche in un periodo di crisi economica - come dimostrano i numerosi sequestri delle forze dell’ordine – dall’altra ci rendono sempre più determinati a difendere l’autenticità del made in Italy anche in vista dei nuovi mercati che si apriranno a seguito di trattati internazionali, mercati che possono essere ulteriori mete della criminalità organizzata”.
“L’allarme lanciato oggi a Genova dall’ex procuratore di Torino Giancarlo Caselli, presidente del Comitato Scientifico dell'Osservatorio sulla criminalità nell'agricoltura e sul sistema agroalimentare ci conferma nella nostra volontà di lavorare per valorizzare il made in Italy al meglio rendendolo sempre più un'eccellenza nella legalità.
Da qui le tante misure per combattere con forza la presenza della mafia in questo settore . Non dobbiamo allentare l’attenzione, dobbiamo mettere in campo strumenti sempre più incisivi. Da una parte c’è l’infiltrazione di cosche con l’inevitabile inquinamento del made in Italy che per il paese significa una perdita in termini di immagine e di mercato, dall’altra l’uso del caporalato ci rende agli occhi di tutti un paese indegno di essere considerato civile”. Lo ha dichiarato il deputato Pd Nicodemo Oliverio, capogruppo in commissione Agricoltura.
"Le parole del Papa di oggi sono tanto inusuali quanto apprezzabili. In particolare va sottolineato il richiamo sul finanziamento pubblico della politica, che dimostra come si debba ricominciare a discutere delle modalità di finanziamento della politica in modo sereno e soprattutto in un quadro di massima trasparenza anche nel nostro Paese". Lo afferma Sergio Boccadutri, deputato del Pd della Commissione Bilancio, che prosegue: "Non è per nulla scontato che il Pontefice si misuri con parole così puntuali e rispettose, lontane anni luce da certo populismo strisciante, con la concretezza e anche con la fatica e le problematiche della cosa pubblica e delle campagne elettorali”.
“Sarebbe opportuno costituire un intergruppo parlamentare che affronti il tema della presenza e dell’integrazione rumena nel nostro paese: ho già avuto uno scambio di opinioni al riguardo con l’Ambasciatrice della Repubblica della Romania in Italia, Dana Manuela Constantinescu, e con Silvia Dumitrache, presidente dell’Associazione Donne Romene in Italia – ADRI. La proposta è emersa dopo vari incontri, anche con operatori del settore dell’assistenza sociale, nei quali abbiamo affrontato il tema delle condizioni di vita di coloro che accudiscono giorno e notte i nostri anziani, sui loro problemi e sui loro bisogni. In particolare l’iniziativa promossa dall'Associazione 5 Mori Onlus è stata l’occasione per poter portare all'attenzione dell'opinione pubblica il ruolo della donna rumena presente in Italia. Si è trattato di un momento molto utile che ci ha permesso di avviare una discussione proficua per migliorare la collaborazione e l’integrazione dei rumeni in Italia. Voglio rimarcare la mia piena disponibilità a a collaborare a tutti i livelli da quello locale a quello nazionale perché la qualità della vita di queste lavoratrici e delle loro famiglie possa migliorare, tenendo conto anche dell’elevato valore sociale delle assistenti familiari straniere, risorsa sempre più essenziale per le nostre famiglie”. Lo dichiara Emanuele Cani, deputato del Pd, a margine di un incontro con l’ambasciatrice della Romania in Italia.
“Positivo che le commissioni Attività produttive e Finanze abbiano trovato una copertura alternativa per le start up innovative: non attingendo al fondo di riserva speciale del Ministero dell'Ambiente, hanno evitato il rischio di mettere a repentaglio le risorse desinate all’amianto”. Lo dichiara Cristina Bargero, deputata del Partito Democratico e componente in Commissione Attività produttive della Camera.
“Nel Comitato dei nove delle commissioni congiunte Attività produttive – spiega Bargero - abbiamo trovato una nuova copertura, che domani dovrebbe essere recepita dal governo”.
“La solita propaganda grillina montata sul nulla”. Lo dichiara Nicodemo Oliverio, capogruppo Pd in Commissione Agricoltura alla Camera.
“Se pensano – spiega - che la difesa del Made in Italy si faccia con i comunicati stampa allarmistici, sono messi male. Sull’olio tunisino la posizione dell’Italia è stata sempre chiara. Basta considerare che il Ministero dell’Agricoltura non ha mai nascosto riserve e contrarietà al provvedimento, soprattutto alla sua attuazione tecnica. Lo ripetiamo ancora: bisogna conciliare l’obiettivo dell’intervento, che è il sostegno a un Paese oggetto di un duro attacco del terrorismo internazionale, senza portare danni alla nostra agricoltura. Per questo abbiamo lavorato a Bruxelles per migliorare la decisione”.
“Ma mentre il Pd lavora davvero per la tutela del Made in Italy, il Movimento 5 Stelle di concreto cosa fa? Una nota stampa?”, conclude Oliverio.