L’emergenza Covid cambia anche il malaffare. Come era purtroppo prevedibile, in una situazione generale di difficoltà, le organizzazioni criminali possono decidere di sviluppare commerci illeciti, organizzare sistemi di usura, alterare mercati e intervenire per interessi su appalti e commesse pubbliche.
Per questo abbiamo chiesto al Governo tramite un’interpellanza urgente al Vice Ministro degli Interni Matteo Mauri, di conoscere il monitoraggio sul fenomeno e le iniziative che sono state assunte e che si si intendono assumere.
A nostro avviso devono essere ispirate a due principi: effettivo sostegno delle istituzioni ai settori più indeboliti dalla crisi (quindi efficacia e rapidità dei finanziamenti alle imprese) e azione pratica di contrasto (con il presidio del territorio e l'azione investigativa delle Forze dell' Ordine).
Da parte del Governo è giunta una risposta che ci ha soddisfatto e che testimonia attenzione e impegno. Un impegno che non dovrà venire meno anche in prospettiva di una crisi che potrebbe aggravarsi nei prossimi mesi.
Lo ha dichiarato Andrea De Maria (Pd), Ufficio Presidenza Camera dei Deputati
Un’Europa che guarda al futuro, solidale, responsabile e giusta. Ecco cosa è in gioco oggi a Bruxelles. Ci sono 60 anni di buoni motivi per sostenere Recovery fund.
Lo ha scritto su Facebook Graziano Delrio, Capogruppo Pd alla Camera dei Deputati.
“Lega e Fratelli d’Italia, presentando oltre mille emendamenti al ddl contro l’omotransfobia e la misoginia, hanno dimostrato il loro chiaro obiettivo ostruzionista. E questo è un peccato, perché si schierano contro una legge che tutelerà la dignità umana e rafforzerà i principi di uguaglianza sanciti dalla nostra Costituzione. Le proposte emendative non devono tendere a bloccare un ddl, ma a dare un contributo costruttivo, né tantomeno possono mirare a svuotare il contenuto del provvedimento o introdurre clausole particolari che sviliscono proprio quella dignità umana che noi vogliamo fortemente difendere. Questa legge contribuirà a dare piena cittadinanza a tutte le cittadine e a tutti i cittadini di questo Paese, contrastando odio, discriminazioni e violenze inaccettabili.” Così Alessandro Zan, relatore del ddl contro omotransfobia e misoginia.
“Il precetto che impone di discutere a scadenza fissa, e nell'Aula del Parlamento, il rifinanziamento delle missioni internazionali di pace è un precetto assolutamente saggio, che ci consente di articolare la nostra presenza nei vari teatri internazionali anche alla luce del fatto che il contesto politico internazionale si evolve, muta, cambia”.
Lo ha dichiarato Enrico Borghi, della presidenza del Gruppo Pd alla Camera, intervenendo in Aula sul tema delle missioni internazionali.
“È vero che la supremazia occidentale è al tramonto? Con essa è al tramonto anche il nostro sistema dei valori sul piano globale? È vero che stiamo vivendo una nuova guerra fredda fra Stati Uniti e Cina, certamente sul piano commerciale? Qual è il futuro dell'Alleanza atlantica dentro questo contesto? E, più in generale, quali saranno i principi, i valori, le regole che fonderanno il nuovo ordine internazionale in questo secolo? Molti sono gli interrogativi, e dovremmo diffidare di chi ha gli slogan facili in tasca. Noi, però, abbiamo alcuni punti fermi - ha proseguito l'esponente dem - che ci aiutano in questo senso: il punto fermo del multilateralismo, che ci evita un pericoloso ritorno di fiamma del nazionalismo. E il secondo punto fermo è il mantenimento di un quadro di relazioni internazionali stabili, di amicizie e di alleanze, perché è la premessa per risolvere, oggi, quei problemi che sembrano insolvibili”.
“Sessant'anni fa un giovane democratico concludeva la convenzione che lo avrebbe candidato alla Presidenza degli Stati Uniti d'America, si chiamava John Fitzgerald Kennedy, con parole che valgono per noi anche oggi, perché diceva: io credo che i tempi richiedano fantasia, coraggio e perseveranza. Parlava di coraggio, Kennedy, non di compiacenza, diceva che era il bisogno di allora, ma è anche il nostro bisogno di oggi; parlava di leadership e non di arte di vendere. Ecco - ha concluso Borghi - noi crediamo che fantasia, coraggio e perseveranza siano la leadership italiana che deve continuare per esprimere quella pace e quella giustizia che è scolpita nella nostra Costituzione”.
Presentata interrogazione sottoscritta da 35 deputate dell’intergruppo Donne, appartenenti a diversi gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione.
“Abbiamo chiesto al Ministro di Maio di attivare il nostro governo nei consessi bilaterali con la Turchia, cosi come quelli internazionali ed europei, per assicurare il rispetto dei diritti umani , la protezione dei minori dagli abusi sessuali, la promozione dei diritti delle donne contro la violenza di genere e il diritto a contrarre il matrimonio solo sulla base di un pieno e libero consenso.” Così in una interrogazione urgente al Ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale la deputata del Pd Laura Boldrini, interrogazione sottoscritta da 35 deputate dell’intergruppo Donne appartenenti a diversi gruppi parlamentari di maggioranza e di opposizione.
“In Turchia - si legge nell’interrogazione - è stato depositato in Parlamento dal partito di governo AKP un emendamento all’articolo 103 del Codice Penale Turco (TCK) che permetterebbe agli autori di abusi sessuali su minori di essere lasciati liberiqualora sposassero le loro vittime”.
“Secondo questo emendamento, scrivono le parlamentari a Di Maio, un uomo che sia stato accusato, processato e condannato per abuso sessuale su un minore, sarà rilasciato se sposerà la vittima, a patto che la vittima avesse almeno 13 anni al momento dell’abuso; la differenza di età tra la vittima e l’autore dell’abuso non sia maggiore di 15 anni; il matrimonio sia stato celebrato prima che la legge venga emanata e il matrimonio duri per almeno 5 anni”.
“Si tratterebbe nella sostanza - si legge ancora nel testo - di una sorta di amnistia per gli uomini autori di abusi sessuali su minori, sotto la maschera di un matrimonio religioso“riparatore”, con il tacito consenso della famiglia della vittima. “
Nel ricordare che l'emendamento potrebbe essere messo ai voti nei prossimi giorni , le firmatarie fanno presente al Ministro Di Maio che
“in base all’art. 90 della propria Costituzione, la Turchia è vincolata ad agire secondo le convenzioni internazionali sui diritti umani che ha sottoscritto, tra cui: la Convenzione ONU sui diritti del fanciullo (CRC), che obbliga gli stati a tutelare gli interessi preeminenti dei minori e la Convenzione di Istanbul, che sottolinea la necessità di promuovere la parità di genere per prevenire e combattere la violenza contro le donne e che obbliga gli Stati a criminalizzare “la condotta intenzionale di forzare un adulto o un bambino al matrimonio”.
Per le interroganti, “ i principi di queste convenzioni sono chiari: i matrimoni infantili e precoci non solo minano la salute sessuale e riproduttiva delle ragazze – aumentando il rischio di mortalità per parto e delle malattie dovute a gravidanze precoci –ma le rendono più esposte nei confronti di chi su di loro ha esercitato ed esercita violenza.” Da qui la richiesta al governo italiano di attivarsi per assicurare il rispetto dei diritti umani in Turchia.
“Il progetto che rafforza la medicina del territorio con L'infermiere di quartiere si struttura e viene finanziato anche nel dl Rilancio. Dopo il Patto della salute si cominciano a strutturare una serie d’interventi per potenziare il welfare territoriale, divenuti drammaticamente urgenti durante l’emergenza covid. La presa in carico dei pazienti cronici e degli anziani nell’ottica di lavorare su assistenza e prevenzione, sempre più a livello domiciliare, migliorare la qualità della vita della popolazione con patologie croniche e ridisegnare un modello di welfare territoriale capace di intercettare i bisogni crescenti, sono gli obbiettivi che ci prefiggiamo. La sfida demografica e l’impatto dell’invecchiamento della popolazione ci impongono di strutturare oggi gli interventi per il prossimo futuro, il covid ci ha rivelato le debolezze del sistema che vanno corrette a partire dal sistema di prevenzione e dal controllo” .
Lo dichiara la deputata democratica Beatrice Lorenzin, ex ministra della Salute e responsabile Forum Salute PD
“Il confronto in corso nella commissione logistica del Tavolo provinciale per la sicurezza sul lavoro istituito a Bologna, su una proposta promossa dal sottoscritto e da tutti i parlamentari del Partito democratico bolognese, è di particolare interesse. Grazie a questo tavolo, infatti, al quale partecipano i rappresentanti del Comune, della Città Metropolitana, dell'ispettorato del lavoro, della azienda sanitaria, dei sindacati e delle associazioni imprenditoriali, si sono create le condizioni per costituire commissioni di filiera in grado di rispondere puntualmente all’insorgere di emergenze legate al Covid con protocolli mirati e specifici”.
Così in una nota Serse Soverini, deputato del Partito democratico.
“Nel caso della commissione logistica si sta approntando una risposta immediata ed efficacia di filiera al focolaio accertato nelle ultime settimane, senza dover adottare provvedimenti generalizzati ed eccessivamente penalizzanti per le attività produttive. Di fronte all'insorgere di nuovi focolai c'è bisogno di pronte risposte e provvedimenti mirati in grado di scongiurare le chiusure generalizzate dei mesi scorsi. Pertanto insisto, e torno a chiedere al nostro governo di considerare e disporre un provvedimento, magari in occasione del decreto Semplificazioni, che riconosca la formula dei tavoli provinciali adottata a Bologna come legittimi strumenti di coordinamento per la definizione di risposte efficaci a focolai Covid nei luoghi di lavoro. Mai come adesso - conclude Soverini - la sicurezza sul lavoro ha assunto un ruolo centrale per la produzione di ricchezza per il nostro paese. Vogliamo l'occasione per far fare al nostro Paese un salto culturale che affermi una volta per tutto che sicurezza del lavoro e produttività sono strettamente legati tra loro”.
Morra convochi al più presto le audizioni in Commissione Bicamerale
Dichiarazione on. Nicola Pellicani componete Pd Commissione Antimafia
In Veneto non è più rinviabile l'istituzione di una Commissione Antimafia in Consiglio Regionale. L'inchiesta e gli arresti di ieri sono solo la conferma di come il fenomeno mafioso sia una realtà articolata e radicata, con la quale dobbiamo fare i conti”. Così l’on. Nicola Pellicani, esponente del Pd in Commissione Antimafia. Per Pellicani “serve quindi un luogo istituzionale dove approfondire e studiare il problema, per adottare le misure necessarie per fronteggiare la presenza della criminalità organizzata in Veneto.”
Secondo l’esponente del Pd “si tratta di un fenomeno che, come confermano le inchieste di questo ultimo anno, è presente da decenni. I primi segnali sono arrivati con la Mafia del Brenta del boss Felice Maniero, quasi quarant'anni fa. Dall'inizio del 2019 ad oggi la DDA di Venezia, che ringrazio assieme alle Forze dell'Ordine, sta svolgendo un lavoro straordinario, conducendo sei grandi inchieste tra Venezia, Padova, Verona, che hanno portato a quasi 200 arresti, con accuse che vanno dall'associazione a delinquere di stampo mafioso al voto di scambio, oltre che truffe, rapine, spaccio di droga, riciclaggio, false fatturazioni, usura e corruzione.” Pellicani ha inoltre chiesto che “la Commissione Bicamerale Antimafia intervenga immediatamente. Il Presidente Morra convochi al più presto in audizione il Procuratore della DDA di Venezia, il Prefetto di Venezia e i rappresentanti delle Forze dell'Ordine, impegnate nelle inchieste in Veneto. È importante – ha concluso Pellicani- il massimo impegno da parte di tutti per contrastare la criminalità organizzata, diffondere la cultura della legalità e combattere il negazionismo e l'omertà, a maggior ragione in questo momento di crisi dovuta al Covid-19, che favorisce le infiltrazioni delle mafie nell'economia, nella società e nella politica, come dimostrano gli ultimi dati della Guardia di Finanza e gli allarmi lanciati in questi mesi dal Procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero de Raho e dal Ministro dell'Interno Luciana Lamorgese.
“Permettetemi di rivolgere un deferente e grato ricordo ai nostri caduti nelle missioni internazionali. L'impegno dei nostri militari è un impegno su più fronti, teso ad evitare che la situazione nelle numerose aree di crisi possano degenerare. Destano preoccupazione, e a questa deve corrispondere una attenta e rinnovata azione diplomatica e militare, le dinamiche in atto in Libia, in Siria, nello Yemen, dove si registra un’accresciuta presenza di attori stranieri intenti a trasformare quei conflitti locali in uno strumento per aumentare la propria influenza regionale e strategica. Per questo è forte, come evidenziato dal ministro della Difesa, l'esigenza di mantenere una proiezione internazionale, capace da un lato di prevenire le minacce alla nostra sicurezza nazionale e dall'altro di collaborare con le altre nazioni nelle organizzazioni di riferimento per la stabilizzazione delle aree a rischio”.
Lo dichiara Andrea Frailis deputato del Partito democratico, intervenendo in Aula sul rinnovo della partecipazione italiana alle missioni internazionali.
“Il Libano, ad esempio, è un elemento essenziale per mantenere un equilibrio ragionevole, in una situazione già difficile e dove sono presenti attori in grado di condizionarne dall'esterno gli equilibri, con tentativi di infiltrazioni jihadista. In questo quadro, la presenza della nostra missione UNIFIL si rivela ancora una volta elemento cardine per garantire una condizione di effettiva stabilità”.
“La nostra iniziativa politico diplomatico sul fronte libico si basa sulla necessità di raggiungere una tregua e un cessate il fuoco tra le parti in conflitto. Condivisibile, dunque, l’adesione dell’Italia alla missione IRINI, per dare attuazione all’embargo delle armi in Libia. Necessario anche il nostro impegno in Sahel, con la task force TAKUBA. La situazione in Afghanistan sembra arrivata alla vigilia di una svolta, che dovrebbe concludersi con un accordo di pace, e che potrebbe consentire una riflessione sulla nostra presenza, da condividere con gli alleati. Per queste ragioni, dunque, esprimo il voto favorevole del Partito democratico”.
"Bene la decisione del governo su Aspi che ha il pregio di chiudere un dossier aperto da troppo tempo. La presenza pubblica nella società dovrà favorire ingresso di investitori e sarà certamente garanzia di maggiore salvaguardia dell'interesse generale e va nella direzione di assicurare il mantenimento degli impegni sul piano della sicurezza e degli investimenti e la tutela dei posti di lavoro”
Così il capogruppo democratico alla Camera Graziano Delrio.
“Il governo della destra sovranista ha significato, per l’Italia, abbandonare la Libia e i libici al proprio destino. Ha significato associare alla più rumorosa propaganda del “prima gli italiani” il più vergognoso abbandono dei nostri interessi nazionali e dello stesso destino dei libici. Ha significato per l’Italia perdere leva e autorevolezza sullo scenario libico. Noi oggi dobbiamo recuperare quell’autorevolezza. E possiamo farlo solo rilanciando il nostro ruolo in Libia e il nostro ruolo in tutte le operazioni internazionali che si realizzano in Libia. Noi oggi dobbiamo rilanciare un’azione italiana che è orientata a difendere anche in Libia i diritti umani, la stabilizzazione, la tutela dei più deboli”.
Lo dichiara Andrea Romano, deputato del Partito democratico
“Dobbiamo farlo anche perché c'è chi ha approfittato della nostra assenza, e della debolezza europea. Penso ovviamente alla Turchia - prosegue l'esponente dem - che nel Mediterraneo ha lanciato un’offensiva geopolitica certamente non orientata alla salvaguardia della stabilità e della difesa dei diritti umani. Rispetto a questa offensiva cosa dovremmo fare? Tirare i remi in barca, arrenderci alla logica della guerra, del caos, oppure rilanciare i nostri strumenti di presenza, stabilizzazione e tutela dei diritti umani?”
“Conosciamo la tragedia umanitaria che è in corso in Libia. L'abbiamo denunciata, abbiamo lavorato e lavoriamo perché quella tragedia si fermi. E qual è il modo più efficace per farlo? Abbandonare la Libia al suo destino - conclude Romano - oppure restare con la caparbietà e la determinazione di chi non vuole arrendersi dinanzi alla feroce violazione dei diritti umani, usare tutti gli strumenti a nostra disposizione per rafforzare la tutela dei più deboli, insistere ovunque e in ogni modo per migliorare la situazione?”.
"La firma del protocollo d'intesa fra Ministero della Giustizia e Rete professioni tecniche è certamente una buona notizia per l'applicazione dell'equo compenso, ma vorrei capire quali sono le intenzioni del Ministro Bonafede nei confronti di tutti i professionisti che da questo protocollo sono esclusi. Oltre al monitoraggio, che sarà sicuramente utile, servono i parametri attesi da quando abbiamo introdotto la norma sull'equo compenso, e controlli e sanzioni per farli rispettare dalla Pa e dai committenti che li violano. Migliaia di giovani professionisti stanno soffendo particolarmente questa crisi proprio a causa della mancanza di riferimenti che impediscano il loro sfruttamento a compensi da fame. C'è la possibilità di convocare il tavolo previsto dalla legge 81/2017 per discuterne, eppure si preferisce muoversi in maniera eterogenea e discontinua. Mi auguro che alla notizia di oggi seguano presto provvedimenti e iniziative di dialogo con tutto il mondo delle professioni, senza preclusioni."
Lo dichiara la vice capogruppo del Pd alla Camera, Chiara Gribaudo.
Da giurista del lavoro e da deputato democratico saluto con vero piacere la nomina di Pierro Curzio a Primo Presidente della Corte di Cassazione. Allievo di Gino Giugni, autore di importanti monografie su temi centrali del diritto sindacale e del lavoro, ma anche di ricerche e studi sui temi processuali, impegnato con passione sui temi della formazione, presidente della sezione Lavoro della Suprema Corte, Pietro Curzio rappresenta una ottima scelta del CSM, una garanzia di professionalità e una certezza per tutti i cittadini. A lui, di vero cuore, un augurio di buon lavoro." Così Antonio Viscomi, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera.
Così Antonio Viscomi, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera.
Dichiarazione di Fabio Melilli, ufficio di presidenza del gruppo Pd Camera
“Dobbiamo ringraziare la Regione Lazio che è risultata la prima regione italiana a saldare le fatture in anticipo della pubblica amministrazione. E’ davvero lusinghiera la mappa elaborata dalla Fondazione Etica, su dati del Mef, relativa ai debiti commerciali e ai tempi di pagamento della Pa. Perché oggi essere tempestivi è un fattore decisivo e cruciale. E in tempi di Covid si tratta di un risultato per nulla scontato vista la situazione delle amministrazioni locali che stanno affrontando una emergenza senza precedenti.”
Lo ha dichiarato Fabio Melilli, dell’ufficio di presidenza del gruppo Pd alla Camera.
“Proseguiremo in tutte le iniziative che facciano pressione sul governo egiziano per il rilascio di Patrick Zaky” lo ha dichiarato oggi in Aula l’on Andrea De Maria durante il Question time alla presenza le ministro degli Esteri Di Maio.
“Si tratta di difendere i diritti civili in un paese che ha solidi rapporti con l’Italia, ma che ha anche un ruolo determinante nell’area del Mediterraneo e del Medio Oriente e tanto più potrà esercitare una funzione stabilizzante quanto più sarà capace di rispettare diritti umani e democratici al suo interno”.
“La liberazione di Zaky, studente all’università di Bologna, è anche una questione di dignità nazionale del nostro paese – ha concluso De Maria – come lo è la ricerca di verità sulla tragica morte di Giulio Regeni”
L’interrogazione era stata illustrata dall’on. Lia Quartapelle che ricordando la vicenda di Zaky ha ribadito che l’ansia per la sorte dello studente “trattenuto ormai da più di 160 giorni, senza un capo d’accusa e quindi senza la possibilità di difendersi, rimane la preoccupazione di tutti gli italiani”.